È difficile non restare sorpresi dalla dirompente forza creativa che caratterizza Big Mouth. I suoi episodi sono tour de force emotivi, inarrestabili cascate di piacere audiovisivo, momenti d’intrattenimento spesso didattici ma mai didascalici che mantengono sempre un livello qualitativo elevato.
Anche in questo episodio speciale distribuito per San Valentino – lungo quanto un doppio episodio – la serie tv creata da Nick Croll, Andrew Goldberg, Mark Levin e Jennifer Flackett non abbassa la guardia, non prende fiato dalla sua inarrestabile corsa drammaturgica e offre quarantacinque minuti di divertimento scatenato intorno alle dinamiche della festa dell’amore, nel segno della storia cinematografica delle commedie romantiche e nello stile umoristico, satirico e dolorosamente sincero che ha contraddistinto le sue due stagioni.
Pur essendo uno speciale a tema, “My Furry Valentine” ha ben chiara la sua direzione narrativa all’interno del progetto. La narrazione è sviluppata con ordine e intelligenza, ancora una volta sfruttando la forma in favore dei contenuti e confrontandosi con i contenuti attraverso l’umorismo. Il risultato espressivo è il prodotto di una triangolazione tra animazione – elastica e folle, immaginativa e puntuale –, linguaggio comico – che filtra e mette tutto su un piano dissacratorio, satirico, autoironico e meta testuale – e contenuti, che riguardano, in un vastissimo spettro d’interesse, la solitudine, l’incomprensione, l’amore come una relazione tra individui, la propria identità sessuale nel bombardamento delle aspettative sociali, i pregiudizi e il cambiamento.
Questa volta però l’attenzione alle tematiche è intensificata dal contesto narrativo di riferimento. Riflettere a fondo sul ruolo del sentimento amoroso nella giornata di San Valentino non è indifferente: per lo show ne consegue la maggiore specificità dei contenuti, una particolare angolazione dell’ironia e l’uso attento dell’animazione; per i personaggi interni al racconto comporta invece un maggiore stress emotivo, un insediamento ancora più ingombrante nelle loro psicologie e nelle loro difficoltà puberali. Forse mai come in questo episodio i protagonisti si sono infatti rivelati così in difficolta e mai come in questo episodio la serie si è dimostrata così perspicace nell’intercettazione dei loro sentimenti.
In “My Furry Valentine” Nick, Andrew, Jessi, Jay e Mattew sono vittime accerchiate da eventi ostili e perseguitate da insicurezze. Si pongono interrogativi sulla loro identità, si mettono in giudizio come persone e sono preoccupati di provare sentimenti esagerati: pensano a come atteggiarsi, non comportandosi come loro stessi, anche se questo è una forzatura o motore di infelicità cronica. Le loro controparti mostruose non possono che rispondere in maniera inappropriata ai loro dubbi perché non riescono ad arginare l’autoconvinzione demoralizzata dei piccoli personaggi.
La concezione degli hormone monsters della sessualità e dell’amore è troppo libera e anti normativa, troppo lontana dalle apparenti regole del mondo sociale per poter aiutare mentalità che ancora sono inesperte della vita e dei sentimenti e che si lasciano travolgere dalla complessità degli eventi. Anche se sembra che i comportamenti folli dei personaggi siano dovuti alla tempesta pulsionale di cui sono partecipi, in realtà la serie con raffinatezza ci fa intendere che spesso sono i personaggi coscienti e non il loro subconscio pulsionale a prendere delle scelte precise.
Consideriamo i due protagonisti. Andrew sragiona perché teme di non essere corrisposto da Missy e si lancia in sogni di egoismo in cui pensa che l’atteggiamento da gradasso possa essere la carta vincente per conquistare la controparte femminile, ignorando la necessità dell’affetto, della gentilezza e del rispetto, pensando invece di mostrarsi sicuro di sé, sprezzante e irrispettoso delle scelte altrui. Nick, ancora protagonista di imbarazzanti cambiamenti fisici, è infastidito dalla presenza di un mostro femmina, di cui non si fida completamente e che allontana perché non ritiene abbastanza maschile l’atteggiamento sensibile e non machista che lei gli suggerisce per confrontarsi con l’altro sesso.
