Come ogni Natale la BBC regala agli spettatori lo speciale natalizio del Dottore, episodi chiave poiché posti in mezzo alla continuity delle diverse stagioni. Quello di quest’anno ha la forma di un sequel diretto di “The Husbands Of River Song” e, oltre ad essere l’unica puntata del 2016, fa da apripista alla decima stagione, l’ultima di Moffat come showrunner.
L’era di Steven Moffat ha avuto inizio con la venuta dell’undicesimo Dottore nell’ormai sempre più lontano 2010, anno in cui lo show ha subito una trasformazione radicale sia nello stile narrativo che nella caratterizzazione del suo protagonista, un’incarnazione diversa da tutte quelle che l’avevano preceduta. Con la successiva rigenerazione e l’avvento di Peter Capaldi le cose sono cambiate nuovamente, sempre per merito dell’abile scrittura dello showrunner, che ha costruito un Dottore molto più maturo ed emotivo, costantemente dilaniato dai suoi errori passati e dalle persone che ha perduto. È questo il Dottore che troviamo in questo speciale, una figura tormentata che cerca di andare avanti dopo aver affrontato due degli addii più dolorosi della sua storia: Clara e River Song.
Quest’ultima è la più citata nell’episodio e sicuramente la più significativa delle due in relazione agli altri personaggi, di cui parleremo poco più avanti. Il Dottore è appena tornato dalla lunga notte su Darillium, ventiquattro anni passati con River prima di lasciarla partire per la biblioteca in cui, sappiamo da anni, troverà la morte. La donna ha rappresentato la quintessenza della scrittura di Moffat: la relazione particolare che la lega al Dottore, unita all’assunto per il quale non si incontrano mai sulla stessa linea temporale, è esattamente l’esempio di modus operandi attraverso il quale l’autore racconta le sue storie, che non sono quasi mai lineari o semplici da seguire per lo spettatore, il quale anzi si diverte a scoprire la logica dietro la narrazione.
In quest’ottica “The Return Of Doctor Mysterio” è uno degli episodi meno complessi di Steven Moffat, almeno dal punto di vista della trama principale. Molto brevemente Grant, bambino di New York, incontra il Dottore e ingerisce accidentalmente una gemma che gli dona dei poteri simili a quelli degli eroi dei fumetti che legge; crescendo sceglie di diventare lui stesso un supereroe prendendo il nome “The Ghost”, cercando di coniugare la vita da vigilante con il suo lavoro giornaliero, il babysitter per la figlia della donna di cui è innamorato. Il Dottore riappare nella sua vita proprio quando un’invasione aliena – un classico di Natale per la serie – minaccia il pianeta Terra. Poca sostanza, quindi, per un episodio di circa un’ora che sceglie di concentrarsi più sull’intrattenimento che sul proporre qualcosa di nuovo.
La linearità del plot è coadiuvata, tuttavia, da un interessante lavoro sul tema principale da cui tratta: i supereroi dei comics americani. Non è azzardato dire che questo genere sia il più redditizio degli ultimi quindici anni, tornato in auge grazie alla cinematografia e all’adattamento dei più famosi fumetti della Marvel e della DC Comics. Sulla carta stampata, nell’immediato dopoguerra, questi personaggi avevano il compito di esaltare la grandezza americana nei confronti del nemico – il comunismo e il nazifascismo su tutti – e di consolidare il mito del superuomo a stelle e strisce. La funzione di propaganda di un tempo si è oggi trasformata in larga parte nell’analisi del superamento dei limiti dell’uomo, non per niente le storie di eroi e supereroi possono essere anche opere profonde e sfaccettate, capaci di far riflettere sul concetto di “umanità” e di “identità”. Proprio quest’ultimo è centrale nello speciale di Natale in questione: l’identità di Grant è costantemente messa in dubbio e scissa in due persone differenti, così come quella del protagonista dello show, con lui che tenta di autodefinirsi come “the main one” ogni volta che gli si chiede a quale tipo di Dottore faccia riferimento.
Questa centralità del tema è messa in luce anche, e soprattutto, dalla regia dell’episodio. Non sono rare, infatti, le sequenze di girato che richiamano apertamente l’espressione dei comics, come il bellissimo segmento della telefonata tra Lucy e Grant/The Ghost per organizzare l’appuntamento, che fa sfoggio di un interessante split screen sullo stile delle vignette dei fumetti.
I personaggi dell’episodio sono volutamente costruiti sugli stereotipi del genere: il ragazzo impacciato e impopolare che riceve dei poteri e diventa un supereroe, Grant; la ragazza sempre in pericolo che non si accorge dell’identità dell’eroe e si innamora sia di lui che della persona dietro la maschera, Lucy. La relazione tra i due vuole essere un riflesso di quella tra il Dottore e River Song, sebbene con finali diversi: per i primi è un radioso futuro insieme, per i viaggiatori del tempo solo dei bellissimi ricordi.
Molto male, invece, quando andiamo ad analizzare i villain: l’Harmony Shoal appare come l’ennesimo collegamento all’episodio precedente – in cui un suo esponente era già apparso – che risulta qui ridondante e per nulla incisivo. Poco incisivi sono anche i due alieni che danno il via all’invasione e già visto più volte il loro piano di sostituzione ai leader mondiali.
Un ultimo accenno lo merita Nardole, il compagno del Dottore in questo speciale e non solo: il personaggio era apparso per la prima volta nello speciale dello scorso anno e la scelta di confermarlo è azzeccata, sia in termini di continuità – con la scomparsa di tanti personaggi “storici” c’è assoluto bisogno di costruire una nuova mitologia – che dal punto di vista della comicità e leggerezza, che ben sappiamo è uno degli elementi più importanti per la serie, al fianco della componente drammatica. Nardole è un’ottima spalla comica che potrebbe interpretare, idealmente, il ruolo avuto da Strax in passato – e non solo per la vaga somiglianza fisica.
“The Return Of Doctor Mysterio” non è certamente il miglior speciale natalizio di Moffat, e questo è spiegabile attraverso una generale mancanza di originalità e brillantezza rispetto ai canoni a cui siamo stati abituati, tuttavia funziona bene come seguito diretto di quello dello scorso anno. Dopotutto, in attesa della decima stagione prevista per questa primavera, vi era un assoluto bisogno di respirare nuovamente l’aria del Dottore dopo un intero anno senza episodi. Non resta che aspettare il 2017 con ancora più hype, chiedendosi quanto sarà dolorosa la separazione da uno degli autori che più hanno influito sulla storia della serie e a cui la maggior parte degli spettatori si sono affezionati.
Voto: 7