A un anno di distanza dalla fine della prima stagione, torna a farci compagnia The Mandalorian, sicuramente una delle più grosse produzioni di Disney+.
Il Mandaloriano e il piccolo “Baby Yoda”, come usano chiamarlo i fan, sono sfuggiti alla cattura e sono alla ricerca dei mitici Jedi; da dove poteva cominciare questa nuova avventura se non da Tatooine?
Precisamente, Mando si ritrova a Mos Pelgo, una sorta di città fantasma che non è segnata nemmeno sulle cartine del pianeta desertico. Lì infatti sembra sia stato avvistato un altro mandaloriano che potrebbe dargli una mano nella sua ricerca: qui c’è il primo punto di forza di questa prima puntata della nuova stagione, ovvero l’ingresso del mitico Sceriffo Cobb Vanth con indosso l’armatura di Boba Fett. È sicuramente un’entrata in scena ad effetto (resa ancora più di alto livello dalla scelta di Timothy Olyphant come attore) che in pochi secondi ci mette di fronte a due personaggi (in uno) molto cari all’universo di Star Wars, anche se con diverse sfumature.
Vanth è quello meno conosciuto tra i due – almeno per i fan che si ricordano solo della saga cinematografica e non conoscono a menadito tutto l’universo espanso di Star Wars – ma è molto importante essendo apparso nei romanzi Aftermath, scritti da Chuck Wendig; un’altra chicca che lo riguarda è il suo speeder, che sembra essere costruito grazie al riutilizzo di un pezzo dello sguscio di Anakin Skywalker.
Boba Fett è invece l’elefante nella stanza già dai tempi della progettazione della serie, quando in molti pensavano che sarebbe stato proprio lui il protagonista dello show. La comparsa dell’armatura indossata da Vanth fa il suo effetto e suscita nello spettatore l’occasione di chiedersi come mai sia finita proprio lì, fino alla vera e propria rivelazione che, probabilmente, farà da propulsore a questa seconda stagione: Boba Fett è sopravvissuto in qualche modo, riuscendo ad uscire vivo dal famoso sarlacc che lo mangiò durante Il Ritorno dello Jedi.
Insomma, questa “The Marshal” è sicuramente piena di riferimenti all’universo di Star Wars (per i più attenti: avete notato il droide R5, quello che lo zio di Luke stava per comprare? Lo si vede appena Mando arriva su Tatooine), ma possiamo definire l’episodio riuscito?
La puntata ha certamente come punto di forza le ambientazioni, i costumi e la fotografia: tutto riesce a immergere lo spettatore nelle atmosfere starwarsiane, ogni minimo dettaglio è pensato per far sì che sia tutto perfettamente credibile e continua ad esserlo, così come era stato per la prima stagione. Anche la sequenza finale di pura action quando i protagonisti sono costretti ad avere un faccia a faccia con il Drago Krayt ha il suo perché: è dinamica e intrattiene quanto basta per concludere l’episodio nel migliore dei modi.
The Mandalorian però ha anche dei difetti e forse in questa puntata si notano maggiormente rispetto al solito, probabilmente anche perché è il primo episodio della stagione e ha il compito di presentare personaggi, situazioni e dinamiche che si dovranno dipanare meglio nelle ore successive; la struttura narrativa del primo episodio – il recupero dell’armatura mandaloriana in cambio di una mano a liberarsi del mostro – sa, infatti, di già visto ed è un po’ ripetitiva, poichè mette lo spettatore di fronte a una situazione che può immaginare come andrà a finire.
Sicuramente questa prima puntata serve per fare il punto sulla ricerca di Mando e del Bambino e per spalancare le porte a Boba Fett, che finalmente fa la sua tanto agognata entrata in scena con i pochi secondi finali concessi a Temuera Morrison vestito come un viandante del deserto (Morrison che interpretò il cacciatore di taglie Jango Fett ne L’attacco dei cloni).
L’episodio, quindi, non ci dà nulla oltre alla spettacolarità solita di Tatooine e del Drago a livello di puro avanzamento narrativo, ma offre tantissimi spunti di riflessione su quello che potrà accadere d’ora in avanti e, soprattutto, pone molte domande su quello che è accaduto e che ancora non sappiamo: come ha fatto a sopravvivere Boba Fett? Come tenterà di riprendere la sua armatura? Era lui la misteriosa figura che si intravede nel finale della quinta puntata della prima stagione? Che ruolo avrà Cobb Vanth nel proseguo della stagione?
Ecco, “The Marshal” è sicuramente servita come apripista alle molte strade che si aprono davanti a Mando, utilizzando come sempre in maniera mirata e mai gridata il fan service, inserendo dettagli che ricordano la prima trilogia in ogni dove senza mai rimarcarlo in maniera fastidiosa. Non siamo certamente di fronte ad una puntata memorabile all’interno dell’intero progetto di The Mandalorian, ma è un segmento narrativo che riesce nel suo intento e accontenta tutta la platea di spettatori, specie i fan più attenti e appassionati.
Voto: 6 ½
