Dopo le posizioni 30-21 e 20-11, arriviamo finalmente alla parte più alta della nostra classifica: la Top 10, che racchiude le dieci migliori serie del 2016 secondo la redazione di Seriangolo.
In fondo all’articolo, come già negli anni precedenti per le serie drama, troverete anche le classifiche personali di tutti i redattori.
Vi ricordiamo che potete ancora votare le vostre preferite ai Seriangolo Awards (QUI)!
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10. Horace and Pete (Louisck.net)
Forse non è un caso che sia stato proprio Louis C.K., una delle personalità più influenti della televisione contemporanea, a realizzare lo show più indipendente e, probabilmente, più sperimentale del 2016. Horace and Pete prende le mosse da un setting (il bar, con tanto di spazio pubblico e spazio privato) e da una famiglia (con al centro i personaggi interpretati dall’autore stesso e da un eccellente Steve Buscemi), per arrivare a raccontare le contraddizioni dell’America dei giorni nostri con un punto di vista lucido e brutale. La rappresentazione del dramma atavico di una famiglia disfunzionale riflette e rilancia la riflessione su alcune delle questioni cruciali della contemporaneità come l’impegno politico, il sessismo, l’omofobia e le dipendenze.
Louis C.K. realizza una serie dalla libertà estetico-narrativa sconfinata, in cui ogni episodio, non avendo un format imposto da alcun canale, è totalmente imprevedibile dal punto di vista stilistico e possiede una durata indipendente. Una serie che sa far ridere come i migliori spettacoli di stand up dell’autore, ma che allo stesso tempo mette in scena il secolare scontro tra padri e figli che ha caratterizzato da sempre la narrativa americana.
9. The Young Pope (Sky Atlantic)
Proponendo un racconto denso di ironia e solennità, umanità e irriverenza, The Young Pope si piazza di gran merito all’interno delle dieci migliori serie di questo 2016. Nonostante lo scetticismo iniziale, l’esordio televisivo di Paolo Sorrentino si presenta come una scommessa vinta: il formato seriale si è infatti rivelato un ottimo compromesso tra virtuosismo visivo e coerenza narrativa, tra simbolismi e innovazione, permettendo al regista napoletano di rischiare senza rinunciare alla sua personalissima identità artistica.
La forza della serie è senza dubbio la contraddittoria figura di Lenny Belardo, interpretato da un Jude Law in pieno stato di grazia; un Papa anomalo, diametralmente opposto alle bonarie rappresentazioni a cui ci ha da tempo abituato la televisione italiana. Ma Pio XIII non è solo questo: è un personaggio complesso, criptico, che nel corso di dieci episodi ha compiuto una profonda evoluzione, smorzando insolenza e ambiguità per dare spazio anche ad una umana tragicità. Non meno ambigua e articolata anche la figura di Voiello, un eccellente Silvio Orlando che incarna perfettamente le mille sfaccettature legate all’esercizio del potere.
Mettendo in scena scissioni terrene e spirituali, oniriche e concrete, Paolo Sorrentino firma uno show che, nonostante le sue imperfezioni, riesce a tessere insieme sublime e grottesco, raccontando la fede come un percorso vocazionale intimo e personale, senza lesinare in macabre rappresentazioni di un mondo immerso nell’ombra del perbenismo e del benestare.
8. Gomorra (Sky Atlantic)
La seconda stagione di Gomorra arrivava con il peso del successo della prima, del suo essere diventata un caso – nazionale e non solo – e soprattutto del ruolo iconico assunto dai personaggi, i cui nomi e le cui frasi topiche riecheggiavano ancora. Bissare il successo pareva impossibile, eppure se c’è una cosa che la seconda annata è riuscita a portare a termine è stato un racconto in cui il male assoluto è diventato ancora più presente, in cui nessuno era veramente al sicuro e in cui la guerra tra le diverse fazioni ha portato ad un tutti contro tutti sempre più teso. Tra colpi di scena e morti previsti, Gomorra non ha mai smesso di raccontare l’ineluttabilità del destino di chi fa questa vita; ma soprattutto continua a narrare un male che sembra non conoscere limiti e confini e che non sa fermarsi davanti a niente, nemmeno davanti a ciò che un uomo degno di questo nome considererebbe intoccabile. La seconda stagione, molto più cupa della precedente, porta la guerra su un nuovo livello, in cui le alleanze cambiano in modo inaspettato e portano ad una conclusione necessaria, forse prevista, e ciononostante ancora capace di sorprendere, per il coraggio di raccontare in televisione un male tutto nostro, che noi italiani non siamo davvero abituati a vedere.
7. The Night Of (HBO)
In settima posizione troviamo una delle più belle sorprese del 2016, una miniserie che ci ha tenuti incollati allo schermo dal primo all’ultimo minuto, con una premiere tra le più belle (se non la più bella) dell’anno. The Night Of racconta di una notte, vera e figurata, dove un giovane come tanti vede spegnersi la luce della speranza (c’è mai stata?) dopo aver conosciuto una ragazza che sembrava averlo portato dove non era mai stato. Il giovane Naz si troverà protagonista di una storia molto più grande di lui, una notte dell’anima dove forse (purtroppo?) troverà finalmente la sua vera natura. Grandissima prova di sceneggiatura e regia, ma soprattutto un cast pazzesco in cui spicca John Turturro – nel ruolo che doveva essere del compianto Gandolfini – nei panni di John Stone, probabilmente uno dei personaggi migliori dell’intera annata televisiva. The Night Of permea tutto di nero, cercando una risoluzione al bandolo della matassa che potrebbe suonare come alcune fastidiose domande: che senso ha quello che ci succede? Qual è il significato della vita? Chi siamo veramente? Ma soprattutto: tutte queste domande hanno davvero una risposta?
Se non lo avete ancora fatto, recuperatela subito.
