Nine Perfect Strangers – Stagione 1 3


Nine Perfect Strangers - Stagione 1Lo scorso agosto ha visto il debutto di Nine Perfect Strangers, la nuova miniserie Hulu creata da David E. Kelley (Big Little Lies, The Undoing) e John Henry Butterworth, ispirata all’omonimo romanzo di Liane Moriarty. Disponibile in Italia su Prime Video, fin dai suoi primi episodi, lo show si è rivelato ambizioso, non tanto nella costruzione della sua trama, ma nella volontà di mettere in scena le storie di nove e più personaggi in un racconto corale che cerca soprattutto nelle loro interazioni i maggiori punti di forza e di interesse.

L’immensa e splendida ambientazione della Tranquillum House, il lussuoso resort che si propone di curare e di trasformare completamente i suoi ospiti, diventa il teatro di un processo che, puntata dopo puntata, si distanzia sempre più dall’atmosfera pacifica e meditativa incontrata inizialmente, inoltrandosi passo dopo passo nei traumi vissuti da ognuno dei nove ospiti del resort, costretti ad affrontare una volta per tutte il loro dolore attraverso metodi spesso discutibili, ma che promettono di trasformarli e di guarirli del tutto. A dirigere il loro percorso c’è Masha, interpretata da una Nicole Kidman capace di conferirle la giusta dose di mistero e di magnetismo. Il suo personaggio, infatti, è costruito in modo da rendere la donna una figura estremamente ambigua, capace di rivelarsi tanto empatica e premurosa quanto inquietante e, spesso, spietata nei modi con cui si approccia alla cura dei suoi ospiti. I suoi metodi prevedono, tra le altre cose, l’assunzione – spesso inconsapevole – di droghe e allucinogeni vari studiati e personalizzati per le “esigenze” di ogni ospite, la cui dose continua a crescere sempre di più nel corso dei dieci giorni previsti dal ritiro spirituale. Ad accrescere il mistero riguardo la persona e le reali intenzioni di Masha si aggiunge anche il suo passato in Russia, in cui era una ricca manager dai modi decisamente poco affabili; una persona del tutto diversa rispetto alla guida spirituale che controlla il Tranquillum. La nuova vita, illuminata nata in seguito all’esperienza di pre-morte avuta dopo il tentato omicidio, non è però del tutto libera dai fantasmi e dagli errori del passato, che continuano ad inseguire la donna non solo nei suoi ricordi, ma anche nelle inquietanti minacce di cui Masha è vittima nel corso delle puntate.

Nine Perfect Strangers - Stagione 1Se i primi episodi sono dominati dalla presenza di Masha e dal mistero che aleggia attorno alle sue reali intenzioni e al suo passato burrascoso, con il proseguire delle puntate Nine Perfect Strangers si focalizza sempre di più su ognuno degli ospiti presenti nel resort, mostrando con chiarezza l’intenzione generale dello show di voler indagare, attraverso le loro variegate storie personali, il tema dell’elaborazione del trauma e del dolore. Il percorso affrontato nel resort, a dispetto del suo nome, non è per niente tranquillo: i nove personaggi scelti da Masha sono costretti a scavare dentro loro stessi, a fare a pugni con le loro paure e ad elaborare senza alcun filtro il dolore scaturito dalle esperienze e/o dalle persone che li hanno feriti nel profondo. L’assunzione delle droghe spinge ognuno di loro ad abbattere le barriere sensoriali ed emotive che ostacolano il confronto con i loro traumi, mettendo da parte quella paura che spesso impedisce l’elaborazione e, talvolta, anche solo il ricordo di questi ultimi. Puntata dopo puntata, questo percorso diventa sempre più intenso, concorrendo a donare allo show un’interessante dissonanza tra l’ambientazione rilassante che caratterizza il Tranquillum e l’inquietudine che cresce sempre più nei personaggi nel corso dei loro trattamenti. La scelta di Masha di aumentare il dosaggio delle droghe conferisce a donare alla seconda metà dello show un tocco grottesco che ben si sposa con la dissonanza di cui si parlava in precedenza.

