Quando Netflix ha iniziato a promuovere The Politician, primo prodotto di Ryan Murphy per la piattaforma di Los Gatos, il lancio verteva sulla voglia di un giovane ragazzo di diventare Presidente degli Stati Uniti. Tutto era sin da subito molto intrigante, ma in fondo si trattava anche del classicissimo maschio bianco ambizioso che abbiamo visto mille volte. Cosa succederebbe se cambiassimo radicalmente il profilo del personaggio principali? È questa la domanda che si pone Diary of a Future President, serie che sfruttando un racconto molto diverso declina quel tipo di ambizione in modo innovativo, brillante e divertente.
Non è possibile parlare di questo show senza prima contestualizzarlo all’interno del quadro in cui si inserisce, perché si tratta di uno degli originali principali di uno dei nuovi player del settore: stiamo parlando infatti di Disney+, piattaforma dell’azienda di Topolino che dal novembre dello scorso anno è arrivata negli Stati Uniti e pochi mesi dopo anche nel resto del mondo, Italia compresa. Diary of a Future President, uscita nel nostro paese con il titolo Elena, diventerò presidente, è quindi una delle teste d’ariete della piattaforma, un modo per saggiare il proprio pubblico, puntando a un target sicuramente giovane, ma con un racconto capace di parlare a persone di tutte le età.
Va quindi specificato che Disney+ è un colosso di dimensioni enormi, che è arrivato sul mercato audiovisivo globale dando una bella scossa a quella che dagli osservatori e dagli studiosi è chiamata “streaming war”, ovvero la competizione costantemente al rialzo tra le piattaforme di streaming, che moltiplicandosi costantemente e appartenendo a colossi media-industriali di dimensioni gigantesche sono entrate nel panorama televisivo mondiale con l’arroganza di chi ha mezzi sproporzionati rispetto alla media dei concorrenti.
Per quanto Diary of a Future President sia uno show divertente e capace di avere successo grazie a un cast ottimamente selezionato e una serie di temi di stringente attualità, è bene ricordare che il cavallo da corsa principale per la diffusione di Disney+ plus negli Stati Uniti e nel mondo intero è stato sicuramente The Mandalorian, serie che ha avuto immediatamente un enorme successo, contribuendo in maniera determinante alla crescita esponenziale degli abbonati in pochissime ore, potendo puntare sul franchise di Star Wars che, nonostante i tanti anni dal primo film diretto da George Lucas, rappresenta ancora una gallina dalle uova d’oro.
Diary of a Future President è prodotta da Gina Rodriguez, la quale è anche regista del primo episodio e interpreta il ruolo della protagonista da grande. La serie parla però della protagonista da ragazzina ed è creata da Ilana Peña, autrice latinx di grande talento e proveniente dalla writers’ room di Crazy Ex-Girlfirend. Già questo dato dovrebbe essere una garanzia assoluta di qualità, in quanto lo show creato da Rachel Bloom e Aline Brosh McKenna è ad oggi una delle produzioni televisive più innovative, avvincenti e originali degli ultimi anni.
E non è un caso, quindi, che anche la serie targata Disney+ abbia un approccio al racconto e ai temi che affronta spiccatamente femminista, pensato per far emergere uno sguardo sul mondo femminile in grado di mettere in discussione il modo in cui un certo tipo di storie sono state sempre raccontate. A ciò si aggiunge un taglio intersezionale, perché oltre alla femminilità del punto di vista, la prospettiva narrativa è anche non bianca, poichè al centro della serie c’è una famiglia di origine cubana.
Diary of a Future President, infatti, racconta la storia di Elena, una ragazza di dodici anni che, come accade in tante, storie si trova ad affrontare le scuole medie alternando coraggio e paura tipici di quell’età, protagonista quindi di una serie di prime volte viste dal punto di vista di una giovane donna latinoamericana di Miami. La sua vita si divide tra la scuola, con le relazioni personali che vengono piano piano costruite, e la casa, luogo in cui vive con la madre (interpretata da Selenis Leyva, già vista in Orange Is The New Black) e il fratello maggiore. Questi ultimi due personaggi non sono mai abbandonati dalle autrici – il femminile non a caso – bensì sono progressivamente approfonditi, mostrando sia cosa vuol dire essere una donna latinx single di mezza età, sia un giovane ragazzo alla scoperta di se stesso in un mondo a maggioranza bianca e dominato da esempi di mascolinità tossica.
Diary of a Future President è uno show che raccoglie con entusiasmo e lucidità la lezione di Jane the Virgin e One Day at a Time, dimostrandosi capace di adattare i propri temi a uno stile narrativo allegro e brillante, fatto di tante svolte narrative e della capacità di rappresentare con precisione le emozioni dei personaggi principali. Sempre all’interno di questo solco, la serie si dimostra particolarmente inclusiva, mettendo in scena ambienti lavorativi non eteronormati, una donna con un ruolo di potere interpretato dall’attrice trans Alexandra Billings (straordinaria nel ruolo di Davina in Transparent), senza tuttavia sentirsi mai in dovere di specificare l’identità di genere del personaggio, e in generale la capacità di affrontare questioni legati alle istanze delle persone appartenente a categorie marginalizzate con un approccio propositivo e progressista.
Tra le produzioni originali di Disney+ Diary of a Future President è sicuramente una di quelle più interessanti (nonché sottovalutate), soprattutto perché distinta da uno sguardo acuto nell’affrontare il bullismo, il razzismo, la mono-genitorialità e la tendenza della società a silenziare le voci femminili, specie quelle non bianche, raccontando con la giusta attenzione personaggi di generazioni diverse.
NOTA:
Questo articolo fa parte della rubrica estiva “Recuperi Seriali 2020“: durante il mese di agosto parleremo, con articoli senza spoiler, di alcune delle serie 2020 di cui non abbiamo avuto l’occasione di parlare e che secondo noi andrebbero assolutamente recuperate!