Fargo – 2×01 Waiting for Dutch 7


Fargo - 2x01 Waiting for DutchLa prima stagione di Fargo è stata, per molti, una delle più grandi sorprese della televisione recente, una scommessa che sembrava persa in partenza e che ha, invece, ridefinito il concetto di adattamento televisivo di un prodotto cinematografico. Eppure Noah Hawley non era ancora soddisfatto, e con questa premiere punta di nuovo al rialzo, superandosi per l’ennesima volta.

Quest’anno la serie partiva infatti da un altro rischio, quello della natura antologica della serie, vista con diffidenza da alcuni a causa, in particolare, della discussa seconda annata dell’altro grande show che ha messo in atto questa scelta. Se bisogna (anche se, per ovvi motivi, non si dovrebbe) paragonare le due partenze, tuttavia, è facile, molto facile che il giudizio penda verso una sola parte, perché “Waiting for Dutch” è un episodio così travolgente e ben costruito che tutti i dubbi non possono che svanire, scacciati da quella che è l’anima unica ed incredibilmente affascinante della serie.

That’s like Jupiter telling Pluto “Hey, you’re a planet, too”.

Fargo - 2x01 Waiting for DutchQuello che aveva funzionato nella trasposizione di Fargo non erano tanto le differenze che avevano portato la serie lontano dal film originario, quanto i punti di contatto che le tematiche e lo stile della creatura di Hawley continuavano a mantenere con il capolavoro dei Coen. Perché, fin dall’inizio, ci si accorge che quello che gli autori sono riusciti a cogliere è lo spirito che permea ogni singola opera dei fratelli americani, quella continuità di situazioni ed atmosfere che viene mantenuta anche in questa premiere, una vera e propria dichiarazione di intenti per quanto riguarda il futuro della stagione. Dopotutto, la costruzione di una trama del tutto originale avrebbe potuto mostrare delle falle, ma i primi minuti pensano subito a gettare lo spettatore nella più coeniana delle situazioni, con tre personaggi già iconici e difficili da dimenticare, grazie anche alla (ma ci siamo abituati) ottima qualità nella scrittura dei dialoghi.
Ed è sempre sull’assurdità ed il coraggio della serie che si basa la prima metà di questa premiere, capace di presentare, caratterizzare ed eliminare un personaggio nell’arco di venti minuti: la vicenda di Rye, in fondo, non è altro che il motore di quello che sembra essere un disastro di proporzioni epiche, ma la scrittura di Hawley sceglie di privilegiare lo stesso l’approfondimento e l’introspezione, dando alla strage nel diner un senso più compiuto.

Fargo - 2x01 Waiting for DutchIn questo modo, l’umanità conferita all’autore del triplice omicidio riesce a compensare la freddezza e la follia del mondo che lo circonda, un universo che, in maniera ancor più esagerata rispetto all’anno scorso, agisce secondo regole del tutto irrazionali. Ed è su questa impronta quasi fatalista che si sceglie di porre fine alla vita di Rye, attraverso una modalità che, nella sua assurdità voluta e sottolineata, non può che sconvolgere la prospettiva dello spettatore. L’UFO che causa l’incidente fatale, in questo senso, si inserisce nella decisione di coprire, con questa stagione, uno spettro più ampio, che va da Ronald Reagan (presente solo off-screen per ora) alla lotta tra le grandi imprese e quelle locali.
Morton’s Fork” si chiudeva con l’immagine idilliaca del nucleo familiare, luogo per eccellenza in cui ritrovare se stessi; in questo caso tale condizione viene minacciata seriamente, ponendo le basi per un conflitto sicuramente non banale, perlomeno nelle modalità in cui si sceglie di affrontarlo.

Fargo - 2x01 Waiting for DutchMa c’è un tema che, ancor più di quello già citato, ricorre in questa premiere, e si tratta di nientemeno che la rielaborazione ed evoluzione di un conflitto già presentato nella scorsa annata: quello tra la normalità e  la violenza, tra l’innocenza e la morte, tra – in termini più classici – il bene e il male. Il motivo per cui il Minnesota funziona così bene per gli intenti degli autori sta nel fatto che il sangue risalta perfettamente sulla neve, nello stesso modo in cui il caos si abbatte sulle più comuni delle situazioni. Ed è su questo che si basa principalmente Fargo, ricordandolo spesso allo spettatore con delle scelte registiche ben definite, tra cui il sangue che contamina il bianco del milkshake versato, o l’uniforme del cuoco ucciso, o, ancora, il ghiaccio su cui giace la cameriera che tenta di fuggire. Basta poco per gettare la più comune delle situazioni nel disastro più totale, e la scansione dei tre omicidi attraverso lo sbattere della porta aiuta a capire come in pochi attimi tutto possa essere sconvolto da una forza superiore. Il compito di Solverson starà, appunto, nel contenere questa fuoriuscita, nel ridare un senso alla parola “normalità”, destinata a rimanere incrinata per un lungo periodo di tempo – e la prima stagione non può che sottolinearlo.

