We Own This City – 1×01 Part One


We Own This City – 1x01 Part OneNel marzo 2021 la HBO aveva annunciato una nuova imminente serie, un adattamento sul piccolo schermo dei fatti reali raccontanti nel libro del 2017 “We Own This City: A True Story of Crime, Cops and Corruption”. Scritto da Justin Fenton, ex giornalista d’inchiesta del Baltimore Sun, il saggio espone i fatti riguardanti la Gun Trace Task Force, un gruppo della polizia di Baltimora attivo nel 2017 il cui compito era quello di ridurre la violenza e il traffico di armi nella città, ma che è finita per avere i suoi otto membri accusati di abuso di potere, furto e rivendita di droga e falsa testimonianza.

Come dichiarato da Fenton, la creazione del libro è stata ispirata dalla serie The Wire di David Simon e George Pelecanos, gli stessi autori che, per ricambiare il favore, hanno dato vita alla sceneggiatura basata sul libro, da cui ne è risultata una miniserie di 6 episodi dal titolo We Own This City.
Ambientata in due anni diversi, il 2015 e il 2017, We Own This City racconta di una Baltimora macchiata dall’uccisione, da parte della polizia, del venticinquenne afroamericano Freddie Gray, al quale si fanno continui riferimenti a giustificare la reputazione infangata delle forze dell’ordine, con la conseguente reazione di quest’ultima costretta a correre ai ripari in maniera subdola e violenta.

We Own This City – 1x01 Part OneRitornano quindi le tematiche della brutalità e della corruzione della polizia, del labile confine tra criminalità e forze dell’ordine, e soprattutto ritorna Baltimora, ancora protagonista (neanche troppo) silente dell’intera narrazione. Ma a distanza di 20 anni dalla prima stagione di The Wire, è lecito chiedersi se sia ancora presente il magico tocco sceneggiatoriale che ha reso quella serie un iconico capolavoro. La risposta breve è sì.
Non solo: sebbene i retaggi di The Wire siano preponderanti, We Own This City fa un passo in avanti doveroso per gli standard narrativi moderni. Il suo episodio pilota appare subito più dinamico e incalzante, pur mantenendo i ritmi da slow-burn diventato negli anni un marchio di fabbrica di Simon e Pelecanos. Dal punto di vista narrativo, a rendere intrigante questo primo episodio, girato da Reinaldo Marcus Green e intiolato “Part one”, è la sua scrittura che sfiora la perfezione, priva di leziosi stratagemmi di sceneggiatura e in cui i tasselli della vicenda si aggiungono nella maniera più semplice possibile, ovvero tramite dialoghi fluidi, esaustivi e ad alto impatto. A questo si aggiunge l’ottimo lavoro di montaggio che, sì, non regala certo un susseguirsi di colpi di scena da rimanere col fiato sospeso per un’ora di episodio (d’altronde non ci si aspettava diversamente), ma piuttosto ha il potere di ammaliare e immergere chi guarda nell’indagine sui fatti che colpiscono Baltimora nei due anni in cui la serie è ambientata.

Washington just tossed me into the deep end. One minute I’m doing drug and tax cases, and next minute I’m in Baltimore.

We Own This City – 1x01 Part OneIn questa Baltimora non ci sono né buoni né cattivi, ma piuttosto persone segnate da una città che costringe a una continua lotta per quella che si può definire – come suggerisce il titolo – supremazia territoriale.
Se è quindi Baltimora stessa a tornare al centro della narrazione, a muovere quest’ultima sono alcuni personaggi chiave tra cui quello di Nicole Steel (Wunmi Mosaku, Loki), un’avvocatessa del Dipartimento di Giustizia che vuole fare chiarezza sulle accuse che gravano sui membri della Gun Trace Task Force. È proprio tramite le sue indagini che buona parte dei fatti viene esposta, e nelle scene che la vedono protagonista l’attrice espleta ottimamente il compito di far muovere la trama in maniera fluida nella direzione prevista. Ma una menzione d’onore va fatta a Jon Bernthal (The Walking Dead), interprete di Wayne Jenkins, sergente della suddetta task force. Nonostante abbia poche scene (all’inizio e alla fine della puntata), il personaggio riesce a rendersi degno di nota dando lui stesso gran parte della dinamicità all’episodio. Jenkins viene presentato nella maniera più diretta possibile: l’episodio si apre infatti con un suo monologo a dir poco icastico in cui Bernthal non perde tempo nel dare sfoggio delle sue abilità recitative, con cui si immedesima nell’atteggiamento del poliziotto altezzoso con tanta naturalezza quanta teatralità. Assieme al nome dell’agente Jenkins, nell’indagine di Steel ricorre spesso quello di Daniel Hersl (Josh Charles, The Good Wife), un altro membro della squadra di Jenkins la cui reputazione è macchiata a sua volta dall’abuso di potere, da furti e soprattutto dalle numerose segnalazioni che hanno portato al suo arresto nel 2018.

Se gli spettatori attenti non possono fare a meno di notare che Jon Bernthal abbia già lavorato con Simon e Pelecanos in Show Me a Hero, quelli ancora più attenti faranno certamente caso al numero di attori già visti in The Wire. Tra i nomi che hanno fatto ritorno ci sono quelli di Jamie Hector e Tray Chaney, che hanno interpretato due criminali nella prima serie e che ora indossano l’uniforme in We Own This City. Sebbene a qualcuno questo abbia portato a tracciare un filo conduttore tra le trame delle due serie, il nesso andrebbe piuttosto cercato nelle caratteristiche dei personaggi e in una delle tematiche principali di entrambe, ovvero la somiglianza comportamentale di chi infrange la legge e chi invece dovrebbe farla rispettare.

I principali punti di forza del pilot di We Own This City sono da ricercare in una trama che sa essere avvincente senza avere un ritmo particolarmente sostenuto, in personaggi profondi e tridimensionali nonostante il loro ruolo quasi di passaggio, nella capacità di strizzare l’occhio al passato risultando comunque attuale e mai scontato, e in un finale di puntata in grado di dare risposte soddisfacenti e al contempo domande che invogliano a continuarne la visione.
L’ultimo lavoro di Simon e Pelecanos è già una conferma che ha tutto il potenziale per aggiungersi alla lista dei capolavori, grandi e piccoli, dei due autori.

Voto: 8

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