Gomorra – Stagione 5 2


Gomorra - Stagione 5Il 2021 si chiude portandosi via per sempre una delle serie italiane meglio riuscite degli ultimi anni: tra alti e bassi, qualche sbavatura ma anche qualche picco notevole, dopo cinque stagioni e sette anni Gomorra ci dice addio, con un’ultima stagione che forse arriva un po’ in ritardo ma che probabilmente riesce a chiudere in maniera degna un’epopea che non si dimenticherà tanto facilmente.

Partiamo allora proprio dall’analisi di questa stagione che chiude il cerchio iniziato sette anni fa: molti personaggi sono morti, altri sono completamente nuovi ma soprattutto c’è il tanto atteso ritorno dell’Immortale, quel Ciro Di Marzio che, ormai esule a Riga, tornerà a Napoli per chiudere definitivamente i conti.
Proprio Ciro Di Marzio ci era stato presentato in maniera approfondita con L’Immortale, spin-off e mid-sequel da vedere tra la scorsa e quest’ultima annata. Non è fondamentale per capire quello che succederà negli ultimi dieci episodi della serie, ma è consigliata la visione soprattutto per conoscere molto meglio il personaggio forse meglio scritto dell’intera serie – o quantomeno quello meglio scritto che è riuscito ad arrivare fino a qui. Perché a volte il non detto è meglio del detto, e, fino alla sua presunta morte, Ciro era stato avvolto in questo velo di mistero sul suo passato senza legami che lo faceva diventare veramente una scheggia impazzita all’interno dello scacchiere, anche più del violento e istintivo Gennaro, che già da subito è stato delineato come il personaggio che poi vedremo fino all’ultima inquadratura.

Gomorra - Stagione 5È indubbio che sia stato il loro rapporto da fratelli-nemici a tenere legate tutte le altre sotto trame, perché di questo si è sempre trattato: tutte le altre famiglie coinvolte, Pietro Savastano e sua moglie Imma prima, la famiglia di Di Marzio poi, e tutti gli altri che negli anni si sono aggiunti ai loschi traffici della Camorra altro non sono stati che il corollario a un rapporto che è stato il motore di almeno quattro stagioni su cinque.
Proprio questo legame è la scintilla che accende l’ultima tornata di episodi di Gomorra, e ci sentiamo di dire che è la logica meccanica del racconto, anche se forse la sua realizzazione ci sembra un po’ forzata. Genny Savastano viene a sapere che Ciro è vivo, lo va a cercare e lo tradisce immediatamente per vendicarsi del fatto che quest’ultimo lo ha tradito per non avergli rivelato di essere ancora vivo, e di averlo quindi lasciato solo. Se capiamo la spinta “morale” – passateci il termine, anche se stiamo parlando di tutto fuorché di morale – che aziona Savastano a fare quello che ha fatto, ci sembra tutto troppo veloce ma soprattutto tutto poco studiato da uno che, al netto di quello che è e che rappresenta, ha sempre dimostrato di essere un ottimo stratega. Capiamo anche la rabbia, l’emozione negativa, la tristezza, tutte cose che possono offuscare la mente anche dell’uomo più lucido e analitico del mondo, ma da un personaggio così forse ci saremmo aspettati qualcosa di diverso.

