Ramy – 2×01 Bay’ah


Ramy - 2x01 Bay’ahDopo un’ottima prima stagione, la serie originale di Hulu, creata e interpretata da Ramy Youssef (che si è portato a casa, un po’ a sorpresa, il Golden Globe per la migliore interpretazione), ritorna con il mai facile compito di dover soddisfare le aspettative createsi grazie al successo di critica e pubblico della prima annata, e lo fa con un episodio che in appena mezz’ora riesce a concentrare tutte le qualità della serie.

I don’t consider anything. I just consider myself. […] I only ever think about me, and I hate it.

Il percorso di crescita affrontato da Ramy l’anno scorso era culminato con il suo viaggio in Egitto, dove aveva sperato di conoscere più persone che si approcciassero alla religione in un modo simile al suo, ma che in realtà l’aveva solo portato ad essere ancora più confuso, con inoltre il non trascurabile dettaglio di essere finito a letto con la propria cugina. In questo episodio vediamo il protagonista, ritornato in America, alle prese con una crisi esistenziale per non essere ancora riuscito a capire come comportarsi, soprattutto per quanto riguarda la propria sessualità. Per questo motivo scopriamo che da quando è tornato non lavora più e passa le sue giornate in camera a masturbarsi e a mangiare dolciumi; così viene convinto ad incontrare uno sheikh che parrebbe avere le risposte a tutte le sue domande. La puntata si chiude proprio con la presentazione del nuovo personaggio, interpretato da Mahershala Ali, e con lo splendido monologo di Ramy incentrato sul non essere in grado di riempire il vuoto che sente dentro di sé, sulla difficoltà nel trovare in Dio la pace e la felicità a cui aspira, sulla ricerca di una soluzione ai propri problemi, la quale però porta solo a dei problemi ancora più grandi. Dalla discussione con lo sheikh emergono poi altre interessanti e rilevanti riflessioni, come quella sul problema delle persone che si affidano a dei maestri (o a dei mistici), nella speranza che questi possano liberarli del proprio dolore, facendolo sparire (come accadeva molto teatralmente in The Leftovers); o anche quella solo apparentemente più banale sulla vera vita delle pornostar. Il contratto spirituale che i due decidono di formare, che dà il titolo alla puntata, sarà quindi non solo uno strumento di maturazione per Ramy, ma anche, si spera, un modo per riflettere sul rapporto allievo-maestro, che può essere tanto fondamentale nella vita di un giovane quanto problematico.

‘Cause the sheikh… he’s radical, bro. Like cool radical. Not radical-radical.

Ramy - 2x01 Bay’ahLa scena, così come tutto l’episodio, è permeata da quell’umorismo che si assume il compito di spezzare la tensione e non far appesantire troppo i dialoghi. Le scene comiche sono ben calibrate, sia quando le battute vanno a sbattere contro l’impassibilità dello sheikh (e per questo fanno ancora più ridere), sia negli scambi con gli altri personaggi, e in particolare quelli con Michael (interpretato da Michael Chernus, uno dei protagonisti di Patriot). Proprio le atmosfere surreali e assurde di Patriot contrassegnano la scena più inaspettata e perciò più spiazzante della puntata: stiamo parlando ovviamente del muto confronto in bagno tra Ramy e il vecchio, il quale per poco non spara prima a Ramy, e poi a se stesso. Questa sequenza di grande pathos sembra quasi volerci anticipare che il percorso di ulteriore crescita di Ramy lo porterà in questa stagione a doversi spingere all’estremo per poter veramente trovare ciò che cerca.

Your weakness makes them feel safe because they are reminded of theirselves, you know?

Ramy - 2x01 Bay’ahUn altro personaggio degno di nota con cui si confronta Ramy è suo zio. Questi spiega al nipote che il suo essere un uomo che si sente un po’ come una donna, ma che è ancora ufficialmente un uomo (“magari un transessuale”, aggiunge in modo serio) lo rende amabile agli occhi dei clienti, i quali si sentono a loro agio con lui; e tutto ciò sarebbe causato da Trump, il quale è troppo uomo e perciò fa paura alle persone. Il ragionamento, per quanto assurdo ed esilarante, riflette in maniera perfetta l’opinione di molte persone (come nel caso di zio Naseem, spesso di uomini eterosessuali con almeno cinquant’anni) riguardo il nuovo modello di mascolinità, che cerca di opporsi a quella più tossica che da sempre contrassegna la nostra società patriarcale: cioè una caratteristica che si avvicinerebbe maggiormente alla femminilità, mentre i “veri uomini” starebbero scomparendo in quanto non più apprezzati.

I know Jessica Alba from… Desperate Housewives. I love that show.

Ritroviamo anche gli altri personaggi secondari che abbiamo imparato a conoscere nella prima stagione, tra cui Steve, l’amico affetto da una rara malattia degenerativa, e i familiari di Ramy, i quali erano stati protagonisti di alcuni degli episodi più riusciti della prima annata (come ad esempio “Ne Me Quitte Pas”, nel quale la madre di Ramy diventava una tassista) ma che per ora non ottengono molto spazio. La puntata infatti si concentra solo sul personaggio principale della serie mentre gli altri fanno da contorno, ma siamo certi che anche loro otterranno l’approfondimento che meritano.

Ramy ritorna come meglio non poteva, con un episodio ricchissimo di spunti e di umorismo. Grazie all’aggiunta al cast del doppio premio Oscar Mahershala Ali, la serie di Ramy Youssef sembra ora avere ambizioni maggiori rispetto a prima, conscia del proprio potenziale narrativo e rappresentativo e delle innumerevoli sfaccettature dell’essere musulmani nel 2020 che ancora possono, e forse hanno bisogno, di essere raccontate.

Voto: 8

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