Agents Of S.H.I.E.L.D. – Tra passato, presente e futuro dell’Universo Marvel in tv


Agents Of S.H.I.E.L.D. - Tra passato, presente e futuro dell’Universo Marvel in tvEra il 10 maggio 2013 quando venne diffusa la prima immagine promozionale di Agents Of S.H.I.E.L.D., il primo show televisivo targato Marvel che aveva il dichiarato compito di espandere e intersecare il grande Marvel Cinematic Universe, uno dei progetti più ambiziosi – e redditizi – degli anni duemila. La serie partiva con delle premesse e aspettative di livello esagerato: sarebbe riuscita la Disney a replicare l’enorme successo mediatico generato da The Avengers (2012) e a raccogliere il favore di tutti i fan?

Non è facile rispondere in modo sintetico a questa domanda poiché ci sono diversi fattori da considerare e, soprattutto, è necessario prendere atto delle profonde trasformazioni della televisione contemporanea e del modo di fruizione delle serie tv – dall’esplosione dello streaming ai nuovi formati narrativi. Oggi la serie Marvel è alla sua sesta stagione ed è stata rinnovata per una settima e ultima annata; un risultato tutt’altro che scontato visto il suo andamento altalenante in fatto di ascolti. La serie, infatti, è stata più volte ad un passo dalla cancellazione da parte di ABC ed è stata salvata solo grazie ad uno zoccolo duro di fan che l’ha sempre sostenuta e ha creduto in un progetto a tratti molto valido e generalmente sottovalutato. Ma andiamo con ordine.

Agents Of S.H.I.E.L.D. - Tra passato, presente e futuro dell’Universo Marvel in tvAl suo esordio l’accoglienza di pubblico e critica è stata tiepida: da un lato il grande curriculum di Joss Whedon in fatto di serie televisive corali ha mantenuto l’interesse alto anche dopo un avvio decisamente non esaltante, dall’altro chi si aspettava un prodotto che potesse contare sullo stesso budget e sulla stessa pianificazione narrativa serrata dei film si è trovato molto deluso da quello che sembrava null’altro che un discreto procedurale action con qualche riferimento ai fumetti Marvel. La prima metà della prima stagione di Agents Of S.H.I.E.L.D. è stata effettivamente questo, perlomeno fino ad un punto di svolta tanto inaspettato quanto dirompente: il primo importante cross-over con un film Marvel, nello specifico Captain America: Winter Soldier. Il mistero sulla mancata morte di Coulson, l’introduzione dell’H.Y.D.R.A. e della sua infiltrazione nello S.H.I.E.L.D., sono tutti elementi che hanno dato uno sprint alla narrazione e hanno riportato alto l’interesse intorno alla serie, facendo riavvicinare tantissime persone che avevano abbandonato la visione anzitempo.

La seconda stagione ha alzato ulteriormente l’asticella delle aspettative, creando un moto di hype progressivo simile a quello che aveva preceduto il debutto. Siamo difatti al tempo di Avengers: Age Of Ultron e l’annuncio che sarebbero stati introdotti nella pellicola i personaggi di Pietro e Wanda Maximoff (Quicksilver e Scarlet Witch) ha alimentato un’accesissima discussione su come la Marvel avrebbe affrontato l’argomento mutanti, dei quali non deteneva – ancora – i diritti (allora erano in mano alla 20th Century Fox che poteva contare sul redditizio franchise degli X-Men). La soluzione è stata l’introduzione degli Inumani, terrestri alterati dagli esperimenti dei Kree – la razza aliena dalla pelle blu introdotta in Guardians Of The Galaxy – che “attivano” i loro poteri in presenza di cristalli alieni contenenti le nebbie terrigene; in tal senso a fare da spartiacque e a rappresentare la promessa di poter finalmente fare i conti con una maggiore spettacolarità derivante da personaggi dotati di superpoteri è stato il decimo episodio della seconda stagione, “What They Become”, che arrivava giusto prima della pausa di midseason. L’attesa fino a marzo è stata estenuante per i fan e, purtroppo, il ritorno della serie ha disatteso quasi totalmente le aspettative; “Aftershocks” e gli episodi successivi facevano ben intendere che nonostante il groundbreaking narrativo la serie non sarebbe cambiata radicalmente come ci si aspettava, nonostante l’introduzione di alcuni personaggi convincenti interpretati da pesi massimi della serialità come Edward James Olmos e Kyle MacLachlan. Il difetto principale che lo show non è mai riuscito a superare, tuttavia, è la percezione di non avere tutta questa influenza sull’Universo Cinematografico Marvel che ci si aspettava, rimanendo anzi sempre relegato ai suoi margini e considerato come un prodotto satellite di scarso valore.

