Disenchantment – Stagione 1 Parte 1 4


Disenchantment – Stagione 1 Parte 1Da pochi giorni è disponibile su Netflix la prima parte di Disenchantment, la nuova comedy animata figlia di Matt Groening, noto per essere la mente dietro a The Simpsons e Futurama. L’ambientazione è quella fantasy/medievale, tornata recentemente sotto i riflettori grazie a Game Of Thrones, serie qui espressamente citata, e ancora poco toccata dalla satira contemporanea.

Intendiamoci, Disenchantment non è certo il primo prodotto che fa dell’ironia su corti e cavalieri; non è difficile, infatti, identificare titoli importanti che anticipano questo esperimento. Dalla ricerca del Santo Graal dei Monty Python (1975) alla più recente e spassosa serie Galavant (2015), esempi della dissacrazione di un genere che apparentemente si presta poco alla risata e alla commedia. I toni favolistici e l’epica pomposa alla base delle imprese cavalleresche – il riferimento è certamente il ciclo arturiano – vengono, nei titoli citati, riscritti in chiave ironica e demenziale, giocando sugli stereotipi del caso e declinandoli rispetto al tipo di comicità che si vuole produrre. Disenchantment arriva dunque per ultima, con la promessa però di essere all’altezza delle aspettative altissime che la pubblicizzazione di Netflix ha generato tra i fan di Groening e non solo.

You screwed up as a princess. You screwed up as a nun.  Those are the only two girl things I know!

Se la famiglia Simpson altro non era che la rappresentazione delle profonde contraddizioni della famiglia-tipo americana e Futurama l’estremizzazione comica dei topoi della fantascienza, si può dire che a livello di struttura Disenchantment si ponga esattamente nel mezzo. A muovere la trama è, difatti, la storia di una famiglia disfunzionale, calata però in un universo che rende omaggio al genere fantastico.
La protagonista, la principessa Tiabeanie – per tutti Bean – di Dreamland, non è a suo agio nel ruolo di donna di corte, ribellandosi continuamente alle direttive tiranniche del padre Zog, sovrano inetto e ottuso che la vorrebbe obbediente e sposata per fini politici. Accompagnata da Elfo, un ingenuo elfo fuggito dal regno di appartenenza e segretamente innamorato di lei, e da Luci, un demone inviatole per darle continuamente cattivi consigli, Bean non è il protagonista tipico delle serie di Groening, ma traccia una linea di demarcazione significativa rispetto al passato in almeno due sensi: in primis è una donna – a differenza di Homer e Fry – che cerca di emanciparsi dal proprio ruolo, una scelta idonea al periodo che stiamo vivendo e in un certo senso nuova per tutto il mondo delle serie animate per adulti – quasi tutti gli show che stanno emergendo nell’ultimo periodo hanno protagonisti maschili, da Bojack Horseman a Rick And Morty e Final Space; in secondo luogo è un personaggio molto più consapevole di se stesso, meno comico e più tragico, la cui interiorità si riflette tantissimo nei dialoghi e nelle battute.

Disenchantment – Stagione 1 Parte 1Grazie al formato Netflix, Groening e il team di autori hanno potuto lavorare meglio su una narrazione orizzontale, oltre che verticale. Gli episodi non sono isolati tra loro e in pochissimi casi possono essere visti singolarmente senza perdersi degli elementi importanti per comprenderne la trama. Non sono solo i rapporti tra i personaggi ad evolversi, ma l’intero sistema narrativo che riesce quasi sempre a svilupparsi naturalmente verso una direzione definita. Vi sono addirittura cliffhanger e plot twist che modificano radicalmente lo status quo: la scelta più coraggiosa, e azzeccata, deriva infatti dal trittico di episodi che chiude questa prima tranche – la seconda parte già annunciata consisterà di altre dieci puntate. La morte di Elfo non è temporanea né comicamente funzionale, ma fondamentale ai fini della crescita del personaggio di Bean, costretta ad una scelta importantissima, e del procedere della trama orizzontale. Anche se dall’epilogo del decimo episodio pare che il personaggio tornerà, la sua dipartita non perde valore né passa sotto traccia, ma chiarisce la grande confidenza che gli autori hanno nei confronti dello show, considerato qualcosa di più di un semplice divertissement.

