Doctor Who – 10×06 Extremis


Doctor Who – 10x06 ExtremisC’è una biblioteca. C’è il rapporto complicato tra il Dottore e una donna. C’è la scrittura inconfondibile di Steven Moffat. Questo però non è il 2008, David Tennant è un lontano ricordo, l’episodio non si chiama “Silence In The Library”, né “Forest Of The Dead“, e la donna di cui stiamo parlando non è River Song. Per quanto l’autore scozzese si diverta a creare un collegamento extradiegetico tra i suoi lavori, “Extremis” si presenta come un segmento narrativo del tutto nuovo, ma soprattutto quanto mai necessario dopo una prima parte di stagione finora alquanto deludente sotto diversi punti di vista.

I difetti più evidenti di questa falsa partenza emergono ancor maggiormente se si confronta questa decima annata con l’eccezionalità della stagione che la precede, considerata da molti come uno dei migliori archi narrativi della storia del Time Lord. La coesione narrativa e la progettazione accurata di ogni aspetto dei dodici episodi che compongono la nona stagione di Doctor Who è in completa antitesi con le difficoltà riscontrate dalla gestione di ciò che è venuto dopo “The Pilot”, la buona premiere che ha aperto le danze quest’anno introducendo Bill come nuova companion. Gli episodi stand-alone che vanno da “Smile” a “Oxygen” si sono posti come obiettivo quello di costruire e di cementare il legame tra il Dottore e i suoi nuovi compagni di viaggio, evitando quasi completamente qualsiasi accenno alla costruzione di una trama orizzontale – l’unico collegamento tra gli episodi è il mistero del vault – e proponendo la firma di diversi autori che si sono cimentati nell’arduo compito di traghettare lo show verso il punto di svolta della stagione. Quello che non ha funzionato è individuabile soprattutto nella mancanza di idee davvero originali, un problema di un certo peso nei confronti dell’appeal della trama verticale di ognuno di questi episodi, e nell’approfondimento non sempre all’altezza del personaggio di Bill, companion già svantaggiata in partenza rispetto a quelle che l’hanno preceduta per via dell’unica stagione che le sarà concessa al fianco del Dottore. Solo a partire dal finale di “Oxygen” ci si comincia ad accorgere che qualcosa sta per cambiare e che il ritorno di Steven Moffat alla sceneggiatura di un episodio è la garanzia di un deciso cambio di passo per l’ultima stagione di Peter Capaldi e dello stesso autore scozzese come showrunner.

Doctor Who – 10x06 ExtremisLa struttura di “Extremis” si divide su due diverse linee temporali: la prima fa riferimento a quel periodo sconosciuto della vita del Dottore che va dall’ultima notte su Darillium con River (“The Husbands Of River Song”) sino allo speciale natalizio dell’anno successivo (“The Return Of Doctor Mysterio”), la seconda si svolge nel presente, subito dopo gli avvenimenti del quinto episodio che aveva portato il Signore del Tempo nello spazio profondo. Al termine della visione della puntata ci si rende subito conto che questa divisione è decisamente rivedibile, considerando che il plot twist finale riscrive quasi completamente l’ordine degli eventi, mantenendo allo stesso tempo invariato lo status quo ante. A conti fatti è, quindi, conveniente andare con ordine nell’analisi di quanto accade.

Please, I’ll do anything. Just let me live.

È passato del tempo dall’ultima apparizione di Missy, alias The Master, nello show, più di un’intera stagione; la ritroviamo ad essere giudicata e condannata a morte, di fronte ad un boia che conosce meglio di chiunque altro. Il Dottore deve eseguire la sentenza, che prevede la morte totale – senza possibilità di rigenerazione – del Signore del Tempo condannato e che comprende anche la custodia e la veglia dei suoi resti per un tempo molto lungo, una precauzione verso le straordinarie abilità rigenerative degli abitanti di Gallifrey. Il rapporto che lega i due Time Lord è sempre stato complicato e profondo; i due si conoscono da quando erano bambini sul loro pianeta d’origine e si sono trovati più volte avversari o, meno frequentemente, alleati. Nonostante le atrocità attribuite alle azioni del Maestro, il Dottore non ha mai avuto il coraggio di ucciderlo veramente, prospettando sempre una possibilità di redenzione per lui. Lo stesso accade in questo lungo flashback disseminato lungo tutto l’episodio, nel quale si scopre anche il ruolo interpretato da Nardole, promemoria vivente incaricato da River perché il suo amato non dimenticasse mai la sua natura profondamente buona. Non per niente il personaggio di Matt Lucas ammonisce Bill, in un segmento dell’episodio, dicendole “I am the only person you have ever met, or ever will meet, who is officially licensed to kick the Doctor’s arse.”, riferendosi proprio all’investitura ufficiale da parte della donna. La scoperta del mistero del vault si lega, quindi, alla rinnovata misericordia del protagonista, svelando quello che era stato sinora il principale mistero della stagione e creando i presupposti per un incontro/scontro tra i due che sarà alla base della seconda parte di stagione e, forse, anche della fine del Dodicesimo.