Agents Of S.H.I.E.L.D. - Tra passato, presente e futuro dell’Universo Marvel in tvSebbene nei confronti del grande pubblico questa percezione non è mai cambiata, la terza stagione è quella che ha dimostrato il reale potenziale della serie: gli autori, forse più liberi e meno vincolati da fattori esterni, prendono decisioni coraggiose e costruiscono quella che, ad oggi, può essere considerata la migliore annata di Agents Of S.H.I.E.L.D.. Episodi come “4,722 Hours”, infatti, sono emblematici di una transizione importante verso una narrazione più moderna, pur rimanendo nei canoni del prodotto per famiglie, affine alle direttive generali del MCU. La miglior stagione dello show non è comunque esente da difetti, derivati come per le precedenti dalla necessità di dover spalmare la narrazione su più di venti episodi, non potendo così evitare qualche deriva meno fortunata o qualche dilungamento non indispensabile. Si registra, a questo punto, il definitivo abbandono dell’attenzione del grande pubblico e il distacco quasi totale dagli eventi dei film, ormai solo vagamente citati e mai direttamente in conflitto con ciò che accade nella serie.

Dalla quarta alla sesta stagione si riscontra una certa continuità, caratterizzata dal progressivo allontanamento dall’esigenza di seguire il percorso dei film – che nel frattempo proseguono con la fase 3 fino ad Avengers: Infinity WarAvengers: Endgame – e di conseguenza una sempre maggiore libertà narrativa che possa puntare sull’affetto del pubblico per i personaggi e per la loro evoluzione come gruppo. La quarta stagione si divide in tre macro-sezioni: una discreta dedicata a Ghost Rider, una dedicata agli LMD e l’ultima, la più interessante, ambientata in un universo alternativo virtuale, il Framework. La quinta stagione nel tentativo di rinnovare lo show trasporta i personaggi nel futuro e nello spazio e tutta la trama è giocata sul concetto di tempo e destino ineffabile, con un senso di apocalisse imminente che, sebbene si sa che non arriverà mai davvero, in generale funziona e intrattiene. La sesta stagione si può considerare un segmento di passaggio, con molti spunti interessanti e altrettante scelte discutibili: laddove l’eliminazione del personaggio di Coulson poteva rappresentare la prova definitiva di maturazione della serie, la scelta di riportarlo in campo sotto una veste diversa può rappresentare una forzatura – anche considerato che nemmeno la morte di Fitz era stata definitiva. Una mancanza di coraggio che si fa sentire e che, si spera, sia l’anticipo per un’ultima stagione di un’altra caratura e che possa dare un degno finale ad una serie che, a conti fatti, per tutte le traversie che ha affrontato, si merita.

Agents Of S.H.I.E.L.D. - Tra passato, presente e futuro dell’Universo Marvel in tvDopo questa breve cronistoria della vita televisiva dell’organismo Agents Of S.H.I.E.L.D. è importante ragionare sul progetto in generale e su come la Marvel abbia gestito il suo macrocosmo narrativo in televisione, una visione d’insieme non facilmente afferrabile perché mancante di una linea unitaria. Se la serie di cui abbiamo parlato ha rappresentato la testa d’ariete per la Casa delle Idee, non è stata certamente l’unica ma ha generato una cascata di produzioni successive, sebbene non tutte di successo – anzi, la Marvel è nota per annoverare tra le sue avventure televisive un numero impressionante di fallimenti, per non parlare di progetti che non hanno nemmeno mai visto la luce. Si parte da Agent Carter, lo spin-off partito proprio da Agents Of S.H.I.E.L.D. composto da due stagioni, una prima molto bella che colpì positivamente la critica e una seconda dimenticabile; si tratta di un progetto nato per essere un corollario della sua serie madre, rivelatosi qualcosa di più ma purtroppo durato troppo poco. Rimanendo in tema spin-off, un progetto che non ha mai visto la luce è quello dedicato ai due agenti Bobbi Morse e Lance Hunter che avrebbe dovuto chiamarsi Marvel’s Most Wanted, un’idea che a giudicare dalle premesse oggi possiamo tirare un sospiro di sollievo di fronte alla sua cancellazione. L’ultimo progetto in collaborazione con ABC è stato Inhumans, una serie a dir poco scadente che la Disney ha avuto il coraggio addirittura di portare al cinema in formato IMAX con i suoi primi due episodi; inutile dire che lo show non ha visto altro che una breve stagione prima di essere cancellata e finire nel dimenticatoio.