6. Game of Thrones (HBO)
Non meraviglia trovare Game of Thrones tra le migliori serie di questo 2016: non solo per l’enorme popolarità che il prodotto HBO ha conquistato ed ottenuto nel corso dei sei lunghi anni di programmazione, ma soprattutto perché, nel suo avviarsi verso un finale ormai non più così lontano, è stata in grado di rinnovarsi e di non perdersi dietro trame poco affascinanti e fan service più spietato. Alla sesta stagione la scrittura di Benioff & Weiss è ormai così stabile e sicura da potersi permettere di abbandonare del tutto il materiale cartaceo della saga d’origine (con Martin che fatica a tenere il passo), costruendo per i propri personaggi e la propria storia un percorso nuovo e senza cadute di stile rilevanti. E, mentre si prepara ad una settima stagione che si preannuncia onerosa dal punto di vista produttivo, Game of Thrones costruisce due episodi monumentali, gli ultimi due dell’anno, che non hanno nulla da invidiare alle più blasonate creazioni cinematografiche. Tutto questo, però, senza abbandonare l’approfondimento dei propri personaggi verso i quali lo spettatore non può rimanere indifferente; e tra resurrezioni, esplosioni e vendette, Game of Thrones raggiunge quella che è la stagione più riuscita degli ultimi anni, portandosi sempre più vicino a rimanere per sempre impressa nella mente dei suoi spettatori.
5. Atlanta (FX)
Con una sola stagione all’attivo, la serie ideata, scritta, diretta, prodotta ed interpretata da Donald Glover balza direttamente nella nostra top five, imponendosi come il debutto a tutto tondo di un attore che conosciamo già da tempo e che ora rivela quanto sia versatile e grande il suo talento. Erede della serialità definita come “Post-Louie Era”, Atlanta è lo show che ne incarna al meglio lo spirito, soprattutto perché ne rappresenta un ampliamento e un’evoluzione, risultando meno derivativo e decisamente più sperimentale di tante altre serie affini. Al centro della scena non ci sono solo i protagonisti, ma soprattutto i temi che vengono rappresentati tramite loro: le questioni razziali, la celebrità, il successo, la famiglia, le difficoltà economiche, e ad accomunarli è l’angolazione da cui vengono raccontati, cioè quella di un uomo di colore nato e cresciuto nella capitale della Georgia e del rap. Non ci sono intenti didascalici o storici, ma ogni episodio scorre via insieme ai suoi protagonisti mentre vivono la propria vita, attraverso cui Glover cerca continuamente di mettere in risalto sia il loro disagio che il nostro, piazzandoci davanti a situazioni che non ci vengono mai introdotte, ma solo date per assodate. Non ci sono stereotipi che tengano, risposte nette o giudizi di sorta: il vero tema è l’ambiguità delle risposte che non vengono mai date per intero.
Atlanta gioca sapientemente tra sperimentazione, naturalezza della messa in scena e la straordinaria capacità di dare senso anche alle situazioni più surreali possibili, riuscendo a far diventare lo show e il suo autore veri e propri punti di riferimento per l’autorialità comica attuale.
4. Stranger Things (Netflix)
Ti ricordi E.T.? E Stand by me? E le musiche di Carpenter? Se la risposta è sì molto probabilmente avrai amato la serie cult di Netflix creata dai Duffer Brothers, ai quali va riconosciuto il merito indiscusso di aver capitalizzato meglio di chiunque altro l’effetto nostalgia che permea l’intrattenimento audiovisivo da qualche anno a questa parte, dando vita a un prodotto che però, a ben vedere, si è rivelato essere molto di più di un banale pastiche di citazioni provenienti dal cinema degli anni Ottanta.
Il citazionismo sonoro, visivo e narrativo di Stranger Things è innanzitutto un atto d’amore nei confronti della poetica di Spielberg e King, ed è proprio il rapporto quasi viscerale tra gli autori e le loro fonti d’ispirazione a far sì che questo, lungi dall’essere un mero feticcio, divenga il punto di partenza per riflettere consapevolmente sui topoi e gli stilemi dei generi di riferimento (la fantascienza, l’horror e, soprattutto, il racconto di formazione), aggiornandoli senza però mai snaturarne l’essenza.
Forti di un intreccio solido e di personaggi ben caratterizzati – anche grazie alle ottime interpretazioni di tutti i protagonisti –, i Duffer sono riusciti a fare propri lo spirito e i temi cari ai due maestri, mettendo in scena un racconto di avventura e di amicizia in grado di coinvolgere, divertire ed emozionare come pochi altri.
3. American Crime Story: The People v. O.J. Simpson (FX)
American Crime Story è una “true crime anthology television series” il cui primo capitolo, The People v. O.J. Simpson, è dedicato al processo contro l’ex giocatore di football dei 49ers accusato nel 1995 dell’omicidio di Nicole Brown (sua ex moglie) e Ronald Goldman. The People v. O.J. Simpson: American Crime Story racconta da un punto di vista interno un caso giudiziario dal peso enorme, una sorta di Big Bang culturale che cambiò il rapporto degli USA con la celebrità, con la giustizia, con i media e con la questione razziale, facendo da incubatore a processi di cambiamento già in atto ma che esplosero in tutta la loro problematicità proprio durante i mesi in cui Simpson si trovava dietro il banco degli imputati. Fiction e realtà, intrattenimento e accuratezza storica sono fusi insieme grazie a un racconto equilibrato in cui la vera protagonista è la pop culture, che emerge attraverso tutti i momenti iconici del processo (The Bronco Chase, il guanto, lo sciopero della giuria, fino alla discussa conclusione) e che come una lente di ingrandimento porta alla luce temi universali come la purezza e la moralità, senza privilegiare mai una sola lettura dei fatti.
2. Westworld (HBO)
Guardata inizialmente con sospetto, visti i continui problemi che ne hanno rallentato la produzione, Westworld è invece diventata nel corso dei suoi 10 episodi la serie dell’anno, magari non da un punto di vista critico, ma sicuramente in quanto fenomeno collettivo, un evento che ha saputo riunire un pubblico vastissimo davanti ad un prodotto molto complesso, con la sua trama rompicapo e tutte le domande esistenziali che ha saputo tirar fuori dal materiale a disposizione. Insomma, i nomi altisonanti che ne preannunciavano un potenziale successo questa volta non hanno tradito le aspettative; J.J. Abrams, Jonathan Nolan, Ed Harris, Evan Rachel Wood e Anthony Hopkins, senza contare l’importantissimo contributo musicale di Ramin Djawadi, hanno preso uno dei topoi principali della fantascienza (il confronto robot/umani) e l’hanno riletto in una chiave nuova, originale e dirompente, creando una “narrativa” avvincente che è anche un’acuta riflessione metatestuale sul potere dello story-telling, dell’immaginazione dell’autore e dell’immedesimazione dello spettatore. Seppur con qualche perdonabile imperfezione, Westworld è forse la summa della poetica di Jonathan Nolan, il suo nuove vortice mentale che con grande ingegno ha saputo attraversare tutto l’arco delle emozioni umane. Si dovrà aspettare il 2018 per la nuova stagione, ma Westworld è già a conti fatti un fenomeno iconico del nostro tempo.
