È possibile trasformare quello che per la maggior parte delle persone sarebbe l’anno peggiore della propria esistenza in uno show di successo? A quanto pare sì e One Mississippi, la nuova dark comedy/dramedy prodotta da Amazon che vede nel ruolo di protagonista e principale ispiratrice la “stand-up comedian” Tig Notaro, ne è un esempio meravigliosamente calzante.
Tragedia più tempo uguale comicità: questa equazione è alla base del nostro modo di affrontare il lutto attraverso un’azione dissacrante ed esorcizzante come la risata e, al tempo stesso, è il concetto fondamentale di una frase di Tig Notaro (“It’s weird beacuse with humor equation is tragedy plus time equals comedy. I am just at tragedy right now”).
Tig, what the hell? Oh my God, you look like shit.
Tig Notaro è un personaggio assurto al grado di icona alcuni anni fa quando, pochi giorni dopo aver scoperto di essere afflitta dal cancro, esordì, in occasione di uno spettacolo, con l’ormai celebre “Hello, I have cancer”. A quel monologo – divenuto virale anche grazie all’intervento di Louis C.K. – seguì una serie inenarrabile di disgrazie (tra cui una doppia mastectomia e la subitanea morte della madre) le cui conseguenze marchiano visibilmente anche la sua pelle.
Fin dai primi fotogrammi il pilot dimostra di voler aderire ai linguaggi e alle atmosfere di quel genere comedy fondato sul realismo che ha in Louie il padre spirituale; non c’è quindi da stupirsi vedendo comparire Louis C.K. tra i produttori esecutivi.
Il passo ulteriore compiuto da One Mississippi sta tutto nella natura stessa del racconto: gli eventi narrati non sono più semplicemente ispirati alla vita dell’autore, ma sono la trasposizione su schermo del drammatico anno vissuto da Tig Notaro e del suo modo di affrontarne i traumi.
I’m your stepfather so, technically, we’re not related anymore.
Dalla morte della madre, vittima di un improvviso incidente che l’ha ridotta in stato vegetativo, prende il via il racconto; il momento del distacco della spina è l’occasione per riunire la disfunzionale famiglia di Tig composta dal fratello Remy (Noah Harpster) e dal patrigno Bill (John Rotman) a cui ben presto si aggiunge la fidanza di Tig, Caroline (Rya Kihistedt).
A livello tematico fin da subito lo spessore risulta ampiamente oltre la media: la sola battaglia di un personaggio come Tig contro il cancro sarebbe stata sufficiente a costruire uno show intelligente e dall’identità marcata, ma, come spesso succede nella vita, l’asticella si alza di molto e la malattia è la base sulla quale e attorno alla quale si racconta la storia di una famiglia (Bill e Remy perfetti nella loro fredda difficoltà ad affrontare il lutto che fa da contrappunto alla delirante devastazione di Tig) e, soprattutto, di una donna.
Esteticamente il riferimento principale è l’acclamato Transparent con il quale One Mississippi condivide la produzione da parte di Amazon, ma molti punti di contatto si possono trovare anche con Master of None e il recentissimo Better Things soprattutto nella capacità di raccontare in maniera disincantata una realtà drammaticamente comune.
It’s just that I’m just not happy.
Quello che però differenzia – e in certi momenti addirittura eleva per potenza drammatica – One Mississippi da chi l’ha preceduta è la capacità e il coraggio dell’attrice nell’accogliere lo spettatore all’interno della propria esistenza. Il suo è un racconto difficile, spesso faticoso anche nell’esposizione (l’impressione che se ne trae è quella di una persona che soffre nello spogliarsi nuda di fronte a tutti), solo in parte stemperato dall’attitudine alla comicità della donna.
Quando si arriva a fine episodio, mentre lentamente scorrono i titoli di coda, la sensazione di comprensione del personaggio diventa più chiara: e questo il momento in cui anche l’enigmatica scena iniziale (un racconto dal retrogusto proustiano) rivela il suo significato più profondo, contribuendo perfettamente nel dipingere il ritratto che Tig Notaro fa di se stessa.
One Mississippi si prefigura come la comedy più onesta della storia della TV e, anche solo per questo, meriterebbe che le dedicassimo il nostro tempo. Ma non è solo questo: il pilot è profondo e malinconicamente dolce, sorprendente nella sua scorrevolezza e venato da uno humor dark ma al tempo stesso leggero, in grado di rievocare i fasti di Six Feet Under.
Voto: 8