The Falcon and the Winter Soldier – 1×02 The Star-Spangled Man


The Falcon and the Winter Soldier - 1x02 The Star-Spangled ManDopo un esordio molto introduttivo, che ha coraggiosamente scelto di posticipare l’incontro tra i due protagonisti in modo da poter approfondire il lavoro di re-introduzione delle singole figure di Sam/Falcon e Bucky/Winter Soldier, con il secondo episodio la serie targata Marvel e Disney+ entra finalmente nel vivo dell’azione.


I read The Hobbit in 1937, when it first came out.

Fin dalla primissima e divertentissima interazione tra i due (che non a caso ci era già stata proposta in una delle clip promozionali), appare evidente quale sia al momento il maggiore punto di forza dello show, ovvero quello di attingere a piene mani dalle dinamiche tipiche del buddy cop, ibridandole con il genere spionistico e thriller à la Captain America: The Winter Soldier, il tutto rimanendo ben saldi all’interno della cornice del MCU.
I due infatti si confermano un’ottima coppia comica, come del resto avevamo già avuto modo di vedere nei passati film del MCU, riuscendo però ad alternare i momenti di puro intrattenimento ad altri in cui invece il conflitto si fa più intenso e drammatico – pensiamo ad esempio alla scena della terapia di coppia, che riesce a unire molto bene entrambi gli aspetti.
The Falcon and the Winter Soldier - 1x02 The Star-Spangled Man
Il punto di unione e di conflitto tra i due protagonisti è naturalmente rappresentato da Steve, dal suo ricordo, dalla sua eredità e dal modo, in parte divergente, in cui entrambi stanno cercando di metabolizzare la sua scomparsa. Se, almeno per il momento, Sam resta convinto di aver compiuto la scelta migliore rinunciando a raccogliere il testimone lasciato da Cap, Bucky al contrario fatica a comprendere questa decisione, soprattutto alla luce della comparsa del nuovo Captain America nominato dal governo americano. Non è un caso però che i due riescano a trovare un punto d’incontro nella loro avversione nei confronti del nuovo eroe.

L’altro elemento caratterizzante dell’episodio è costituito proprio dall’introduzione di John Walker, densa di rimandi a quella di Steve in Captain America: The First Avenger. Si tratta di un personaggio tratto dai fumetti Marvel ma, come spesso accade nel MCU, aggiornato ai tempi che stiamo vivendo. Qui infatti Walker, sulla carta un nazionalista ossessionato dal desiderio di diventare un eroe di guerra, sembra assumere maggiore complessità e ambiguità rispetto alla sua controparte cartacea, rendendo sia il confronto con il suo predecessore che il conflitto con i due protagonisti potenzialmente più interessante.
Walker è definito (anche) dal fatto di non essere un super-soldato, ed è proprio questo tema a rivelarsi sempre più pervasivo all’interno del racconto: da un lato troviamo infatti il gruppo dei Flag Smashers, in apparenza composto interamente da individui dotati di una forza sovrumana, e dall’altro Isaiah Bradley, un altro super-soldato già noto ai fan per la sua apparizione nei comics.
L’obiettivo dei Flag Smashers è ancora poco chiaro: nostalgici del mondo durante il Blip, vogliono sbarazzarsi delle strutture governative e dei confini che stanno alla base del sistema politico mondiale (e che si suppone abbiano continuato a esserlo, con tutte le diversità del caso, anche durante quei cinque anni), utilizzando uno strumento (il siero per la super-forza) sviluppato proprio dal governo per essere messo al servizio dell’esercito.

You know what they did to me for being a hero? They put my ass in jail for thirty years.

The Falcon and the Winter Soldier - 1x02 The Star-Spangled ManL’introduzione di Bradley permette invece agli autori di sottolineare un altro dei temi portanti dello show, già emerso nel primo episodio dalla sequenza ambientata in banca: quello del razzismo sistemico che piaga gli Stati Uniti. Da questo punto di vista va però detto che al momento questo elemento non sembra amalgamarsi sempre alla perfezione con la cornice in cui si inserisce – pensiamo ad esempio alla scena in cui Sam viene fermato dalla polizia –, rimanendo un po’ avulso dal contesto. Il potenziale per dar vita a un racconto di grande impatto sulla cancellazione della comunità afroamericana nella costruzione dell’immaginario statunitense è però innegabile, e il parallelismo tra la storia di Bradley e quella, ancora da scrivere, di Sam, non fa che confermare questa sensazione.
In quest’ottica il vero elemento unificante tra i diversi personaggi e le varie sottotrame sembra essere proprio rappresentato dal rapporto più o meno conflittuale che i diversi attori in gioco intrattengono con il governo e con la nazione: di completa adesione nel caso di Walker, di totale rifiuto in quello di Bradley e dei Flag Smashers, ambiguo e tutto da definire per Sam e Bucky.

Lontano anni luce da WandaVision, The Falcon and the Winter Soldier conferma l’estremo polimorfismo del Marvel Cinematic Universe, in particolar modo in questa sua nuova veste televisiva.
Pur non godendo delle doti di sperimentazione del suo predecessore, lo show di Malcolm Spellman ha tutte le carte in regola per portare avanti il piano di rinnovamento della Fase Quattro del MCU, plasmando supereroi e racconti più in linea con la sensibilità contemporanea, a patto però di limare le discontinuità di tono che al momento si fanno sentire di tanto in tanto.

Voto: 7

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