Doctor Who – 9×07 The Zygon Invasion 1


Doctor Who - 9x07 The Zygon InvasionÈ sempre difficile avere a che fare con un episodio che, in modo velato o meno, fa riferimento alla realtà: viviamo periodi difficili, in cui quasi qualunque tematica trascina con sé polemiche, estremismi e dietrologie. È ancora più difficile se la serie non fa di questi temi il suo perno, ma li usa per raccontarci qualcos’altro, perché il rischio di essere superficiali si fa davvero molto elevato. 

Prima ancora di valutare questo “The Zygon Invasion” bisogna quindi fare un passo indietro e ricordarsi di cosa stiamo parlando: Doctor Who è una serie che ha come protagonista un alieno che viaggia nel tempo e nello spazio prestando soccorso a popolazioni e esseri viventi di qualunque tipo seguendo il primo principio che caratterizza i veri dottori, ossia “Do No Harm”. E noi, con lui, siamo spinti costantemente a guardare il diverso con occhi nuovi: quante volte, davanti a nemici che agivano solo ed esclusivamente per se stessi, siamo stati sul punto di sperare che venissero sconfitti? E quante volte il Dottore ci ha fatto cambiare idea, ricordandoci che anche quelli erano esseri viventi degni di un loro spazio?

Doctor Who - 9x07 The Zygon InvasionÈ su questo principio che si chiudeva, e non a caso, “The Day of The Doctor”, episodio celebrativo per i 50 anni dello show, che oltre alla serie stessa dava lustro a un tale concetto con un accordo storico tra umani e Zygon; un accordo allora non meglio specificato ma che aveva già avuto molto da dirci grazie alle due Osgood: nella stanza insieme a Ten e Eleven nessuno era consapevole della propria natura (umana o zygon) tranne le ragazze (grazie all’inalatore in possesso di una sola delle due), che decisero tuttavia di tacere per il bene di entrambi i popoli.
È con questo concetto in mente, e soprattutto con le dichiarazioni di entrambe le Osgood all’inizio di questo episodio, che va affrontata l’intera questione. Ad un primo sguardo, infatti, abbiamo un gruppo di diversi che, per reclamare il proprio diritto ad essere se stessi, si rivolta nei confronti del paese ospitante in maniera ostile – utilizzando la propria abilità mimetica come arma – e che per questo viene attaccato con una motivazione che ci sembra di sentire praticamente tutti i giorni da dopo l’11 settembre – It’s not paranoia when it’s real.
Ma dare voce a entrambe le forze in gioco non vuol dire necessariamente prendere le parti, anzi: ad uno sguardo più attento entrambe le posizioni vengono rappresentate con delle ragioni e dei torti, con punti a favore e a sfavore. “Any race is capable of the best and the worst. Every race is peaceful and warlike”, ci ricordano le Osgood, in qualità di rappresentanti della tregua, con un filmato che funziona quasi da “warning” iniziale, per aiutarci a capire ciò a cui assisteremo: ci sono torti e ragioni da tutte e due le parti e quando si perde la capacità di mantenere l’equilibrio di entrambe si arriva a trasformare un sogno di pace in un incubo – The Nightmare Scenario.

We demand the right to be ourselves.

