Person of Interest – 5×04/05 “6,741” & “ShotSeeker” 4


Person of Interest - 5x04/05 "6,741" & "ShotSeeker"Che la CBS voglia liberarsi al più presto di Person of Interest è ormai sempre più evidente, complice anche una programmazione pressoché folle (due episodi a settimana in giorni diversi), eppure la serie in questa sua ultima stagione si dimostra ancora brillantemente in forma, ripresasi da quella seconda parte della quarta stagione meno riuscita del solito.

La lunga evoluzione di Person of Interest, la sua partenza lenta e poco centrata e dunque l’inarrestabile crescita che l’ha condotta nella terza annata a divenire una serie di rara bellezza, è ormai storia nota. Qualsiasi spettatore si sarà presto reso conto di come il prodotto di Jonathan Nolan abbia necessitato di un po’ di tempo prima di consolidare la propria base, ma è poi riuscita a sfruttare appieno le proprie potenzialità generando una trama intrigante, una mitologia profonda ed umana, un’abilità di parlare della contemporaneità e dei pericoli della modernità con singolare preveggenza (ricordiamo la coincidenza della scoperta del sistema di spionaggio appartenente all’NSA).  Nel corso degli anni ci sono stati alcuni episodi che hanno saputo regalare un’ora di grande televisione, e allo stesso tempo anche gli immancabili filler – fino allo scorso anno, infatti, la serie aveva una programmazione di oltre 20 episodi – sono stati in grado di raccontare personaggi e storie di potente realtà.

Person of Interest - 5x04/05 "6,741" & "ShotSeeker"L’ultima stagione, allora, non poteva che destare necessariamente grande interesse anche perché avrebbe dovuto – e lo sta facendo – chiudere la moltitudine di storie aperte nel corso degli anni e al contempo dare un soddisfacente finale allo spettatore. Allo stato attuale, però, a meno della metà della quinta stagione, è difficile sentirsi insoddisfatti, soprattutto dopo la visione del superbo quarto episodio, quel “6,741” che ha ricordato allo spettatore i tanti momenti di maggior pregio della serie. Questi due episodi riescono con singolare precisione a simboleggiare il metodo narrativo di Person of Interest: da un lato, infatti, abbiamo il racconto umano, le sfide e le sofferenze a cui Shaw si è votata pur di aiutare e supportare la lotta contro il “male”; dall’altro un episodio più canonico ma che getta nuove ombre sull’ansia di sorveglianza da cui il cittadino americano è sempre più sopraffatto. Come tratto d’unione, poi, ci sono le scene d’azione che rendono il ritmo generale sempre molto snello ed appassionante.

5×04 – “6,741”

Person of Interest - 5x04/05 "6,741" & "ShotSeeker"Questo episodio è Person of Interest al suo meglio: non c’è altro modo per giudicare “6,741” se non in questo, perché è in momenti così che l’abile scrittura autoriale si fa ancora più centrata, in grado di rappresentare con abili sfumature le differenti realtà umane e inserire in una trama sempre più avvincente l’approfondimento psicologico di grande impatto di cui i personaggi hanno assoluto bisogno. Così il tanto atteso ritorno di Shaw avviene in un episodio in cui Sarah Shahi riesce a brillare come mai finora: la sua interpretazione associata ad una scrittura elegante e mai calcata fanno sì che questo “6,741” si riveli il miglior episodio della quinta stagione (e siamo ancora a meno di metà della corsa!).

Quando avevamo lasciato Shaw (non a caso uno degli episodi migliori di sempre della serie, “If-Then-Else”) eravamo pressoché certi della sua morte, e persino alcuni personaggi – come Harold – ne erano convinti. Vari segnali, poi, sembravano suggerirci che la donna non fosse morta, ma parteggiasse per il tanto odiato nemico. Stavolta non c’è più spazio per i dubbi e con una snella puntata d’azione si riesce ad entrare sotto la superficie fredda e distaccata di Shaw per leggerne le paure e le speranze. Con un episodio che sembra costantemente sul punto di esplodere, solo alle battute finali si permette di “esagerare”, complice anche la furba costruzione irreale in cui le vicende si realizzano. Così, in un colpo di scena forse via via sempre più prevedibile ma non per questo meno efficace, il ritorno di Shaw è un costante ritorno, una lunga ed estenuante simulazione a cui la donna è crudelmente sottoposta al fine di rivelare la collocazione della Macchina e dei suoi collaboratori.