1. BoJack Horseman (Netflix)
La nostra classifica quest’anno si è adattata ai cambiamenti in corso nel panorama televisivo, mettendo in evidenza l’assottigliarsi dei confini tra comedy e drama e l’influenza che entrambi i generi hanno l’uno sull’altro. Non è strano, quindi, vedere proprio BoJack Horseman sul gradino più alto del podio, a conferma delle grandi potenzialità (e degli ottimi risultati) di questo prodotto ibrido tanto innovativo quanto “tradizionale”. Infatti, rispetto agli altri esperimenti dramedy più interessanti del 2016 – come Atlanta o Fleabag, giusto per citare due titoli –, la storia di BoJack è quella che maggiormente si avvicina al modello quality drama à la Mad Men (chi è il protagonista se non la versione equina di Don Draper?) e che allo stesso tempo se ne allontana, sfruttando appieno le possibilità della narrativa di genere comedy e la libertà di un racconto animato. Quest’anno più che mai, tra l’altro, lo sviluppo della trama orizzontale ha lasciato spazio a soluzioni inedite come i salti temporali e ad episodi standalone (tra cui spicca lo straordinario “Fish Out of Water”) tipici della struttura sit-com tradizionale, per poi confluire in una “discesa agli inferi” tanto ben costruita quanto straziante. Pur non essendo il più innovativo tra gli show in lizza per il primo posto, questa terza stagione di BoJack Horseman ha dunque conquistato il titolo lavorando (e sperimentando) innanzitutto su se stessa e i propri personaggi, senza snobbare la lezione del passato ma facendone piuttosto tesoro in maniera originale e ancora assolutamente rilevante.
Top 10 individuali:
Annalisa M.: 1) Westworld 2) American Crime Story 3) The Crown 4) Game of Thrones 5) House of Cards 6) Halt and Catch Fire 7) Daredevil 8) Black Mirror 9) This Is Us 10) Outlander
Attilio Palmieri: 1) Horace and Pete 2) Girls 3) American Crime Story 4) BoJack Horseman 5) Crazy Ex-Girlfriend 6) Atlanta 7) Outlander 8) Love 9) Stranger Things 10) Better Call Saul
Davide Canti: 1) Black Mirror 2) American Crime 3) The Night of 4) Transparent 5) Rectify 6) Broad City 7) One Missisipi 8) Game of Thrones 9) Girls 10) The Fosters
Davide Cinfrignini: 1) Quarry 2) Girls 3) Atlanta 4) Love 5) Black Mirror 6) Gomorra 7) Broad City 8) Vinyl 9) Game of Thrones 10) Stranger Things
Davide Dibello: 1) The Young Pope 2) Bojack Horseman 3) Atlanta 4) Better Call Saul 5) Quarry 6) Stranger Things 7) Westworld 8) Gomorra 9) Game of Thrones 10) Black Mirror
Davide Tuccella: 1) Westworld 2) Quarry 3) BoJack Horseman 4) Better Call Saul 5) American Crime Story 6) Atlanta 7) Black Mirror 8) The Young Pope 9) The Crown 10) Stranger Things
Denise Ursita: 1) BoJack Horseman 2) The Crown 3) Westworld 4) Better Call Saul 5) Peaky Blinders 6) Black Mirror 7) Preacher 8) Vikings 9) Stranger Things 10) Game of Thrones
Diego Scerrati: 1) Westworld 2) Game of Thrones 3) Stranger Things 4) The Night of 5) The Americans 6) American Crime Story 7) This Is Us 8) Person of Interest 9) Penny Dreadful 10) The Fall
Eugenia Fattori: 1) Horace and Pete 2) American Crime Story 3) Love 4) Outlander 5) Bojack Horseman 6) Better Things 7) Stranger Things 8) Fleabag 9) Better Call Saul 10) The Get Down
Federica Barbera: 1) The Young Pope 2) Gomorra 3) American Crime Story 4) BoJack Horseman 5) The Night Of 6) The Crown 7) The Americans 8) Westworld 9) Fleabag 10) The Fall
Francesca Anelli: 1) BoJack Horseman 2) Crazy Ex-Girlfriend 3) Atlanta 4) American Crime Story 5) Please Like Me 6) Fleabag 7) Halt and Catch Fire 8) Stranger Things 9) Gomorra 10) Westworld
Francesca Gennuso: 1) The Young Pope 2) Gomorra 3) Black Mirror 4) American Crime Story 5) The Night Of 6) Bojack Horseman 7) Stranger Things 8) The Crown 9) Rectify 10) Halt and Catch Fire
Francesco Cacciatore: 1) Westworld 2) The Night of 3) BoJack Horseman 4) American Crime Story 5) American Horror Story 6) Atlanta 7) American Crime 8) Better Call Saul 9) Game of Thrones 10) Gomorra
Ivan Pavlovic: 1) Westworld 2) Stranger Things 3) Bojack Horseman 4) Novine 5) The Night Of 6) Atlanta 7) American Crime Story 8) Fleabag 9) The Get Down 10) Game of Thrones
Joy Black: 1) Westworld 2) The Young Pope 3) Game of Thrones 4) Stranger Things 5) Better Call Saul 6) Gomorra 7) House of Cards 8) Daredevil 9) Orphan Black 10) Luke Cage
Mario Sassi: 1) Westworld 2) Game of Thrones 3) American Crime Story 4) Person of Interest 5) The night of 6) The Crown 7) American Crime 8) Gomorra 9) Penny Dreadful 10) Shameless
Michele Minardi: 1) Westworld 2) Stranger Things 3) BoJack Horseman 4) Game of Thrones 5) Horace and Pete 6) Black Mirror 7) Gomorra 8) The Fall 9) Thirteen 10) Love
Pietro Franchi: 1) Horace and Pete 2) Bojack Horseman 3) The night of 4) Atlanta 5) Rectify 6) Westworld 7) Stranger Things 8) Better Call Saul 9) Broad City 10) American Crime Story
Sara de Santis: 1) Bojack Horseman 2) Atlanta 3) The Young Pope 4) Fleabag 5) Rectify 6) Gomorra 7) Transparent 8) American Crime Story 9) Broad City 10) Stranger Things
Simona Maniello: 1) Stranger Things 2) Westworld 3) Bojack Horseman 4) Game of Thrones 5) American Crime Story 6) Black Mirror 7) Halt and Catch Fire 8) Crazy ex-girlfriend 9) Daredevil 10) Mr Robot
Ste Porta: 1) The Night Of 2) Westworld 3) Stranger Things 4) American Crime Story 5) The Young Pope 6) Game of Thrones 7) Better Call Saul 8) Gomorra 9) Black Mirror 10) American Crime
Contentissimo per il primo posto a BoJack Horsman (io avrei messo prima The Young Pope e The Americans ma BoJack lo merita comunque tutto). Purtroppo molti ancora la snobbano pensando sia la solita serie animata politicamente scorretta e basta, mentre invece è una delle serie migliori degli ultimi anni, in assoluto.