In entrambi i casi i consiglieri immaginari sono lontani dalle decisioni iniziali dei protagonisti e non possono nulla rispetto alle loro evoluzioni decisionali. Se però Andrew decide di rimanere ancorato alla propria visione – condannandosi a scelte comicamente controproducenti e infelici –, Nick segue un arco di crescita di comprensione e riavvicinamento, di accettazione della sua controparte femminile e della sua sensibilità, scollandosi dall’immagine dell’uomo forte e abbracciando invece l’immagine della persona rispettosa e sensibile verso gli altri, grazie al punto di vista differente della femminilità.
San Valentino però non è un campo di battaglia solo per i due protagonisti. Anche Jessi, Mattew e Jay partecipano all’esame di coscienza dovuto al periodo complicato, in modi differenti ma comunque tesi alla ricerca di una soluzione personale pacifica. Per i primi due il problema è la natura opprimente della festa e del suo immaginario: attraverso i loro personaggi e la loro alleanza “anti festiva”, “My Furry Valentine” riflette su alcuni elementi dell’immaginario di San Valentino e sulle conseguenze provocate dalla concezione dell’amore proposta dall’industria dello spettacolo.
L’episodio, pur guardando con affetto ad alcune delle scene più famose e intelligenti del genere (come il finto orgasmo o la gag del divano dei primi incontri di “Harry ti presento Sally”), è di certo fortemente critico nei confronti di alcuni stereotipi che hanno contribuito ad aumentare le aspettative verso una concezione dell’amore come quella proposta da San Valentino. Jessi e Mattew confrontano infatti le proprie delusioni amorose – in un caso dovute a una instabilità famigliare e nell’alto a un’insicurezza personale –, riscontrando i danni di questa rappresentazione diffusa e data per scontata, in cui l’amore è sentimento assolutamente necessario, che deve esserci per rendere completi e umanamente soddisfatti, senza cui è impossibile non sentirsi soli.
Attraverso una coreografia musicale sensazionale i due ribaltano la loro tristezza in un’amicizia che, all’interno di uno schema dove tutti soffrono a causa dell’impossibilità di raggiungere status idealizzati, sembra essere la soluzione più realistica, il passaggio segreto nascosto in una strada senza uscita che porta a una serenità forse momentanea ma almeno condivisa nei piccoli dolori. Il momento di canto liberatorio – considerato dalla serie come uno dei momenti di verità, passaggio in cui il contenuto si rivela nella sua sincerità più profonda – non riguarda però Jay. Il personaggio, tra i più interessanti dello show, partecipa invece a una riflessione sulla propria sessualità e sul proprio piacere che in un primo momento è contenuta nei confini della parodia scherzosa e in un secondo invece assume connotati più seri. Il discorso nell’episodio non è centrale ma si legge nell’interesse per l’argomento la volontà della serie di approfondire il suo personaggio a fondo.
Tutti i personaggi principali sono sviluppati con un lavoro di cesello che rende lo speciale un tassello importante per lo show, una conferma, anche nel quadro generale, della coerenza dello sviluppo del prodotto. Il merito è ancora una volta di una narrazione che anche in tempi brevi è capace di costruire riflessioni dense e stratificate, grazie in particolare ad un’animazione davvero inventiva, attenta ai minimi dettagli, e a un umorismo tagliente in grado di utilizzare a proprio favore il citazionismo in virtù di qualcosa di diverso, di nuovo, di inedito.
L’episodio inoltre centra in pieno il suo obiettivo tematico, ovvero quello di rappresentare la risposta psicologica dei personaggi in un momento di importante crisi emotiva, descrivendo i danni provocati da alcuni comportamenti, la positività di altri, il valore dell’amicizia e il ruolo dell’amore (anche quello commercializzato e mercificato) nella crescita e nella quotidianità. “My Furry Valentine” si dimostra così un vero gioiello di comicità riflessiva, un’ulteriore prova del valore e dell’unicità di una serie che cresce sempre di più.
Voto: 9