This Is Us – 2×01 A Father’s Advice


This Is Us - 2x01 A Father's AdviceNon c’è niente di più pericoloso di un’ottima partenza. Un pilot grandioso, un trend positivo nello sharing, una prima stagione incorniciata da plausi e applausi: sono queste alcune delle più sottili e sottovalutate insidie per uno show televisivo. Non si fraintenda, fare bene all’inizio è più che positivo. Ma fare ancora meglio dopo aver centrato il bersaglio è tutt’altro che scontato, ed è proprio con questo ‘problema’ che torna uno dei show più amati dal pubblico della scorsa stagione.

Certo, non si può dire che questa première sia partita col piede sbagliato, anzi. Dopo un finale di stagione caratterizzato da sapori dolce amari e qualche furbizia perdonabile, puntare su una stretta continuità temporale dopo i minuti finali di “Moonshadow” è stata probabilmente la scelta migliore, anche solo per tenere stretta la tensione emotiva che quel cliffhanger a metà aveva lasciato nello spettatore e che era facile perdere lungo la strada. È bene specificare subito che il bilancio di questo episodio è infatti positivo. “A Father’s Advice” è il miglior This is Us di partenza possibile: soddisfacente ed emotivamente saziante, abbastanza efficace in termini narrativi e grintoso nel recuperare con scioltezza e tempo record l’esperienza immersiva e torrenziale – anche se la facile spettacolarizzazione del sentimento è sempre dietro l’angolo – che ci aveva conquistato nella prima stagione.

La première ha mantenuto la sensazione che la serie di Dan Fogelman sia uno spettacolo dalla forte e predefinita direzionalità tematica. Se la prima tranche infatti era puntata verso la scoperta dei padri, questa seconda sembra essere decisa ad affrontare la perdita dei padri e il potenziale collasso del sistema familiare che abbiamo conosciuto. Aveva funzionato benissimo, soprattutto per il personaggio di Randall, quel doppio binario che intrecciava il ricordo del padre adottivo con la scoperta del morente padre biologico: il percorso era stato costruito con grande intelligenza, grazie all’alternarsi dei due modelli sulla scena e al passaggio di insegnamenti in un circuito sapienziale entusiasmante. Un nuovo tracciato, riproposto rinfrescando i termini di questa equazione padre-figli con le novità presentate da questa puntata, potrebbe aggiungere nuove tonalità interpretative a uno degli elementi meglio trattati dalla serie e dall’episodio.

This Is Us - 2x01 A Father's AdviceLa figura del personaggio paterno è sempre stata centrale nell’economia della serie: motore narrativo, calco di cliché passati, ‘personaggio tipo’ da decostruire ed innovare, il padre è il centro gravitazionale della narrazione che si muove seguendo molteplici coordinate. Non deve sorprendere che in questi caratteri si mescolino ideologie e trucchi narrativi, semplici sviluppi di trama e riflessi della contemporaneità, anzi. È l’indizio delle coesistenza di due differenti nature nei padri dello show: una prettamente legata alle regole del genere di riferimento, il family drama, e una invece più libera e complessa. La prima è conseguenza diretta della natura commerciale di un progetto che parla in primis alla famiglia americana media, stretta sul divano nella fascia della prima serata, e che ha sempre puntato (con varie acrobazie promozionali) su certi tipi di virtuosismi dell’immaginario famigliare. I papà di This Is Us infatti hanno una identità sociale e politica forte e spesso esaltata: dovendo essere d’esempio a una vasto numero di menti cercano il distacco da un certo tipo di immaginario patriarcale, dalla violenza di certi padri putativi dell’America dell’intrattenimento e non; sono vettori di buona condotta e modelli vicini alla perfezione. In quest’ottica, per esempio, si spiega il didascalico mostrarsi pro-Clinton nel dialogo tra Randall e le proprie figlie, ulteriore via funzionale per trasmettere, attraverso queste figure, valori positivi e democratici al pubblico medio americano. Jack, Randall e William non possono non seguire le regole dello show per famiglie, che prevede questo tipo di caratterizzazione, e vestono bene i panni di eroi quotidiani.