Fargo - 2x01 Waiting for DutchSi parte, quindi, da un’impostazione chiaramente più pessimista, visti gli avvenimenti già mostrati nel futuro, e la situazione iniziale dello sceriffo Solverson non può che confermare tale sensazione: la sopracitata purezza del nucleo familiare è subito incrinata dalla malattia della moglie, una punizione senza senso, un fardello non meritato. L’evoluzione della stagione si preannuncia sicuramente più oscura ed ambigua dell’anno scorso, e, se la sopravvivenza di Lou è data per certa, il prezzo a cui questa verrà ottenuta potrebbe essere immensamente doloroso, e non ci si riferisce solo al futuro decesso di Betsy: la spiegazione che lo sceriffo ha per ora dato al triplo omicidio rientra nella razionalità e nella normalità, ma cosa succederà quando la follia degli eventi accaduti sarà impossibile da ignorare? E cosa accadrà quando, inevitabilmente, il suo percorso si intreccerà con quello della famiglia Gerhardt, destinata ad attrarre il caos su di sé?
Rientra in questo discorso anche la questione dei coniugi Blomquist, il cui coinvolgimento non può che provocare una totale rottura dell’equilibrio quotidiano e familiare. In questo caso, tuttavia, la situazione nasconde dei risvolti più ambigui, e al carattere volutamente esagerato del personaggio di Jesse Plemons (“Okay then”) si contrappone quello più perverso della moglie, incarnazione perfetta sempre di quella follia che si nasconde all’interno di ogni individuo e che ha causato (o, se vogliamo, causerà) la rovina di Lester Nygaard.

Ah, geez.

Fargo - 2x01 Waiting for DutchÈ davvero difficile riassumere questa premiere di Fargo: tralasciando l’indubbia efficacia e potenza espressiva del nuovo racconto, infatti, ci si trova davanti ad un prodotto più ambizioso, più esteso e, per questo, più stratificato di quello messo in scena l’anno scorso. Si tratta di una situazione di partenza che su carta era difficile da immaginare, ma la grandezza di questo “Waiting for Dutch” sta nella capacità di regia e scrittura di gestire perfettamente tutte le pedine del gioco, costruendo un quadro generale dalle potenzialità immense. Il finale dell’episodio, poi, lascia intendere che ci sia ancora moltissimo da dire: fatto sta che, al momento, i rischi insiti nelle scelte di quest’annata sono stati evitati con successo, confermando come la fiducia a Noah Hawley sia qualcosa di facile da concedere. Soprattutto ora, dato che il paragone col film non ha più il minimo senso di esistere.

Voto: 8/9

Condividi l'articolo
 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

7 commenti su “Fargo – 2×01 Waiting for Dutch

  • Valerio

    Ragazzi bella recensione, ma potreste avvisare quando la recensione contiene spoilers e quando no? Mi sono ritrovato uno spoilerone che avrei volentieri evitato.

     
    • La Redazione

      Ciao Valerio,
      su questo sito tutte le recensioni contengono spoiler tranne le recensioni dei pilot, che servono a presentare il nuovo prodotto e a dare ai lettori l’idea di cosa tratta una serie, e le recensioni delle serie consigliate, in cui appunto, consigliando una serie, non diamo spoiler di alcun tipo.
      Tutte le altre recensioni sono di puntata o di stagione e queste, per loro natura, contengono spoiler perché sono analisi delle puntate.
      A presto
      La Redazione

       
  • Michele Minardi

    Sebbene non mi abbia catturato come il pilot dello scorso anno, bellissima premiere e tanta potenzialità per fare bene. Come dici bene Pietro, il tutto ci è stato presentato come pronto a cadere a pezzi trascinandosi dietro qualunque cosa a valanga. Per me si conferma una serie che, in maniera pian piano più decisa, sta andando ad occupare quell’enorme buco seriale lasciato da Breaking Bad, seppur con modalità nettamente diverse (a partire dal fatto che è antologica).

    Gran plus la presenza di attori come fat-Todd (la storyline legata al suo personaggio sembra quella più folle, non vedo l’ora di vedere il prosieguo), Nick Offerman (che avrà molte difficoltà a staccarsi di dosso il pesantissimo personaggio di Ron Swanson) e il buon colonnello Tigh di BSG che è sempre un piacere rivedere; non sarà un compito semplice, tuttavia, raccogliere la pesante eredità lasciata da Martin Freeman e BBT.

    Fiduciosissimo e grande hype. Voto 8,5 per me.

     
  • Genio in bottiglia

    Ma quanti chili ha dovuto mettere su Todd? 30? Comunque premiere grandiosa, ambiziosissima, l’ho guardata con molti dubbi, e invece ha retto benissimo.

     
  • Writer

    Episodio magnifico. Alcune scene -come quella di Rye che pedina in macchina il giudice al tramonto- sono autentici gioielli. La poetica stralunata e grottescamente amara dei fratelli Coen è resa alla perfezione.

     
  • Birne

    Magnifico inizio di una seconda serie attesa al varco – anche se non è giusto fino in fondo (ma secondo me invece sì) fare confronti fra annualità antologiche ecc. ecc. – che rilancia senza complessi. Ci sono i temi, l’ambiente, le atmosfere, l’assurdo e la follia. Ci sono i Coen, indubbiamente e, direi, anche gli interpreti. E’ solo il primo episodio, è vero, ma non ho riserve e ottimisticamente darei un nove pieno. Dieci no, per una forma di rispetto dovuta all’assenza di Martin e Billy Bob.