Too Old To Die Young – 1×01 Volume 1: The Devil 2


Too Old To Die Young - 1x01 Volume 1: The DevilNon ha quasi più senso parlare di migrazione in atto dei grandi autori dal mondo cinematografico alle sfide offerte dal piccolo schermo – è ancora lecito usare questa espressione? – più che altro perché questo passaggio è ormai già avvenuto; la fase che stiamo vivendo ora è immediatamente successiva, una in cui il confronto con la serialità sembra essere lo step necessario ad un cineasta contemporaneo per dimostrare ancora di più al suo pubblico, una tappa obbligata dalla quale non può prescindere.

Per questo l’arrivo di Nicolas Winding Refn, regista danese noto ai più per i recenti Drive e The Neon Demon ma che può vantare una carriera e un’esperienza molto più lunga, non è certamente una sorpresa. Quello che potrebbe stupire, o quantomeno interessare, è vedere come il suo particolare modo di fare cinema è stato adattato ad un progetto tanto ambizioso quanto imponente. Too Old To Die Young, infatti, è uno show formato da dieci episodi di un’ora e mezza l’uno; una tredicina di ore di visione dalle quali Refn ha scelto di estrarre due segmenti – il quarto e il quinto episodio – e di presentarli al pubblico dello scorso Festival di Cannes. Scelta se non altro contraddittoria rispetto alle sue dichiarazioni: lo stesso regista è, difatti, un forte sostenitore di quella terminologia denigratoria nei confronti dei funzionamenti televisivi, uno di quelli che si erge a difesa della sua opera definendola con decisione un “13-hour movie” e non una “semplice” serie tv. Rimanendo lontani da qualsivoglia opinione personale nei confronti di questa affermazione, risulta evidente una discordanza di fondo tra le intenzioni autoriali a monte e la scelta del formato di Too Old To Die Young che, pertanto, non può prescindere dall’essere analizzato per come si presenta, ovvero una serie televisiva a tutti gli effetti, con le caratteristiche e le regole che si attengono a questa particolare arte – per nulla secondaria alle altre.

Too Old To Die Young - 1x01 Volume 1: The DevilPoste queste premesse, andiamo a disvelare la trama dello show. Miles Teller interpreta il detective Miles Jones della polizia di Los Angeles, un silenzioso e indecifrabile agente dell’ordine con le mani in pasta in più di un giro criminale; dopo aver vissuto un evento traumatico la vita di Miles prende una piega sempre più oscura che lo porta in zone grigie della moralità. Il tema che sta alla base della serie, come si evince anche da queste poche righe che evitano qualsivoglia spoiler, è ampiamente abusato e ben lontano da un’idea di originalità di qualunque tipo; sono state notate, tra l’altro, numerose analogie tra i personaggi e le caratteristiche tecniche dei precedenti film di Refn (Drive su tutti, ma non solo) e la serie in questione. Risulta quindi evidente come lo show si ponga in diretta continuità con il cinema del suo autore, riprendendone tematiche e ambientazioni volte, tra le altre cose, ad essere riconoscibili dal suo pubblico di riferimento.

A rafforzare questa evidenza si nota la ricerca stilistica che c’è in ogni inquadratura: regia e fotografia prendono violentemente il sopravvento sulla narrazione, unendosi poi alla colonna sonora per formare un trittico perfetto per fare da cornice all’anima noir del progetto. La palette cromatica che viene presentata allo spettatore spazia dal blu al rosso, dal giallo al verde, con una particolare attenzione agli effetti luminosi che derivano dalla luce elettrica e al gioco di chiaroscuri che si sovrappongono e si sottraggono continuamente. Chi è avvezzo al cinema di Refn ritroverà in Too Old To Die Young un ambiente sicuramente a lui familiare e un ritmo non difforme da quanto il cineasta danese ha proposto in passato: in particolare la mortificazione del tempo narrativo e le repentine ed improvvise accelerazioni del plot che contrastano con segmenti lenti e riflessivi.

Too Old To Die Young - 1x01 Volume 1: The Devil“Volume 1: The Devil” è quindi, più che l’inizio di una storia, una vera e propria dichiarazione d’intenti e una copertina ben confezionata dal suo autore per farsi conoscere da tutti coloro che non avevano mai avuto modo di vedere un suo film. Un modo per presentarsi in pompa magna e mettere subito in chiaro quello che si vedrà nei restanti nove episodi dello show. Sarà sicuramente un prodotto divisivo, che farà discutere e porrà le basi per l’ennesima riflessione sull’autonomia di cinema e televisione nell’era dello streaming e delle velleità autoriali dei grandi personaggi che popolano questi due mondi sempre in conflitto: tra chi lo porterà in trionfo a chi lo accuserà di autoreferenzialità, di certo Too Old To Die Young non mancherà di far parlare di sé.

Il primo episodio è comunque promosso, se non altro per la sua eleganza stilistica e la capacità magnetica dell’immagine che è oggettivamente difficile mettere in discussione; ci si riserva un giudizio definitivo sul progetto solo dopo averlo visto nella sua interezza, soprattutto per fugare i dubbi su una sceneggiatura che sembra effettivamente la parte più debole e meno interessante, ad ora, dello show.

Voto: 7 ½

Condividi l'articolo
 

Informazioni su Davide Tuccella

Tutto quello che c'è da sapere su di lui sta nella frase: "Man of science, Man of Faith". Ed è per risolvere questo dubbio d'identità che divora storie su storie: da libri e fumetti a serie tv e film.


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

2 commenti su “Too Old To Die Young – 1×01 Volume 1: The Devil

  • Writer

    Il ritmo dell’episodio era così lento che a un certo punto mi sono messo a contare mentalmente i secondi che passavano in un dialogo tra una battuta e l’altra: quasi mai meno di 5, anche per un semplice “OK”. A volte sembrava che il regista si fosse addormentato dietro la cinepresa e fosse stato risvegliato dall’assistente. La ricerca stilistica è interessante, ma appare annegata nella dilatazione dei tempi narrativi. Francamente, nessun desiderio di continuare la visione.

     
  • Michele

    Sono d’accordo, vale la pena aspettare.

    Non conoscevo Refn, per cui sono tra quelli che hanno avuto il battesimo con questo pilot e mi ritrovo in quello che scrivi sulla ricerca stilistica. Anche io ho notato che spesso a farla da padrone sono fotografia, luci e colonna sonora. Ci sono anche tanti silenzi e tanti dialoghi senza colonna sonora, che è interessante.

    La prima impressione, però, è che sia tutto un pò troppo lento e che non sia chiaro dive voglia andare a parare questa serie.