Le 30 Migliori Serie del 2021: posizioni 30-21 5


Le 30 Migliori Serie del 2021: posizioni 30-21Anche quest’anno siamo giunti a tirare le somme degli ultimi dodici mesi seriali e questa volta lo faremo con una novità e un appuntamento tradizionale: la prima è costituita dalle Seriangolo Greatest Hits (ricordatevi di votare!),  che vi permetteranno di scegliere le vostre serie preferite di questo 2021, e la seconda ovviamente si riferisce alle nostre Classifiche! Inutile negarlo: anche quest’anno l’emergenza pandemica ha avuto delle conseguenze sul mondo delle serie TV, tanti appuntamenti previsti sono slittati al prossimo anno e moltissimi show hanno dovuto confrontarsi con il coronavirus sia a livello produttivo che a livello tematico. Ciononostante siamo riusciti  a partire da una buona base di serie TV (circa 130), da cui poi abbiamo selezionato quelle che secondo la nostra Redazione sono le più valide per una Top30. 

Come sempre, ogni redattore ha composto la sua Top50 e da questa siamo arrivati alla classifica che inizia con questo articolo.
Quali sono stati i criteri di questa selezione?
– Le serie prese in considerazione sono state quelle andate in onda tra il 22 dicembre 2020 e il 17 dicembre 2021, ad esclusione di quelle che sono uscite in blocco proprio il 17 e che abbiamo deciso di non considerare perché  sarebbero state svantaggiate rispetto alle altre (non tutti infatti avrebbero avuto modo di vederle e di inserirle eventualmente in classifica).
– Come ormai da anni qui su Seriangolo, non ci sono più distinzioni di genere e di categoria. La nostra Top30 include gli show che ci sono più piaciuti indipendentemente dal fatto che siano drama, dramedy, comedy, miniserie o serie alla decima stagione: quello che conta è quanto ci sono piaciute!
– Come spesso capita, tra una serie e l’altra a volte ci sono davvero dei decimi di punti di distacco, quindi tenetelo a mente quando considerate le differenze di poche posizioni! A tal proposito, proprio per pochi decimi di percentuale, non sono entrate in classifica Dickinson, Loki, Girls5Eva, Sex Education, Big Mouth, Brooklyn Nine-Nine, What We Do In The Shadows e White Lotus.

E ora partiamo subito con le ultime dieci posizioni della nostra Top30!

30. The Kominsky Method (Netflix)

Le 30 Migliori Serie del 2021: posizioni 30-21

The Kominsky Method chiude la sua parabola narrativa con una stagione che riesce a ergersi a summa di un racconto che spesso si è rivelato molto più denso e stratificato rispetto a ciò che appariva in superficie. Il viale del tramonto, personale e professionale, la passione per la trasmissione di una competenza, spesso vista di riflesso come ‘ripiego’ per chi non è riuscito ad agguantare Hollywood da protagonista: queste le tematiche sotto il fulgore dell’evidenziatore. Ma The Kominsky Method è anche – e soprattutto – una serie che approfondisce il tema dell’amicizia, dell’anzianità, della malattia, della morte. Questa ultima stagione, a partire da un profondo livello d’introspezione del protagonista, si fa portavoce di riflessioni importanti sull’amore e l’affetto che non si è in grado di dire o di mostrare, sulla paura di confrontarsi con chi sa che la vita vissuta è maggiore di quella da vivere, sulla malattia che ci allontana da ciò che siamo sempre stati. Questi temi vengono mostrati sia con un occhio al passato dei protagonisti, o meglio alla consuetudine che li ha guidati fino a ora, sia con un occhio lucido e ancorato al presente, che non solo contestualizza le emozioni raccontate, ma le attualizza, portandoci a riflettere su un concetto semplice ma non banale: se tutto è sempre stato così, non per forza deve essere sempre così.
Grazie al disincanto dell’impianto comedy, il pesante groviglio delle emozioni raccontate si dipana dolcemente, ma ci resta addosso, lieve e pesante al tempo stesso.