Il maggior punto di forza dell’intero show è caratterizzato, senza alcun dubbio, dall’immensa bravura dimostrata dal cast. Asher Keddie (Heather), Michael Shannon (Napoleon) e Grace Van Patten (Zoe) sono riusciti a trasferire non solo l’immenso dolore scaturito in seguito all’esperienza del lutto, ma anche tutte quelle sottigliezze, quei comportamenti e quei pensieri irrazionali meno ovvi e prevedibili che spesso si accompagnano a un dolore di tale portata. Stimolati dalle esperienze al Tranquillum, questi pensieri ed emozioni sommerse vengono portati in superficie con una dirompenza che i tre attori hanno portato sullo schermo in maniera davvero emozionante. A colpire, però, non sono soltanto le storie e i traumi passati dei personaggi, ma anche e soprattutto le interazioni che si sviluppano tra gli ospiti nel corso del loro soggiorno. Spicca in particolare il rapporto che va costruendosi tra Francis e Tony – interpretati rispettivamente da Melissa McCarthy e Bobby Cannavale – che si impone come uno degli elementi più riusciti dello show grazie all’irresistibile chimica presente fra i due attori, capaci di bucare lo schermo non solo nei momenti più emozionanti, ma anche nei frangenti più spassosi. Molte delle loro interazioni, infatti, hanno il merito di alleggerire uno show che a tratti potrebbe risultare un po’ pretenzioso. Ottime anche le interpretazioni di Regina Hall (Carmel) e di Luke Evans (Lars), che hanno caratterizzato bene l’ambiguità e (soprattutto per quanto riguarda Carmel) l’imprevedibilità dei propri personaggi, le cui intenzioni non risultano mai del tutto chiare per la maggior parte delle puntate. Restano un po’ in ombra, invece, i personaggi di Ben (Melvin Gregg) e Jessica (Samara Weaving), vittime di una sceneggiatura poco ispirata nei loro confronti.

Nine Perfect Strangers - Stagione 1La notevole prova dimostrata da ognuno degli elementi del cast non basta, però, a rendere Nine Perfect Strangers uno show del tutto soddisfacente. La creatività della sceneggiatura viene purtroppo a mancare laddove la serie ne avrebbe più bisogno: nella costruzione dei percorsi e delle cure riservate agli ospiti del Tranquillum. Ogni rimedio messo in scena non riesce a sganciarsi da una generale pigrizia narrativa che condanna lo show ad adagiarsi su stereotipi vari che impediscono a Nine Perfect Strangers di lasciare il segno e di giustificare la pretenziosità della sua costruzione. I vari trattamenti dedicati agli ospiti – anche quelli scaturiti dall’assunzione di droghe – non fanno altro che riproporre elementi new-age visti più volte altrove, deturpando il potenziale stesso della miniserie. Anche il ritmo dello show non è gestito nel migliore dei modi: dopo episodi forse fin troppo introduttivi, molte storyline (compresa quella dedicata al travagliato passato di Masha) vengono poi sviluppate alla fine con troppa frettolosità, vanificando l’interesse scaturito a inizio serie per molti degli elementi rappresentati e approdando ad un finale idilliaco che – nonostante il notevole carico emotivo – fatica davvero a convincere.

In definitiva, Nine Perfect Strangers si rivela un esperimento molto interessante, ma non del tutto riuscito. Il fascino delle sue ambientazioni e la notevole abilità del suo cast non bastano, infatti, a salvare lo show da una sceneggiatura che non si è rivelata abbastanza creativa e interessante per tenere il passo con le sue stesse ambizioni. Nonostante tutto, però, non si può dire che si tratti di uno show insufficiente: Nine Perfect Strangers riesce certamente a intrattenere e ad emozionare, ma non si può che restare vagamente delusi per ciò che avrebbe potuto dimostrare se solo fosse stata meno “pigra” dal punto di vista narrativo.

Voto: 7

 

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3 commenti su “Nine Perfect Strangers – Stagione 1

  • Eraserhead

    Concordo in pieno, sul giudizio e sul voto… Parte benissimo ma si perde totalmente nella seconda parte, davvero un peccato per un argomento che adoro trattato alla fine in maniera un po’ superficiale… Ottimi personaggi però

     
  • Writer

    Raramente ho visto una fiction che si sgonfia in modo così repentino e totale. Partita bene, negli ultimi tre episodi,la serie precipita disastrosamente verso un finale quasi ridicolo e gratuito. Peccato, avrebbe potuto essere un buon prodotto.

     
  • Federica Barbera

    Sono d’accordo con la recensione, con quel cast e quella storia da cui partire (accento russo terribile a parte) si poteva fare molto di più. Sono invece in disaccordo sul fatto che quello che abbiamo visto sia “un finale idiliaco”: il montaggio, con la carrellata del futuro di tutti gli ospiti, è aperto e chiuso da Francis che, al ristorante con Tony, si mette a scrivere su dei fogli, e quando vediamo Masha che scorrazza via con la macchina ha sul cruscotto proprio una copia di “Nine Perfect Strangers” di Francis.
    Insomma, io non credo che quello sia il vero finale per i personaggi, anche perché sarebbe decisamente irrealistico. Non ho letto il libro originale quindi non so come si concluda, e francamente anche di un finale così non saprei che farmene (anche una volta che scopriamo che è tutto frutto dell’immaginazione di Francis che ce ne facciamo?), però ecco, ci tenevo a dire che visto il montaggio e l’assurdità di un lieto fine per tutti, secondo me è possibile ritenere quello che abbiamo visto come qualcosa di non reale.