Person of Interest - 5x04/05 "6,741" & "ShotSeeker"L’episodio è, come merita, ben pregno d’azione; eppure non è quello il focus principale, ma è proprio il personaggio di Shaw e le sue relazioni ad essere messe sotto osservazione. A partire dal duro ricordo dell’esperienza nel parco giochi – che sottolinea ancora una volta a quali severe discipline la stessa Shaw si sia sottoposta – fino alla conferma definitiva del suo amore per Root, veniamo a conoscenza di una Sameen molto più umana di quanto abbiamo avuto modo di vedere in passato. Le sue paure, le sue speranze, i suoi obiettivi: tutto questo viene offerto allo spettatore e alle sue emozioni in modo preciso e sincero, in uno sforzo narrativo di rendere il tutto coerente e mai troppo semplice. Il risultato è dunque un episodio superbo, ricco di emozioni e al contempo estremamente energico anche nella sua struttura narrativa. Al netto dei tanti riferimenti televisivi e cinematografici evidenti in un racconto di questo tipo, la peculiarità di Person of Interest è il piegare questa narrazione alla rappresentazione del dolore umano e delle sue stesse esperienze.

Person of Interest - 5x04/05 "6,741" & "ShotSeeker"Non può, però, che tornarci in mente quantomeno l’esperienza di Black Mirror: la serie britannica nota per lo sguardo cinico sul futuro tecnologico dell’umanità e già richiamata in passato, trova in questo terribile episodio il più chiaro e diretto riferimento finora. “6,741” è il numero di simulazioni a cui è sottoposta Sameen in un ciclo continuo, costante e fuori dal tempo. La donna è e sarà costantemente sottoposta a questa tortura mentale finché non si spezzerà, finché qualcosa in lei non si romperà (e dunque Greer avrà le informazioni di cui ha bisogno). Se ce ne fosse mai stata la necessità di doverle puntualizzare, ecco come le differenze tra Samaritan e la Macchina si fanno ancor di più evidenti: Samaritan guarda all’umanità come un Dio guarderebbe ai suoi sudditi, fedeli o meno. Pedine da manovrare e per cui non provare il minimo rispetto, da eliminare senza riserve qualora rappresentassero minacce o da torturare pur di avere le informazioni di cui ha esigenza nel suo nuovo e perfetto mondo.

“6,741” è dunque un ottimo episodio, emozionante ed appassionante, che pur non portando granché avanti la trama – perché alla fine tutto ciò che abbiamo visto non era reale – diventa fondamentale soprattutto per due evoluzioni: da un lato abbiamo la conferma che Shaw sia viva, anche se in uno stato di coma vegetativo; dall’altro che Samaritan non è affatto con le mani in mano ed è del tutto intenzionato a portare a termine la sua guerra contro la Macchina (anche se questa sua disposizione sembra suggerire che in effetti abbia timore dell’altra Intelligenza Artificiale, dato che si impegna con forza nel distruggere un nemico pressoché insignificante).

Voto: 9 ½ 

5×05 – “ShotSeeker”

Dopo un episodio così potente come il precedente, è certo difficile mantenere le aspettative e “ShotSeeker” non è una puntata altrettanto grandiosa; eppure si tratta di un episodio solido e ben scritto, in grado di alternare una minima trama verticale – che del tutto verticale, vedremo, non lo è affatto – e quella orizzontale che coinvolge Elias e, ovviamente, Samaritan.

Person of Interest - 5x04/05 "6,741" & "ShotSeeker"Ancora una volta, però, ritorna la sfiducia nei confronti della tecnologia e dell’uso che l’essere umano ne possa fare. In una società come quella americana che ormai vive da quindici anni all’ombra della paura per il terrorismo internazionale (anche se ormai è l’Europa ad esserne davvero afflitta), la scrittura della TV si fa sempre più critica nei confronti degli spazi di libertà che la popolazione è disposta a cedere pur di potersi sentire protetta (o illudersi di esserlo). ShotSeeker è proprio questo, è un programma che aggiunge alle innumerevoli telecamere anche la possibilità di registrare le voci ed i rumori di New York. Samaritan (e solo parzialmente la Macchina) diviene quindi non solo gli occhi, ma anche le orecchie della città e dovrebbe intervenire per aumentare le possibilità di individuare reati violenti; eppure ormai quel sistema artificiale lo conosciamo troppo bene ed ancora una volta piega le libertà umane in proprio favore. ShotSeeker nelle sue mani – ed implicitamente nelle mani di qualsiasi organizzazione di controllo anche nella nostra realtà – diviene uno strumento che si allontana dalle proprie finalità principali perché può essere usata e piegata per scopi molto meno positivi.

