The Deuce – 2×01 Our Raison d’Être 1


The Deuce – 2x01 Our Raison d’ÊtreDavid Simon e George Pelecanos sono finalmente tornati per regalarci un’ora di bellissima televisione. E, a prescindere da quanto si apprezzi il modo di raccontare di David Simon, rimane innegabile e folgorante quanto riesca ad essere sempre lucido, chiaro e incisivo anche in sessanta lunghi minuti di passerella, perché questo è il primo episodio della seconda stagione di The Deuce: un tour a tutti gli effetti tra le strade di New York, nella sua vita, nei suoi locali, tra le persone che lo abitano.

La scena si apre nel 1977, cioè cinque anni dopo la chiusura della prima stagione, che faceva scendere il sipario sul primo atto con la morte di Ruby da un lato e l’ascesa al successo di Eileen dall’altro, a compimento della grande ma strenua fatica della donna per smettere di essere Candy, almeno per buona parte della giornata. Simon, nel suo pieno stile compiuto, dettagliato, mai sopra le righe o troppo simbolico/interpretativo, ha mostrato con Ruby la letterale discesa del The Deuce, della camminata per la strada, di quel mondo vecchio e insicuro dominato dai pimp che replicano la tipica gestione delle gang che si sudano ogni centimetro del proprio territorio. La rottura dello status quo è appunto riassunta nell’ascesa e (ri)nascita di Eileen: così come Candy aveva trovato il modo di farsi spazio in mezzo alle regole dei “datori di lavoro” imponendosi come “self-made whore”, così nella sua vera identità, cioè come  Eileen, riesce persino a sfruttare a suo vantaggio quello stesso mondo, portandolo su un’altra dimensione.

The Deuce – 2x01 Our Raison d’Être Ed è esattamente da questo punto che riparte “Our Raison d’Être”, episodio introduttivo a tutti gli effetti e che sfrutta l’espediente del personaggio perduto per riportarci nei vecchi luoghi, come il The Hi-Hat ormai interamente gestito da Abby, sul set di Eileen e nella tavola calda Leon’s, ma anche nella nuova discoteca “366” di Vincent o nel locale aperto nel Village da Paul. Di questi cinque anni non vediamo un cambiamento, ma un’evoluzione, sia per le persone, che nelle attività, portando a pieno regime quanto seminato qualche anno prima per goderne a pieno i frutti. Ovviamente il personaggio perduto è Frankie che, a parte un evidente cambio di look virato sul total black da intellettuale francese, è rimasto praticamente identico a se stesso: frivolo, ladro e giocatore d’azzardo, ormai impegnato a spendere i soldi più che a capire come continuare a farne. L’episodio infatti inizia nel posto che è stato maggiormente al centro delle equazioni della scorsa stagione, lo Show World che per primo ha portato il porno dentro delle mura, dove ora troviamo una nuova persona a gestirlo, Irene (Roberta Colindrez), che non riesce comunque ad arginare l’invadenza di Frankie. Da lì in poi sarà suo fratello Vincent che, seguendone le tracce, ci traghetterà nel resto di Manhattan.

The Deuce – 2x01 Our Raison d’ÊtreInutile non citare a questo punto la grande questione delle accuse di molestie mosse contro James Franco. Senza dilungarsi sulle posizioni che produzione, canale e gli altri attori della serie hanno sostenuto, la cosa davvero importante da rilevare (e che tutti gli articoli di settore hanno giustamente riportato) è quanto sia straniante che Franco interpreti in questa serie un personaggio che ha totalmente a che fare con il mondo del porno e quindi con la mercificazione e oggettivazione del corpo della donna. Allo stesso tempo, soprattutto nei panni di Vincent, incarna anche un uomo fortemente dalla parte delle sue donne – come testimonia il pestaggio ai danni dell’amante dell’ex moglie visto nella scorsa stagione. In più The Deuce ha una componente femminile enorme, ancora più spinta e presente in questo episodio. Maliziosamente verrebbe da pensare anche ad una sorta di captatio benevolentiae verso il pubblico, una specie di “digestivo” che giustifichi in qualche modo la scelta di mantenere James Franco come doppio protagonista. Ma al di là delle speculazioni, che hanno sempre poca rilevanza alla fine dei conti, vale la pena concentrarsi sul fatto che si sia creata questa conseguenza, a prescindere dalle dietrologie: se questo è un modo per descrivere finalmente la donna come un essere pienamente e coscientemente sessuale, è un bene che David Simon e la sua sapiente penna si siano concentrati su questo punto.