Francesca Gennuso

29. The Underground Railroad (Amazon Prime Video)

Le 30 Migliori Serie del 2021: posizioni 30-21

Tante volte negli ultimi anni abbiamo visto registi provenienti dal cinema mettersi alla prova con la serialità televisiva, ma raramente i risultati sono stati sorprendenti. Se Barry Jenkins è riuscito a stupire davvero con The Underground Railroad è perché ha avuto il coraggio di uscire dalla propria comfort zone e mettersi alla prova con un modello narrativo intimamente seriale. La sua miniserie è quanto di più lontano ci sia dal classico 10-hour movie, perché, sfruttando l’espediente drammaturgico delle stazioni della ferrovia sotterranea, costruisce un’antologia sul razzismo negli Stati Uniti che si compone e si completa episodio dopo episodio. A partire dal romanzo di Colson Whitehead, Jenkins porta la sua protagonista attraverso il tempo e lo spazio esplorando i tanti volti dell’oppressione razziale, andando da quello più smaccato e violento fino alle forme di razzismo più interiorizzate e nascoste, ma non per questo meno dolorose. The Underground Railroad è una storia solida e potente mostrata attraverso una messa in scena e un’illuminazione studiatissime, figlie di un regista di grande talento, come sanno tutti coloro che hanno visto Moonlight.

Attilio Palmieri

28. Doctor Who (BBC)

Le 30 Migliori Serie del 2021: posizioni 30-21

Non c’è un’altra serie che come Doctor Who generi ad ogni stagione un giudizio così severo da parte dei suoi spettatori: a ogni nuovo ciclo di storie e a ogni nuovo cambio di personaggi o di showrunner la sua fanbase è pronta a sentenziare su quanto questi cambiamenti siano la rovina o il tratto distintivo del successo cinquantennale dello show. La verità è che la longeva serie della BBC non è mai stata uguale a se stessa nella sua storia e, nonostante gli oggettivi passi falsi di Chris Chibnall alla guida dello show in passato, questa tredicesima stagione è stata innegabilmente una novità assoluta.
Flux – il sottotitolo della stagione – è un’unica storia di sei episodi: un ottovolante narrativo che porta la doctor di Jodie Whittaker a una prova attoriale eccezionale, conducendola dritta dritta verso la serie di speciali del 2022 che sanciranno il suo addio alla serie. L’intreccio di storie creato da Chibnall appare come un evento eccezionale nella storia di Doctor Who, sostenuto anche dallo svelamento di molti dei misteri che lo scorso season finale aveva messo in campo; l’autore inglese prepara così benissimo il terreno per il ritorno come showrunner di Russell T Davies, che avrà anche l’onore di festeggiare l’imminente sessantesimo anniversario della serie.

Davide Tuccella

27.  Zoey’s Extraordinary Playlist (NBC)

Le 30 Migliori Serie del 2021: posizioni 30-21

Dopo aver portato una ventata di freschezza nei duri mesi della pandemia, grazie anche ad un quasi inaspettato passaparola, Zoey’s Extraordinary Playlist tornava quest’anno con un’attesissima seconda stagione che, però, non ha convinto come la precedente. La scrittura conferma le qualità della serie e dimostra tutto il suo talento nel parlare in maniera originale e scanzonata di temi come il dolore e l’incomunicabilità, anche se in questa seconda annata la serie non riesce pienamente a rinnovarsi da un punto di vista narrativo, dimostrandosi meno vivace nei numeri musicali e rimanendo troppo impantanata in un triangolo amoroso che dall’alba dei tempi è il primo segnale di allarme di una mancanza di idee alle basi di una stagione. Finito l’effetto novità, la serie gioca un po’ troppo sul sicuro ed è un peccato, perché quando osa e tocca tematiche che troppo spesso nella vita quotidiana fatichiamo ad esteriorizzare (il lutto, il razzismo endemico sul posto di lavoro, la sindrome post-parto), dimostra di avere ancora molto da dire. Da non perdere anche lo speciale natalizio, che conclude degnamente il percorso di Zoey e del suo potere e il viaggio della famiglia nell’elaborazione del lutto. 

Diego Scerrati

26. Mythic Quest (AppleTV+)

Le 30 Migliori Serie del 2021: posizioni 30-21

In ventiseiesima posizione troviamo la seconda stagione di Mythic Quest, la workplace comedy di Apple TV+ creata da Megan Ganz, Charlie Day e Rob McElhenney. In questa seconda annata la serie, che segue le vicende di un’immaginaria casa di produzione di videogame, ha saputo confermare le ottime impressioni dell’esordio, grazie a una scrittura brillante in grado di tratteggiare personaggi accattivanti e di riflettere sugli aspetti più problematici dell’industria videoludica, il tutto condito con una buona dose di comicità. Se il filo conduttore di questi episodi è stato senza dubbio l’esplorazione del rapporto conflittuale tra i due protagonisti – Ian e Poppy –, d’altro canto il capitolo più sorprendente (e forse anche il più riuscito) è stato “Backstory!”, in cui gli autori hanno messo in pausa il racconto principale per approfondire la giovinezza di C.W. Longbottom, dipingendo un delizioso spaccato del mondo dell’editoria fantascientifica degli anni Settanta (con tanto di apparizione speciale di Isaac Asimov).