Doctor Who - 9x07 The Zygon InvasionGli Zygon ribelli rappresentano una parte della popolazione, non tutta, e il parallelo con l’ISIS viene espresso più volte nell’episodio, tra videomessaggi, città occupate e inquietanti simboli nelle zone conquistate. Sarebbe stato quindi ancora più facile, proprio in virtù di questo riferimento, rappresentarli unicamente come terroristi, senza alcuna ragione dalla loro parte, votati solo alla loro salvezza e alla distruzione altrui. Invece “The Zygon Invasion” non rappresenta solo le conseguenze delle loro minacce, ma anche la loro richiesta, che è tutto fuorché incomprensibile: la verità, la necessità di non nascondersi più, di non negare la loro natura. È interessante notare, a tale proposito, come gli Zygon (e sin dai tempi di “The Day of The Doctor”) manifestino quasi sempre una necessità di rivelare la propria natura in modo plateale, senza colpire il nemico alle spalle ma dandogli il tempo di capire che chi ha davanti non è quello che sembra. Lo fece Kate Stewart con Clara ai tempi del 50° anniversario (“Oh, they’ve probably just finished disposing of the humans a bit early.” “The humans…?” “Dear me! I really do get into character, don’t I?”); lo fa la guardia in New Mexico con la vera Kate, quando le racconta del bambino lasciato ad imparare da solo come mantenere la forma umana (“And then word went round these primitives… that we were monsters”) e allo stesso modo agisce Bonnie davanti alla UNIT. Questo modo, quasi improvvisato, di rivelare la propria identità, lungi dall’essere un meccanismo narrativo, appare proprio come una caratteristica intrinseca degli estremisti Zygon, che trovano in quella necessità di Verità un vero e proprio credo, e di fatto una chiamata alle armi.

Doctor Who - 9x07 The Zygon InvasionMa non è questo il modo di raggiungere i propri obiettivi, ed è per questo che – nonostante una motivazione sensata – nemmeno il Dottore può accettare quello che stanno facendo: stanno sbagliando, lo sa anche lui, ma sa anche che sono solo una parte degli Zygon, e che non bisogna mai fare di tutta l’erba un fascio – This is a splinter group. The rest of the Zygons, the vast majority… they want to live in peace.
Le conseguenze della generalizzazione – qualcosa che noi viviamo costantemente, soprattutto quando si ha a che fare con persone che non fanno distinzione tra religione ed estremismo – non fanno altro che fomentare una situazione il cui equilibrio è già precario, in un gioco al rialzo in cui chi viene colpito cerca solo il modo di reagire con tutti i mezzi che ha: se gli Zygon hanno l’abilità di mutare aspetto e la usano senza scrupolo alcuno, l’uomo ha le bombe. Armi diverse, ma pur sempre armi.

Isn’t there a solution that doesn’t involve bombing everyone?

Doctor Who - 9x07 The Zygon InvasionGli umani hanno le loro ragioni: il trattato su cui si basava la “Operation Double” preservata dalle Osgood è stato violato e ora ogni persona è in pericolo perché non è più in grado di riconoscere chi ha davvero davanti. Ma siamo così sicuri che gli umani vengano rappresentati solo come vittime della situazione? Non è quello che sembra dirci Peter Harness, autore dell’episodio, che mette in scena umani dalla più che dubbia morale, incapaci di scendere a compromessi e di provare anche solo a capire l’altro. La soluzione, come fa notare il Dottore, sembra sempre e solo una, e questo in nome di una paura che, per quanto vera, viene utilizzata come giustificazione per qualunque nefandezza – e non è davvero difficile vedere in questo una critica a un certo interventismo. L’unica occasione che ha l’uomo di mettersi in relazione con la propria parte interiore è solo quando si sente chiamato in causa personalmente: quando il bombardare non diventa più “sganciare una bomba sull’altro” ma su qualcuno che ha lo stesso volto di un nostro parente; quando l’uccidere viene messo in dubbio anche davanti ad un’ovvietà (una “madre” che glissa su data e luogo di nascita di un figlio), ma non davanti alla prospettiva di ammazzare degli innocenti insieme a dei colpevoli.

It’s a town in New Mexico… Truth or Consequences.

Doctor Who - 9x07 The Zygon InvasionBisognerà ovviamente attendere la seconda parte di questo doppio episodio per avere le idee ancora più chiare a riguardo, ma sembra ormai fuori di dubbio che, al di là di una rappresentazione simile alla realtà che stiamo vivendo, non ci sia alcuna presa di posizione davvero politica (come molti lamentano a seguito della puntata) da parte di Peter Harness.
Il vero punto debole dell’episodio sta invece in una tripartizione (Londra, Turmezistan, New Mexico) chiaramente necessaria per abbattere la UNIT e lasciare campo libero a Bonnie/Clara, ma raggiunta in modo piuttosto ridicolo da un punto di vista narrativo. È davvero possibile che una Kate Stewart si rechi da sola in un luogo che è o è stato sede in mano ad una pericolosa frangia estremista degli Zygon? Che senso ha portare il Dottore in Turmezistan per non fargli fare in sostanza nulla se non prendere quell’aereo che serve al cliffhanger (ammesso che si voglia chiamare così)?

