PEN15 – 1×01 First Day


PEN15 - 1x01 First DayÈ sempre più difficile riuscire ad interpretare la realtà delle nuove generazioni, anche perché oggi i ragazzi si confrontano con un tessuto sociale molto diverso da quello del passato, fatto di relazioni filtrate dalla tecnologia, comunità interconnesse e un universo che si apre ai loro occhi molto prima di quanto avveniva in passato. Forse è anche per questo che PEN15 non aspira ad esplorare il mondo della crescita di un adolescente contemporaneo, bensì fa un salto indietro nel tempo sino all’anno 2000, ad un periodo storico più familiare alle protagoniste, nonchè autrici dello show.

Maya Erskine e Anna Konkle, infatti, hanno entrambe da poco superato i trent’anni e all’inizio del nuovo millennio vivevano i tumultuosi anni della middle-school – che equivale grossomodo alla scuola media italiana – con tutte le difficoltà della crescita e dell’esplosione ormonale a carico. Si può dire che PEN15 sia un progetto autobiografico: Maya e Anna interpretano loro stesse all’età di 13 anni provando a raccontare un mondo, quello adolescenziale, a partire dagli esordi e attraverso il loro personale punto di vista, con l’obiettivo di mettere in scena una fase della crescita in cui chiunque possa immedesimarsi e riconoscersi.

PEN15 - 1x01 First DayFinora non sembra niente di incredibilmente nuovo o originale: le teen comedy hanno da sempre tenuto banco al cinema e in televisione, e i tentativi di esplorare l’ecosistema scolastico, anche da un punto di vista biografico e legato alla scoperta della sessualità, sono innumerevoli. Recentemente, per esempio, si ricordano Sex Education e Big Mouth entrambe di Netflix, capaci in modo diverso di dire la loro sulla questione. In cosa è diversa, dunque, PEN15?

L’idea di rottura che lo show di Hulu porta in dote è insita proprio nella scelta delle due protagoniste: Maya e Anna interpretano, come già accennato, loro stesse in età adolescenziale, ma gli attori che le circondano sono dei ragazzi di 13 anni a tutti gli effetti. L’effetto è fin da subito straniante per lo spettatore, che deve sospendere l’incredulità quando si rende conto di trovarsi di fronte ad uno show in cui donne adulte interpretano loro stesse da ragazze e rivivono gli effetti devastanti della loro pubertà al fianco di attori minorenni. Abituarcisi potrà richiedere un po’ di tempo, ma non appena si riesce ad accettare la cosa lo show ricambia offrendo tantissimi spunti e riuscendo a giustificare perfettamente la scelta.

This is gonna be like the best year of our lives.

La genialità di questa coraggiosa operazione avrebbe potuto significare anche la sua rovina, tuttavia PEN15 riesce ad essere abbastanza profonda e genuina nelle tematiche affrontate da non far sì che la differenza di età sia un limite al racconto messo in piedi dalla coppia Erskine-Konkle. Uno dei punti di forza, per esempio, è la scelta di focalizzare lo sguardo soprattutto sull’amicizia tra le due protagoniste, un rapporto autentico che funziona anche come un’oasi, al riparo dalle crudeltà del mondo che le circonda. Da un altro punto di vista, la disparità anagrafica mette in luce alcune delle questioni più rilevanti relative alla crescita, come il rapporto tormentato con il proprio corpo, l’importanza dell’immagine che gli altri hanno di te, la necessità di essere apprezzata e di non essere etichettata a causa del proprio aspetto esteriore. È interessante notare come l’ambiente scolastico sia dipinto senza farsi nessuno scrupolo: nonostante la giovane età dei personaggi e la relativa ingenuità che gli si attribuisce, infatti, si forma un ambiente estremamente tossico, dal quale è semplice farsi assorbire e contagiare. Lo dimostra il ribaltamento di prospettiva nel quale si ritrova invischiata Maya, che si lascia prendere la mano in uno sfogo, incautamente incitata dalla sua voglia di rivalsa e dal suo dolore interiore.

La portata emotiva di queste tematiche, molto intime e delicate, è amplificata dalla consapevolezza di trovarsi di fronte ad un prodotto molto personale. Risulta evidente il fatto che Maya Erskine e Anna Konkle abbiano investito tantissimo della loro esperienza e del loro vissuto in questo progetto, scegliendo di condividerli con il pubblico per trovare un punto di contatto. Ci si può rendere conto di quanto lo show sia costruito sulla loro vita anche da piccoli dettagli, come il fatto che la madre del personaggio di Maya nella serie sia interpretata da Mutsuko Erskine, che è davvero la madre dell’attrice – un po’ come avveniva in Master Of None con i genitori di Aziz Ansari che interpretavano loro stessi nella serie, anche quella totalmente incentrata sul suo protagonista e sul suo punto di vista.

Just one step at a time. It’s not like it’s gonna last forever.

PEN15 - 1x01 First Day“First Day” è un buon pilot, perché si prende tutto il tempo per farci conoscere Maya e Anna e poiché funziona da cartina tornasole per quello che vedremo durante tutta la stagione. Sembra, infatti, che l’episodio sia stato scritto appositamente al fine di evidenziare i punti di forza dello show, equilibrando in modo quasi perfetto gli elementi comici, quelli sentimentali e quelli più spiccatamente drammatici – quando non grotteschi, come per esempio l’imitazione di Jim Carrey in Ace Ventura – che caratterizzano lo stile degli autori. L’unica colpa che si può imputare a questo pilot è forse proprio quella di voler raccontare fin troppo, comprimendo lo spazio dedicato a molti dei personaggi, che siamo sicuri riceveranno comunque maggiore attenzione dal secondo episodio in avanti.

In definitiva, PEN15 potrebbe rivelarsi una graditissima sorpresa nel panorama delle teen comedy contemporanee, grazie ad una struttura molto classica che, tuttavia, si arricchisce di elementi originali significativi, capaci di dare forza alla narrazione e, se tutto continuerà a funzionare bene, di offrire allo spettatore un punto di vista soggettivo e privilegiato sugli anni più difficili che chiunque abbia mai dovuto affrontare.

Voto: 7 ½

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Informazioni su Davide Tuccella

Tutto quello che c'è da sapere su di lui sta nella frase: "Man of science, Man of Faith". Ed è per risolvere questo dubbio d'identità che divora storie su storie: da libri e fumetti a serie tv e film.

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