Simona Maniello

25.  Midnight Mass (Netflix)

Le 30 Migliori Serie del 2021: posizioni 30-21

Mike Flanagan colpisce ancora: dopo la serie antologica The Haunting, lo sceneggiatore e regista appassionato di Stephen King porta su Netflix un altro prodotto a tinte horror da ricordare. Un’isola, un prete misterioso, un figliol prodigo che ritorna a casa dopo un fatto doloroso, e una comunità che da sempre aspetta una salvezza che non può essere trovata nelle cose ordinarie.
Midnight Mass potrebbe sembrare uno dei tanti prodotti che trasformano la cieca fede religiosa in qualcosa di morboso e quindi di pauroso: ma per nostra fortuna non fa solo questo, e con una sorprendente e mai banale riflessione sulla vita e sulla morte riesce a farci pensare molto di più di quanto ci aspettassimo. Al netto quindi della parte di scrittura puramente horror (che è quasi un contorno), quello che colpisce di questa miniserie è il modo che trova per raccontare il dolore, l’amore, le cose non dette e, come già menzionato, la morte, in modo mai superficiale e con scelte registiche che per un prodotto a prima vista pop risultano sicuramente di livello.

Ste Porta 

24. Maid (Netflix)

Le 30 Migliori Serie del 2021: posizioni 30-21

La miniserie targata Netflix Maid, trasposizione dell’omonimo romanzo autobiografico di Stephanie Land, è il drammatico e intenso racconto di vita di una giovane madre single, alle prese con un vissuto difficile ma animata da un forte desiderio di rinascita. Maid non è un prodotto leggero, ma questo non gli ha impedito di essere apprezzato sia dal pubblico che dalla critica. Tuttavia, per la forza delle tematiche trattate e per la sua natura autobiografica, necessita che gli sia dato il giusto peso e che gli venga dedicata la corretta attenzione. Violenze fisiche e psicologiche, povertà, solitudine, dipendenze e abusi di potere sono solo alcuni dei temi che tracciano il tortuoso percorso di rivalsa di Alex –la giovane madre protagonista – attraverso i 10 episodi della serie. Uno tra i motivi per cui Maid merita di essere vista è la splendida interpretazione del duo Margaret Qualley e Andie MacDowell, nei ruoli di Alex e della madre Paula: le attrici sono madre e figlia anche nella vita reale, e questo ha inciso più che positivamente sulla qualità della rappresentazione del loro complicato rapporto, restituendone un carattere distruttivo quanto totalizzante. I temi, intensi e attuali, sono determinanti nell’affermare la delicata bellezza di Maid, una bellezza non solo legata alla trattazione delle sue tematiche, quanto alla focalizzazione sulla capacità della protagonista di risollevarsi. Resilienza e autodeterminazione sono le parole chiave di questa miniserie, che è una delle più viste di sempre, grazie ai suoi 67 milioni di spettatori registrati nel primo mese di programmazione.

Alice Tagini

23. Invincible (Amazon Prime Video)

Le 30 Migliori Serie del 2021: posizioni 30-21

Sono ormai anni che il mondo dell’animazione televisiva ha dimostrato di saper affrontare temi più adulti e profondi; negli anni più recenti, poi, la narrazione sui supereroi ha trovato nel crollo del mito eroico e nella critica ai poteri sovrannaturali un terreno fertile. Invincible nasce dall’incontro di queste due direttive: è un prodotto d’animazione per adulti il cui principio alla base è mostrare come vi siano sfumature molto complesse in un mondo abitato dai supereroi e che il tono patinato e irreale che dominava il genere fino a tempi tutto sommato recenti è in profonda crisi. Senza mai dimenticare i propri personaggi – in particolare le difficoltà di scoprire i propri poteri nel complesso periodo dell’adolescenza e il rapporto con i propri genitori –, la serie tratta dal fumetto di Robert Kirkman è un piccolo gioiello di Amazon Prime Video, una serie dalle grandi ambizioni che funziona narrativamente molto bene (sebbene talvolta il comparto grafico e animato non sia, paradossalmente, del tutto rifinito). Merita però un posto in classifica per il grande potenziale dimostrato, per l’attenzione alla scrittura, e grazie a un cast di voci molto riuscito.

