Barry – 2×01 The Show Must Go On, Probably?


Barry - 2x01 The Show Must Go On, Probably?“Nessun uomo può, per un tempo considerevole, portare una faccia per sé e un’altra per la moltitudine, senza infine confonderle e non sapere più quale delle due sia la vera.” (Nathaniel Hawthorne, La lettera scarlatta)
Grandi aspettative accompagnavano il ritorno sul piccolo schermo di Barry, uno dei prodotti più riusciti di casa HBO nella scorsa stagione seriale, e la creatura di Alec Berg e Bill Hader le ha pienamente soddisfatte con un episodio che chiarisce da subito la volontà degli autori di non adagiarsi sugli allori e dare alla serie una rinnovata complessità stilistica e tematica.

Dopo l’omicidio del detective Moss la vita di Barry Berkman sembra aver finalmente preso la piega da lui tanto desiderata: la vita da killer su commissione è ormai un ricordo lontano, la relazione con la compagna di palcoscenico Sally va a gonfie vele e la carriera d’attore sembra destinata a spiccare il volo. Peccato che queste siano soltanto le illusioni di Barry, mentre lo scenario reale è molto più cupo. Gene, ancora sconvolto dalla morte di Janice, non è in grado di guidare i suoi allievi come in passato, la polizia inizia a mettere Barry nel mirino e il criminale ceceno Hank lo costringe a tornare in azione per tutelare la sua attività. Un ritorno sullo schermo pregno di eventi, dunque, che traccia le linee guida per il resto della stagione e, in diretto rimando alla sequenza conclusiva di “Chapter Eight: Know Your Truth”, pone l’accento sull’incapacità del protagonista di affrontare le conseguenze delle proprie azioni.

Se nella prima stagione il motore del racconto era il travaglio psicologico di Barry nell’inseguire la recitazione come via di fuga dalla sua natura violenta, questo episodio porta immediatamente la narrazione ad un livello ulteriore, ben più cupo del precedente. Quella che doveva essere una catarsi si rivela l’ennesima menzogna di cui il protagonista è vittima: l’impegno viscerale di Barry verso il teatro non è dovuto a una redenzione morale compiuta, ma è il segno di una fuga dalle proprie responsabilità priva di metodo. Il mestiere dell’attore torna ad essere lo spartiacque tra verità e apparenza, ma se prima Barry compensava la sua incapacità sul palco con la finzione sociale, ora la recitazione attoriale prende il sopravvento sulla maschera che indossa quotidianamente per muoversi nel mondo. È un capovolgimento di fronte apparentemente sottile che lascia però intravedere la rovina che ne seguirà, ma senza mai rinunciare all’ironia e allo humour nerissimo che sono la spina dorsale della serie.

Barry - 2x01 The Show Must Go On, Probably?Mentre la comicità di Barry è dettata dalla sua inadeguatezza esistenziale che, grazie alla performance del sempre ottimo Bill Hader, genera situazioni ai limiti del surrealismo, l’anima più sfacciatamente comedy dello show trova voce grazie ai suoi coprotagonisti, per la precisione Monroe Fuches e NoHo Hank. Personaggi a metà tra il cinema dei fratelli Coen e di Martin McDonagh, i due uomini rappresentano il legame più forte di Barry con il suo passato fatto di mediocrità, disillusione e violenza priva di scopo. La sequenza d’apertura dell’episodio, in cui vediamo in azione il nuovo pupillo di Fuches, sintetizza alla perfezione l’unione tra farsa e tragedia che domina le vite di questi personaggi, condannati a vivere ai margini della società e a nascondere la loro vera identità al mondo. Tra i due uomini, però, è Hank ad avere più affinità con Barry poiché condivide la sua stessa scissione tra la maschera che è costretto a indossare e il suo vero essere. L’alleanza tra boliviani e ceceni è il coronamento del sogno di Hank di un’utopica bromance criminale – messa splendidamente in scena da Hiro Murai –, ma anche nel suo caso le responsabilità del passato tornano a presentare il conto, e l’unica scappatoia possibile è chiedere a Barry di riprendere le sue mansioni di assassino.

Di fronte al rifiuto del protagonista, Hank cambia faccia e passa alle minacce da tipico criminale, e qui assistiamo a un vero e proprio cortocircuito del personaggio: Hank assume la maschera del gangster spietato ma il suo modo di porsi è contrario alla sua natura, nonostante le convenzioni del suo status sociale prevedano un’innata assenza di scrupoli. Questo intricato scambio tra sincerità e apparenza ha una valenza cruciale poiché si intreccia con la confessione di Barry a Gene e a tutta la classe di recitazione, vero punto focale dell’episodio. Il protagonista rievoca la prima volta in cui ha ucciso un uomo mentre i suoi compagni mettono in scena l’aneddoto, ma il racconto e la sua rappresentazione differiscono dalla verità, nota soltanto a noi spettatori. Un superbo lavoro di montaggio ci mostra la totale indifferenza di Barry verso le vite che ha spezzato, contrapposta alla recitazione degli attori che dovrebbe rappresentare la naturale reazione all’evento; il dolore simulato dallo stesso Barry nel raccontare l’accaduto getta ombre sempre più scure sul suo futuro e la maschera indossata così a lungo nella speranza di vivere una vita normale sembra destinata a sgretolarsi con esiti distruttivi.

Per il suo ritorno sugli schermi, dunque, Barry alza ulteriormente i livelli di qualità raggiunti dalla scorsa annata, con un episodio che non si accontenta di riproporre i punti di forza della serie ma li arricchisce di rinnovate sfumature tragicomiche. In questo gioco di continui rimandi tra realtà e finzione, capace di divertire e atterrire il pubblico senza alcun preavviso, non si può che elogiare la volontà degli autori di seguire lo spirito del tempo, ossia la celebrazione della contaminazione di stili e generi che sta decretando il successo della serialità contemporanea.

Voto: 8

 

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