Doctor Who - 9x07 The Zygon InvasionLa puntata funziona decisamente di più sotto il profilo della caratterizzazione dei personaggi e dei loro percorsi. Non era certo impossibile accorgersi della sostituzione di Clara, ma fa comunque un certo effetto la rivelazione, grazie soprattutto all’interpretazione di Jenna Coleman, eccellente nei panni di una spietata e crudele Zygon; spiace vederla così lontana dal Dottore per un altro episodio, ma, chissà, forse è proprio su questa strada che si giungerà alla sua uscita di scena.
Sul versante del protagonista, invece, viene nuovamente portato avanti un tema ricorrente in questa stagione, ossia quello dell’ibrido: dopo il dalek-Time Lord e Ashildr, ecco che torna l’idea del mix, questa volta tra umani e Zygon come unica possibile rappresentazione di pace – “I am the peace. I am Human AND Zygon”. Difficile capire dove la trama della stagione stia andando a parare, ma grazie alle diverse sfumature messe in campo sembra delinearsi un quadro decisamente complesso; nella speranza che non si dissolva tutto in una bolla di sapone, come il famoso “Am I a good man?” che non ha avuto il seguito che ci si poteva aspettare, questa volta sembra che si stiano ponendo le basi per qualcosa di davvero interessante.

Doctor Who - 9x07 The Zygon Invasion“The Zygon Invasion”, come tutte le prime parti di episodi doppi, è soggetto ad un giudizio che può essere solo parziale e che non può tenere conto di quanto potrebbe essere spiegato nella prossima puntata. Stando così le cose, è impossibile non notare i difetti di costruzione di una puntata che, per giungere ai suoi obiettivi, sacrifica molto del realismo (anche minimo) necessario a giustificare determinate scelte, rendendole così discutibili quando non addirittura incomprensibili. Ciononostante, il riutilizzo di una storyline come quella degli Zygon, il discorso dell’integrazione con tutte le sue implicazioni e i riferimenti al passato della serie (non solo a Ten e a Eleven, ma anche al Classic Who con i punti di domanda) si amalgamano in un modo piacevole e di buon impatto, con alcuni momenti (soprattutto le Osgood) di raro spessore. In attesa della seconda parte, per ora il giudizio è complessivamente buono.

Voto: 7½

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Informazioni su Federica Barbera

La sua passione per le serie tv inizia quando, non ancora compiuti i 7 anni, guarda Twin Peaks e comincia a porsi le prime domande esistenziali: riuscirò mai a non avere paura di Bob, a non sentire più i brividi quando vedo il nanetto, a disinnamorarmi di Dale Cooper? A distanza di vent’anni, le risposte sono ancora No, No e No. Inizia a scrivere di serie tv quando si ritrova a commentare puntate di Lost tra un capitolo e l’altro della tesi e capisce che ormai è troppo tardi per rinsavire quando il duo Lindelof-Cuse vince a mani basse contro la squadra capitanata da Giuseppe Verdi e Luchino Visconti. Ama le serie complicate, i lunghi silenzi e tutto ciò che è capace di tirarle un metaforico pugno in pancia, ma prova un’insana attrazione per le serie trash, senza le quali non riesce più a vivere. La chiamano “recensora seriale” perché sì, è un nome fighissimo e l’ha inventato lei, ma anche “la giustificatrice pazza”, perché gli articoli devono presentarsi sempre bene e guai a voi se allineate tutto su un lato - come questo form costringe a fare. Si dice che non abbia più una vita sociale, ma il suo migliore amico Dexter Morgan, il suo amante Don Draper e i suoi colleghi di lavoro Walter White e Jesse Pinkman smentiscono categoricamente queste affermazioni.


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