Mr. Robot – 3×01 eps3.0_power-saver-mode.h


Mr. Robot – 3x01 eps3.0_power-saver-mode.hCi eravamo lasciati lo scorso anno con un bilancio decisamente negativo della creatura di Sam Esmail, che ha voluto architettare per il suo Mr. Robot un’impalcatura fin troppo difficile da sorreggere e poi da mantenere. Ed è soprattutto per questo che le aspettative su questa terza stagione sono da un lato “sedate” rispetto alla seconda annata, ma persiste dall’altro la speranza latente che, dopo la grande frammentazione dello scorso anno, si arrivi ad una narrazione più coerente e compatta.

Una delle maggiori differenze produttive tra prima e seconda stagione è stata la volontà del creatore di accentrare su di sé i poteri forti della serie, firmando quindi regia e sceneggiatura per ogni episodio; cosa che si ripropone invariata anche quest’anno e che quindi, almeno sulla carta, preannuncerebbe che lo stile narrativo e il modo di intendere proprio la serie Mr. Robot sarà molto più simile a quanto abbiamo già visto. Eppure questo primo episodio, complice sicuramente essere appunto il primo, ha una fortissima coerenza interna e, pur senza tradire stile e forma cui siamo abituati, riesce a costruire una sensazione di percorso, di storia, facendo intravedere un buon prologo per la stagione.

A whole new world will be born.

Mr. Robot – 3x01 eps3.0_power-saver-mode.h L’azione riprende ovviamente dallo sparo che aveva chiuso l’ultimo episodio e lo fa introducendo un nuovo personaggio, tale Irving, interpretato dal sempre bravo e poliedrico Bobby Cannavale, che capiamo – quasi facilmente, per giunta – far parte dell’entourage della Dark Army o comunque di WhiteRose, unico possibile interlocutore che in poche mosse poteva indirizzarlo ad Angela. E sarà proprio da lei che Elliot si sveglierà dopo una settimana di recupero nel sonno più profondo – o almeno è quello che la ragazza gli dice appena sveglio. Tra tutti i personaggi che abbiamo visto in azione nella seconda stagione, sono Angela e Darlene, quindi due personaggi femminili, ad aver avuto la migliore evoluzione o involuzione, a seconda del punto di vista. Angela nasceva come la bella ragazza bionda un po’ ingenua, ancorata ad un’idea di giustizia in un certo senso primitiva, bonaria, vecchio stampo si potrebbe dire, se rapportata a come poi questa si sia mutata in un altro concetto, assumendo non solo una forma, ma anche una sostanza diversa. Ed è di pari passo a questa “nuova”  giustizia che cambia anche il personaggio di Angela, partendo dalle azioni, passando dalle idee e fino ad invadere lo sguardo stesso. Lei è la stessa che passa dal rivolgersi all’avvocatessa integerrima nella prima stagione, a lavorare direttamente nella E Corp e a far parte del grande piano di WhiteRose dopo il loro folgorante incontro – il momento che, scopriamo alla fine, ha cambiato tutto.

Your eyes… you never try to look away.

L’ingresso di Angela come parte attiva e motivatissima all’interno del piano sembra essere esattamente il luogo in cui riporre le speranze per il resto della stagione, e una volta in più vediamo come la crescita del personaggio sia anche una delle direttrici principali della storia. Grazie alla descrizione puntuale e mai banale del rapporto tra Elliot e la ragazza, fondato su una conoscenza molto profonda e che ha legami indissolubili come la condivisione dello stesso trauma (oltre che l’amore latente che li unisce), ad oggi Sam Esmail può usare ciò che ha sapientemente seminato per dare concretezza e plausibilità alla “unique” condition di Elliot/Mr. Robot, giocando ancora una volta sulla dualità ma tramite la gestione di Angela, ovvero l’unica persona a poter a sua volta capire con un solo sguardo chi ha davvero di fronte. Ma questo vale a sua volta per lei che, in base a chi ha davanti, cambia modi, espressione, quasi voce, replicando in forma non patologica la dualità del suo migliore amico; perciò conserva (e preserva) la sua versione tenera quando è in compagnia di Elliot, ma si trasforma diligentemente quando invece parla e agisce con Mr. Robot. Non a caso, il momento del dialogo con quest’ultimo e poi il monologo finale di Angela sull’autobus sono tra i momenti migliori di questo episodio.

You’re a shitty brother, you know that?