Allo stesso tempo però la scrittura ricerca anche la complessità psicologica che più si addice ai migliori personaggi della televisione. Questa è la seconda natura: la sceneggiatura impone la convivenza tra la simil-perfezione e una serie di difetti innegabili e poco confortanti rispetto all’idillio provinciale offerto dalla visione d’insieme. La droga di William, l’alcolismo di Jack e la nevrosi di Randall servono per moltiplicare le sfaccettature, evitando così caratteri troppo splendenti. È una parte fondamentale dei personaggi, perché il processo della perdita dei padri passa anche dalla loro demistificazione, come visto in questo episodio con Jack: “A Father’s Advice” infatti dà il suo meglio quando alla bontà politica sono affiancati l’affresco delle debolezze e la ricerca del realismo umano; il risultato sdoppia la figura del padre in quella di un uomo che è guida, idea e modello, ma anche delusione, amico e confidente. Le due nature quindi sono ben bilanciate e si compensano a vicenda, innescando nello spettatore ammirazione ed empatia.

This Is Us - 2x01 A Father's AdviceSempre parlando di narrazione ben organizzata, è da sottolineare il modo in cui sono state sviluppate le “promesse” del finale, soprattutto per quelle più drastiche. La scrittura dei progetti a lungo termine dei personaggi dimostra buone idee, in vista di una rottura delle circolari ripetizioni delle azioni dei figli dopo quelle dei genitori. Non a caso, l’idea dell’adozione di un neonato, dichiarato atto fotocopiato rispetto alle decisioni di Jack, avrebbe reso troppo monodimensionale il personaggio di Randall, costringendolo a una limitazione caratteriale superficiale; risulta quindi intelligente, nonché difficile da trattare senza deludenti scivolate nel banale, la scelta di parlare di adolescenti, perché (in potenza ovviamente, queste sono solo prospettive entusiastiche) metterebbe in difficoltà il personaggio, facendolo confrontare con la propria immagine di adolescente problematico. Sembra perfetto a posteriori avere scelto di far schiantare il momento della morte di Jack nell’adolescenza dei protagonisti, momento di letterale formazione mentale e caratteriale, come sembra perfetto aver esteso e approfondito subito l’apogeo malinconico del finale di stagione, puntando tutta una seconda annata sulle molteplici ripercussioni nella linea temporale di un unico, decisivo momento: una scelta di tempistica efficace e tatticismo encomiabile.

L’episodio trae forza da questa puntuale gestione del tempo ed è vibrante e stilisticamente impeccabile. Fogelman, sceneggiatore dell’episodio, avvicina passato e futuro con una scrittura che, in una cornice con tutti i suoi particolari, trasforma la disamina dei sentimenti e il loro racconto in un’epica domestica e famigliare di inusuale delicatezza. In più esalta gli avvenimenti e le loro connessioni attraverso il voice over di William, che riprende le parole del poeta Alfred Tennyson (“È meglio aver amato, e perso / Che non aver mai amato”); il combaciare di alcuni momenti decisivi con l’ascolto di queste parole immortali – come nella carrellata di visi iniziale e nel dialogo finale di Jack e Rebecca – regala un momento di  purezza narrativa formidabile.

This Is Us è quindi tornato con una première entusiasmante, caratterizzata da un ottimo controllo del racconto, buona recitazione e tensione. Si percepisce la sicurezza della direzione della storia e la volontà nel continuare i percorsi della prima stagione, aggiornandoli e correggendoli. Rimangono alcuni difetti (le storyline di Toby e Kevin sono deboli, ripetitive e troppo legate a quella di Kate) e il “pericolo” di non riuscire a sfondare come la prima volta, anche se l’episodio per ora distrae bene da questo pensiero. Non ci resta che restare a guardare.

Voto 8-

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Informazioni su Leonardo Strano

Convinto che credere che le serie tv siano i nuovi romanzi feuilleton sia una scusa abbastanza valida per guardarne a destra e a manca, pochi momenti fa della sua vita ha deciso di provare a scriverci sopra. Nelle pause legge, guarda film; poi forse, a volte, se ha voglia, studia anche.

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