Person of Interest - 5x04/05 "6,741" & "ShotSeeker"Ancora una volta, dunque, ma senza mai sembrare ripetitivo, Person of Interest sembra voler suggerire allo spettatore i rischi di una rinuncia alla privacy il cui controllo, qualora finisse in pessime mani, potrebbe rappresentare un totale disastro per la società contemporanea. Attraverso questo filone, la serie però si concentra a tratteggiare figure positive che si ritrovano in mezzo al fuoco incrociato: Krupa, Ethan Garvin e Jeff Blackwell sono tutte persone più o meno buone che si ritrovano dalla parte del torto, o perché potenziali vittime di Samaritan o addirittura inconsapevoli agenti finiti in trappola. Laddove Samaritan cerca di eliminare possibili minacce ai suoi piani di conquista, il Team Machine si rivela essenziale per permettere al lato “positivo” della società di continuare a farsi forza e a comportarsi onestamente come avrebbe voluto fare. In questo modo il ruolo rivestito dai nostri protagonisti non è quello di Don Chisciotte contro i mulini a vento: le loro battaglie, sebbene al momento in un raggio alquanto ristretto, fanno davvero la differenza e diventano così valide anche al di fuori della grande partita a scacchi tra le due Intelligenze Artificiali.

Mentre infatti la trama orizzontale si sviluppa sui tentativi della Macchina di trovare difetti nel codice del proprio avversario – sfida che al momento si rivela perduta in modo imbarazzante – Person of Interest palesa alcuni dei suoi tratti migliori in un recupero della propria mitologia accuratamente costruita negli anni. Il ritorno di Bruce e la conferma di Elias ancora vivo servono in questo senso ad indicare quanto ancora i personaggi abbiano da dire e a mostrare quanto gli autori non siano affatto intenzionati a ridimensionare lo scontro: i giocatori al tavolo aumentano sempre più (è chiaro che anche Jeff Blackwell ritornerà nei prossimi episodi, forse nell’intento di chiarire che non tutti gli agenti di Samaritan siano consapevoli dei suoi piani) e le storie si moltiplicano in vista di un’ultima riunione generale.

Person of Interest - 5x04/05 "6,741" & "ShotSeeker"Non solo, infatti, è interessante il ritorno in campo di Elias (per l’organizzazione generale della trama ma anche per il legale che ormai lo lega a lungo con la serie), ma il pregio principale di questa prima parte di stagione è l’aver finalmente dato a Fusco un ruolo più adeguato alla sua presenza: anche se non è ancora informato dell’esistenza della Macchina e di Samaritan, Fusco non è più soltanto il burattino che era divenuto nella quarta stagione ma assume sempre più una propria indipendenza anche di scrittura. I legami tra i vari personaggi e persino con Fusco, quello rimasto a lungo al margine, si fanno sempre più sinceri e persino dichiarati: ormai tutti loro sanno quanto quel gruppo necessiti di rimanere unito per il bene loro e forse del mondo intero. Fusco così diventa qualcosa di nuovo ed è finalmente davvero bello vederlo impegnato in prima fila nella scoperta della verità – sperando che riesca a saperla quanto prima.

Voto: 8

Il timore che la svogliatezza e la produzione travagliata a cui è stata sottoposta la serie potessero appannare la scrittura autoriale si sono rivelate, sino a questo punto, lontane dal realizzarsi. Anche se è ancora presto per dirlo, se ci si mantenesse su questi livelli allora Person of Interest potrebbe sì andarsene mestamente per il trattamento subito, ma lascerebbe un’impronta unica sul genere televisivo, nonché il ricordo di una delle ultime produzioni broadcast degne di enorme rispetto.

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Informazioni su Mario Sassi

Ormai da anni ho capito che il modo migliore per trascorrere le ore in aereo è il binge watching di serie TV. Poche cose battono guardare LOST mentre si è sull'oceano.


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4 commenti su “Person of Interest – 5×04/05 “6,741” & “ShotSeeker”

  • Giuseppe

    Recensione assolutamente meravigliosa. Qualcuno si è lamentato della scontatezza dell’episodio 4 e qualcun altro ha storto il naso davanti alla “resurrezione” di Elias (che però non era stato mostrato morto a differenza di Dominic),entrambe le cose secondo me non hanno pesato sulla qualità degli episodi. L’interpretazione di Sarah Shahi in “6741” è veramente strepitosa.

