Curon – Stagione 1 4


Curon - Stagione 1Un’altra produzione italiana per Netflix ha fatto capolino in questo periodo strano, aggiungendo quel tocco un po’ mystery e un po’ horror a cui già questo strambo 2020 ci ha abituato: le sette puntate di Curon ci portano in uno dei paesini più caratteristici del mondo, trasformandolo in una sorta di incubo (purtroppo, in tutti i sensi).

Curon Venosta è un paese di duemila anime in Alto-Adige, al confine con l’Austria e la Svizzera. Non ci sarebbe molto da vedere, se non che il lago artificiale che lo lambisce nasconde sotto la superficie il vecchio paese, allagato a metà del secolo scorso: di quella vecchia cittadina si vede solo il campanile, che, unico al mondo, esce dalle acque del lago in tutta la sua particolarità.
Partiamo quindi dagli aspetti migliori di questa nuova serie: la location è sicuramente suggestiva e molto particolare, e soprattutto di questi tempi potrebbe dare una bella spinta turistica alla zona ed essere un bellissimo spot per l’estero. Per parlare di puro cinema, anche qui è stata una scelta mirata e azzeccata, dando spazio a una zona d’Italia e le sue bellissime location spesso trattate con superficialità (qualcuno ha detto Don Matteo?). Tuttavia, ad essere sinceri, le note positive finiscono qui: ad una location molto bella e particolare, che effettivamente si presterebbe bene per un racconto a tinte oscure – il campanile è sicuramente affascinante ma anche un po’ inquietante nella sua singolarità –, fa da contraltare una storia telefonata già dopo la prima mezz’ora, con sviluppi macchinosi e prevedibili e una recitazione che, per usare un eufemismo, lascia molto a desiderare.

Curon - Stagione 1Partiamo dalla trama: le prime scene sono dedicate ad Anna da ragazzina, quando assiste all’omicidio della madre da parte di una figura misteriosa. Fino a qui potrebbe anche andare bene, vediamo il trauma che la donna ha dovuto subire, la particolarità dell’albergo, della sua famiglia e del paese, che ci immergono già subito in un ambiente che ha chiaramente qualcosa che non va; ma svelando subito il suo doppelgänger – peraltro bagnata fradicia, come se, guarda caso, fosse appena uscita dal lago – ci fanno immediatamente capire il meccanismo della trama, e fa sorridere pensare che Anna, per diciassette anni, pensi si sia trattato solo di un sogno.
Per tutto il resto delle puntate non aspettiamo altro che vedere spuntare dal lago i doppi cattivi e repressi dei personaggi principali, cosa che puntualmente succede, e prevedibilmente va tutto come già ci si aspetta: i personaggi si scambiano, ci sono delle incomprensioni, poi una colluttazione, poi la risoluzione, prima di un altro mistero.
L’unico guizzo di originalità che gli autori hanno in queste sette ore è la genesi del personaggio di Albert, con il suo doppelgänger che sostituisce il vero Albert già da ragazzo, e quindi probabilmente l’unica entità proveniente dal lago ad avere avuto dei figli. Ma anche qui il tema poteva essere sviscerato molto meglio: a un’intuizione felice non è seguito poi uno sviluppo all’altezza, facendo fare al personaggio una fine da soap opera di terza categoria.

Curon - Stagione 1Anche sul cast ci sono purtroppo enormi dubbi: non tanto per la scelta fatta dai direttori del casting, quanto piuttosto per la credibilità della recitazione degli attori, con poche eccezioni. Luca Lionello – il vecchio Thomas – raggiunge la sufficienza, così come anche la coppia Ferzetti-Tedeschi (Klara e Albert), che nel marasma generale si salvano per il rotto della cuffia, anche se alcune sequenze che li vedono protagonisti lasciano molti dubbi; la stessa valutazione non vale per il resto del cast, a partire dagli attori più giovani che purtroppo non convincono e che anzi in alcuni casi vengono messi di fronte a dialoghi a cui era effettivamente difficile dare una resa credibile.
Molte volte si ha l’impressione che l’impostazione sia quella dello scimmiottamento dei personaggi delle serie tv americane, con risultati spesso catastrofici; un esempio su tutti, la piccola rissa che si scatena fuori dalla chiesa in uno dei primi episodi sembra uscita da una serie del livello della fittizia Occhi del cuore 2.

