A poco più di un anno dalla scena post-credit del finale della seconda stagione di The Mandalorian, in cui Boba Fett, il cacciatore di taglie più famoso della galassia, si sedeva sul trono di Bib Fortuna appartenuto un tempo a Jabba de Hutt, arriva finalmente su Disney+ la prima e attesissima puntata di The Book of Boba Fett.
Si tratta di un personaggio che, nonostante il pochissimo screen time ottenuto nella trilogia originale di Star Wars, è diventato una vera e propria icona, merito principalmente dell’action figure rilasciata prima dell’uscita de L’Impero Colpisce Ancora, che ha mandato in estasi i fan, i quali hanno passato il tempo che li separava dal nuovo film a inventare storie ed accrescere il mito del cacciatore di taglie. La sua prima apparizione è però legata al segmento animato del famoso – per tutti i motivi peggiori – Holiday Special, e se non contiamo i pochi attimi concessigli ne L’Attacco dei Cloni, prima di The Mandalorian Boba Fett aveva avuto vita principalmente nell’animazione grazie ai vari archi narrativi dedicatigli in The Clone Wars.
L’idea che fosse sopravvissuto al sistema digestivo millenario del Sarlacc era nell’aria da molto prima che Favreau e Filoni lo riportassero in vita. Oltre a tutto il materiale ormai appartenente alla categoria Legends in cui Boba Fett proseguiva le sue avventure anche nel periodo post-Il Ritorno dello Jedi, il romanzo canon Aftermath del 2015 aveva lasciato intendere che ci fosse qualche speranza, e quegli speroni che si sentivano alla fine del quinto episodio di The Mandalorian, sembravano la conferma che tutti aspettavano. Per esserne completamente sicuri, si è dovuto aspettare quasi un anno, quando in “The Marshal” è apparso il volto conosciuto di Temuera Morrison, in una puntata che riprendeva praticamente pari passo molti degli elementi introdotti nella trilogia di libri di Chuck Wendig.
È stato però con l’episodio “The Tragedy” che abbiamo potuto assaporare il personaggio in tutto il suo splendore, grazie soprattutto all’impronta visiva imposta dal regista Robert Rodriguez, che dopo la breve collaborazione in The Mandalorian, torna con un ruolo più attivo in The Book of Boba Fett, affiancando l’ormai inseparabile e amatissimo duo composto da Dave Filoni e Jon Favreau. Senza rivelare troppo sulla trama, la prima puntata si divide in due linee temporali: una ambientata subito dopo la fuga dal Sarlacc, e l’altra che ci mostra un Boba Fett alle prese con le conseguenze del suo insediamento sul trono appartenuto più recentemente a Bib Fortuna e con i tentativi di consolidare la posizione di potere.
È sicuramente quest’ultima la parte che funziona meglio; che il duo composto da Boba Fett e Fennec Shend sarebbe stato tra gli aspetti più riusciti della serie era già chiaro da quando li avevamo visti insieme in The Mandalorian. Qui non sono da meno, e la dinamica don-consigliere che si è instaurata promette bene per il prosieguo della serie. Entrambi gli attori sono a loro agio nei rispettivi ruoli e vestono alla perfezioni i panni dei loro personaggi: è sicuramente una fortuna che entrambe le figure siano state riportate in vita. Anche a livello visivo, quello che ci viene mostrato su Tatooine è ottimo, e prosegue il trend di esplorazione e ampliamento di luoghi già conosciuti; non manca qualche piccolo easter egg, ma nulla che distolga troppo l’attenzione dal cuore della storia. L’unica critica che si può muovere a questa parte, è che si chiude in maniera un po’ anticlimatica, soprattutto se confrontata con il primo episodio di The Mandalorian che regalava uno dei momenti di maggiore impatto narrativo visti sul piccolo schermo negli ultimi anni.
La storyline ambientata nel passato, invece, non convince pienamente. Bisogna sicuramente riconoscere l’importante ruolo che ha nel gettare le basi per mostrarci come mai il Boba Fett apparso in The Mandalorian sia così diverso e meno spietato di quello conosciuto prima ne L’Impero Colpisce Ancora e poi in altri prodotti tra fumetti e serie animate; è però ugualmente vero che alcune delle scene forse vanno un po’ troppo per le lunghe, con alcune “rivelazioni” abbastanza telefonate non solo perché seguono elementi classici del racconto western, ma anche perché erano già chiare agli spettatori da elementi appresi precedentemente in The Mandalorian. C’è anche l’apparizione di una creatura che, visivamente, ricorda molto i lavori di Ray Harryhausen e che stona un pochino con il look di Star Wars, soprattutto quello legato a Tatooine.
Detto questo, si tratta comunque di un ottimo inizio per la serie, che forse avrebbe maggiormente giovato da una premiere con due puntate. È una pratica ormai comune, vista anche spesso su Disney+ con WandaVision e Hawkeye, che permette di avere un’idea più chiara della direzione che il racconto vuole prendere. Difficilmente qualcuno abbandonerà la visione dopo aver visto il pilot di The Book of Boba Fett, si tratta dopotutto dell’universo di Star Wars, anche se manca l’effetto novità come era stato per The Mandalorian e il suo già citato cliffhanger alla fine del pilot.
Visto poi il gruppo creativo alle spalle del progetto possiamo sicuramente stare tranquilli, e in “Stranger in a Strange Land”, l’azione, l’estetica, la regia, la musica (Ludwig Görranson torna in veste di compositore dei temi principali, lasciando il ruolo più importante al collaboratore di lunga data Joseph Shirley), e soprattutto i protagonisti Temuera Morrison e Minga-Na Wen, sono di altissimo livello. Il consiglio per apprezzare al meglio The Book of Boba Fett è quello di abbassare leggermente le aspettative sul fronte dei colpi di scena e godersela per quello che è: la storia di un cacciatore di taglie che si confronta con il suo passato e che cerca di farsi strada attraverso la galassia nel nuovo ruolo di re della malavita su Tatooine.
Voto: 7½
Concordo su tutto Ivan: ho provato le stesse, tante emozioni e per fortuna le poche, lievi delusioni. Consiglio a chi fosse interessato il docu “Under the Helmet: The Legacy of Boba Fett” sempre su Disney+ che racconta la genesi dell’amato personaggio. Aggiungo che trovarmi di fronte ad una storia con protagonisti anche i Sabbipodi (Tusken) mi fa letteralmente impazzire di gioia.
Secondo episodio BOMBA!
Ciao, Boba. 🙂 Grazie per aver letto la recensione. Hai ragione, “Under the Helmet” assolutamente da vedere, e concordo pienamente sul secondo episodio (troverai le nostra recensione insieme a quella del terzo).