Come non essere d’accordo con voi? Bojack e’ il migliore!!!
Ottima scelta!
Per il resto, sono d’accordo con la top ten per le serie che conosco: Young Pope, Gomorra, Stranger Things e Game of Thrones. L’unica serie che non avrei messo nei primi dieci e’ Westworld. So che c’e’ stato dibattito, ma per me non e’ stata una serie che mi ha preso. Al suo posto, avrei messo The Crown. 🙂
Per quelle che non conosco: grazie dei consigli, vedro’ di recuperare nel 2017 🙂
Buon anno!!!
Come al solito lista eccellente, anche se questa volta ho delle riserve in più.
Ecco la mia, ovviamente in merito alle serie che sono riuscito a vedere, che non sono molte:
10) Better Call Saul (AMC)
9) This Is Us (NBC)
8) Game of Thrones (HBO)
7) Atlanta (FX)
6) Jane the Virgin (The CW)
5) Stranger Things (Netflix)
4) The Americans (FX)
3) Crazy Ex-Girlfriend (The CW)
2) The People v. O. J. Simpson: American Crime Story (FX)
1) Orange Is the New Black (Netflix)
Per quanto riguarda gli episodi:
10) “The Winds of Winter”, Game of Thrones (HBO)
9) “The Race Card”, The People v. O. J. Simpson: American Crime Story (FX)
8) “Bali H’ai”, Better Call Saul (AMC)
7) “Josh Has No Idea Where I Am!”, Crazy Ex-Girlfriend (The CW)
6) “Pilot”, This Is Us (NBC)
5) “Chapter Forty-Six”, Jane the Virgin (The CW)
4) “The Verdict”, The People v. O. J. Simpson: American Crime Story (FX)
3) “The Magic of David Copperfield V: a The Statue of Liberty Disappears”, The Americans (FX)
2) “B. A. N.”, Atlanta (FX)
1) “People Persons”, Orange Is the New Black (Netflix)
Sono rimasto un po’ deluso dalla non presenza in top 35 di the girlfriend experience
Per il resto classifica fantastica
I migliori, come sempre
Ciao, premettendo che non le ho viste tutte queste serie, di 35 nominate me ne mancano 7-8, la classifica l’avete fatta esclusivamente per far entrare le vostre serie preferite o pensate davvero che tutte queste siano meglio rispetto a produzioni come billions, narcos, the knick, leftovers, mr robot…. perché è vero che per esempio love o Atlanta sono molto carine, hanno idee nuove, ma non c’è confronto con la complessità delle serie sopracitate… ovviamente a parer mio
Ciao!
La nostra classifica si riferisce al solo 2016, quindi alcune delle serie che hai citato (The Knick e The Leftovers) non sono incluse perché gli ultimi episodi sono andati in onda nel 2015 ma le trovi entrambe nella top 15 drama dell’anno scorso —- https://www.seriangolo.it/2015/12/le-15-migliori-serie-drama-del-2015/.
Alle altre, come Mr Robot (che sempre l’anno scorso era invece rientrata nella lista finale) o Billions, abbiamo preferito quelle che trovi in classifica perché secondo noi più interessanti e meritevoli. Nelle mini-recensioni c’è una piccola sintesi del motivo per cui ci sono piaciute così tanto.
Ah ok per il 2016,
Però dai passi mr robot o billions… ma narcos è un capolavoro, non può non esserci!
Perché vi siano piaciute è chiaro. Non sarebbero presenti se non ritenute meritevoli.
Un commento serio sul perché Narcos o Mr. Robot non trovino posto in una classifica di 35 serie mi pare doveroso quando vi viene richiesto.
Con affetto
Ciao mattev!
L’intento della classifica non è di elencare tutte le serie dell’anno spiegando perché ci siano piaciute o meno; quella è un’attività che svolgiamo con grande impegno e passione durante tutto l’anno, e i nostri pareri in merito sono espressi appunto dalle recensioni che pubblichiamo.
Ora, posso capire che si pretendano spiegazioni su serie che si erano recensite in maniera diversa (quello è dovuto alla diversità di pareri nella redazione); se invece vai a leggere la nostra recensione stagionale di narcos e quella del finale di mr robot vedrai che sono esposte tutte le motivazioni per cui non ce l’hanno fatta a finire in classifica.
Ciao e a presto! 🙂
bottegaio ci chiedeva se quelle serie non fossero incluse perché dovevamo fare spazio alle nostre preferite o perché le ritenessimo inferiore a quelle in elenco. Era questa la domanda a cui ho provato a rispondere velocemente (è pur sempre la sezione commenti, per analisi approfondite è meglio rimandare alle recensioni).
Sono tanti i motivi per cui una serie rientra in classifica e un’altra no, il discorso si può estendere virtualmente a qualunque prodotto. Se uno viene escluso non significa che sia terribile o che non ci sia piaciuto. Non so cosa intenda bottegaio con “complessità”, ma il motivo per cui citavo le recensioni è che valutiamo le serie sotto diversi aspetti (dall’eleganza della scrittura, agli obiettivi, al livello di innovazione) e a parer nostro le 30 in classifica sono quelle che hanno segnato di più l’annata spesso sotto più di un punto di vista.
Provando a scendere nel dettaglio: non ho visto Narcos quindi su questo non mi esprimo personalmente, ma la seconda stagione di Mr Robot non era in molte top 30 dei redattori perché piuttosto deludente rispetto alle aspettative, ancora interessante ma troppo confusa e fuori forma per scalzare le altre.
