La Cintura, Marte e la Terra: è racchiuso qui, in questo trittico apparentemente senza senso ma molto collegato tra le sue parti, l’universo di The Expanse, nuova serie fantascientifica di SyFy.
Abbiamo analizzato il pilot e la seconda puntata, andata in onda a ventiquattro ore di distanza dalla prima: in questa recensione senza spoiler vi daremo qualche consiglio sul fatto se valga o no la pena di seguire questo nuovo prodotto.
Come dicevamo, sono principalmente tre i luoghi deputati all’azione: La Cintura (di asteroidi), Marte e la Terra accolgono umani di ogni genere. Sì, perché nel 23° secolo la nostra razza è riuscita a colonizzare parte dello spazio, portando la nostra gente a superare i confini del nostro pianeta.
Non sono al momento le caratterizzazioni ambientali dei luoghi il punto forte –anche le astronavi non sono niente che non abbiamo già visto – ma piuttosto la descrizione delle tre razze umane, che nei duecento anni che ci separano dalla narrazione hanno subito notevoli cambiamenti. Si tratta di mutazioni che non sono però tali da poter essere definite “aliene”: sono ben spiegate e razionalizzate, sottolineate al punto giusto per distinguere un umano terrestre da un umano della Cintura.
In questi primi due episodi si gettano le basi per farci capire che, come sempre è accaduto nella storia e sempre accadrà, c’è sempre qualcuno scontento della situazione e che vuole portare nuovo ordine nelle cose: la parte politica della storia sembra sorreggere la trama principale, dove è la ricerca di una ricca ragazza ribelle e del suo presunto SOS lanciato da una nave alla deriva a innescare la narrazione, portando lentamente a collidere le tre sottotrame che servono per raccontarci i personaggi principali.
Questo accenno di trama sembrerebbe reggere, portando un punto a favore della serie: purtroppo, la caratterizzazione di quelli che sembrano i tre personaggi principali e fulcri della loro rispettiva sottotrama è abbastanza debole e fin qui abbozzata, andando a intingere a piene mani in un immaginario che ormai è stato fin troppo usato e che nella nostra epoca sa di stantio.
Jim Holden, interpretato da Steven Strait, è il classico sciupafemmine, che si fa beffe degli ordini e si mette contro tutto e tutti se pensa di aver avuto l’intuizione giusta: classico eroe che porta con sé ferite talmente grandi da rischiare la distruzione di se stesso e di quello che gli sta intorno.
Al momento, non sembra offrire molti spunti per deviare da un “disegno” ricalcato da character già visti e rivisti; lo stesso discorso vale per Joe Miller, interpretato da Thomas Jane, detective probabilmente alcolizzato, con una donna che non vuole più vederlo, squattrinato e che conosce i peggiori criminali della città con cui ha giri poco chiari. Insomma, anche qui nulla di nuovo, un altro personaggio tendente all’autodistruzione e che accetterebbe qualsiasi impiego pur di portare a casa qualche soldo.
Ultima, ma non per importanza, è Chrisjen Avasarala, interpretata da Shohreh Aghdashloo, funzionario delle nuove Nazioni Unite, molto più potenti di quanto siano al giorno d’oggi: lei è sicuramente il personaggio meglio riuscito, con una buona dose di mistero e di azioni non proprio ortodosse che ne fanno uno dei punti più interessanti di questi primi episodi.
La serie quindi comincia discretamente, senza brillare ma senza essere nemmeno bocciata: al netto di personaggi sicuramente migliorabili e qualche errore fatto per aumentare la spettacolarità di alcune scene (i rumori nello spazio non si sentono, cosa ci vuole a capirlo? Qualcuno dica a Cuaròn di farsi sentire, santo cielo), The Expanse non si pone obiettivi culturali di alto livello – per fortuna nessuno l’ha definito “il nuovo Battlestar Galactica”… – e quindi viaggia a un ritmo medio ma che per il momento fa bene quello che deve fare: intrattenere.
Se siete quindi fan della fantascienza – ma, perché no, anche di fantapolitica – questa serie potrebbe essere un buon guilty pleasure da seguire durante l’inverno che è appena iniziato.
Voto: 6/7
Andando avanti con gli episodi, bene o male la serie si mantiene sullo stesso canovaccio, soprattutto con i due protagonisti maschili “schiavi” del loro personaggio. Ma comunque sia, non è affatto una serie da bocciare. Anzi, son quei 40 minuti e passa di buon intrattenimento sci-fi
Sarebbe ora di aggiornare con una review della seconda stagione che mi e’ parsa nettamente migliore della prima… 😉