Tutto ci porta a pensare a una cosa: che quello che stiamo per vedere in questo nuovo corso, in questa nuova storia, sia completamente diverso da quello che conosciamo. La grafica del titolo, l’ambientazione, il nuovo lavoro, tutto è distante migliaia di chilometri dalle spiagge assolate di Miami. Tutto ci porta lontano da Dexter Morgan. Ma come spesso capita col ghiaccio, non è proprio così: sotto la patina è rimasto tutto uguale.
Partiamo da un dato assodato: fare peggio del series finale di Dexter era davvero difficile. Infatti questo pilot di Dexter: New Blood è sicuramente molto meglio sia come scrittura che come fattura tecnica, anche se ha ancora degli aspetti ridondanti e fastidiosi dell’ultimo periodo della serie madre.
Dexter ha quindi una nuova vita nell’estremo nord degli States, sono dieci anni che non ammazza nessuno e occupa il tempo lavorando in un piccolo negozio al centro del piccolo paese dove risiede. È ben voluto da tutti e ha una relazione con una poliziotta locale. La scrittura gioca fin da subito un po’ troppo sul suo status di ex serial killer, incastrandolo in situazioni ambigue dove la sua allerta sale ai massimi livelli senza che però ce ne sia un vero motivo. Questa è forse la prima pecca, anche se veniale, che si nota in questo nuovo show: i cliché sono dappertutto. Anche con un materiale bello denso e interessante tra le mani, quello che vediamo è esattamente quello che ci si aspetterebbe dopo un’ipotetica scritta “10 anni dopo”.
La vita di Dexter, quindi, sembra assolutamente tranquilla e serena, anche se una precisa scelta autoriale che viene inserita immediatamente (non vi diciamo quale per evitare spoiler) ci immerge subito in quella certa inquietudine che vive il protagonista. E come potrebbe non viverla, vi starete chiedendo. Domanda legittima: e infatti ogni secondo di puntata ci viene ricordato come Dexter reprima in modo doloroso e faticoso, ogni giorno, il suo Passeggero Oscuro. Anche questa precisa scelta è ordinata e giusta, ma anche in questo caso troppo reiterata e telefonata.
Sembrerebbero quindi cinquanta minuti un po’ poco densi di significato e di accadimenti, ma in realtà non è così, anzi: in questa prima puntata succedono tante cose, forse troppe, che riportano al centro del racconto il “vero” Dexter Morgan. È ovvio che ci siano rimandi e citazioni del passato, con alcune sequenze che ci riportano indietro di dieci anni ai tempi del caldo umido della Florida e non del freddo gelido che traspare qui da ogni inquadratura, ma è anche vero che vengono inserite già trame e sottotrame che delineano in maniera abbastanza chiara quali saranno i topic della stagione. Sembra un po’ che personaggi e situazioni siano stati inseriti in questa puntata come in un imbuto, per poi venire filtrati piano piano durante i restanti episodi.
Non deve essere per forza un male, questa accelerazione già nel primo episodio, ma forse è stata sprecata una possibilità di indagare molto meglio l’animo del nuovo Dexter, quello che ha fatto in questi anni, come ha fatto a reprimere i suoi istinti, come ha superato il trauma della perdita di Debra e via dicendo. È ovvio che ci sono e ci saranno agganci col suo passato, con vecchi personaggi e situazioni che ritorneranno nella sua vita, ma l’aspetto psicologico del protagonista era stato un punto di forza delle prime stagioni, con quei monologhi taglienti e crudi che ne hanno fatto uno dei migliori personaggi televisivi di una decade fa. In questo nuovo inizio tutto questo manca: è vero, sono solo i primi passi, ma ci si sarebbe aspettata più cura nell’introdurre questa nuova storia, cosa che per il momento non è avvenuta.
Anche l’introduzione e la presentazione di personaggi secondari e meno secondari sembra inserita in questa puntata per togliersi il pensiero: al netto di situazioni e incastri narrativi già visti – che certo possono essere considerati come una “firma” di questo racconto, ma alcune volte si potrebbe anche variare un po’ – le presentazioni di villain e vecchi e nuovi characters sembrano veramente incastonati nel minutaggio per presentare tutto e subito, lasciando i prossimi episodi come sviluppi narrativi puri. In particolare, l’introduzione di un ragazzo misterioso ci è sembrata trattata in maniera a dir poco superficiale, data l’importanza che il personaggio sembra rivestire.
Restiamo quindi in attesa delle prossime puntate per capire se con questo Dexter: New Blood si riuscirà a ridare una giusta dimensione alla storia e ai suoi personaggi, vecchi e nuovi. È sicuramente una serie che va almeno iniziata se si è stati fan di Dexter – o quantomeno fino a metà serie, del finale vogliamo tutti dimenticarci – e bisogna dare tempo alla storia di ingranare. Sperando vivamente di rivedere il Passeggero Oscuro all’opera, quello che avevamo conosciuto in una calda notte di Miami, tanti anni fa.
Voto: 6
Per me sei stato troppo buono. Dexter è una bella idea (se non erro, venuta da un romanzo), che ha partorito una pessima serie. La prima stagione ha funzionato alla grande, poi è andata costantemente in calo, durando decisamente troppo. Riflettevo proprio in questi giorni alla differenza con Succession, che parte da una idea di base che non è certo nulla di rivoluzionario – quante volte abbiamo veduto faide in famiglie danarose -, e grazie a tutto il comparto, primi tra tutti gli autori, diventa un capolavoro. Dexter parte da un’idea forse geniale e si tramuta in ciò che è. Peccato per il povero Michael C. Hall, che è un attore coi fiocchi.
Nella stessa settimana dell’insipido The Many Saints of Newark visto al cinema che raschia il fondo dei Soprano, torna anche Dexter ed anche l’annosa domanda: ma perché lo fanno?