Avenue 5 – 1×01 I Was Flying 1


Avenue 5 - 1x01 I Was FlyingAd Armando Iannucci interessa raccontare il potere. Più specificamente i danni (cioè le conseguenze) provocati dall’incompetenza e dalla stupidità al potere. Lo ha fatto per la serialità con Veep scegliendo un referente verosimile e lo ha fatto per il cinema con “Morto Stalin, se ne fa un altro” scegliendo un referente storico. Torna ora a farlo per HBO con Avenue 5, scegliendo un referente inverosimile, una storia di genere fantascientifico ambientata nel futuro.

Non molto si può dire della trama: la scrittura di Iannucci (qui assieme a Simon Blackwell e Tony Roche) non conosce indugi introduttivi e spazi di contestualizzazione ragionati, anzi, getta nell’evento non aspettando nessuno, corre velocissima senza pensare al rischio dell’incomprensibilità e gioca per continue sorprese fin dal suo inizio. Avenue 5 è il nome di una crociera spaziale, guidata dall’eroico capitano Clark (Hugh Laurie) e offerta dal miliardario Herman Judd (Josh Gad), che sta viaggiando nel Sistema Solare secondo le traiettorie impostate dal suo centro di comando sulla Terra, gestito da Rav Mulcair (Nikki Amuka-Bird). Una scossa gravitazionale e varie confessioni a ruota cambiano però la traiettoria predefinita del gigantesco vascello verso direzioni ignote e ribaltamenti inaspettati, lasciando in balia dell’imprevedibile l’equipaggio, i passeggeri e gli spettatori.

Non c’è quindi alcuna forma di accoglienza narrativa nella strategia presentazionale di “I Was Flying”, nessun veicolo introduttivo mascherato da personaggio di supporto o da protagonista inesperto, e questo è un segno di autoconsapevolezza e autocontrollo: la scrittura decide che non è interessata a introdursi con una sequela di convenevoli indulgenti, non accompagna per mano, non chiede partecipazione emotiva, si tiene clinicamente dietro la sua vetrina. Potrebbe sembrare un errore per una serie di fantascienza non prendere il giusto tempo per presentare il suo mondo. Tuttavia, questo non è il caso di Avenue 5 (e più in generale della satira fantascientifica). La scrittura sa già che il mondo presentato come differente è estraneo solo a livello superficiale: in realtà è il nostro mondo, è la nostra realtà, è una proiezione dei tratti della contemporaneità su scala maggiorata e intensificata (questo fa la satira), e non ha quindi bisogno di essere presentato.

Avenue 5 - 1x01 I Was FlyingQuesto processo di negazione, di ritrosia, attiva la concentrazione analitica (non emotiva) e mette in gioco la capacità che ognuno possiede nel riconoscere criticamente i connotati della realtà contemporanea: il testo audiovisivo si trattiene per sollecitare un avanzamento interpretativo. La scrittura ha quindi il pregio di posizionare lo spettatore in una postazione d’eccezione, ma anche la responsabilità e la costrizione di travestire polemiche satiriche in soluzioni narrative e di farlo seguendo una scaletta continua, disposta per approfondire una costellazione vasta e stratificata di snodi critici. Deve lavorare su due piani paralleli comunicanti contemporaneamente, senza mai potersi permettere di svincolare l’uno dall’altro e di condurli separatamente, in virtù dell’empowerment analitico dello spettatore.

Scelta questa impostazione strutturale, la serie non può fare altrimenti: in caso contrario minerebbe alla base le possibilità di una satira, rappresentazione inesistente e inutile senza un referente reale. Scindendo la narrazione e la sua analogia con il contemporaneo secondo un’impostazione “non comunicante” infatti non potrebbe più non giustificare il suo mondo, perché non potendo mapparlo su quello reale dovrebbe, mediante interventi di world-building, conferire identità specifica e differenziata al microcosmo rappresentato. E dovendo costruire un mondo differente perderebbe il referente reale, eliminando così la satira. La scrittura è quindi costretta a una progettualità molto rigida, non tanto libera ma liberante, in quanto in grado di sciogliere lo spettatore da un ruolo di passiva partecipazione con un’attiva partecipazione analitica.