Ok grazie per la risposta… riferendomi a narcos, ma anche a House of cards e the get down che sono molto indietro, per complessità intendevo che sono serie con un cast e una recitazione incredibile, un ottima sceneggiatura, scenografie da film, insomma hanno speso un sacco di soldi per un risultato francamente ottimo. Premiare così tante serie “piccole” mi sembra sia fargli un torto…Love e Atlanta mi sono molto piaciute, ma mettere anche better things, horace and Pete…tutto questo nuovo filone di dramedy, mi sembrava che voleste fare gli alternativi a tutti i costi… poi si fa tanto per parlare eh
Bottegaio ciao, come vedi dalle nostre classifiche personali molti di noi ( me compresa) hanno una top ten diversa da quella effettiva, io per dire non ho manco messo in classifica westworld e black mirror che invece sono state amatissime dagli altri, ed è giusto così perché abbiamo gusti diversi ed è tutto più ricco e completo in questo modo. Per Narcos, pur essendo una bella serie ti dirò che per quantomi riguarda non è materiale abbastanza innovativo, sia a livello estetico che di scrittura, per rivaleggiare con le prime 30. Avendo visto più di 60 serie quest’anno è stata durissima metterle in fila perché appunto, la qualità media è così alta che perfino belle cose come Narcos escono dalla classifica. Ma come ha detto sopra anche Francesca non significa che le riteniamo brutte, semplicemente altre sono state ritenute più meritevoli!
1) Game of Thrones
2) Girls
3) Black Mirror
4) Transparent
5) The Young Pope
6) The Night Of
7) The People v. O.J. Simpson
8) Stranger Things
9) House of Cards
10) The OA
Sto recuperando Westworld e The Crown, mentre le altre serie del 2016 che ho visto e che non ho incluso nella top 10 sono Halt and catch fire, Fleabag, Better Call Saul, This is us, Gomorra, Better Things e American Crime
Il valore positivo di questa classifica è quello di fornire “consigli di visione” per gli aficionados delle fiction. Personalmente, non ero al corrente neanche dell’esistenza di “Atlanta” e “Horace e Pete”. L’aspetto forse meno condivisibile è una certa inclinazione della redazione (ovviamente con le sue diversificazioni interne, anche accentuate) a premiare le “nuove proposte” a scapito delle serie già consolidate. Emblematica la valutazione riservata a Mr. Robot. osannata l’anno scorso come proposta innovativa e quest’anno fuori dalle prime 30. Al di là del merito che condivido (la seconda stagione è stata nettamente inferiore alla prima, a tratti decisamente confusa e caotica), rimango sorpreso dalla mancanza di alcune ottime fiction (Vikings, Narcos, Persons of interest, Doctor Who, solo per citare qualche esempio), in favore di proposte più sperimentali, meno riconducibili a generi codificati, ma probabilmente destinate a essere meteore della serialità. Premiare l’innovazione è meritorio, ma la sperimentazione estetico-stilistica non è un valore assoluto, è un mezzo per raccontare storie che devono avere una loro consistenza e spessore. Per esempio, “Better things”, pur essendo una proposta che rivisita gli stilemi della comedy, mi è parsa una fiction esile e fragilina e neanche tanto originale. Ho trovato invece straordinaria l’ultima stagione di Rectify (un capolavoro), eccellenti Quarry e The night of, che pure denotano un impianto più tradizionale. Westworld mi appare decisamente sopravvalutato, come pure Stranger things, meritevoli di essere inseriti in graduatoria, ma decisamente più in basso.
Approfitto dell’occasione per augurare un buon anno a tutti i forumisti e alla redazione.
Condivido Writer.
Vikings fenomenale nella prima parte.
Comunque dimenticare in 30 posizioni un’opera firmata da Ronsefeldt (il più grande sceneggiatore Europeo non di lingua Inglese), cioè Marcella per me è inspiegabile…
Per non parlare di Black Sails che con la scusa dei pirati ti parla di tutt’altro rimanendo nel solco obbligato di essere il prequel di un romanzo (capolavoro) del 1883. È una roba da fare difficilissima.
@Pogo
Su Marcella esiste una recensione sul nostro sito, magari puoi aiutarti a rendere l'”inspiegabile” spiegabile (almeno in parte): https://www.seriangolo.it/2016/05/marcella-stagione-1/
Per quanto riguarda Black Sails, chi di noi la segue (che sono pochi) non l’ha inserita nelle posizioni alte della loro classifica. Non per pregiudizio o altro, ma semplicemente non è detto che un prodotto sia apprezzato da tutti, e se è apprezzato non per forza lo è intensamente. Comunque star fuori dalla top 30 non vuol dire che una serie sia brutta, o di secondo piano in termini di qualità. Questa classifica è la sintesi di quelle di un gruppo di persone, non ha nessuna pretesa di essere perfetta perché corrisponde ai gusti di questo gruppo di persone rispetto a ciò che sono riusciti a vedere nell’arco di un anno solare. Con tutte le limitazioni e le mancanze che ne derivano inevitabilmente.
@Writer
Su Mr. Robot ti sei risposto da solo, la seconda stagione è nettamente inferiore alla prima. Molti membri della redazione concordano con questo giudizio (e alcune recensioni sono lì a testimoniarlo) e quindi non è entrata in classifica.
Sulle “proposte sperimentali” lascio rispondere ad altri che come si può vedere la mia Top 10 ne è sguarnita (per mancanza di tempo più che altro) e quindi non posso parlare nel merito.
Letta. Purtroppo aggrava.
Comunque potreste anche scrivere “le top30 tra quelle viste dalla redazione”, perché l’italiano è italiano (e non mi si venga a dire che lo si fa per semplificazione… non è un telegramma che si paga a parola scritta).
Che se passa qualche perditempo come me, la polemica può partire altrimenti.
È chiaro che le visioni sono sempre parziali (infatti io non posso giudicare le serie broadcast made in USA che considererei il mio tempo buttato nel guardarle), ma una classifica vorrebbe trovare una gerarchia, altrimenti fai un elenco.
@Pogo
Ciao Pogo, hai ragione, dovremmo specificare meglio che in questa classifica non sono incluse le serie che non abbiamo visto.
Per rimediare ne stiamo preparando un’altra complementare, “Le 30 migliori serie che non abbiamo visto”. Io per esempio ho preferito di gran lunga The Night Of (che non ho visto) a Westworld.
Un abbraccio,
Michele
Grazie Writer per gli auguri, credo la risposta stia già nella tua domanda: le serie che ci sono o non hanno retto al confronto oppure non sono state all’altezza, sempre tenendo conto che siamo umani e fallibili. Dovessimo premiare 5 stagioni di una serie forse sarebbe diverso, ma noi ci limitiamo a considerare la stagione in corso e decisamente non ci poniamo il problema se la serie durerà o meno più di una stagione, quest’anno era già molto riuscire a stare al passo con la produzione!
