The Witcher – Stagione 2


The Witcher - Stagione 2“Lo strigo Geralt, che l’aveva trovata nel bel mezzo della guerra, della morte e della disperazione, l’aveva presa con sé e aveva promesso che non si sarebbero mai separati. [Ciri] Si addormentò senza lasciargli la mano.”
“Il Sangue degli Elfi”, il primo romanzo della saga letteraria di The Witcher, si apre a Kaer Morhen, la fortezza degli strighi. La principessa esule Ciri si sveglia da un incubo nel segno degli orrori vissuti durante la caduta del regno di Cintra e cerca la mano del suo protettore Geralt di Rivia, per sprofondare in un sonno senza sogni. Le raccolte di racconti hanno fornito la base per la prima stagione di The Witcher, ma i produttori della serie Netflix hanno fatto un passo indietro nella cronologia della storia, già con l’altalenante lungometraggio animato Nightmare of the Wolf.
La conclusione della precedente annata coincideva con la fine di “Qualcosa di più”, ultimo racconto de “La Spada del Destino”, ma il primo season finale non ha rispecchiato quello che i fan dei libri si attendevano, a causa di un cambiamento di dialoghi molto profondo – emozionalmente e narrativamente.
La prima stagione fu inoltre criticata per la struttura ambiziosa, eppure scricchiolante, fatta di numerosi salti temporali, ma che si cementava in una marcata fedeltà al materiale d’origine. La seconda prende tutt’altra direzione: foggia una trama inedita per colmare il lasso di tempo fino all’arrivo di Ciri e Geralt a Kaer Morhen. Questo e molti altri cambiamenti hanno profondamente diviso il fandom in chi prende i forconi contro l’adattamento e chi lo difende a spada tratta.

Il primo episodio è stato comunque accolto con favore da fan e critica e a ben donde. “A Grain of Truth” unisce l’omonimo racconto al viaggio verso la fortezza degli strighi e si rivela un pilot convincente sotto tutti i punti di vista: i personaggi, le loro dinamiche e la vivida ambientazione fantasy, realizzata e caratterizzata con più dovizia questa volta, dopo qualche caduta di stile durante la prima stagione.
The Witcher - Stagione 2Si sono intessute tematiche che toccano la natura di Ciri, dei suoi poteri e la sua relazione con essi. Infine, le conseguenze della battaglia di Sodden sono affrontate da ambo gli schieramenti di Nilfgaard e dei Regni Settentrionali, tormentati da divisioni intestine. “A Grain of Truth” ha lasciato presagire una stagione che avrebbe preso le giuste distanze da racconti e romanzi, ma trovando una propria identità senza tradirne il cuore. Tuttavia, le cose non sono mai semplici quando si parla di adattamenti così grandi per storie così variegate.

L’allontanamento dal materiale originale si alterna a una reinterpretazione delle pagine più importanti dall’opera di Sapkowski, portando lo show in un pericoloso limbo fra graditi approfondimenti su certi aspetti della storia di The Witcher, ma anche sottotrame che toccano solo superficialmente certe complessità. L’ambientazione alle volte è abbracciata per intero, altre annacquata in intrecci creati appositamente che si forzano sulla storia, quando si cerca di riempirla con scene d’azione fini a sé stesse, nel timore che lo spettatore si possa annoiare a causa della natura più meditativa del primo romanzo della serie, come ha dichiarato la showrunner Lauren S. Hissrich stessa (Daredevil, The Umbrella Academy).

Se c’è però un pregio su cui si può convenire è la bravura di tutti gli attori coinvolti; oltre ai già bravissimi protagonisti Henry Cavill, Freya Allan e Anja Chalotra sono da segnalare i piacevoli ritorni di Joey Batey come Jaskier (o Dandelion), MyAnna Buring (In the Darkcome Tissaia de Vries e i nuovi volti di Kim Bodnia (Killing Eve), a vestire i panni dell’anziano e saggio strigo Vesemir, Mecia Simson, la nobile elfa Francesca Findabair e Graham McTavish (Outlander) che interpreta Sigismund Dijkstra, il maestro delle spie del regno di Redania. Anche quando il copione non è all’altezza delle aspettative, l’intero cast interpreta al meglio ogni scena, donando una nuova dimensione ai personaggi.