Paradossalmente Avenue 5 è fantascienza che non può essere troppo fantascientifica, non può avere troppa fantasia, deve attenersi a una mappatura continua della realtà, secondo le regole del genere che abbraccia. La sua qualità si misura sulla base dell’agilità con cui riesce a formulare il rapporto tra progressione narrativa e condensazione simbolica, cioè tra svolte di trama e analogie con il reale, sulla creatività con cui analizza il bersaglio satirico, cioè quel potere incompetente di cui si accennava sopra, e sulla ingegnosità delle situazioni comiche. Considerati questi tre poli del discorso l’episodio pilota versa nella sufficienza, ad eccezione di sparute incursioni nella brillantezza: ci sono sufficienti dati per sostenerlo facendo riferimento al grande numero di battute e al susseguirsi senza tregua di situazioni comiche, non invece in relazione ai personaggi e alle loro personalità, ancora poco chiare.

Avenue 5 - 1x01 I Was FlyingIl rapporto analogico con la realtà è gestito bene mediante la costruzione del microcosmo sociale rappresentato dal vascello: il contesto ristretto e ottenuto per astrazione – processo che in questo contesto significa l’esemplificazione di una categoria antropologica tramite un singolo personaggio – aiuta a controllare la natura sfuggente degli aspetti del mondo reale non semplificando ma sintetizzando. Non è difficile intuire che la deviazione di rotta sarà un mezzo funzionale per imprimere tensione a questo circuito chiuso, per esaminarlo in cattività sotto pressione.

I confronti tra i protagonisti (pur considerando le buone interpretazioni, tra tutte quella di Laurie, che si spende nell’atletico uso di un doppio accento, suggerendo una misteriosa doppiezza) invece riescono a rappresentare meno bene i molteplici versi del tema principale, quello della stupidità al potere: le  loro interazioni non godono ancora di uno scontro tra personalità ben definite e tra eterogenei punti di vista su un unico tema, ma seguono una sola direzione comune, dando l’idea di un corpo compatto a monolitico, molto poco realistico, che si esplica soprattutto con battute a ripetizione ma difficilmente distinguibili.

Due trovate spiccano comunque tra le situazioni comiche proprio per la capacità di raccontare in modo differente il mondo del potere dell’universo finzionale e il suo legame con quello reale. La prima è lo stato di differita in cui versa il collegamento video tra il vascello spaziale e il centro di controllo terrestre: le informazioni e il dialogo tra le parti sono rallentati in una interessante rappresentazione dell’incapacità comunicativa degli organi gestionali e dello scollamento decisionale presente nell’organo di un potere che invece non sa come gestire le crisi. È questo un modo sottile ma puntuale di fare satira con il linguaggio audiovisivo, che non si limita a organizzare un ostacolo narrativo o un perno comico ma rilancia il discorso in una direzione di senso meno evidente.

Avenue 5 - 1x01 I Was FlyingL’altra soluzione riguarda le modalità di regia differenziate: scegliendo la camera fissa per le scene della nave spaziale e la camera a mano per quelle della sala di controllo la regia ribaltale aspettative sui rispettivi luoghi e sulle rispettive situazioni: mediante queste scelte contraddistingue il primo spazio come calmo e statico anche in situazione di sconvolgimento gravitazionale e il secondo come un ambiente sottilmente nevrotico e instabile anche nei momenti di tranquillità e calma. Sono queste le migliori intuizioni della direzione creativa di Iannucci in Avenue 5: quelle trovate comiche estremamente sintetizzanti in grado di spalancare il ridicolo e metterlo in scacco rappresentandolo. Non tutti i momenti dell’episodio lasciano però intendere che sarà questo lo standard qualitativo delle successive puntate.

Se Avenue 5 si rivelerà una sequela di momenti incapace di trovare spazi creativi per raccontare ciò a cui è interessata all’interno della metrica specifica della satira, poco aggiungerà all’esperienza analitica degli spettatori. Se invece riuscirà a inventare situazioni in grado di triangolare con destrezza quel reticolo composto dalle regole del genere, dalle necessità tematiche e dal livello di intelligenza comica, allora potrà avvicinarsi a modificarne la visione, arricchendola di nuove prospettive.

Voto: 6½

 

Informazioni su Leonardo Strano

Convinto che credere che le serie tv siano i nuovi romanzi feuilleton sia una scusa abbastanza valida per guardarne a destra e a manca, pochi momenti fa della sua vita ha deciso di provare a scriverci sopra. Nelle pause legge, guarda film; poi forse, a volte, se ha voglia, studia anche.


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Un commento su “Avenue 5 – 1×01 I Was Flying

  • terst

    Devo dire che, ad una prima superficiale visione, non conoscendo i lavori di Iannucci, non avevo notato il sottotesto che tu qua esamini e avevo liquidato il primo episodio come una commedia nello spazio à la The Orville, con alcuni momenti buoni altri un po’ meno. Ora guarderò il secondo episodio con un po’ più di attenzione!