Mr. Robot – 3x01 eps3.0_power-saver-mode.hEsattamente dalla parte opposta e all’oscuro di tutto, troviamo invece Darlene. La sua storia è per molti versi antitetica a quella di Angela, come se le due si fossero quasi scambiate di ruolo, perché era la sorella di Elliot il primo motore motivazionale che abbiamo conosciuto, colei che – come per Angela – condivide con il protagonista lo stesso identico trauma della perdita del genitore. Per quanto sappiamo bene che i due hanno affrontato molto diversamente l’esperienza del lutto, rimane però il fatto che entrambi cerchino giustizia e che, al contrario di Angela, Elliot e Darlene hanno collaborato strettamente insieme per revisionare e dare nuova linfa proprio al già citato concetto stesso di giustizia. L’attacco del 5/9 è opera loro, delle loro idee e del supporto che Darlene ha dato ad Elliot/Mr. Robot, inconsapevole della profondità di questo doppio, o perlomeno senza la consapevolezza che ne ha oggi Angela; ciò che vediamo dai suoi occhi e nelle sue interazioni con lui è l’Elliot che non serve a nulla per WhiteRose, la parte sabotante di questa famosa Stage 2. Con Darlene viviamo quindi il fratello ingestibile, che, messo a conoscenza della sparatoria di cui Darlene è stata vittima e della conseguente morte di Cisco, si preoccupa quasi unicamente del suo interrogatorio con l’FBI. La ragazza ha i nervi a pezzi e, da colonna portante del piano primigenio, diventa oggi quasi un elemento di disturbo, ed è inutile dire che non si può non essere preoccupati per la sua incolumità.

In questo senso e se la gestione della narrazione continuerà così, sembra di vedere in embrione un modo concreto e forse funzionante per ritrovare organicità nel racconto, la via per garantire l’unione tra il micro e il macro, tra la dualità Elliot/Mr. Robot e il racconto di un capitalismo spinto, quel presupposto sociale che la serie aveva promesso di raccontare. Il micro sono Elliot e Darlene, il macro sono Mr. Robot e Angela. E nel bellissimo “walking monologue” c’è esattamente questa struttura, sintetizzata dalla sola “parte” di Elliot: in un montaggio di immagini televisive, o prese dalle passate stagioni, o ancora più in generale dal mondo, la fantomatica società e i suoi beceri estremismi collassano su un unico soggetto mandante, Elliot/Mr. Robot, colui che si identifica come la causa di quella moria e del buio che vede intorno a sé. La stessa persona che cercava nella solitudine del suo appartamento un modo per aiutare le persone che gli stavano intorno (come dimenticare la sua raccolta di cd) è colui che sente di essersi spinto troppo oltre e troppo in fretta; per Mr. Robot invece, troppo poco e troppo lentamente. Da qui vediamo innescarsi il gioco allucinante e affascinante di una sorta di meta-sabotaggio che finalmente, dopo una stagione di attesa, intravediamo (giusto per rimanere cauti) in una forma più compiuta, tonica, e speriamo anche solida.

Mr. Robot – 3x01 eps3.0_power-saver-mode.hLa modalità di risparmio energetico è insomma quella che caratterizza il mondo del solo Elliot, quello in cui il fine ultimo è aiutare, non semplicemente vendicarsi, e chiunque sia all’interno di questo universo è ancora tenuto lontano, silenziato, esattamente come ci fa vedere all’interno del grosso circo di hacker. Poi dall’altra parte c’è il suo lavoro come Mr. Robot, che fa parte di un sistema più grande, gigantesco, mosso da uno di quei pochi sentimenti che non conosce limiti: l’odio, che si trasforma sempre in vendetta e che a sua volta vorrebbe concretizzarsi adesso in un salto all’indietro, un ritorno al passato che crei tabula rasa di tutto il Male.
Il ritorno di Mr. Robot è insomma promosso a pieni voti, in forma e in sostanza, e ci fa sperare in una ritrovata concretezza nella storia e nel racconto. Il punto è sempre: quanto durerà? Nel bene e nel male però, possiamo almeno dire che “eps3.0_power-saver-mode.h” traghetta senza perplessità quantomeno al prossimo episodio.

Voto: 8

 

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Informazioni su Sara De Santis

abruzzese per nascita, siciliana/napoletana per apparenza, milanese per puro caso e bolognese per aspirazione, ha capito che la sua unica stabilità sono netflix, prime video, il suo fedele computer ed una buona connessione internet

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