Maggiori fortune le ha avute la collaborazione Marvel-Netflix, anche se persino in questo caso si parla di successo solo a metà. La serie di esordio è stata Daredevil, acclamata dalla critica ed elogiata per la scelta di creare un prodotto più maturo, adatto ad un pubblico adulto, che per la prima volta prendeva le distanze dal mondo colorato dei film e costruiva una trama noir e ricca di personaggi contraddittori. Purtroppo la serie sull’uomo senza paura è stata praticamente l’unica a non essere andata incontro a un fallimento sulla piattaforma Netflix e ad essere rimasta su livelli esaltanti fino alla sua terza e ultima stagione. Jessica Jones, Luke Cage, Iron Fist e The Punisher, infatti, non sono state all’altezza della prima e il progetto The Defenders, tanto atteso, si è rivelato un tentativo mal gestito di creare un team up ispirato agli Avengers. Al fianco del colosso Netflix, si possono ancora citare un paio di serie prodotte in collaborazione di canali minori come Runaways su Hulu e Cloak and Dagger su Freeform, show decisamente minori e lontano dai riflettori.

Agents Of S.H.I.E.L.D. - Tra passato, presente e futuro dell’Universo Marvel in tvSembra corretto, dunque, guardarsi indietro e notare come le fortune alterne delle serie tv Marvel dal 2013 ad oggi siano, in qualche modo, alla chiusura di un ciclo. È cosa nota, infatti, che tra il 2019 e il 2020 Disney prevede il lancio della sua personale piattaforma streaming, Disney+, che aprirà una fase del tutto nuova per il colosso dell’intrattenimento dal punto di vista televisivo. Le serie Marvel già annunciate, infatti, faranno parte del catalogo esclusivo della piattaforma, insieme alle altre proprietà intellettuali di successo di cui detengono i diritti, da Star Wars a quelle derivate dalla recente acquisizione della Fox. È interessante analizzare il cambio di direzione che si sceglie di intraprendere: l’obiettivo per quello che sembra un vero e proprio rilancio del MCU in tv è quello di assottigliare ulteriormente il confine – già labile – tra pellicole cinematografiche e show televisivi, in primis con la migrazione di attori e personaggi importanti, molto amati dai fan, in serie ad alto budget a loro dedicate: sono difatti già state annunciate una serie su Loki con Tom Hiddleston – presumibilmente un prequel rispetto agli eventi dei film–, una su Falcon e Winter Soldier – questa sì consecutiva agli eventi di Endgame–, una su Hawkeye e una tanto interessante quanto misteriosa su Scarlet e Visione intitolata WandaVision. Al fianco di queste un altro progetto interessante è quello intitolato What If?, una serie che sfrutterà la tradizione dei fumetti Marvel di prendere personaggi conosciuti e cambiarne contesto e ambientazione per immaginarsi storie totalmente diverse e alternative completamente slegate dalla continuity. Siamo di fronte ad una rivoluzione in piena regola: Disney e Marvel hanno capito che il mercato della tv è cambiato, ci sono nuove regole e un pubblico tutto nuovo ormai abituato alla comodità dello streaming; la pianificazione di un palinsesto di canali tv sta rapidamente diventando obsoleta e gli show stanno sperimentando nuovi formati e nuove tecniche narrative: show più brevi – meno episodi, alle volte di durata minore o in altri casi esageratamente lunga – e l’attenzione per la rappresentazione di minoranze e punti di vista generalmente non considerati, come quello di autori alternativi ai classici maschi bianchi eterosessuali – che a maggior ragione dietro i prodotti supereroistici sono quasi la totalità.

Agents Of S.H.I.E.L.D. - Tra passato, presente e futuro dell’Universo Marvel in tvInsomma, il genere supereroistico in tv – come in tutte le altre forme dell’intrattenimento – è ben lungi dall’essere finito, anzi. I grandi progetti di Marvel e Disney, al fianco del solido universo supereroistico televisivo della DC, e tutte le produzioni tangenti ad essi – da The Boys all’imminente Watchmen di HBO – lasciano ben sperare e fanno presagire una vera e propria nuova fase, dalla quale non si sa bene cosa aspettarsi. Non si può, tuttavia, non ammettere come l’idea dietro Agents Of S.H.I.E.L.D., pur non essendo andata esattamente secondo i piani della Marvel, abbia rappresentato un banco di prova importante e il suo valore storico rimarrà per loro fondamentale al fine di pianificare al meglio il futuro. A prescindere di come andrà l’ultima stagione, lo show creato da Joss Whedon sarà certamente ricordato con piacere da chi ha seguito tutte le avventure di Coulson e soci e passerà totalmente inosservato di fronte a chi ha sempre cercato qualcosa di più di un valido intrattenimento televisivo, con i suoi difetti certo ma anche con numerosi pregi.

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Informazioni su Davide Tuccella

Tutto quello che c'è da sapere su di lui sta nella frase: "Man of science, Man of Faith". Ed è per risolvere questo dubbio d'identità che divora storie su storie: da libri e fumetti a serie tv e film.

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