
La seconda annata dello show aveva decisamente alzato il tiro, confezionando puntate tra le più belle dell’intero panorama televisivo, nel momento in cui il racconto dell’interiorità dei protagonisti aveva superato, per spazio ed importanza, l’attenzione ai momenti leggeri e all’umorismo.

L’evoluzione e il cambiamento sono quindi i temi che fanno da guida a questa coppia di episodi, al punto che Edgar, Lindsay, Gretchen e Jimmy alla fine della terza puntata sono persone differenti rispetto ai loro corrispettivi di cinquanta minuti prima. Se a prima vista una simile possibilità farebbe storcere il naso soprattutto a chi apprezza il lento dipanarsi di una trama che forgia i caratteri strato dopo strato con un lavoro mirato, alla prova dei fatti questo cambiamento è ben supportato e reso coerente dalle scelte dei protagonisti.
Come già è stato detto, uno dei punti di forza di You’re The Worst si sta rivelando essere la capacità di non fossilizzarsi su uno schema precostituito fatto di rotture e ritorno alla stabilità; all’interno di questo discorso è Gretchen ad aver intrapreso il percorso di crescita più complesso e coerente che, nonostante lo scetticismo nei confronti delle cure psicologiche, lo spiccato egoismo che la permea ed una marcata immaturità di fondo, la porta ad accettare l’idea di avere bisogno di supporto psicologico.

Dallo stesso lato della barricata, Lindsay si trova di fronte alla medesima necessità di assumersi le proprie responsabilità, affrontandola però in maniera antitetica. La ragazza è convinta di poter risolvere i propri problemi facendosi piacere le conseguenze delle sue azioni piuttosto che imparare ad agire razionalmente; i comportamenti di Paul, in grado di farla sentire amata e protetta sembrano dare ragione alla risoluzione di Lindsay – un tipo di decisione che nella vita e, a maggior ragione, in una serie tv non può essere definitiva; rimane quindi l’attesa di vedere se e come la bomba esploderà nuovamente.

La rivelazione della morte del padre è il culmine perfetto della parentesi che riguarda Jimmy: nonostante ritenga se stesso e la propria arte assolutamente indipendenti dal giudizio altrui, in ultima analisi ciò di cui ha disperato bisogno è l’approvazione paterna e delle persone che lo circondano.
Punto fermo di You’re the Worst è il sistematico ignorare le “grida d’aiuto” di Edgar alle prese con il suo disturbo post traumatico da stress. Questo esplode in tutta la propria virulenza nel momento in cui le medicine entrano in conflitto con il legittimo desiderio di un’esistenza normale. L’intera sequenza dei festeggiamenti per la vendita della bozza di Jimmy, in cui Edgar è tristemente seduto in un angolo, e la fuga di fronte al dover confessare al migliore amico la morte del padre – compito non prettamente suo ma che in un altro momento non avrebbe evitato – sono elementi che sottolineano come l’equilibrio psichico di Edgar sia ad un passo dal collasso definitivo.

“Fix Me, Dummy” e “Bad News: Dude’s Dead” sono episodi che aprono e chiudono un mini-ciclo narrativo e ci restituiscono dei personaggi tirati a lucido, diversi da quelli che ci hanno accompagnato finora ma altrettanto complessi ed interessanti. Alle prossime puntate il compito di svelare un futuro che, con simili premesse, si preannuncia luminoso.
Voto 3×02 “Fix Me, Dummy”: 8
Voto 3×03 “Bad News: Dude’s Dead”: 8½