The Witcher - Stagione 2Le vicende a seguire gli eventi di Sodden sono state condite dall’inserimento della Voleth Meir, la Madre senza Morte e il suo accordo con Yennefer, Fringilla e Francesca. L’apparizione di questa fugace antagonista è il più forte richiamo alla mitologia slava della stagione, per la sua capanna così simile alla dimora della strega del folklore Baba Yaga. La Deathless Mother funziona bene come collante per le varie trame (fra cui il ritrovarsi di Geralt, Ciri e Yennefer) e introduce la Profezia di Ithlinne, l’oracolo elfico dalle visioni cruciali nel futuro sviluppo della storia, su cui aleggia la minaccia di una nuova Congiunzione delle Sfere; sarà interessante vedere dove questa trovata porterà lo show. L’apparizione della strega si rivela però un escamotage per riempire questa stagione, dato che la sua ingerenza è poco più che un artificio narrativo utile per dare il La alle varie trame.

L’intreccio che coinvolge Fringilla Vigo presso una Cintra conquistata da Nilfgaard nasce da premesse interessanti nel legame fra impero e rifugiati elfi, ma l’evoluzione delle alleanze declinate in conflitti è così rapida da rendere entrambe le fazioni un po’ troppo stereotipate. L’impero della Fiamma Bianca rimane una fila di armature nere dagli obiettivi stagnanti e gli elfi abbandonano presto il desiderio di lottare contro le ingiustizie, alla nascita della figlia di Francesca. L’arrivo di un Cahir sin troppo passivo e dimenticabile non smuove davvero nulla di concreto. La scena della strage dei generali imperiali perpetrata da Fringilla in “Voleth Meir” è magistralmente girata e interpretata, ma mal si amalgama con l’ambientazione, dato quanto l’Impero tenga conto dei suoi maghi (evinto dai dialoghi fra Fringilla e Yennefer) ed è anche scevra di conseguenze più immediate per la Vigo, i cui tentativi di fuga da Cintra appaiono inutili.

Meglio invece le vicende che seguono la crescita di Ciri e il cammino di Geralt da Kaer Morhen sino al tempio di Melitele e poi di ritorno alla fortezza diroccata. La paura di Ciri nel portare morte ovunque vada si riflette struggente su di lei, che affronta l’ignoto con coraggio e tenacia, mentre Geralt è altrettanto diviso fra il brutale dovere di cui è investito in quanto strigo e l’affetto per la Bambina Sorpresa che non si aspettava. Il rapporto fra la giovane esule e il nolente padre putativo si definisce sin dal primo episodio in una solida dinamica mentore-apprendista che li caratterizza in una complessità influente anche nei rapporti con gli altri personaggi: Ciri che scopre nuovi lati di sé con Triss o Geralt che ritrova i fratelli strighi.
The Witcher - Stagione 2Riguardo questi, Triss Merigold è un personaggio ancora in secondo piano e lascia perplessi la scelta di non nominarla come ultima caduta di Sodden come nei romanzi; rimangono quindi in sospeso la sua crescita personale e le sue motivazioni che non potranno avere come punto di inizio la “rinascita” promessa a sé stessa. Gli strighi sono piacevoli approfondimenti rispetto al materiale originale, nel tentativo di creare una nuova famiglia per Ciri. Un tentativo riuscito per metà. La morte di Eskel, preferito soprattutto dai fan dei videogiochi, è risultata alquanto controversa – benché utile a cementare un cambiamento importante nel personaggio di Vesemir, il witcher più anziano. Anche questa variazione è stata abbastanza dibattuta e forse non è valsa la candela, perché il conflitto del vecchio lupo si è risolto in sordina durante il season finale.