Ciao Writer e grazie per gli auguri, che ricambio.
Se non hai ancora visto Atlanta e Horace and Pete fallo prima possibile perché, come puoi vedere anche dalla mia classifica personale, li considero due prodotti davvero notevoli.
E qui vengo alla tua “obiezione”, che più che altro è una considerazione, neanche tanto lontana dalla realtà.
Cerco di spiegarmi: è vero che in classifica c’è una forte presenza di serie nuove, anche se questo discorso vale soprattutto per la top 10 (3 su 10 sono a una stagione successiva alla prima mentre 7 su 10 all’esordio). Questo però ci fa notare quanto il 2016 sia un anno seriale foriero di tantissime serie di alta qualità. Mai come quest’anno sono state prodotte così tante serie e fa un certo effetto dirlo dopo l’anno scorso che si era distinto per qualità e quantità delle serie televisive.
Potresti avere ragione quando dici che alcune serie molto sperimentali rischiano di essere dimenticate o non ricordate a sufficienza. Questo può accadere per diverse ragioni, prima tra tutte quella che vede la poca popolarità di una serie direttamente proporzionale alla alta sperimentazione. Succede in tutti i campi, si pensi al cinema e alla letteratura. Tuttavia noi non ci siamo proposti di fare una classifica che eleggesse precognitivamente quale serie sarà maggiormente ricordata, bensì quale sia riuscita a innovare di più nel proprio campo d’appartenenza sotto diversi aspetti (quello narrativo, quello estetico ecc ecc), oltre a tante altre caratteristiche come la capacità di passare da racconto seriale a fenomeno mediale di massa (cosa che ha fatto Westworld, ad esempio).
In questo senso secondo me l’innovazione è fondamentale e merita di essere scelta tra i principali criteri quando si fanno classifiche del genere.
E poi c’è da dire un’altra cosa: quest’anno sono andate in onda tantissime serie e molte di queste avevano una qualità notevole e per metterle in alto tutte avremmo dovuto fare tutti ex aequo. Io ad esempio ho visto circa un’ottantina di serie e almeno una quarantina di queste le ritengo non belle, ma ottime. Non si può mettere tutto in top 10 per cui credo che questa lista vada considerata per la sua totalità e anche per quelle che sono state escluse. Le serie da te citate le ho adorate, pur non essendo finite nella mia decina preferita, così come per prodotti consolidati come Halt and Catch Fire e The Americans, entrambi finiti fuori dalle mie personali venti ma senza dubbio serie di altissimo livello che ho apprezzato molto.
Insomma, siamo in un era davvero florida e non possiamo che ritenerci fortunati.
io continuo a non capire tutto questo entusiasmo per american crime story, che continua a sembrarmi un tipo di racconto non particolarmente orginale (per usare un eufemismo) a livello di tematiche, conflitti, etcetc, ma che per il resto mi pare semplicemente una buona ricostruzione.. ovviamente con attori bravissimi e tutto quanto al suo posto, però boh, non ci ho visto molto altro.. però immagino sia un problema mio..
Ciao redazione,
a ‘sto giro mi trovo più in sintonia con la top-20 di Sepinwall:
http://uproxx.com/sepinwall/best-tv-2016-horace-and-pete-americans-bojack-horseman-game-of-thrones/4/
Voi che ne pensate?
Ciao Leonida! Classifica niente male, anche in questo caso bella piena di comedy. Personalmente non avrei messo così in alto Unbreakable Kimmy Schmidt o OITNB ma diverse scelte coincidono più o meno con le nostre.
Approfitto del tuo commento per fare un piccolo appunto: in molto classifiche americane è inserita Catastrophe, che negli USA è andata in onda nel 2016. In realtà l’anno di uscita in UK è il 2015, e basandoci su questo non l’abbiamo presa in considerazione, ma io personalmente (come penso anche altri redattori) l’avrei inserita senza dubbio nella top 30 – purtroppo l’ho recuperata tardi e non ho potuto considerarla per la classifica dell’anno scorso.
Vero, ottima classifica come sempre quella di Sepinwall, che anche nel pezzo che la precede dice cose tutt’altro che scontate e molto intelligenti.
Catastrophe non è rientrata per pochissimo perché la seconda è finita a dicembre del 2015 in UK (le classifiche USA non sono “globali” come la nostra e quasi tutte considerano solo i passaggi sul mercato americano e Catastrophe è andata su Amazon nel 2016 come dice Francesca).
Anche per quanto mi riguarda se fosse anche solo terminata nel 2016 la serie sarebbe stata molto in alto e non vedo l’ora che cominci la terza stagione.
Fra tutte, sarei curioso di sapere la posizione di Orange Is the New Black e This Is Us nella lista.
La prima perché trovo che abbia raccontato la storia più potente dell’anno nella sua quarta stagione, ho visto i pareri positivi sul sito, ma, come per praticamente ogni testata giornalistica americana, non si trova, poi, in liste come questa – quando, secondo me, dovrebbe entrarci di diritto.
La seconda, invece, principalmente perché l’ho vista già citata un paio di volte nelle Top Ten e mi piacrebbe sapere se si è avvicinata ad essere inclusa nella lista.
Ciao!
OITNB ci è piaciuto molto di più quest’anno rispetto alla stagione passata, ma nel complesso è rimasta piuttosto in basso nelle classifiche di quasi tutti.
This is Us è stata una bella novità quest’anno, ma anche lei ha fatto fatica a contrastare tutte quelle serie fantastiche che abbiamo messo prima.
Tieni conto che la differenza non è comunque troppa, stiamo sempre tra le prime quaranta.
Il 2016 ci ha regalato molte emozioni e personalmente sono piacevolmente sorpreso dalla veloce resurrezione della Hbo dopo una, per fortuna, veloce débâcle durata poco più di una stagione televisiva; da Vinyl, per me peggior serie dell’anno, alla splendida Westworld!
Ho trovato American Crime Story un pelino sopra a tutte, sì per me è al top e aspetto con grande curiosità la seconda stagione che se non sbaglio tratterà dell’uragano Katrina.
Episodio preferito dell’anno? Lo spettacolare, cupo, cazzuto Battle of Bastards di GoT.