     
  • Son of the Bishop

    A me ha disgustato la prima metà della quarta puntata per fare contenti gli “shipper” hanno stravolto due personaggi e la natura della serie: Root e Shaw anche se si innamorano non sono tipe da amore super smielato, peggio di due adolescenti e inoltre mi ha dato fastidio anche quanta importanza sia stato dato a tutto ciò nella prima metà della puntata: di coppie ce ne sono state in questa serie, ma a nessuna è stato dato tanto rilievo, a loro invece solo perché sono lesbiche e volute da questi psicopatici che sono gli Shipper, sinceramente tutto ciò mi ha infastidito non poco. La seconda metà invece era da standing-ovation.
    Domani commento per bene la recensione e le puntate, ma mi dovevo togliere subito questo dente

     
    • Federica

      Ciao! Io sono una delle psicopatiche in questione, a quanto pare 🙂

      Io non so qual è il problema con le storie d’amore. In realtà lo comprendo benissimo, visto che buona parte della serie broadcast le trovo insopportabili proprio per come calcano la mano sui sentimenti.
      Qui, però, non è così. Questo episodio è tutto nella mente di Shaw, portata all’estremo, e quindi è così fuori dal mondo che riesca a entrare in contatto con i suoi sentimenti? E’ dalla 3×05 che fanno questo lavoro con lei, con le sue emozioni “a basso volume” e spesso l’hanno fatto in relazione con Root, e qual è il problema? L’amore non può avere spazio in una serie che da sempre parla di umanità e quant’altro? L’ultima volta che ho controllato i sentimenti sono la cosa che ci distingue dagli automi.

      Ma poi, a una serie che sta finendo, cosa gliene frega agli autori di accontentare le shipper? E, sul serio, credi davvero che Root e Shaw piacciono perché sono “lesbiche”? Credi sul serio che basti vedere due persone dello stesso sesso che interagiscono insieme, per dire “oh che belli, li shippissimo”?
      Ovvio che una ragazzina lesbica o bisessuale si sentirà felice di vedersi “rappresentata” in televisione(e non capisco come la cosa vada condannata), ma una persona adulta e matura le apprezzerà perché è una delle storie d’amore più appassionanti degli ultimi anni, perché c’è una costruzione dietro che va avanti da tempo, inserita nella trama della serie, e che ha delle ripercussioni su di essa e perché vedere una sociopatica e una assassina redenta che provano emozioni l’una per l’altra, fa provare delle emozioni a chi le vede.

      Ma vabbè, cosa ne può capire una psicopatica come me! 😀

       
  • Michele

    Prima di dire due parole su quanto visto di recente, mi trovo a scrivere sulla quarta stagione, rivista per astinenza prima di godermi questa quinta. Troppo banalmente sono state bollate alcuni episodi come noiosi, semplici filler per arrivare alle 22/23 puntate canoniche. Provate a rivedere anche voi. A parte il fenomenale “if then else” è prezioso quasi ogni minuto delle altre 21 puntate. E’ solo un invito, ma vale la pena. Ma saltando al 2016… La quinta stagione mi emoziona, istante per istante e mi sembra banale catalogare come sdolcinata strizzata d’occhi ad un certo pubblico la vicenda tra le due donne. Fastidio? A qualcuno lo avrà pur dato. A me infastidisce molto di più una storyline paciugata come quella di GOT, ad esempio. Quella sì un’inutile carneficina con strizzata d’occhi ad un certo pubblico… E mi piace pensare che il gesto di estrema umanità, magari controproducente, di pubblicare la ricerca della scienziata, estremo omaggio ad una persona probabilmente morta, assuma un preciso valore nella vicenda. Tanto sappiamo già che sono morti (quasi) tutti. Lo sappiamo dalla prima scena. Come avvenga (è avvenuto?) e che cosa ci abbiano riservato gli autori per fortuna non sono capace ad immaginarlo. Quello che so è che non smetterò di emozionarmi, come ho fatto tante volte col Dottore e raramente con altre serie. Tragico. Non mi viene in mente altro aggettivo per definire Person of Interest. In senso aristotelico, ovviamente. Ed ogni volta passo attraverso una “peripeteia” per arrivare ad un’ “anagnorisis”. Res ipsa loquitur. (Studi classici, si vede? ::))). I sette a Tebe? Ecco. Mi viene in mente quello. Scusate ma sono un filo commosso da questa quinta stagione, tanto più preziosa perchè ultima. E, temo per i detrattori, incancellabile.