The Americans – 5×08 Immersion


The Americans - 5x08 ImmersionUna delle caratteristiche più interessanti di The Americans è sempre stata quella di raccontare non tanto una storia di spie ambientata negli ultimi anni della Guerra Fredda, ma soprattutto dei personaggi le cui interiorità sono state scandagliate con lentezza costante e inesorabile, sia in relazione a loro stesse che agli altri.
È quindi anche in puntate come questa “Immersion”, in cui all’apparenza succede poco o nulla, che l’occhio ormai allenato dello spettatore può scovare tutti quei dettagli che, passo dopo passo, hanno portato i nostri protagonisti a cambiare.

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Le cose mutano, ma spesso per capirlo è necessario ritornare su situazioni familiari per testarne con mano la differenza. È quello che succede più volte in “Immersion”, in cui assistiamo a dinamiche o a racconti di eventi già noti che, se sommati alle evoluzioni dei personaggi, portano a risultati completamente nuovi.

“He’s a good person”
I think he got tired of this.”

La partenza di Gabriel riporta in scena – non tanto per noi che di fatto l’abbiamo vista più di una volta, quanto per i Jennings – Claudia come supervisore, ovvero nel ruolo in cui l’abbiamo conosciuta all’inizio della serie. Eppure qualcosa è cambiato, e sappiamo benissimo perché: mentre Gabriel ha sempre rappresentato per Elizabeth e Philip una figura sì autoritaria ma anche paterna (come gli scorsi episodi hanno volutamente sottolineato), Claudia ha incarnato in sé la durezza del Centro e si è fatta ambasciatrice di quella notizia che, nel finale della seconda stagione “Echo”, aveva posto la prima vera distanza tra i Jennings e il KGB, ma anche tra i coniugi stessi. La notizia per cui Paige sarebbe stata prima o poi coinvolta dal Centro era stata la causa che aveva portato i due a prendere strade separate, sia nelle intenzioni nei confronti della figlia, sia relativamente a loro stessi: ed era stata infatti la season premiere della terza annata, “EST Men”, a portare Philip su un percorso nuovo e soprattutto personale. Ecco quindi che il ritorno di Claudia non può che giungere come evento tutt’altro che insignificante per i due.

The Americans - 5x08 ImmersionÈ singolare, ad ogni modo, come questo accada proprio a seguito di una manifesta ambiguità dello stesso Gabriel nei confronti della questione Paige: se nello scorso episodio abbiamo infatti assistito alla doppia versione dell’uomo su questo argomento, è qui che ne osserviamo le conseguenze. Quello che è stato per Elizabeth e Philip come un padre diventa d’improvviso colpevole di ambivalenza, condannato in contumacia dallo stupore della prima – “He told you?” – e dalla rassegnata consapevolezza del secondo, che riconosce nell’uomo una fatica con cui empatizzare: Gabriel si era stancato di tutta quella situazione, proprio come sta succedendo a Philip; si era stancato di essere obbligato a dire cose come “Paige va coinvolta” quando in realtà pensava tutt’altro.
Tornando a Claudia, se il primo incontro si svolge nel segno della diffidenza, il secondo sembra aprire a una nuova possibilità (non immune da titubanze) almeno da parte di Elizabeth. La conversazione, facendosi personale, porta le due donne a comunicare su un piano diverso, che pur senza molte parole evidenzia le difficoltà insite nel lavoro di entrambe: Claudia non è stata riconosciuta dai nipoti, mentre Elizabeth procede con la consapevolezza che lei e suo marito non saranno mai sulla stessa lunghezza d’onda riguardo alla figlia.

It probably doesn’t matter this time, but, you know… next time… you might have to hurt someone’s feelings again.

La puntata otto della scorsa stagione, tra i vari eventi rappresentati, aveva messo in scena uno degli scontri più duri tra Philip ed Elizabeth, in cui quest’ultima aveva attaccato il marito accusandolo di essere diventato debole a causa di quegli incontri EST che avevano, come detto poco su, dato il via al suo percorso di introspezione e di riacquisizione di sé. È quindi di estrema importanza il dialogo che si svolge in questa puntata otto, in cui Philip rivela alla moglie che Deirdre lo ha lasciato, e lei reagisce in modo completamente diverso rispetto ad allora. Il riferimento è voluto, e infatti Elizabeth nomina proprio i seminari EST tanto attaccati nella scorsa stagione, ma in un modo completamente diverso: pur ribadendo la necessità di dover tornare a “ferire i sentimenti di qualcuno”, aiuta Philip in un modo nuovo, senza rabbia, e anzi con lo scopo di capire davvero cosa sia successo e cosa si possa fare per sistemare la situazione.
The Americans - 5x08 ImmersionQualcosa è cambiato: nessuno dei due voleva davvero intraprendere queste nuove relazioni e infatti entrambi si affrettano ad annullare i rispettivi viaggi non appena si presenta la situazione. Eppure, mentre Elizabeth rimane sempre abbastanza pragmatica da portare avanti la consapevolezza di cosa va fatto, Philip ha bisogno di essere spinto a riconquistare Deirdre, riuscendoci controvoglia.
I Jennings rimangono profondamente diversi, ma le loro distanze si stanno accorciando, e la consapevolezza che quello che stanno facendo è “ciò che devono fare” più che “ciò che vogliono fare” si fa sempre più forte, non solo per Philip ma anche per Elizabeth.

