Doctor Who New Year’s Eve Special 2018 – Resolution 2


Doctor Who New Year's Eve Special 2018 – ResolutionChris Chibnall deve aver creato questa undicesima stagione di Doctor Who con il chiaro intento di giocare con le aspettative dei fan come il gatto con il topo o, per dirla montessorianamente, col bastone e la carota, perché in questi undici episodi siamo stati coccolati, stimolati, frustrati, presi in giro e spesso francamente maltrattati da una scrittura la cui scure non ha risparmiato quasi nessuna delle certezze del pubblico.


Dalla scelta di una Doctor donna, di cui si è già detto tutto, è partita una rivoluzione che ha visto la presenza di ben 3 companion, l’assenza di una coppia da shippare, una personalità del tutto nuova e per molti episodi tutta in divenire della protagonista, la concentrazione dello show su temi esplicitamente awake e in dialogo con il contemporaneo: tutto, in questa stagione, sembrava pensato appositamente per disorientare la fanbase più solida e allo stesso tempo inaugurare un mutamento all’interno della serie ancora tutto da costruire.
Il cambiamento, si sa, è sempre difficile da digerire per una certa tipologia di fan (lo abbiamo visto ampiamente con le reazioni tossiche ai nuovi film della saga di Star Wars), specie se questo cambiamento porta con sé una nuova filosofia che invece di compiacerli li mette alla prova e non si limita a divertirli e rassicurarli. E la nuova Doctor, pur se solidamente poggiata sul cuore dei temi classici della serie come l’umanitarismo e la pace, ha costretto il suo pubblico a misurarsi con un modo del tutto nuovo di affrontare questi temi, che, invece di essere esposti superficialmente per poi concentrarsi su una trama orizzontale deputata al solleticare il gioco intellettuale e il divertimento puro, in questa stagione sono stati messi in scena con una finalità quasi didattica. Da una parte, Thirteen è stata un ritorno al lato più educativo della serie – e in questo gioca sicuramente un ruolo fondamentale l’apertura ufficiale a un pubblico americano che necessitava di essere istruito sull’essenza di Doctor Who –, ma dall’altra è stata un coraggioso tentativo di trasportare questa vocazione in un presente che di umanitarismo e non violenza ha, francamente, moltissimo bisogno.
Una delle manifestazioni più evidenti di questa filosofia è stato il profilo scelto per tratteggiare i villain, che fino a “Resolution” sono stati tutti inediti rispetto al passato e hanno avuto almeno una caratteristica in comune: nessuno di loro, a parte forse gli Stenza, era davvero cattivo nel senso più classico del termine.

Doctor Who New Year's Eve Special 2018 – ResolutionPartendo dal presupposto che Doctor Who non ha mai scelto la strada della distinzione netta bene/male preferendo arricchire di nuance i suoi “mostri” – e spesso identificando piuttosto una dicotomia naturale/innaturale, come nel caso di Cybermen e Dalek –, questa undicesima stagione è andata ben oltre, con una sequela di villain accidentali (come Pting, il Solitract e i ragni) perché facevano dal male senza averne l’intenzione, semplicemente seguendo la loro natura, oppure portatori di idee cattive. Questi good villain sono stati spesso personificazione di mali sociali come la mascolinità tossica, l’avidità, il razzismo e molto frequentemente hanno finito per essere redenti piuttosto che battuti, e allontanati piuttosto che puniti. All’assenza di mostri veramente meritevoli di essere distrutti si è aggiunta la vocazione di Thirteen alla nonviolenza che le ha impedito di uccidere persino il nemico più pericoloso, rendendo i plot di stagione molto più complessi, “spiegati” e spesso molto meno ricchi di momenti action, facendo pensare a una Doctor molto più portata al ragionamento che all’azione.

Ma con “The Battle of Ranskoor Av Kolos”, il tono ha iniziato a cambiare e la serie non ha mancato di fare i conti con il lato oscuro di questa inclinazione al pacifismo, mostrandoci come la decisione di non uccidere lo Stenza Tzim-Sha abbia finito per permettergli solo di fare più danni; attraverso un percorso organico e gradualeDoctor Who ci ha così portato verso il momento ideale per fronteggiare un vero villain, la nemesi e la cattiveria incarnata: naturalmente, i Dalek.
Doctor Who New Year's Eve Special 2018 – Resolution“Resolution” è quindi uno speciale in molto più di un senso, perché riporta alla luce un lato della Doctor che questa stagione non ci aveva mai mostrato, perché si riaggancia alle stagioni precedenti attraverso un cattivo molto familiare e decisamente iconico, ma anche perché riesce a fare tutto questo senza perdere di vista il suo obiettivo primario e la sua coerenza interna. I nuovi (anzi, IL nuovo) Dalek sono esteticamente rielaborati secondo il nuovo gusto e il budget più ricco di questa annata, sono in divenire esattamente come la Doctor (che nella première aveva ricostruito il cacciavite sonico, in un parallelo tutt’altro che casuale) e sono decisamente cattivi, meritevoli di essere eliminati.