Tutto lo show è un grande copia-incolla mal riuscito di alcuni lavori famosi degli ultimi anni, ma non solo. Curon, infatti, tenta di replicare le atmosfere di Les Revenants, le location di Twin Peaks (ma anche il concetto di doppelgänger che è chiaramente mutuato da lì), il teen drama alla Stranger Things, e addirittura Shining (con l’albergo e la sua stanza segreta, certo, ma anche con la sequenza in cui il doppio di Klara apre la porta con l’accetta): un mix di cultura pop che però non porta altro che confusione, non creando minimamente la tensione che tutti i film/serie tv sopra citati riuscivano a trasmettere allo spettatore.

Insomma, Curon partiva da una buona idea – quantomeno per la location e il tentativo di dare una spiegazione inquietante all’esistenza di questo strano paesino – che però alla prova pratica è completamente naufragata in una scrittura che ha tentato di replicare atmosfere e sensazioni di molti altri prodotti fallendo in maniera evidente.
Il finale lascia aperto, ovviamente, uno spiraglio per una seconda stagione: se mai si produrrà, il nostro auspicio è che si inverta completamente la rotta, cercando di sfruttare molto meglio il tema del doppio e della repressione che ognuno di noi fa su se stesso.

Voto: 4 ½

Condividi l'articolo
 

Informazioni su Ste Porta

Guardo tutto quello che c'è di guardabile e spesso anche quello che non lo è. Sogno di trovare un orso polare su un'isola tropicale.


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

4 commenti su “Curon – Stagione 1

  • Marco

    si ok , non è stata certo una serie di memorabile eccellenza, però la severità con cui spesso vengono giudicate le nuove serie nostrane, lascia presupporre una certa esterofilia (e all’estero ne stanno producendo di boiate che invece stranamente ricevono buone rece), una buona dose di pregiudizio ed una supponenza tipicamente da pseudo-intellettuali radical chic.
    C’è comunque un tentativo di abbandonare i triti sentieri delle fiction nostrane alla “don matteo” e cloni vari ma anche tipo quella gran “robaccia del “nome della rosa”; credo andrebbero apprezzate anche solo per questo… e penso ad esempio a “il miracolo”, serie altamente sottovalutata.

     
    • Ste Porta L'autore dell'articolo

      Ciao Marco,
      purtroppo qui non si tratta di esterofilia – né tantomeno di essere degli pseudo intelletuali radical chic – ma si tratta proprio di una brutta serie, scritta male e recitata peggio. Ci sono tante serie italiane molto buone e altre che addirittura arrivano all’eccellenza: mi viene da pensare a “L’amica geniale” o per andare un po’ indietro nel tempo a “Romanzo Criminale”.
      Non si può neanche tirare in ballo “Don Matteo”, che è un prodotto pensato per un certo pubblico della RAI, che non è minimamente paragonabile a quello di Netflix.
      Per quanto riguarda “Il Miracolo” ne scrissi a suo tempo (qui: https://www.seriangolo.it/2018/06/miracolo-stagione-1/) e come puoi vedere, non è stata di certo sottovalutata né trattata male solo perché siamo esterofili o, a quanto dici, radical chic. 🙂

       
    • Federica

      Marco, io ho letto che hanno parlato bene di skam Italia, il miracolo e l’amica geniale e nell’ultimo seriangolo awards hanno messo “La miglior serie italiana” e tra quelle migliori in assoluto c’era l’amica geniale.

      È uno dei pochissimi siti di serie tv dove vedi delle vere recensioni, fatte con spirito critico e che ti fanno notare cose che neanche tu percepisci. Pseudo intellettuali radical chic è una definizione che non si meritano, specie per portare avanti un progetto che cerca di mostrare il valore artistico di una serie tv, da ben prima che diventassero di moda con netflix

       
      • Federica Barbera

        Federica, grazie mille per le tue parole! Siamo sempre contentissimi quando il nostro lavoro viene seguito e apprezzato ❤