But… I’d… I’d do it somewhere they really needed my help. In the third world somewhere.
Where maybe it wouldn’t matter if I wasn’t so… perfect at that.

È infatti la donna di casa Jennings ad essere al centro di questo episodio, che la mette a confronto con tutti i personaggi più importanti, facendo emergere da lei ad ogni passo qualcosa che si configura come una parvenza di apertura verso l’esterno. Si è già parlato del dialogo con Philip e di quanto il suo pragmatismo sia stato bilanciato da un approccio più comprensivo e distensivo verso qualcosa che un tempo giudicava molto lontano da lei. Ma è nei due confronti con la figlia Paige che possiamo osservare un cambiamento davvero significativo, pur all’interno di una sovrastruttura così ben consolidata da portarla a ricadere nelle solite mezze verità. Durante l’allenamento, decide volontariamente di raccontare alla figlia del suo stupro: è un momento cruciale nell’episodio, supportato da un’interpretazione magistrale di Keri Russell e da inquadrature che ci mostrano cosa conduce la donna ad aprirsi (lo sguardo a quel muro che era stato sfondato dalla testa del suo stupratore per mano sua durante il pilot) e che la seguono poi con dei primi e primissimi piani, come a suggerire quanto questa scelta sia sentita e assolutamente sua.

The Americans - 5x08 ImmersionÈ una parte fondamentale, ma anche profondamente stratificata, soprattutto in correlazione alla scena finale. All’inizio non c’è alcuna volontà in lei di aprirsi per cercare affetto dalla figlia (e infatti ne rifiuta l’abbraccio), ma c’è solo apparentemente la necessità di farle comprendere come anche per lei sarà possibile smettere di avere paura; ed è proprio per questo motivo che il racconto viene privato di alcuni elementi essenziali – lo stupratore era colui che allenava Elizabeth ed è stato ucciso dallo stesso Philip. Ciononostante, e inevitabilmente, la rivelazione a Paige porta verso la fine dell’episodio ad una naturale apertura, che scavalca le istintive bugie (quel “No” alla domanda “Ci pensi ancora a quello che ti è successo?”), che le permette di ascoltarsi meglio e quindi di rispondere con un più sincero “I mean, I guess sometimes I do.
Per la terza volta nella puntata Elizabeth ammette che “vorrebbe non fare quello che fa, ma deve”, e proprio questa reiterazione sottolinea il cambiamento in atto aiutato qui proprio da Paige, che le pone le domande giuste e che la porta a chiedersi cosa avrebbe fatto nella vita se non fosse stata una spia. In quella risposta conclusiva si racchiude tutto: l’inclinazione a fare cose importanti, a credere in qualcosa (quella stessa caratteristica che vorrebbe vedere nella figlia, come riferisce a Claudia), e la necessità di non dover essere per forza perfetta, ma di poter essere davvero se stessa, pregi e difetti compresi.

“Immersion” è un episodio densissimo, in cui, anche se gli eventi si sviluppano a passi ridotti, i personaggi sono invece preda di una costante evoluzione. Rimangono ancora un po’ a margine Oleg e Beeman, nonostante i loro stessi percorsi stiano, altrettanto lentamente, trovando una convergenza. Il mondo di bugie in cui anche loro sono inseriti non fa che alimentare la sensazione claustrofobica dell’intera struttura; allo stesso tempo i loro cambiamenti (ora più forti, ora più deboli) fanno intravedere la fine sempre più prossima, così come quel 1989 che sembra sempre più vicino.
The Americans, rifuggendo da qualunque tentazione di accelerare gli eventi verso la fine della Guerra Fredda, porta avanti questa penultima stagione con scrupolosità, metodo e coerenza della narrazione, alternando tensione a introspezione con una maestria esemplare – e non sono molti gli show in onda ancora capaci di farlo.

Voto: 8+

 

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Informazioni su Federica Barbera

La sua passione per le serie tv inizia quando, non ancora compiuti i 7 anni, guarda Twin Peaks e comincia a porsi le prime domande esistenziali: riuscirò mai a non avere paura di Bob, a non sentire più i brividi quando vedo il nanetto, a disinnamorarmi di Dale Cooper? A distanza di vent’anni, le risposte sono ancora No, No e No. Inizia a scrivere di serie tv quando si ritrova a commentare puntate di Lost tra un capitolo e l’altro della tesi e capisce che ormai è troppo tardi per rinsavire quando il duo Lindelof-Cuse vince a mani basse contro la squadra capitanata da Giuseppe Verdi e Luchino Visconti. Ama le serie complicate, i lunghi silenzi e tutto ciò che è capace di tirarle un metaforico pugno in pancia, ma prova un’insana attrazione per le serie trash, senza le quali non riesce più a vivere. La chiamano “recensora seriale” perché sì, è un nome fighissimo e l’ha inventato lei, ma anche “la giustificatrice pazza”, perché gli articoli devono presentarsi sempre bene e guai a voi se allineate tutto su un lato - come questo form costringe a fare. Si dice che non abbia più una vita sociale, ma il suo migliore amico Dexter Morgan, il suo amante Don Draper e i suoi colleghi di lavoro Walter White e Jesse Pinkman smentiscono categoricamente queste affermazioni.

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