The Walking Dead – 6×06 Always Accountable


The Walking Dead - 6x06 Always AccountableDopo un episodio in buona parte impegnato a farci conoscere meglio gli abitanti di Alexandria, questa settimana The Walking Dead volge lo sguardo alle vicende di Daryl Abraham e Sasha, con una puntata che, sulla carta, avrebbe dovuto segnare un ritorno ai buoni livelli espressi dal trittico d’esordio della stagione, ma che al contrario si è rivelata come l’ennesima occasione sprecata per lo show. 

Il focus su Daryl – finora incredibilmente sottoutilizzato – e l’ambientazione al di fuori delle mura, con la minaccia incombente dell’orda di walkers, costituivano infatti delle premesse ottimali per confezionare un racconto adrenalinico e coinvolgente, in grado di bilanciare la battuta d’arresto delle due precedenti puntate. Quello che ne risulta è invece un episodio dal carattere fortemente interlocutorio, avaro in termini d’azione – se escludiamo la sparatoria in apertura e la breve comparsa del gruppo armato – e accessorio dal punto di vista dell’analisi dei personaggi.

The Walking Dead - 6x06 Always AccountableLe vicende di Daryl rispondono chiaramente a un duplice scopo: da un lato vogliono riprendere le fila del percorso di metamorfosi vissuto dal personaggio – che quest’anno è rimasto sempre sullo sfondo delle vicende – e dall’altro ci introducono a un nuovo – ennesimo – gruppo di sopravvissuti, cadendo però in entrambi i casi nelle trappole della ridondanza e ripetitività che spesso minacciano lo show. Le azioni di Dixon ribadiscono in maniera quanto mai esplicita come l’incontro con Aaron abbia innescato in lui un grande cambiamento, che si traduce in un atteggiamento di apertura e fiducia – in questo caso mal riposta – nei confronti dell’altro che fino a poco prima sarebbe stato impensabili. The Walking Dead però, come ben sappiamo, ama prendersi gioco degli scrupoli morali dei suoi protagonisti, ecco quindi che la generosità di Daryl viene ricompensata prima con la morte della ragazza, rendendo così totalmente inutile la restituzione dell’insulina, e poi con la perdita della moto e della balestra.
The Walking Dead - 6x06 Always AccountableCome si accennava poco sopra, l’incontro con i tre fuggitivi, oltre a mettere alla prova Daryl, è funzionale all’introduzione di un nuovo gruppo organizzato di sopravvissuti, del quale ci vengono fornite poche informazioni ma che presumibilmente avrà un ruolo importante nella seconda parte di stagione: sembrerebbe trattarsi – nuovamente – di una sorta di dittatura paramilitare, in cui il miraggio della sicurezza viene barattato con l’accettazione di regole ferree e probabilmente non ortodosse. Si tratta di uno schema che abbiamo già incontrato più volte nel corso dello show e che, se da un lato dovrebbe parlarci dell’inevitabilità dell’instaurarsi di certe dinamiche in un contesto post-apocalittico come quello di The Walking Dead, dall’altro non può non risultare ormai stanco e pressoché privo di appeal.

The Walking Dead - 6x06 Always AccountableAncora più problematiche sono però le sequenze dedicate a Sasha e Abraham. Come era accaduto per Daryl e Carol nella scorsa annata, la spedizione all’esterno diventa un espediente per fare il punto della situazione sui due personaggi e approfondirne le dinamiche. “Consumed”, nonostante i difetti, poteva però contare sui caratteri meglio scritti dello show, mentre lo stesso non può dirsi di “Always accountable”. Il confronto tra Abraham e Sasha, infatti, non ha delle basi solide su cui svilupparsi, mancando in entrambi i casi un pregresso approfondimento organico e convincente.
The Walking Dead - 6x06 Always AccountableL’uomo, così come Sasha in passato, manifesta la sua crisi interiore cercando in maniera sconsiderata il contatto con i non morti, ma quello che in teoria dovrebbe essere un punto di contatto profondo tra i due, si rivela in realtà un mero pretesto per avvicinarli, contribuendo a ingrossare le fila delle sottotrame romantiche che ormai popolano lo show. Nel caso di Sasha le morti di Bob e del fratello costituivano infatti una cornice in grado di rendere se non altro intelligibile il suo comportamento, mentre in quello di Abraham le medesime azioni, motivate da un generico timore della stabilità, finiscono col risultare abbastanza gratuite e pretestuose.

A rendere i difetti dell’episodio ancora più fastidiosi c’è poi l’atteggiamento pretenzioso con cui gli autori cercano di mascherarli: pensiamo al modo in cui viene gestito l’incontro tra Daryl e i tre fuggitivi, che getta maldestramente lo spettatore in medias res al fine di aumentare il mistero e la curiosità intorno alla vicenda, oppure al tono degli scambi tra Abraham e Sasha, fatto di frasi spezzate e sottintesi che tentano inutilmente di colmare la povertà di sostanza dei dialoghi.

Nel complesso “Always accountable” non fa che rafforzare i timori suscitati da “Now”, confermando il consueto calo del ritmo della narrazione e della qualità di scrittura che ogni anno caratterizza gli episodi centrali dei due blocchi stagionali. Il cliffhanger finale, in cui forse abbiamo sentito la voce di Glenn chiedere aiuto, è in questo senso emblematico della tendenza dello show a frustrare all’inverosimile le attese del suo pubblico, figlia della scarsità di materiale (e di idee) su cui costruisce il racconto.

Voto: 5+

 

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