Sono proprio le emozioni personali e interpersonali che troviamo molto presenti in questa quinta stagione. Anche negli anni scorsi avevamo assistito a momenti crudi dove il legame di amicizia o d’amore veniva dopo l’orgoglio e l’onore, ma in queste ultime puntate ci sono dei momenti molto intensi che riguardano quasi tutti i personaggi principali: nei momenti dove non resta loro che piangere, urlare, sfogarsi, spaccare qualcosa per far uscire tutta la rabbia e la tristezza interiori, ognuno di loro si lascia andare alla debolezza delle emozioni solo per pochissimi istanti, per lasciare poi subito spazio a un’espressione fredda, glaciale, di chi ha già calcolato il primo passo per vendicarsi.
È questa una delle cose più forti e disturbanti che ci lascia in eredità Gomorra: non c’è posto per le lacrime, non c’è posto per l’umanità. Tutto viene in secondo piano, la cosa più importante è farla pagare al prossimo e sopravvivere un’altra volta. Non c’è nessuna speranza all’orizzonte, nessuna redenzione: sappiamo benissimo che non ci sarà mai un’isola tropicale e un’altra vita per Gennaro, così come sappiamo che non c’è futuro per nessuno di quelli che abbiamo imparato a conoscere, anche per quelli nuovi. Gli autori, a ogni svolta della storia, a ogni colpo di scena o anche semplicemente a un altro avanzamento della trama, ci stanno dicendo che tutto questo non porterà da nessuna parte. Non ci può essere fiducia nel prossimo (Gennaro dice chiaramente che è stata una debolezza fidarsi di una persona che non fosse se stesso), non ci può essere speranza di uscirne nuovi e immacolati.

Gomorra - Stagione 5Un altro punto importante della stagione è l’inserimento di ‘O Maestrale, di sua moglie Donna Luciana e di ‘O Munaciello, che si riveleranno a tutti gli effetti protagonisti assoluti insieme ai due boss più famosi.
Partiamo dai due coniugi – che, continuando la spersonalizzazione con i soprannomi, addirittura non sappiamo come fanno di cognome: è sembrato un po’ forzato il fatto che Gennaro prenda subito come collaboratore fidato ‘O Maestrale, piccolo boss di Ponticelli che fino ad allora non era entrato in contatto con la storia che conosciamo. Potrebbe anche essere voluto, ovvero un errore di valutazione di Savastano di cui poi si pente (quella questione della fiducia), ma, per come conosciamo le dinamiche e per come si sono sempre comportati i boss, è un po’ affrettato il suo inserimento, svelando a chiare lettere il suo ruolo all’interno dello script, ovvero uno dei cardini che con le sue azioni scatena cause ed effetti che fanno progredire la storia. Ma non è tanto questa la pecca del personaggio, bensì la recitazione a dir poco sopra le righe di Mimmo Borrelli: sarà la conformazione del suo viso, dell’imponente barba che gli copre quasi tutta la faccia, ma le espressioni da cattivo che gli vediamo fare praticamente sempre alcune volte appaiono persino ridicole. Se le espressioni vuote di Salvatore Esposito sono riuscite a dare un tocco di realismo in più al personaggio di Gennaro (ad esempio quando tiene gli occhi mezzi aperti e sembra guardare il nulla), in questo caso è sembrata una vera e propria esagerazione, che sicuramente non ha fatto bene alla credibilità del personaggio di ‘O Maestrale.
Di tutt’altra pasta invece ‘O Munaciello, dove Carmine Paternoster è riuscito a rendere il personaggio odioso al punto giusto, tenendo praticamente sempre la stessa espressione che non regala mai nessuna emozione, andando incontro alla filosofia della serie di cui si è parlato poco fa.

Gomorra - Stagione 5L’ultima stagione conferma in primo piano anche il ruolo che hanno le donne in una società marcatamente patriarcale. È sempre un tema molto delicato, specie quando si affronta così di petto e in maniera cruda la vita malavitosa, cercare di inserire al meglio le figure femminili: Gomorra ci riesce da sempre, e anche quest’anno gli autori non si sono smentiti.
Sugli scudi troviamo Donna Luciana, Nunzia Carignano e ovviamente Azzurra: tutte e tre hanno un ruolo fondamentale nel dipanarsi degli eventi, con le prime due più attive nella malavita e con la terza che fa da bilanciere a tutto quello che succede a Gennaro, anch’essa decisiva nello snodarsi degli eventi che porteranno al finale. Mogli e madri che vedono o hanno visto il mondo sgretolarsi intorno a loro negli anni, con perdite e dolori indicibili, ma che volenti o nolenti hanno scelto questa vita perché sembrava l’unica possibile: Luciana ha aspettato vent’anni che suo marito uscisse di galera, Nunzia ha sposato un boss perdendo lui e suo figlio molto giovane, Azzurra, che è la più giovane delle tre, comincia a capire che una nuova vita è impossibile.
Le parole di Nunzia proprio ad Azzurra sono quelle da ricordare: non può esistere un posto dove tutto quello che hanno vissuto non è mai successo, non può esistere una distanza da percorrere che cancelli quello che sono. Anche qui ritorna l’assoluto e crudo nichilismo che pervade Gomorra: i protagonisti non sono eroi, non c’è niente di bello in quello che fanno, non hanno nessuna speranza di salvezza. Se i figli di queste donne sono morti o un giorno saranno come i loro padri, la colpa è anche la loro, delle madri: l’amore non li può salvare, sono già condannati.
È una di quelle cose che questa serie ha sempre sottolineato: l’assoluta assenza di futuro per chiunque voglia intraprendere la strada che ormai conosciamo.

