Big Mouth – Stagione 4 1


Big Mouth – Stagione 4Se c’è una serie che non teme il passare del tempo quella è Big Mouth: la serie animata Netflix creata da Nick Kroll, Andrew Goldberg, Mark Levin e Jennifer Flackett che racconta le difficoltà e gli orrori della pubertà, infatti, affronta un tema così vasto e sfaccettato da non rischiare di esaurire il suo potenziale o di rimanere a secco di spunti narrativi. Questa stagione, in particolare, prende il tema dell’ansia come fil rouge ma tocca, nel suo arco, tantissime questioni tutt’altro che banali, tutte legate allo sviluppo psicofisico degli adolescenti e al loro sexual awakening.

La stagione riprende il filo della trama da dove si era interrotta la precedente, ovvero con la rottura tra Nick ed Andrew e il trasferimento di Jessi a New York. In particolare i primi episodi si concentrano sul campo estivo al quale partecipano i protagonisti e solo successivamente i personaggi si ricongiungono per il nuovo anno scolastico. Il team di doppiatori è sempre eccellente, dai soliti nomi di peso – lo stesso creatore Nick Kroll, John Mulaney, Jason Mantzoukas, Ayo Edebiri (che sostituisce in questa stagione Jenny Slate a causa delle polemiche legate al doppiaggio di un personaggio nero da parte di un bianco), Jessi Klein, Fred Armisen, Maya Rudolph, Jordan Peele, Andrew Rannels – ai nuovi personaggi introdotti questa stagione: Maria Bamford, John Oliver, Seth Rogen, Zach Galifianakis, Josie Totah, Lena Waithe, Sterling K. Brown e come guest Paul Giamatti nel ruolo della cacca di Andrew e Maya Erskine e Anna Konkle, che doppiano i loro personaggi di PEN15 in un improbabile ma esilarante cross-over.

Big Mouth – Stagione 4A farla da padrone in questa annata, come si diceva, è il tema dell’ansia, rappresentato nella figura allegorica, tipica di Big Mouth, di Tito the Mosquito, una zanzara che appare nei momenti di maggiore difficoltà dei protagonisti. Interessante la scelta dell’insetto più fastidioso di tutti per identificare il “mostro” più comune di tutti, quello che, sebbene durante l’adolescenza si imponga in modo importante nella vita dell’individuo, non abbandona mai veramente le nostre esistenze e, se mal gestito, può avere conseguenze spiacevoli. Il primo a far conoscenza con Tito è Nick, personaggio che mai come in questa stagione deve fare i conti con la percezione che ha di se stesso e, di riflesso, con l’immagine che presenta nelle relazioni con i suoi compagni: non per niente è tramite la sua esperienza al campo estivo che lo show mette in scena in modo crudo ma molto realistico il tema del bullismo. L’emarginazione e l’umiliazione che subisce il protagonista fa riflettere sul tema ed è immediatamente collegata all’evoluzione del suo comportamento, che culmina con la creazione di Nick Starr, alter-ego immaginario che concentra in sé tutte le caratteristiche negative di Nick che dovrebbe rappresentarlo in un futuro non troppo lontano.

Uno degli argomenti più scomodi, tuttavia, che gli autori di Big Mouth non hanno alcuna paura di affrontare in questa annata è quello della transizione di genere, canalizzato attraverso il personaggio di Natalie. Nelle reazioni dei ragazzi del campo e nell’ingenua gestione della situazione da parte degli adulti, emergono tutte le difficoltà che chi affronta questo percorso si trova davanti: interessante in tal senso anche la messa in scena del rapporto tra Natalie e il suo hormone monster, che viene “sconfitto” attraverso l’uso di farmaci bloccanti.

Big Mouth – Stagione 4Anche il percorso di Missy è costellato di ansia e, in tal senso, assume un ruolo importante il tema della racial identity, legato al recasting della sua doppiatrice di cui si accennava in precedenza. La ragazza si confronta, attraverso la permanenza con le sue cugine dalla parte del padre, con i tentativi dei genitori di proteggerla dal problema del razzismo che si riducevano nel non parlarne e fare finta che non esistesse. È grazie anche ad una sorta di ri-scrittura del personaggio di Devon che gli autori possono approfondire maggiormente questa questione descrivendo lo scenario realistico nel quale una persona di colore, con la sua storia e la sua cultura, deve “adattarsi” ai diversi ambienti nei quali vive al fine di presentare una certa versione di sé, socialmente accettabile; poco importa se per farlo non può esprimere se stessa. È un tipo di oppressione silenziosa che rafforza e amplifica le disuguaglianze sociali con la quale, come i personaggi di Big Mouth dimostrano, bisogna confrontarsi fin dalla giovane età.

I picchi di una stagione molto riuscita si hanno in alcuni episodi in particolare: il primo è “Four Stories About Hand Stuff” che, attraverso quattro storie brevissime parla in modo brillante di piacere femminile, disturbo ossessivo compulsivo e molestie sessuali; il secondo è “Horrority House”, nel quale le paure dei personaggi prendono letteralmente forma e, attraverso un trip citazionistico che va dall’autoreferenzialità di prodotti di Netflix tipo Russian Doll a classici dell’horror come It e Us, si “consuma” anche il passaggio di doppiaggio già citato da Jenny Slate a Eyo Edebiri con Missy che deve ricomporre tutte le parti di sé, in un passaggio meta-televisivo davvero ben realizzato.

Big Mouth – Stagione 4Big Mouth continua ad essere una serie che può essere letta attraverso tantissimi layers nonostante il suo essere molto diretta ed esplicita nei messaggi che vuole mandare: questa stagione dimostra, ancora una volta, l’eccezionalità dello show nel raccontare ed esprimere la multiforme esperienza della pubertà, dai suoi lati più mostruosi – dei quali spesso si tende a tacere o minimizzare – a quelli positivi di scoperta di sé e dell’altro. La relazione tra Jay e Lola si pone proprio su questa scia, con l’evoluzione del rapporto che passa dalla conoscenza reciproca e dall’ascolto dei rispettivi bisogni.

Ancora una volta la serie animata di Nick Kroll e Andrew Goldberg è uno dei migliori prodotti Netflix dell’anno e il rinnovo della serie almeno fino ad una sesta stagione, a questo punto, è oro.

Voto stagione: 9

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Informazioni su Davide Tuccella

Tutto quello che c'è da sapere su di lui sta nella frase: "Man of science, Man of Faith". Ed è per risolvere questo dubbio d'identità che divora storie su storie: da libri e fumetti a serie tv e film.


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Un commento su “Big Mouth – Stagione 4

  • Ricki Fornera

    In questa stagione le tematiche più strettamente legate alla sessualità sono state in parte marginalizzate per dare spazio a un’evoluzione psicologica dei personaggi, che ora sono abbastanza grandi da essere finalmente in grado di chiedersi che tipo di individuo sono, di ragionare sulla propria persona. Questo è evidente da Missy, ma anche in Nick, Jessy e Matthew è ben messo in evidenza, e la zanzara dell’ansia è perfetta in questo senso per far riflettere i ragazzi su se stessi. Intrigante l’accenno al tricheco dell’autolesionismo, che fa presupporre una svolta ancora più dark nella prossima stagione. Il crossover con PEN15 poi è tutto. Impossibile non esaltarsi con questa serie