Physical – Presentazione in anteprima della nuova serie Apple


Physical – Presentazione in anteprima della nuova serie AppleAppleTv+ si sta lanciando sempre di più con gli investimenti sui suoi Original: dopo un piccolo rallentamento dovuto alla pandemia, il colosso della tecnologia ha ripreso la sua tabella di marcia, annunciando le nuove stagioni dei suoi show più apprezzati e tantissime nuove serie per quest’anno e per gli anni a venire, con alcuni prodotti davvero attesissimi (uno su tutti Foundation, la serie tratta dalla famosissima saga fantascientifica di Isaac Asimov). Physical è una di queste novità e uscirà il 18 giugno: vi parliamo in anteprima (e senza spoiler) dei primi due episodi.

Intanto di cosa stiamo parlando: Physical è una dramedy ambientata a San Diego negli anni ’80 che vede come protagonista la splendida Rose Byrne, attrice premiata e dalla lunghissima carriera cinematografica (da Marie Antoinette a Sunshine, passando per la saga degli X-Men) che negli ultimi anni si è anche rilanciata in tv dopo il suo ruolo più famoso in Damages. L’abbiamo vista, infatti, recitare al fianco di Cate Blanchett in Mrs. America l’anno scorso, dove interpretava la politica e attivista femminista Gloria Steinem. In Physical Byrne interpreta Sheila, una casalinga benestante evidentemente insoddisfatta della sua vita e del suo matrimonio con Danny (Rory Scovel), al punto da passare molto tempo delle sue giornate a sperperare i soldi di famiglia in pratiche autolesioniste che lasciano intendere un disturbo alimentare di tipo bulimico. Saranno la scoperta dell’aerobica e l’incontro con Bunny, una giovane istruttrice, a salvare Sheila e a offrirle una nuova prospettiva rispetto alla tossicità della relazione con il marito.

Physical – Presentazione in anteprima della nuova serie AppleLo show di Apple si presenta come erede di un filone recente di woman empowerment, caratterizzato da un cambio di paradigma alla base della maggior parte delle storie raccontate al cinema e in tv fino a non molto tempo fa: la protagonista è una donna – solitamente non un modello perfetto privo di difetti, anzi un personaggio sfaccettato e ricco di debolezze, alle volte addirittura sgradevole e, per questo, più realistico e relatable – che compie un percorso di autodeterminazione e rinascita rispetto al contesto opprimente nel quale è inserita. Si pensi all’exploit e al successo di The Handmaid’s Tale, in cui questa idea è portata ancora più all’estremo dall’ambientazione distopica, ma negli ultimi anni si possono citare innumerevoli titoli di rilievo su questo genere: The Great, Fleabag, Dickinson, GLOW, Unhortodox e si potrebbe andare avanti. Naturalmente quello che differenzia questi show l’uno dall’altro è sempre il fine al quale puntano gli autori – tendenzialmente autrici – e, soprattutto, la qualità del percorso che viene scritto per il personaggio protagonista. In questo caso sembra evidente che la strada intrapresa da Sheila in Physical sia quella dell’emancipazione e della necessità che la donna prenda le redini della propria vita e scelga autonomamente di essere felice, e non più succube del controllo indiretto che il marito – e non solo – ha su di lei.

È interessante in tal senso come viene presentata la natura del matrimonio tra Sheila e Danny: la loro non è una relazione esclusiva, o meglio, è chiaro fin dall’inizio che la protagonista è consapevole che il marito – che di lavoro fa il professore di Storia – abbia delle relazioni con le proprie studentesse e che sia una cosa accettata tra loro. L’insofferenza di Sheila verso questa situazione nella quale deve solo adempiere ai propri obblighi di brava moglie e brava madre – hanno una figlia in età da scuola materna – esplode nelle sue nevrosi e nel suo continuo autocommiserarsi; c’è, infatti, un costante voice-over di quello che il personaggio sta pensando che commenta le situazioni in cui viene a trovarsi. Una sorta di voce interiore che dialoga direttamente con lo spettatore e rompe la quarta parete. I commenti sono quasi sempre acidi, cinici e severi verso se stessa, un meccanismo narrativo che ricorda molto uno degli episodi più famosi di BoJack Horseman, “Stupid Piece of S**t”, dove anche BoJack fa i conti con la bassa considerazione che ha di se stesso e con il suo dolore esistenziale.

Physical – Presentazione in anteprima della nuova serie AppleE l’aerobica? Quello che dovrebbe essere il tema portante dello show e il mezzo di emancipazione vero e proprio per la protagonista nei primi episodi è ancora molto marginale. È rappresentato come un’ideale e una visione di futuro allo stesso tempo; lo vediamo solo attraverso gli occhi di Sheila che lo ammira e lo venera dal momento in cui lo scopre. Sarà interessante vedere come si svilupperà il rapporto tra il personaggio di Rose Byrne e Bunny (Della Saba), nell’ottica di ammirazione l’una per la vita dell’altra ma anche di un’iniziale avversità.

La serie è creata e prodotta da Annie Weisman, forte di un super contratto di due anni con Apple – che nel frattempo si sta accaparrando sempre più nomi di rilievo per la produzione dei suoi originali, da Alfonso Cuaron a Justin Lin, solo per citarne un paio. Weisman è molto nota nell’ambienta televisivo, a partire dal suo lavoro in Desperate Housewives, per poi proseguire con Suburgatory, About A Boy, The Path, Almost Family e ora appunto Physical. Nel cast dello show oltre ai due attori protagonisti già citati troviamo altri interpreti di rilievo, da Deidre Friel (dai piccoli ruoli in The Sopranos e Search Party al più recente New Amsterdam) a Paul Sparks (House Of Cards, Waco, The Night Of).

Physical, in definitiva, si presenta come una serie scritta in modo accattivante e intelligente che fa dell’estetica anni ’80 uno dei suoi punti di forza, a volte addirittura calcando un po’ troppo la mano sul modo in cui vengono solitamente rappresentati i sobborghi californiani al cinema e in TV. Lo show è estremamente godibile e i primi episodi lasciano con la sensazione di volerne vedere ancora: il personaggio interpretato in modo eccellente da Rose Byrne, in particolare, è tanto odioso quanto amabile, a riprova del fatto che sia ben scritto e per nulla stereotipato.

Voto: 7

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Informazioni su Davide Tuccella

Tutto quello che c'è da sapere su di lui sta nella frase: "Man of science, Man of Faith". Ed è per risolvere questo dubbio d'identità che divora storie su storie: da libri e fumetti a serie tv e film.

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