Gomorra - Stagione 5Tutto questo ci porta al tanto atteso finale, un finale che non poteva che essere così. Gennaro e Ciro su una spiaggia – un luogo simbolico, dove anche Ciro uccise sua moglie, da intendersi proprio come “ultima spiaggia”, a pochi passi dalla libertà, il mare – che si fronteggiano con in mezzo Azzurra e il piccolo Pietro.
La scelta di Ciro di farli andare via è forse l’unico moto di umanità dell’intera serie, una piccola gemma di speranza che viene subito disintegrata dagli spari, un suono così abituale per Gomorra che quasi ce lo aspettavamo, come se fosse del tutto naturale. Azzurra e Pietro riescono a salpare, ma fino a dove? Non lo sapremo mai, ma temiamo che le parole di Nunzia non fossero altro che una nera previsione del futuro; Ciro e Gennaro invece li vediamo crivellati di colpi sulla sabbia, uno di fianco all’altro, morti in pochi istanti come tutti gli altri. Questo è proprio il punto di forza del finale, che a molti potrebbe essere sembrato veloce e con poco pathos: è invece esattamente questo che lo rende perfetto per Gomorra. “L’Immortale è solo un uomo”, ci viene detto più volte, ed è proprio così; così com’è solo un uomo Gennaro, esattamente come tutti quelli che hanno perso la vita in tutti questi anni. La loro fine è identica a tutti quelli che scelgono questa vita: banale e solitaria.
Il finale di Gomorra è quindi un manifesto chiaro e fulgido di quello che gli autori ci hanno voluto dire raccontando questa storia: Gennaro e Ciro, così come tutti gli altri personaggi, non toccheranno mai il mare. Se saranno fortunati arriveranno alla spiaggia ma lì si fermeranno, come due persone qualsiasi.

In definitiva, Gomorra ha forse l’unica pecca di avere ogni tanto riproposto la solita meccanica di svolgimento della storia, con tradimenti e colpi di scena un po’ telefonati. Ma questa ultima stagione ha senza dubbio chiuso il cerchio in maniera decisa, tenendo sempre alto il livello della produzione che rimane sicuramente una delle più belle e godibili dell’ultimo decennio, non solo della televisione italiana.

Voto Stagione: 7
Voto Serie: 7/8

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Informazioni su Ste Porta

Guardo tutto quello che c'è di guardabile e spesso anche quello che non lo è. Sogno di trovare un orso polare su un'isola tropicale.


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2 commenti su “Gomorra – Stagione 5

  • Boba Fett

    Sono combattuto. Mentre guardavo quest’ultima stagione non facevo altro che sottolinearne i difetti, la sceneggiatura con troppi buchi, la regia di D’Amore decisamente naive e, a tratti, piuttosto lenta, i dialoghi così esageratamente drammatici da risultare freddi; ma ora che tutto è finito già ne sento la mancanza. Comunque Gomorra rimane un’opera straordinaria in tutte le sue forme e ho particolarmente apprezzato la fine, che poi una fine purtroppo per Scampia non è perché, come si dice, morto un Papa (o due) se ne fa un altro.