I can get married or I can die. This should be a harder decision.

È proprio qui, tuttavia, che si individua quello che può essere considerato sia il più grande limite che la peculiarità più interessante di Disenchantment. La comicità dello show viaggia tra la satira e la sottile ironia, attraverso geniali guizzi umoristici ma anche episodi privi di quella verve innovativa che si potrebbe andar cercando. Gli autori non mancano di giocare in mondo intelligente con l’assurdo – sin dal primo episodio è esilarante la tragica sorte del principe Guybert, di cui nessuno pare preoccuparsi più di tanto – e con la ripetizione di leitmotiv, creando una commistione di stili e di gag che non a tutti potrebbe piacere.

Disenchantment – Stagione 1 Parte 1Il cast è interessante ma ancora poco sfruttato; a parte i personaggi principali – Bean, Elfo e Luci –, nessuno dei comprimari spicca in modo particolare, rimanendo sullo sfondo e apparendo solo per completare la determinata situazione che si viene a creare, a compimento di una gag o come pretesto narrativo per muovere la trama. Il rapporto tra Zog e Bean è ben calibrato ma non è nulla di nuovo, i tentativi di Sorcerio di distillare l’elisir di lunga vita sono più utili alla trama orizzontale che divertenti di per sé, e Odval e Oona – rispettivamente il Varys e la Cersei dello show – avrebbero meritato più spazio. Il finale di “Dreamland Falls” promette, tuttavia, uno stravolgimento per tutti i personaggi nell’immediato futuro, nonché un cambio di ambientazione che limiterebbe al minimo gli episodi stand alone.

Difficile giudicare, dunque, dove si ponga Disenchantment nella vastissima offerta della televisione contemporanea. Intanto è una serie divertente e intelligente – due caratteristiche non da poco – capace di confrontarsi con rispetto con il genere che parodizza, provando a proporre qualcosa di nuovo in un ambiente – quello delle comedy animate – sempre più battuto e inflazionato. Sinora l’intrattenimento in sé e per sé la fa da padrone, ma il plot twist che chiude questa prima parte impone di attendere la seconda prima di un giudizio definitivo su fin dove deciderà di spingersi questo show.

Voto: 7

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Informazioni su Davide Tuccella

Tutto quello che c'è da sapere su di lui sta nella frase: "Man of science, Man of Faith". Ed è per risolvere questo dubbio d'identità che divora storie su storie: da libri e fumetti a serie tv e film.


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4 commenti su “Disenchantment – Stagione 1 Parte 1

    • Federica Barbera

      Ciao Coimbra, ci dispiace che tu ti sia spoilerata qualcosa, ma le nostre recensioni di puntata e di stagione sono da sempre recensioni con spoiler!

      Le uniche recensioni spoiler free sono quelle dei pilot (perché così uno può farsi un’idea della prima puntata di una serie senza rovinarsela) e le recensioni-consiglio, che puoi riconoscere dal titolo: non hanno infatti alcuna indicazione di stagione, ma solo nome serie e una frase che secondo l’autore descrive lo show stesso.

      Tutte le altre, come detto più su, contengono sempre spoiler.
      Spero che ora sia più chiaro! 🙂
      A presto!

       
  • Michele

    Bella e centrata la recensione!
    Disenchantment è una serie che cresce col tempo. Mi ricordo un quinto e sesto episodi spettacolari!
    Probabilmente risulta meno comincia dei Simpson o Futurama nel suo complesso, è vero. Sono però d’accordo ad aspettare la seconda parte per giudicare meglio!

     
    • Davide Tuccella L'autore dell'articolo

      Ciao Michele! Grazie! 🙂
      Si, anche secondo me con la seconda parte avremo un quadro più definito sulla portata reale di questo progetto, che sebbene non sia stato entusiasmante finora è riuscito a divertire senza impegno.