La spietatezza proverbiale del Recon Dalek viene affrontata dalla Doctor e dai companion con una decisione che se non fosse stata gradualmente introdotta dalla stagione risulterebbe quasi spiazzante, lasciando spazio a ottime e molto attese sequenze d’azione spettacolari, oltre ad un ritmo irresistibile che fornisce la prova, se ce ne fosse bisogno, che il carattere interlocutorio degli episodi precedenti era un processo totalmente intenzionale. Il gruppo funziona ormai come un ensemble perfettamente oliato – posto che la storyline famigliare tra Ryan, Graham e Aaron lascia comprensibilmente fuori dai giochi Yaz – e il carattere della Doctor ha raggiunto il suo compimento definitivo: contro i Dalek è impossibile farsi da parte, è impossibile negoziare, è impossibile chiedere aiuto (peraltro l’unico aiuto possibile, la UNIT, in un divertente siparietto chiaramente anti-Brexit, risulta essere stata smantellata, tanto per mettere un chiodo in più sulla bara di Moffat), bisogna quindi agire mettendo da parte i propri dubbi. L’azione, in “Resolution” come in tutta l’undicesima stagione, non è mai fine a sé stessa o mero sfogo come gli spari di Ryan nel secondo episodio, ma è sempre frutto di un preciso percorso di definizione di sé attraverso ciò che conta: come Ryan si mette alla prova salvando il padre, mettendo a frutto gli insegnamenti della Doctor, così lei stessa viene a patti con la sua vocazione di salvatrice senza rinnegare il cambiamento avvenuto nella sua personalità.

Doctor Who New Year's Eve Special 2018 – ResolutionUn New Year’s Special che è più che altro un gran finale di stagione, quindi, e lungi dall’essere uno standalone narrativo chiude il percorso di questa annata riuscendo ad avvicinarsi, per stile e soggetto, alle precedenti stagioni ma allo stesso tempo producendo qualcosa di originale e totalmente rispettoso del progetto di Chibnall.
Capiremo solo nel 2020 se la sfida di Doctor Who ai suoi fan finirà per definire una svolta davvero epocale nella storia della serie ed essere ripagata con affetto, ma certamente si può dire che gli ascolti abbiano premiato l’operazione, dato che ognuno dei precedenti dieci episodi della serie aveva battuto in ascolti l’annata 2017. Curiosamente, dai numeri provvisori “Resolution” è risultato invece lo speciale festivo meno visto in assoluto della storia di Doctor Who, il che probabilmente non dice nulla di fondamentale sul gradimento dell’episodio in sé ma potrebbe dire qualcosa sulla scelta di programmarlo il 1 gennaio anziché a Natale, decisamente poco apprezzata e forse controproducente.
Di certo, è un dato che non corrisponde alla qualità di un episodio che si piazza tra i migliori di questa undicesima stagione e non sfigurerebbe neppure in gara con le migliori prove di Moffat e Davies. La squadra guidata da Chibnall con questa stagione ha poggiato le basi della propria filosofia e le ha portate a regime, ora la sfida è costruire su queste una nuova mitologia.

Voto: 9

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Informazioni su Eugenia Fattori

Bolognese di nascita - ma non chiedete l'età a una signora - è fanatica di scrittura e di cinema fin dalla culla, quindi era destino che scoprisse le serie tv e cercasse di unire le sue due grandi passioni. Inspiegabilmente (dato che tende a non portare mai scarpe e a non ricordarsi neanche le tabelline) è finita a lavorare nella moda e nei social media, ma Seriangolo è dove si sente davvero a casa.


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2 commenti su “Doctor Who New Year’s Eve Special 2018 – Resolution

  • Michele

    Leggere di “un gran finale di stagione” mi perplime davvero. Boh,
    Neanche il globalista piu” radicale troverebbe questo minestrone guardabile. Con la ciliegina sulla torta della riconciliazione col padre che, forse rendendosi conto di essere finito in un paciugo senza senso, rifiuta la famiglia allargata e se ne sta a fare il poveraccio e magari a votare per la brexit. Guarda meglio e non permettere alla ideologia di prendere il sopravvento su una sana recensione di un pessimo anno del Dottore. Per giunta mal sceneggiato e peggio recitato tra urletti e scimmiottamenti. E non penso dietro ci sia tutto sto buonismo o magari un Soros amico di Chibnall. È solo pessima serialità. Punto. Ciao.

     
  • Zozo

    “Il cambiamento, si sa, è sempre difficile da digerire per una certa tipologia di fan (lo abbiamo visto ampiamente con le reazioni *tossiche* ai nuovi film della saga di Star Wars)”

    Reazioni… “tossiche”? Ma di che stai parlando? Distruggere completamente (e immotivatamente) un personaggio che credevamo di conoscere da 40 anni, è una cosa che merita un premio secondo te? Robe da pazzi…

    Il cambiamento va bene solo quando *ha un senso ed è coerente con quello che si sa della storia accertata* , non dovrei nemmeno essere qui a dirlo… La prossima che scriverai, magari, è che l’8a stagione di GOT è stata la cosa più intelligente e meglio costruita della storia, soprattutto per quella trovata assolutamente *geniale* di trasformare Daenerys in un mostro sanguinario in si e no due puntate… smh

    Evita di parlare di cose di cui non sai assolutamente nulla, che ci fai solo delle figuracce.