Attrice e attore dell’anno? Sarah Paulson e Riz Ahmed (che piacere averlo ritrovato in una Galassia lontana, lontana…).
Colgo l’occasione per augurare a tutti (critici e criticoni) un felicissimo anno nuovo!
1 stranger things
2 black mirror
3 westworld
4 halt and catch fire
5 game of thrones
6 the oa
7 orange is the new black
Tutto comprendo. I gusti sono gusti. Vedersi 60 serie di minimo 10 puntate l’una rasenta il masochismo eroico. Per esempio a me manco gli spilli nelle palpebre obbligherebbero a (ri)vedere un solo minuto del divo sorrentino in qualsiasi sua espressione pseudo artistica. Neanche lo facessi per lavoro. De gustibus, appunto. Ma dimenticare il Dottore dalle prime trenta lo trovo assurdo. Sorry. Un fan Deluso.
Doctor Who nel 2016 ha avuto un solo episodio andato in onda: lo speciale di natale.
L’assenza di Person of interest in una classifica che non era né una top ten, né una top 15, la trovo davvero clamorosa.
Se fosse stata una top 30 solo drama ti darei ragione, ma questa è una classifica che comprende anche le comedy e le dramedy che negli ultimi anni competono praticamente alla pari con i drama in quanto a complessità e profondità.
Difatti, come puoi vedere nell’articolo delle posizioni 30-21 POI è uscito di poco dai primi 30 (conta che c’erano più di 80 serie candidate in fase di votazione). Io stesso non l’ho voluto posizionare più in alto perchè nonostante sia una delle mie serie preferite e, a mio parere, più sottovalutate della storia, in questa sua ultima stagione non è riuscita a esprimere la stessa qualità che ha avuto in passato, se non in alcuni episodi.
Solo ora mi rendo conto della completa assenza della seconda stagione di Daredevil. Non vi chiedo come mai non sia presente perchè penso che sia ovvia la risposta “perchè ne abbiamo preferite altre”. Vorrei però sapere più o meno in che posizione si è collocata nelle preferenze della redazione. Io per esempio tra le prime 30 l’avrei assolutamente messa e mi sembra strana la sua totale assenza.
Ciao! Daredevil la trovi di pochissimo fuori dalla classifica generale, al 33° posto.
E infatti Michele, faresti bene a farla una classifica delle migliori (almeno 10) serie non viste da te, considerando le premesse: pare che tu sappia benissimo che The Night Of sia meglio di quella puttanata di Westworld… pensa te cosa potreste fare tra le serie non viste e/o viste poco… (del tipo potreste scoprire ci sono robe almeno ben fatte come Ray Donovan o Longmire o Impastor)…
Seriamente (se non vuoi provare con la presa in giro della quale me ne sbatto perché francamente anche banale): se La Repubblica stila una classifica è probabile che i suoi critici non abbiano visto davvero tutto, ma la classifica stessa assume tono universale e oggettivante perché proviene da un media “influencer” che raggiunge più persone (migliaia nel caso del quotidiano menzionato) contemporaneamente, fornendo loro anche una guida con la quale orientarsi. Non è un problema del lettore se i critici di Repubblica non hanno visto tutto [male, sarebbe il loro mestiere, perché al contrario vostro sono pagati].
Per me una rivista virtuale come la vostra ha lo stesso valore – eh, pensa che rispetto che vi porto – se non altro perché probabilmente vi impegnate pure di più e siete monotematici.
Quindi The Americans e HACF fuori dalla top20 non è un giudizio di un Pogo che passa per caso, ma è una classifica che ti fa chiedere cosa possano avere le altre 20 serie per stare più su: siete o no una rivista virtuale che cerca di approfondire su elementi visivo/artistici che negli ultimi anni hanno raggiunto una dignità paragonabile al cinema (sempre sia lodato David Chase)? Siete o no un gruppo di persone che cercano di mettere a disposizione di tutti i lettori le loro competenze (acquisite nei modi più disparati, dall’autodidatta, al DAMS fino al lavoro sul campo)?
Altrimenti siete un aggregato di persone che scrivono cose a caso su una passione che condividono…
Io un’idea inizio a farmela, ma più che per le vostre recensioni (delle quali condivido poco, ma ci sta) è per le vostre rispostine piccate, tra l’offeso e l’ironico a prendere in giro il tizio che non sta dalla vostra parte e che anzi si permette pure di dire che se non mettiamo Marcella nella top30 del 2016 non ci capiamo poi molto.
Ovviamente vi concedo il beneficio del dubbio perché vi immagino per la maggior parte under25. O che siate usciti dal DAMS. In questo secondo caso purtroppo non possiamo farci più nulla, sorry. 😉
Un abbraccio anche a te e buona non visione di altre serie.
Caro Pogo,
Perdona la mia risposta a presa in giro, ma francamente la discussione che stai protraendo ha tratti quasi grotteschi (avevo persino pensato, forse sopravvalutandoti, che stessi trollando/scherzando).
Se vuoi una risposta seria, posso dirti che la nostra filosofia del “non giudico ció che non conosco” ci impedisce di valutare, positivamente o negativamente (ma soprattutto: meglio o peggio di qualcosa che si ė visto?), serie che non abbiamo visto. Fortunatamente non è la mia classifica personale, che sarebbe sì molto limitata, ma quella di una redazione di 21 persone che solo quest’anno, a spanne, ha visto circa 150 serie tv diverse. Che naturalmente non sono tutte, ma una parte sicuramente significativa. Se tra queste non c’è Longmire, perché non l’abbiamo vista, non è una mancanza colmabile con un “ho sentito dire che è bella, mettiamola – boh – a caso prima di gomorra”. È una mancanza che si colma col “la guardiamo, magari la inseriamo l’anno prossimo se vediamo che davvero merita”. Se un sito pubblicasse una classifica di serie che non ha visto, da lettore mi incazzerei non poco: a che titolo giudicano una serie che non hanno visto? Come potrebbero darmi giustificazioni di quella posizione?
Quello che posso consigliarti, quindi, è di seguire le classifiche di Repubblica o simili, se le ritieni universali e di maggiore competenza rispetto alle nostre.
In ultima battuta, ti invito a evitare battutine come “siete under 25” o “siete usciti dal dams” che, oltre a essere false (ma anche fuori luogo: che male ci sarebbe?), offendono il lavoro professionale di 21 persone prestato in maniera gratuita. Se non ci ritieni alla tua altezza, visto che sembri l’unico conoscitore e custode della verità assoluta, cerca altri lidi dove leggere o, magari, scrivi anche tu. Verremo sicuramente a legerti per infonderci del tuo sapere universale, in modo da poter fare una classifica migliore il prossimo anno.