Mario Sassi

22. Special (Netflix)

Le 30 Migliori Serie del 2021: posizioni 30-21

Spesso le grandi piattaforme di streaming vengono giustamente criticate per non dare adeguate possibilità e visibilità a voci diverse da quelle dominanti, ma fortunatamente ci sono delle eccezioni. Special è una di quelle più luminose, una serie che per due anni ha raccontato la vita e il punto di vista di un maschio gay e disabile, dando tanta libertà creativa al suo autore Ryan O’Connell. La seconda stagione, non avendo più l’onere di introdurre i personaggi, va ancora più a fondo nell’analisi intersezionale di un protagonista che vive sulla propria pelle omofobia e abilismo. Attraverso questa prospettiva Special crea anche uno spazio di rappresentazione in grado di rendere visibili identità che solitamente non lo sono, mostrando corpi grassi e non conformi, persone non bianche e scene di sesso radicalmente diverse dalle rappresentazioni mortificanti e misogine a cui assistiamo di solito. Special è una storia che racconta la queerness e la disabilità con attenzione e autenticità, evitando qualsiasi feticizzazione o romanticizzazione, dimostrando così che la strada più efficace e al contempo più semplice per mostrare l’esperienza delle persone appartenenti a categorie marginate è che a raccontarla siano queste ultime.

Attilio Palmieri

21.  Kevin Can F**k Himself (AMC)

Le 30 Migliori Serie del 2021: posizioni 30-21

Vi siete mai chiesti come le sit-com che siamo sempre stati abituati a guardare distrattamente abbiano contribuito a creare un sistema culturale ben definito rispetto ai ruoli di genere? Kevin Can F**k Himself punta proprio a decostruire questo immaginario, svelando l’oppressione culturale che è stata insita ad una struttura narrativa che ci ha accompagnato per decenni. Il titolo dello show deriva da un’altra serie recente, di nome Kevin Can Wait, nella quale il personaggio della moglie del protagonista viene sbrigativamente fatto fuori nella seconda stagione: da qui la riformulazione dal punto di vista della donna che invita tale Kevin – che diventa il nome anche del marito di Allison, protagonista di Kevin Can F**k Himself – ad andare a quel paese. Il punto di forza della serie e la sua innovazione stilistica stanno nell’utilizzare il linguaggio della sit-com e tutte le sue caratteristiche principali – risate registrate, fotografia luminosa, riprese multi-camera – per raccontare l’odioso personaggio di Kevin, affiancato però a quello di una serie drammatica in tutto e per tutto – single camera, fotografia spenta, narrazione introspettiva – quando ad essere esplorato è il punto di vista di Allison, intrappolata in una relazione matrimoniale tossica e desiderosa di uscirne a qualunque costo. Lo show creato da Valerie Armstrong mantiene in perfetto equilibrio questo stile duplice fino alla fine della prima stagione e, anche grazie ad una Annie Murphy (Schitt’s Creek) in stato di grazia, si guadagna senza problemi un posto tra le migliori serie di quest’anno.

Davide Tuccella

Vi aspettiamo domani con la seconda parte della classifica: dalla posizione 20 alla 11!

Condividi l'articolo
 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

5 commenti su “Le 30 Migliori Serie del 2021: posizioni 30-21

    • Federica Barbera

      Ciao Travolta, considera – come spiegato nell’articolo – che le differenze di pochi posti sono distanziati da pochi decimi di punti percentuali, quindi avere Sex Education al 34esimo posto (come è) o al 30esimo, per considerarla nelle prime 30 come dici, è veramente questione di poco, basta letteralmente che una persona in più o in meno la metta un po’ più alta o un po’ più bassa nella classifica personale! Quindi che sia fuori di poco è davvero poco rilevante 😉

       
  • Eraserhead

    Mi dispiace per la mancanza di White Lotus che ho apprezzato molto… A questo punto metto in lista anche The Underground Railroad che, non so per quale motivo, non mi ispirava troppo…

     
  • Genio in bottiglia

    Bella la chiusura per The Kominsky Method, bella la seconda di Mythic Quest (anche se non raggiunge il livello dell’inarrivabile prima), fantastica Kevin Can F*** Himself, con Annie Murphy che è davvero qualcosa.