It’s like, um… Super Mario figuring out what’s going on. Deleting himself from the game, because he’s sick of dying.

Doctor Who – 10x06 ExtremisMa il vero fulcro dell’episodio è giocoforza la trama legata ad Extremis, la simulazione richiamata nel titolo nella quale si ritrovano tutti i protagonisti. La scelta di ambientare la narrazione in un luogo fittizio in cui si scopre alla fine che nulla di quanto avvenuto è reale trova riferimenti culturali in un mare di altre produzioni cinematografiche, televisive e letterarie; seppur declinato sempre in contesti e situazioni differenti, questo espediente è ritrovabile soprattutto in opere di genere fantascientifico, da “The Matrix” sino a “Person Of Interest” e addirittura in “Rick And Morty”. Un luogo “altro”, paragonato dal dottore ad un videogioco nel quale i personaggi non sono altro che righe di codice: ma cosa succederebbe se uno di loro scoprisse la sua vera natura?
In questo dilemma si inserisce il Dottore, chiamato a scoprire qual è la “verità” che tutti temono e che porta al suicidio non appena conosciuta. È una piccola distopia, quindi, nella quale ogni propria scelta è utilizzata da una razza aliena ancora indefinita per studiare i meccanismi di azione/reazione e pianificare al meglio la conquista della Terra. Alla luce del fatto di trovarsi in una simulazione, risulta quindi più accettabile e sensata la straniante presenza del Papa – il cui italiano non viene inspiegabilmente tradotto dal TARDIS – e della congregazione Vaticana che fa irruzione nella camera di Bill proprio nel mezzo di un appuntamento galante. Da sottolineare in questo senso il grande rispetto che l’autore riserva alla rappresentazione su schermo della Chiesa cattolica e della sua massima autorità, seppur non risparmi alcune righe di dialogo velatamente critiche nei confronti delle religioni.

Moffat gioca con il sorprendere lo spettatore lungo tutto il corso dell’episodio, lesinando sulle spiegazioni che sono riservate all’incontro finale tra Twelve e Bill nello studio ovale; la scrittura dell’episodio impone quindi un’attenzione totale ai minimi dettagli, impreziosita dall’afflato internazionale che assume la narrazione che tocca tanti luoghi simbolo della contemporaneità, dal Pentagono al CERN. L’altro lato della medaglia mostra, tuttavia, i difetti dell’episodio, che sono sempre gli stessi derivanti dalla personalissima scrittura dell’autore scozzese: la mancanza di linearità del plot impone, infatti, la libertà di piegare a proprio piacimento la consecutio degli avvenimenti anche a costo di soprassedere ad alcune inesattezze logiche; capita a volte che si esasperi questo sistema di storytelling e che la sceneggiatura cada nell’autocelebrazione fine a se stessa. Per fortuna “Extremis” riesce a limitare abbastanza questo rischio, risultando meno dispersivo e più compatto di altri episodi di Moffat.

– The layout is designed to confuse the uninitiated.
– Sort of like religion, really.

Doctor Who – 10x06 ExtremisLa vera novità, dal punto di vista dei personaggi, è data in “Extremis” da un Dottore mutilato e non in pieno possesso delle sue capacità. La cecità è un handicap significativo per un eroe che sfrutta l’analisi di ciò che lo circonda per elaborare strategie e sfuggire alle situazioni di pericolo; questo si rivela, difatti, un espediente narrativo intrigante e avvincente, che ridimensiona l’efficacia del Signore del Tempo nei confronti degli ostacoli che gli si parano davanti. Anche leggere un libro diventa, così, un’impresa e un problema a cui deve trovare una soluzione.
C’è spazio anche per i segreti in questo episodio, entrambi riguardanti Bill: la donna nasconde la reale inclinazione sessuale alla madre adottiva, mentre il Dottore nasconde alla compagna di viaggio la sua condizione di cecità. I due personaggi non sono pronti a rivelare ciò che sono o sono diventati e, anche se si parla di due situazioni completamente diverse, si può individuare un timore comune della reazione dell’altro: la paura di come potrebbe reagire o di come la considerazione di una persona verso di loro possa cambiare li blocca e li porta a nascondere la verità – collegandosi così con il tema della veritas, filo rosso tematico dell’intero episodio.

Dopo un inizio di stagione zoppicante e sottotono, “Extremis” è la scossa che serviva allo show per rianimarsi e lanciarsi verso la seconda parte di questa annata che, si spera, produrrà un climax ascendente sino all’addio di Steven Moffat come showrunner e al passaggio di consegne all’attesissimo Chibnall.

Voto: 8 ½

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Informazioni su Davide Tuccella

Tutto quello che c'è da sapere su di lui sta nella frase: "Man of science, Man of Faith". Ed è per risolvere questo dubbio d'identità che divora storie su storie: da libri e fumetti a serie tv e film.

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