The Deuce – 1×05 What Kind of Bad?


The Deuce - 1x05 What Kind of Bad?Entrata ufficialmente nella seconda metà di stagione, The Deuce prosegue il suo lento cammino senza snaturarsi, ampliando ora dopo ora l’affresco di un tempo e di uno spazio vividi e pulsanti, che riescono ad imprimersi nell’immaginario dello spettatore.

Anche all’interno di un racconto corale decisamente restio a mostrare le proprie carte,  non è difficile individuare le tracce di un percorso comune, un filo conduttore che leghi tematicamente i vari protagonisti. In “What Kind of Bad?” questo punto di contatto sta nel desiderio di affrontare l’elasticità della morale e dei principi se messi alle strette dalle circostanze o dalla necessità. Non si tratta di un tema innovativo, né ci troviamo di fronte ad un’angolatura spiazzante o particolarmente originale per affrontare la questione; gli aspetti che in questi primi cinque appuntamenti continuano a fare la differenza sono la cura dei dettagli e la capacità di dar vita ad un universo crudo e palpitante.

I earn my money. […] You have no idea what we have to deal with around here.

Il principio su cui è fondato The Deuce è una sorta di democrazia al ribasso, in cui Vincent Martino, Candy, C.C., Rudy Pipilo e ogni altra comparsa fanno parte dello stesso sistema equo, dove ognuno è soggetto ai medesimi problemi e alle stesse speranze frustranti. In un sistema che si regge sulle interrelazioni dei suoi interpreti i protagonisti sono, a loro volta, forgiati dal sistema e dipendenti da esso.
Le ambizioni di un uomo come Vincent sono collegate alla messa in discussione dei principi morali: come Lori in “I See Money” avrebbe dovuto lasciar perdere i soldi facili e la relativa sicurezza delle sveltine in galleria per garantirsi un’entrata fissa con un lavoro più pericoloso, per tutti all’elevarsi delle aspirazioni corrisponde una crescita del rischio.

The Deuce - 1x05 What Kind of Bad?La prima vittima di questo meccanismo perverso è Candy, che sconta la sua matrice esterna – e quindi estranea alle regole del sistema – nella risoluzione di lavorare da sola, rifiutando un protettore ed esponendosi alle minacce del mestiere. Con una coppia di sequenze splendidamente interpretate, assistiamo alla dissoluzione dei propositi sotto i pugni del cliente e sotto le parole di Rodney e ci rendiamo conto del carico di illusioni che la donna si portava dietro nel momento in cui decide di dedicarsi alla pornografia. Nel mezzo le notti con Jack testimoniano il suo stato di apolide, una sensazione che rende altrettanto insostenibili i compromessi del “luogo di lavoro” e le prospettive di una relazione classica.

A ben vedere il discorso sui principi morali è un tema che lo show porta avanti dalle prime puntate, immergendoci a turno i vari protagonisti. Per Vince tutto ciò si traduce nella scelta sofferta di farsi coinvolgere maggiormente nei loschi traffici della malavita. Ai dubbi pratici legati alle conseguenze di un bel tuffo nel mare dell’illegalità si somma la ritrosia dell’uomo nei confronti dello sfruttamento della prostituzione. Vince è un ottimo conoscitore del sistema vigente ed è in grado di sfruttare le conoscenze per far fiorire il locale accogliendo ogni genere di avventori; al tempo stesso è perfettamente consapevole delle dinamiche in atto nel quartiere e restio ad inserirsi nel giro di soprusi e violenza.

You’re in pain, that means you gotta work on your hands, bitch.

Ciò che è estremamente visibile, anche all’interno di una società che non risparmia i propri prigionieri, è il trattamento svilente e mortificante riservato alla figura femminile. In un quartiere in cui la vicinanza forzata di razze, orientamenti sessuali e mestieri ha creato un ecosistema basato sulla reciproca accettazione, le donne alla base della piramide sono alla completa mercé di chiunque sia abbastanza privo di scrupoli da approfittarne. La pornografia, nonostante la totale assenza delle tutele e della sicurezza dei nostri giorni, può diventare un’aspirazione per una donna come Candy, il modo per sfuggire alla violenta prigionia dei marciapiedi.

The Deuce - 1x05 What Kind of Bad?Nonostante le prospettive del racconto non siano ancora perfettamente limpide, iniziano ad emergere le linee di pensiero portate avanti dalla scrittura di David Simon e George Pelecanos. Se The Wire dipingendo il mondo sommerso orbitante attorno alla droga si proponeva di far emergere il tema razziale, The Deuce, parlando di pornografia, vuole introdurre un discorso sulla discriminazione di genere. Al di là degli effetti che la regolamentazione della pornografia ha avuto sulla società – che concernono il presente e riguarderanno il futuro dello show ma che, per ora, sono presenti solo in maniera embrionale – il vero protagonista è la Quarantaduesima strada. Il turbinio di vitalità che la anima, raccontato nei particolari grazie al ritmo compassato, dà alla luce una New York lontanissima dal nostro immaginario che, con “What Kind of Bad?” porta gli abitanti di vicoli, bar e motel a confrontarsi col passato e a scoprire che ci sono nuovi mondi da assaggiare. Si tratta delle prospettive di Bobby, forzato dalla malattia, degli invitanti orizzonti di Paul che va alla scoperta della New York gay e sotterranea, di Abby che prova a tornare alla vecchia vita ritrovandosi nauseata dal suo sapore noioso ed artefatto, di Sandra a caccia di una storia nel mondo semi-sommerso di protettori, prostitute e polizie conniventi, in un canto urlato e un po’ stonato dedicato al gusto tragico e struggente della vita.

The Deuce si conferma capace di non farsi attrarre dalla tentazione didascalica o dall’ebbrezza del dramma a tutti i costi. Nel dichiarato intento di ritrarre un processo, ricostruisce uno spaccato che trasuda realismo, in cui i marciapiedi ingombri di spazzatura, gli ingorghi, i clacson e le chiacchiere da bar restituiscono un’indovinata espressione della quotidianità. Gestendo con sapienza le esigenze narrative, lo show di Simon e Pelecanos dimostra di padroneggiare l’arte del suggerimento: nulla è messo lì per caso ma, al tempo stesso, molto è soltanto sussurrato e le storie narrate non sempre vanno inquadrate in un disegno generale. Sono semplicemente storie.

Voto: 8

 

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