Oltre Eileen, sia Abby che Darlene/Donna sono tra i personaggi migliori e su cui c’è da riporre le maggiori speranze: l’attivismo della prima e la voglia di riscatto della seconda sono due aspetti tra loro complementari e studiati come tali, un’amicizia silenziosa e fatta di pochi momenti, ma sicuramente tra i più teneri dell’episodio, e anche per questo particolarmente preziosi. Su una cosa non indulge mai Simon, cioè sulla kindness dei personaggi: è un concetto, nonché un tratto stilistico molto forte nelle opere, dove il gusto della verità ha un taglio così giornalistico che lo spazio per i sentimenti rimane chirurgico, vivisezionato, visibile soprattutto nella sua durezza. Eppure non è qualcosa che rende impenetrabili i personaggi, ma crea un’empatia molto diversa dal riconoscimento, che è un sentimento che inizia nello spettatore per tornare sullo schermo; in questo caso il sentimento è ribaltato sul personaggio, cioè sulla sua tridimensionalità, sull’affezione verso i difetti e le debolezze che lo caratterizzano. Ed è anche per questo che la questione femminista, anche se così spudoratamente rappresentata con Abby, non risulta una ruffianeria verso il pubblico: noi riconosciamo che la ragazza non potrebbe comportarsi altrimenti, che passare le proprie ore libere ad aiutare altre donne è pienamente ed unicamente nelle sue corde.

The Deuce – 2x01 Our Raison d’Être A rendere ancora più bello ed importante l’episodio c’è poi la scena finale, registicamente perfetta sino al minimo dettaglio. “Our Raison d’Être” è la citazione diretta di una frase di Harvey detta ad Eileen, nel voler arginare l’artisticità della sua protegé che ha pensato di citare la celeberrima scena dell’acid trip di Easy Rider per rappresentare in maniera veritiera l’orgasmo, per sottolineare che è identico sia per l’uomo che per la donna. Ma la ragione d’essere sta nei membri, nello spettacolo esplicito degli organi sessuali maschile e femminile, e non nell’alta citazione cinematografica; in fondo, l’arte vera sta esattamente nella capacità di trovare un equilibrio tra i due mondi – come ha fatto lei stessa nella sua vita, nel ribilanciare lo spazio tra Candy e Eileen, tra la donna di strada che vuole di più e la madre/figlia/sorella con una vita davvero difficile alle spalle.
Nel rivedere e ridimensionare la citazione, Eileen guarda la scena al proiettore e contemporaneamente la visione di quel montaggio alternato, e Alan Hall, il regista dell’episodio, ci costruisce a sua volta sopra un montaggio alternato “esterno” tra la donna, Frankie ed Abby, la coppia finalmente sola che fa sesso nel proprio letto. A conclusione dell’orgasmo reciproco, dentro e fuori lo schermo, Eileen e Vincent fumano una sigaretta post-coito e, mentre quest’ultimo allunga il braccio verso il pacchetto sul comodino, la telecamera inquadra il libro “Sisterhood is Powerful“. Verrebbe da chiudere dicendo solo: se non è questa maestria, cos’altro lo è?

The Deuce ha ufficialmente aperto le danze sulla Manhattan che ascolta Elvis Costello, Barry White e Talking Heads, che balla nelle discoteche, che ha nuovi detective e sovrintendenti comunali che provano a combattere la corruzione delle sue strade (new entry è Luke Kirby, già visto in Rectify e The Marvelous Mrs. Maisel), e che non sa ancora cosa la attende nei vicinissimi anni ’80. E in fondo, anche conoscendo cosa è storicamente accaduto, neppure noi sappiamo dove ci condurranno Simon e Pelecanos e dopo questo episodio è davvero tantissima la voglia di scoprirlo.

Voto: 9

 

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Informazioni su Sara De Santis

abruzzese per nascita, siciliana/napoletana per apparenza, milanese per puro caso e bolognese per aspirazione, ha capito che la sua unica stabilità sono netflix, prime video, il suo fedele computer ed una buona connessione internet


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