Game of Thrones – 8×01 Winterfell 3


Game of Thrones - 8x01 Winterfell Dopo un anno e mezzo di spasmodica attesa, Game of Thrones torna sugli schermi di HBO e Sky con sei mastodontici capitoli conclusivi, a cui spetterà l’arduo compito di portare a compimento in maniera soddisfacente la celebre saga martiniana.

Non a caso lo show è stato definito come l’ultima serie evento del panorama televisivo attuale: morti eccellenti, battaglie epiche, momenti iconici e un production value altissimo hanno reso Il Trono di Spade molto più di una semplice serie di successo, trasformandola in un vero e proprio fenomeno culturale, che tra tifi da stadio, accese discussioni e complicatissime teorie è riuscito a catalizzare ininterrottamente l’interesse del pubblico per ben otto anni. A monte di tutto ciò troviamo il complesso lavoro di world e character building di Martin, che Benioff e Weiss hanno adattato al piccolo schermo nel corso delle stagioni con risultati alterni, in alcuni casi operando un’efficace sfrondatura delle divagazioni presenti nel materiale letterario, in altri finendo col semplificare o comprimere eccessivamente gli sviluppi narrativi, soprattutto una volta privati della traccia di riferimento dei romanzi.
È proprio in questa seconda casistica che ricadono molti dei difetti della passata stagione, la quale, nonostante le molteplici sequenze spettacolari ad alto budget e la messa in scena di momenti molto attesi dagli spettatori, ha in più di un caso mostrato una scrittura non all’altezza, sia dal punto di vista della caratterizzazione dei personaggi che, soprattutto, della costruzione del plot.
Game of Thrones - 8x01 WinterfellIn questo contesto si inserisce la premiere “Winterfell”, un episodio volutamente denso di rimandi al pilot e in buona parte focalizzato sul ricongiungimento di numerosi personaggi, (ri)condotti a Winterfell dalla forza centripeta degli eventi dopo un peregrinare durato in alcuni casi per intere stagioni. La puntata prosegue, almeno a prima vista, nel solco tracciato nella scorsa stagione, andando a risolvere in maniera sbrigativa, ma più ragionata, diversi nodi narrativi lasciati in sospeso, in vista (si spera) di una gestione più meditata del racconto nei successivi capitoli.

L’episodio si apre con il regale ingresso di Jon e Daenerys a Winterfell. Al di là del mix di stupore e paura dovuto alla visione di Drogon e Rhaegal, l’accoglienza riservata alla nuova regina è piuttosto fredda, sia da parte del popolo che dei lord del nord. A quanto pare, nonostante le arringhe di Snow, Cersei non è l’unica a essere restia a mettere da parte la dimensione politica per unirsi alla lotta contro i non morti sotto l’egida di Daenerys, da loro percepita come un invasore. I dubbi sulla decisione di Jon di rinunciare al titolo di Re del Nord sono condivisi dalle persone a lui più care e in particolare da Sansa, il cui personaggio si conferma come uno di quelli meglio gestiti dal punto di vista dell’arco di crescita. Da ragazzina ingenua e manipolabile a regnante capace e pragmatica, alla Stark non sfuggono tutte le problematiche che il piano di Snow, nonostante i suoi nobili obiettivi, porta con sé, dalla gestione dell’enorme esercito alla richiesta di appoggio a una leader sconosciuta da parte delle altre casate. Giustamente maggiore è poi lo scetticismo nei confronti di Cersei che emerge nel bello scambio con Tyrion. Le parole del Folletto mettono bene in luce il percorso di evoluzione di Sansa – molti l’hanno sottovalutata ma ora sono morti –, cui fa eco il commento di Arya, che la reputa la persona più intelligente che abbia mai conosciuto, dipingendo una Lady Stark che ormai può a tutti gli effetti essere considerata tra i più auspicabili pretendenti al trono.
Come sottolinea Davos, Jon ha conquistato la fedeltà e fiducia del Nord con le sue azioni – proprio come Daenerys ha fatto ad Essos – ed è quindi necessario, al di là di un’auspicabile unione tra i due, che la Targaryen faccia lo stesso a Westeros; ma il suo orgoglio, fondato sulla convinzione di essere la legittima erede al trono, rischia di comprometterne la posizione, persino agli occhi di Jon.
Game of Thrones - 8x01 WinterfellL’uso dei draghi come strumento di sottomissione, i dubbi delle sorelle, la velata minaccia a Sansa e infine la scoperta della strage dei Tarly costruiscono infatti, in maniera forse semplicistica ma nel complesso efficace, un crescendo che culmina con la rivelazione a Jon delle sue vere origini. Si tratta di un’informazione destinata a incrinare seriamente gli equilibri costituiti e che gli autori saggiamente decidono di mettere subito in gioco: da un lato abbiamo Snow, che dopo aver rinunciato al titolo di Re del Nord si scopre suo malgrado il legittimo erede al trono di Westeros, e dall’altro Daenerys, la quale ha basato tutte le sue scelte e le sue azioni su un’errata convinzione, mostrando progressivamente l’emergere di alcuni dei tratti tipici dei Targaryen (orgoglio, desiderio di sottomissione, spietatezza). Come messo bene in luce dalle parole di Sam, Jon ha rinunciato alla sua corona per il bene del suo popolo, ma non è detto che Daenerys sia disposta a fare lo stesso, e a questo punto è davvero difficile prevedere gli effetti che ció avrà sull’alleanza tra i due.

