Il Nome Della Rosa – 1×01/02 Episodio 1 & 2


Il Nome Della Rosa - 1x01/02 Episodio 1 & 2C’era un certo fervore per l’esordio sul palinsesto italiano de Il Nome della Rosa. Vuoi per la cassa di risonanza fornita da uno dei romanzi di letteraura contemporanea italiana di maggiore successo nel mondo, vuoi per il felice precedente del film di Jean-Jacques Annaud, erano in tanti ad attendere al varco la produzione Palomar, TeleMunchen e RaiFiction per la regia di Giacomo Battiato.

La produzione ha fatto le cose in grande: un cast di livello, guidato da John Turturro (Guglielmo di Baskerville), Michael Emerson (nel ruolo dell’abate) e Rupert Everett (Bernardo Gui) a cui si affiancano il tedesco Damian Hardung (Adso da Melk) e volti noti della televisione italiana (Roberto Herlitzka, Greta Scarani, Alessio Boni), un set enorme allestito a Cinecittà e un budget imponente, del quale si può intuire l’entità già dalle prime scene, in cui è evidente la cura messa nella ricostruzione storica ed ambientale. I dubbi principali che accompagnavano la produzione riguardavano infatti la direzione che sarebbe stata presa nell’adattamento del romanzo di Umberto Eco. Proprio la caratura dell’opera originale e il successo della sua versione cinematografica con Sean Connery ponevano dei termini di paragone altissimi, sollevando più di una questione sull’effettiva utilità della trasposizione televisiva.

Il Nome Della Rosa - 1x01/02 Episodio 1 & 2L’intento dell’opera era quello di portare a termine un adattamento il più fedele possibile alle vicende raccontate nel libro, sfruttando il maggiore spazio concesso dalle otto puntate di cinquanta minuti. I primi due episodi catapultano lo spettatore nel vortice di un contesto storico complesso. All’interno dell’abbazia benedettina dove si svolge la maggior parte delle vicende è previsto un delicato incontro tra esponenti dell’Ordine Francescano, appoggiati dall’Imperatore Ludovico, e i rappresentanti della Chiesa di Avignone, in merito alle tesi pauperistiche espresse dai seguaci di San Francesco. La misteriosa morte di Adelmo, giovane copista, nei giorni appena precedenti al convegno indurrà l’Abate, preoccupato per le sorti dell’abbazia, ad incaricare Guglielmo da Baskerville di fare luce sulle vicende mentre tra i monaci serpeggiano rancori e segreti e sull’abbazia aleggia la terribile figura dell’Anticristo.

Ciò che caratterizza il romanzo di Eco è l’estrema erudizione che trasuda dalle pagine e la serie diretta da Giacomo Battiato tenta di inserirsi all’interno della medesima corrente. La ricostruzione storica è accurata e dà subito sentore di quell’atmosfera duale, in cui all’oscurantismo medioevale si contrapponeva la nuova apertura alla scienza e alla curiosità rappresentata da Guglielmo da Baskerville. Siamo all’inizio del XIV secolo, in piena fioritura comunale e dei commerci, con la cultura che fino a quel momento era rimasta segregata all’interno delle biblioteche ecclesiastiche e che cercava la via più breve per uscire alla luce.
Anche sotto l’aspetto dottrinale e dei temi il lavoro televisivo non fa granché per discostarsi dall’opera di Eco: ad essere affrontati sono argomenti annosi ma scontati come la necessità politica, le strutture di potere, la relazione tra maestro ed allievo, il celibato, il ruolo – o ad essere precisi, la sua assenza – della donna nella società, l’interpretazione della volontà divina; il tutto con una scrittura apparentemente inconsapevole di come quarant’anni di storia recente (Il Nome Della Rosa è stato pubblicato nel 1980) abbiano arricchito il dibattito.

Il Nome Della Rosa - 1x01/02 Episodio 1 & 2

È proprio questo il peccato più grande di cui si macchiano le prime due puntate de Il Nome della Rosa: la riproposizione del materiale è pedissequa, senza la parvenza di uno slancio creativo ulteriore, e tutta la forza dello show viene affidata alle ambientazioni e alle interpretazioni dei protagonisti. La regia non aiuta a smorzare questa sensazione di pigrizia espressiva; salta subito agli occhi l’intento estremamente didascalico, da fiction, di ogni inquadratura, con primissimi piani e dettagli insistiti ed insistenti nel vivisezionare ogni cambio d’espressione, ogni turbamento d’animo, ogni “faccetta intensa o basita”.

A rendere godibile la visione contribuiscono la solidità dell’intreccio – nel film di Annaud questo era stato forzosamente sdilinquito nella sua stratificazione dai tempi cinematografici – che avrà tutto il tempo necessario a costruirsi e risolversi, e l’interpretazione dei protagonisti (molto meno convincente è il doppiaggio italiano). John Turturro non avrà il physique du role di Sean Connery ma aderisce molto bene alle caratteristiche di quello che dovrebbe essere un frate francescano e il cast di supporto, a partire dal vacuo Michael Emerson nel ruolo dell’Abate, si cala bene nella parte.

A conti fatti Il Nome Della Rosa si presenta come un esperimento riuscito solo a metà. L’attesa che ha alimentato è indicativa della rilevanza internazionale a cui possono aspirare la televisione italiana e la Rai (il prodotto è stato già venduto in 130 paesi), senza dover alienarsi il pubblico di casa abituato alla sicurezza e ai buoni sentimenti della fiction. In questo senso le peripezie di Guglielmo di Baskerville e Adso da Melk sono un ulteriore approfondimento del solco già scavato da produzioni qualitativamente rilevanti emerse negli ultimi anni, come La Linea Verticale, Il Cacciatore, L’Amica Geniale. Allo stesso tempo il risultato finale non deve e non può illudere. Il Nome Della Rosa si presenta con due puntate che sono una trasposizione scialba e banalotta che nulla aggiunge al panorama televisivo internazionale e poco di più riesce a fare in quello nostrano. L’accuratezza della messa in scena rende il prodotto apprezzabile per chiunque sia digiuno del materiale originale ma non ha molto da aggiungere per tutti gli altri. Alle altre sei puntate l’ingrato compito di ribaltare un giudizio che, al momento, non può che essere freddo.

Voto 1×01: 6½
Voto 1×02: 5½

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