L’arco narrativo del personaggio di Yennefer, invece, è più complicato da giudicare, data la sua iniziale fermezza nel sacrificare Ciri. La prima parte della stagione ci ha donato scene davvero belle per Yen o Yenna, mostrando il rapporto con i colleghi e colleghe del Capitolo e in particolare con la mentore Tissaia. Lo spettatore è partecipe dei suoi pensieri dopo Sodden, soprattutto verso un mondo che la considera una mina vagante e al quale deve nascondere la sua vulnerabilità nell’aver perso la connessione con il caos. Ma più va avanti questo intreccio inedito, più mostra il fianco ad una confusione nello svilupparsi, con un solo dialogo degno di nota durante il penultimo episodio, dove il merito nella riuscita è sempre più delle interpretazioni di Cavill e Chalotra. La risoluzione dell’arco di Yennefer è però spettacolare e traccia un bel parallelo con il suo tentativo di suicidio durante i primi anni di apprendistato presso Aretuza, ma rimane l’amaro in bocca per come vi si è arrivati.

Allo stesso modo le tematiche suggeriscono scenari ben più profondi, ma manca lo spazio o il coraggio per svilupparli (almeno in questa stagione). Il tema dell’altro e del diverso si introduce presto nel primo episodio, attraverso le belle interazioni fra Ciri e la bruxa Vereena. Quando però l’attenzione si sposta sugli elfi e la loro sopravvivenza, una tematica così delicata rischia di non essere sviscerata né tanto meno raccontata, perché completamente dirottata sulle tragedie personali dei suoi leader. Così, gli elfi diventano poco più che umani con le orecchie a punta.
The Witcher - Stagione 2Non si dovrebbe mai credere ciecamente agli adattamenti fedelissimi, ma sarebbe giusto mettere in dubbio se due personaggi a tutto tondo come Filavandrel e soprattutto Francesca Findabair avessero bisogno della morte di una figlia neonata – un artificio narrativo consumato in maniera così gratuita – per una ribellione durata ben più che qualche anno e per delle motivazioni molto più forti nei libri.

La storia quindi soffre quando mette più carne al fuoco di quanta ce ne sia bisogno, ma sa come immergersi nella sua ambientazione. I mostri sono più rari, ma la loro presenza ben più significativa e si è data molta importanza a tutti i segni dei Witcher, nel loro uso puntuale ed estensivo. La magia non risalta come nella prima stagione se non per Ciri; si notano di più i laboratori alchemici di Kaer Morhen ed è importante per mostrare quanto gli strighi non siano solo guerrieri, ma anche studiosi. Gli intrighi politici sono presenti, ma intrecciati alla magia e alla sorte dei popoli non-umani, consentendo a questa serie di mettersi contro la riduttiva idea che il genere del fantasy sia solo il realismo di Game of ThronesInfine, la Storia del continente vive anche attraverso il sapiente ritratto dei maghi Istredd (Royce Pierreson, The Irregulars) e Stregobor (Lars Mikkelsen, House of Cards) che si interrogano su come rapportarsi con i secoli passati, come nella scena particolarmente ben riuscita sulla memoria personale e storica della ribellione di Falka.

La seconda stagione di The Witcher ha tentato di trovare un equilibrio fra le aspettative del piccolo schermo e i desideri dei fan della grande saga fantasy. Fra le tante polemiche e le altrettante lodi di cui sarà oggetto, sarà difficile trovare un punto in comune. The Witcher e Lauren S. Hissrich stanno cercando un cammino definitivo da intraprendere per questo adattamento, che ha davvero tanto da dare, ma per qualche motivo non riesce a mantenere tutte le sue promesse, pur garantendo non poco intrattenimento nel frattempo.

Voto: 7

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