A King’s Landing si svolge quello che è senza dubbio il segmento più debole della puntata. Qui troviamo una Cersei sempre più in crisi nonostante la facciata di arroganza che la contraddistingue. Ancora convinta, almeno all’apparenza, della bontà del suo piano, la regina accoglie la notizia dell’arrivo dei non morti e del suo nuovo esercito di mercenari con un sorriso, salvo poi vedersi costretta a cedere alle richieste di Euron, a dimostrazione del fatto che i titoli e il potere ottenuti non le hanno ancora permesso di liberarsi da quel tipo di sottomissione a cui è stata sottoposta fin dal matrimonio con Robert. Nonostante la fedeltà di Qyburn e della Montagna, Cersei si trova ormai sola e la commissione dell’uccisione dei suoi fratelli non fa che confermarne il ruolo di villain spietato, nonché la sua scarsa lungimiranza, se consideriamo a chi ha affidato questo compito.
La liberazione di Yara da parte del fratello, seppur gestita in maniera frettolosa, ha il merito di rimettere subito in gioco i due Greyjoy: Theon è ormai pronto a portare a compimento il suo percorso di crescita e redenzione combattendo al fianco degli Stark, mentre la sorella si prepara a riprendere il controllo delle Iron Islands, che potrebbero giocare un ruolo importante nella battaglia contro i non morti.

Game of Thrones - 8x01 WinterfellNelle sequenze finali ci viene mostrato Last Earth devastato dai White Walkers, la cui avanzata ha raggiunto il primo castello oltre la Barriera e si dirige verso Winterfell. L’apparizione del giovane Umber e del simbolo della spirale contribuisce in maniera incisiva a ribadire quanto la minaccia dei non morti sia ormai imminente, gettando inoltre un alone di mistero sul significato di questo messaggio, le cui origini vanno ricondotte ai figli della foresta, ma che al tempo stesso presenta un’inquietante somiglianza con il sigillo dei Targaryen.

Nel complesso “Winterfell” costituisce un buon biglietto da visita per la stagione conclusiva dello show: l’episodio mostra infatti una gestione coraggiosa del racconto, che non esita a risolvere in maniera sintetica alcuni snodi narrativi che forse in fin dei conti non meritavano maggiore approfondimento – la liberazione di Yara, la rivelazione delle origini di Jon –, per dare spazio a momenti più intimi – ad esempio l’incontro tra Arya e Jon, ma anche il volo di Daenerys e Snow, spettacolare assaggio dell’inedito sforzo produttivo senza precedenti di questa stagione.
In questo modo gli autori riescono a impostare efficacemente le basi della narrazione mescolando epica, introspezione e ironia, e sottolineando così l’umanità dei suoi protagonisti anche di fronte all’imminente tragedia che sta per abbattersi sul continente.

Voto: 7+

Qui potete trovare i punteggi del nostro Fanta-Game of Thrones relativi a questo episodio.

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3 commenti su “Game of Thrones – 8×01 Winterfell

  • Boba Fett

    Io trovo difficile restare obiettivi, l’attesa è stata lunga, le aspettative sono enormi. Anche per me questa premiere soffre degli stessi problemi della stagione numero sette e dopo la bella apertura con il bambino che corre e sale sull’albero citando il primissimo episodio in assoluto della serie-saga arrivano le prime battute scemotte pronunciate da Tyrion; questo per sottolineare quello sgradevole senso di vuoto compensato dalla potenza visiva che la fa somigliare in più momenti ad una soap per nerd (come me), come del resto fa anche l’altra famosissima saga, quella ambientata in una galassia lontana lontana.

     
    • Fulgido

      Game of Thrones non somiglia a una soap… È una soap (per nerd), solo che quasi nessuno ha colto la cosa. L’hanno fatto presente gli amici di Serial K nel podcast in cui parlavano anche di House of Cards lo scorso dicembre.

       
  • Michele

    A essere sincero, il primo episodio è stato un pò deludente. Il ritmo è lento e sembra che la storia sia un pò prigioniera del proprio passato che ingabbia i personaggi. Ho l’impressione che agli autori sia mancato il coraggio di far emergere il carattere delle persone. Voto sei.