Doctor Who – 10×02 Smile


Doctor Who - 10x02 SmileLa scommessa di Steven Moffat per la sua ultima stagione del Dottore è apparsa subito ben chiara dopo la visione di “The Pilot”: gettare le basi per un nuovo corso della serie rivisitando archetipi e tematiche alla base della mitologia dello show. “Smile” non fa assolutamente eccezione ed è con queste intenzioni che viene delineato il rapporto tra il protagonista e la nuova arrivata Bill, inserendola in una sorta di “episodio tutorial” necessario a farle capire cosa significhi essere la compagna del Dottore.

La trama dell’episodio prende spunto da uno dei tòpoi più affascinanti e ricorrenti di tutta la serie, ossia la lotta dell’umanità per la sopravvivenza alle soglie della fine del mondo. Se ripensiamo a episodi come “The Beast below” o “The end of the World” della gestione Davies, è evidente come scenari di questo genere abbiano una duplice funzione: rivelare alla nuova companion l’importanza dell’operato del Dottore nel preservare l’equilibrio dell’Universo e, viceversa, aiutare il Dottore a comprendere le modalità di pensiero e azione della sua nuova compagna umana. In questo caso, il teatro dell’azione è un’ipertecnologica colonia umana (ricostruita all’interno della Città delle Arti e delle Scienze di Valencia) controllata da robot che comunicano tramite emoji, il contesto più appropriato per aiutare il Dottore a conoscere meglio Bill, forse la companion più moderna e pop apparsa finora nella serie. 

Doctor Who - 10x02 SmileA differenza di Clara, personaggio empatico di matrice vittoriana, Bill porta una ventata di contemporaneità e di genuina schiettezza nella vita del Dottore. I dialoghi pieni di riferimenti ai fumetti e alla fantascienza, i selfie scattati all’interno della colonia, sono tutte azioni che pongono ironicamente il Dottore a contatto con le abitudini e le forme di comunicazione dei millennials, ma a creare la vera sinergia tra i due è l’insolito sguardo di Bill sul mondo e sul Dottore. Se alla base dell’alchimia con Clara vi era la sua abilità nel guardare oltre alla superficie delle cose e nell’entrare in contatto emotivo con gli altri, Bill si contraddistingue per il pragmatismo con cui si approccia alle infinite possibilità che il Dottore e il TARDIS le forniscono. Le insolite domande della ragazza sono dirette, superficiali nel senso letterale del termine, cercano risposte senza mezzi termini e controbilanciano la lungimiranza del Dottore dettata dal dubbio e dalla curiosità. L’apparente cinismo di Bill, unito a un grande spirito d’osservazione, la aiuta tuttavia a scoprire, prima di molte altre companion, le verità nascoste del Dottore e le ragioni profonde del suo operato.

Dopo svariate stagioni dettate dalla necessità di fare i conti con le conseguenze delle proprie azioni, Bill redarguisce da subito il Dottore sull’importanza delle sue scelte. Quella che prima era la rivelazione finale di un doloroso processo di riscoperta di sé viene qui espresso come una lampante realtà dei fatti, ed è questa prodigiosa capacità di analisi ad attirare l’interesse del Dottore, a renderlo protettivo nei confronti di Bill e ad impostare il loro rapporto secondo le dinamiche maestro/allieva. La semplicità, quindi, come strumento per decifrare la complessità, un approccio in netto contrasto con quello dei Vardy, i robot assassini che reagiscono ad emozioni complesse come felicità e dolore semplificandole e sminuendole attraverso le emoji. Gli appassionati della serie, e della fantascienza in genere, non sono di certo nuovi a storie di macchine consapevoli che aggrediscono l’uomo per migliorarlo e sostituirsi ad esso, ma lo spunto narrativo delle emoji riesce a dare un’impronta personale a un archetipo della narrativa sci-fi e ad arricchire l’episodio di riferimenti e strizzate d’occhio ai capisaldi del genere: le emoji usate come fattore determinante di sopravvivenza sono figlie degli incubi distopici di Black Mirror e i corpi delle vittime usati dalle macchine come fonte di energia e nutrimento non possono che far tornare in mente i campi di coltivazione umana della saga di Matrix.

Doctor Who - 10x02 SmileLa risoluzione dell’episodio ci riporta ad un contesto classico in cui il Dottore interviene come garante della convivenza pacifica tra due specie ma è leggendo tra le righe di questo finale che si può intravedere il vero impatto della vicenda per il Dottore sul piano emotivo. La follia dei Vardy è causata dal dolore della morte, un sentimento devastante che sfugge a qualunque comprensione umana o artificiale, e ciò che un robot non può comprendere diventa un errore di sistema da cancellare ad ogni costo. Il cortocircuito scatenato dal naturale ciclo degli eventi porta i robot ad un rifiuto categorico del dolore e al raggiungimento della felicità ad ogni costo: una negazione spropositata dell’infelicità già descritta da Moffat in “Hell Bent”, dove il Dottore arrivava a compromettere l’esistenza del tempo e dello spazio pur di non affrontare il lutto per la morte di Clara. Così come nello scorso finale di stagione, anche qui la soluzione viene ottenuta con la cancellazione della memoria, un compromesso traumatico che continua a non perdere di importanza dopo “The Pilot” e potrebbe essere una potenziale chiave di lettura dell’intera stagione.

“Smile” compie a dovere la sua funzione introduttiva e getta le basi del rapporto tra il Dottore e Bill grazie a una perfetta sinergia tra classicità e innovazione. La linearità della storia può apparire alquanto insolita per gli standard a cui la serie ci ha abituato, ma se Steven Moffat ci ha insegnato qualcosa in questi anni al timone della serie è che i plot twist e le contorsioni narrative con cui ha costruito la sua carriera non tarderanno certo ad arrivare.

Voto: 7½

Condividi l'articolo
 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.