Ciao e grazie.
Michele
Guarda che la storia della classifica di cose non viste era ironia… (come pure la parte finale).
L’esempio sulla Repubblica è una sineddoche (e un chiaro complimento nei vostri confronti, ma certo presupporrebbe che almeno uno legga con attenzione).
Per il resto, come non detto. La luna è abbastanza lontana, il dito è più facile da vedere.
Ho sbagliato io a considerare questo luogo diverso da ciò che è effettivamente.
Accolgo per educazione la tua richiesta di non disturbare più qui su Seriangolo (non che io sia mai intervenuto più di tanto) ma non avrai la sfortuna di leggere cose che scrivo io; non ne vale la pena, fidati.
P.S. un solo invito: quando rispondi piccato “tu sei unico conoscitore e detentore della verità assoluta” dimostri di essere risentito e di non avere argomentazione.
Non è una buona presentazione, dai retta a un cretino come me.
comunque io volevo dire a Pogo grazie per avermi dato dell’under25, non lo dimenticherò 😉
OMG!
Dunque, tirando le somme sulla classifica totale di 30 serie, posso dire che non sono d’accordo su molte posizioni. E questo mi sembra normale. Si va a gusti. Io ho i miei, i redattori del sito hanno i loro. Ad esempio, a me Westworld non è piaciuta per nulla. Ma proprio zero. E avrei messo più in alto Horace and Pete, proprio per i motivi che avete scritto nella mini recensione. Penso che sia stata una grandissima “piccola” serie, 1000 volte più interessante di serie che partivano con budget e ambizioni stellari (Westworld cough cough).
poi il cosiddetto fenomeno Stranger things… ragazzi, che vi devo dire… io a suo tempo ho visto sia E.T. sia Stand by me. Posso applaudire alla paraculaggine degli autori di ST, sicuramente, ma nulla più di questo. Mi sembra un’operazione nostalgia anni ’80 indirizzata a chi negli anni ’80 non era ancora nato. Paraculaggine notevole, appunto.
Ma insomma, de gustibus.
Detto questo, però, devo dire che sono totalmente d’accordo con Writer, quando scrive che “Premiare l’innovazione è meritorio, ma la sperimentazione estetico-stilistica non è un valore assoluto, è un mezzo per raccontare storie che devono avere una loro consistenza e spessore”.
E questo l’avevo già detto nel mio precedente commento all’altra classifica.
Ma a questo punto credo che il “problema” sia solo generazionale, e che non ci siano un torto e una ragione.
Io, come credo di capire anche altri, sono legata a un tipo di narrazione che non riesco mai a scindere dalla storia che viene raccontata.
La storia, per me, viene prima di tutto. Le innovazioni stilistiche e narrative ben vengano. Ma dopo, solo dopo.
E sì, credo che questa sia una questione generazionale.
e visto come ormai vanno veloci le cose, credo che anche 5-10 anni di differenza possano avere un grosso peso.
Ciao Teresa, premetto che su Westworld e H&P concordo con te a livello personale, la prima non era per me nei primi 30 e la seconda al primo posto – e già questo dovrebbe farti capire anche quanto mischiando così tante classifiche diverse i risultati siano, e giustamente, a volte anche molto distanti dalle opinioni dei singoli redattori, ma ci chiamiamo redazione per quello se no non scriveremmo qui ma ognuno su un suo blog personale. E ribadendo che le nostre età sono piuttosto variabili e raggiungono anche ampiezze di 20 anni, non capisco perché l’età e i gusti seriali secondo te dovrebbero essere strettamente correlate. Ti faccio l’esempio di Stranger Things: tra me e altri 3 amici over 30 (e di parecchio) ne abbiamo discusso su un’altra piattaforma e pur avendo terreno comune in quanto gusti, età e visioni cinematografiche, ne sono uscite 4 opinioni totalmente differenti.
Il punto è che mettendo insieme tante teste e facendo una media numerica, il risultato è un melange, anche strano a volte, di opinioni diversissime, il che a mio parere è una ricchezza e non certo un limite.
Non saprei dare un ordine preciso, forse night of e black mirror le migliori per la qualità della sceneggiatura, ma quelle che mi sono piaciute di più del 2016 sono:
– Black Mirror
– Transparent
– The Young Pope
– The Night Of
– The People v. O.J. Simpson
– Stranger Things
– House of Cards
– The Fall
– Marcella
Delusione nel senso che non sono riuscito ad arrivare alla fine per noia o per disinteresse Westworld, The Crown, 11.23.61
Noto una cosa sulla “top 10 individuale”: Westworld o è prima o non è proprio in classifica. Non sempre, ma la tendenza è quella. A dimostrazione che è una serie talmente particolare che o viene amata alla follia (e per me è così, miglior serie dell’anno senza dubbio; secondo posto stranger thing; terzo house of cards; quarto sherlock…) oppure la si odia alla follia.
Westworld è un autentico capolavoro. Come Breaking Bad non è capita subito perchè complessa, perchè ribalta la stessa visione lineare con cui siamo abituati a percepire l’animo e la condizione umana. Per molti, troppi, di fronte a questi capolavori di concetto c’è smarrimento, quasi rifiuto. Rifiuto perchè non c’è immediatezza. E’ proprio qui che si cela la grandezza della serie TV, che, non a caso, in occhi abituati a recensire tali prodotti, ad esplorarli, c’è una più rapida consapevolezza sulla grandezza della produzione. In Westworld sono le immagini, i volti, i dialoghi a fare la differenza e non può essere seguita “facendo altro” come magari può capitare con altre serie TV. La qualità di una serie TV non si può valutare per quanto ci ha “preso” ma per quanto realmente vale. Non si può denigrare un prodotto perchè non viene capito. In Westworld ci sono riferimenti e dialoghi di altissimo profilo sulla cibernetica di secondo livello applicati per esempio ai concetti di epistemologia e psicologia che hanno guidato le teorie sistemiche della contemporaneità. La serie è un labirinto psicologico, lo stesso labirinto presente nella mente umana dove la parte è connessa al tutto e il tutto si dirama nelle varie parti. Non è una serie facile, è una produzione estremamente complessa ma le potenzialità sono da top di sempre, insieme a mostri sacri come Twin Peaks e Breaking Bad.