Better Call Saul – 6×03/04 Rock and Hard Place & Hit and Run 1


Better Call Saul – 6x03/04 Rock and Hard Place & Hit and RunDopo un’ottima doppia premiere, la sesta (e ultima) stagione di Better Call Saul prosegue con due episodi molto diversi tra loro sia dal punto di vista del tono che del focus narrativo, confermando, se ancora ce ne fosse bisogno, l’altissima qualità dello show di Gilligan e Gould.

6×03 “Rock and Hard Place”

Nonostante manchino ancora dieci episodi al finale, in “Rock and Hard Place” il senso di fine imminente si fa sempre più forte, complice l’addio di uno dei personaggi che, a sorpresa, è stato tra i più riusciti di questo spin-off: Nacho Varga.
Nato dalla penna di Gould e Gilligan sulla base della famosa frase pronunciata da Saul durante la prima sua apparizione in Breaking Bad, Nacho si è rivelato, con il passare delle stagioni, come una delle più interessanti new entry dello show, anche grazie alla straordinaria interpretazione di Michael Mando, che ha convinto gli autori a riservargli un ruolo sempre più determinante nell’economia del racconto. In questo senso, il suo addio non fa che confermare queste impressioni: infatti, pur mantenendo la bipartizione tra le due storyline principali (quella legata al mondo dei narcotrafficanti e quella “legale” di Saul e Kim), il cuore pulsante dell’episodio è senza dubbio rappresentato dalle vicende che vedono protagonista Varga.

Better Call Saul – 6x03/04 Rock and Hard Place & Hit and RunDopo una sequenza d’apertura al cardiopalma che ha il merito di sottolineare nuovamente l’ingegno e le capacità di sopravvivenza del personaggio, Nacho prende coscienza di non avere via di scampo e, dopo la toccante telefonata in cui dice addio al padre, si arrende al piano di Fring. Se lo sguardo di Nacho al vetro rotto ha volutamente il compito di instillare nello spettatore il dubbio della sua possibile sopravvivenza, in realtà si rivela essere lo strumento di una fine molto più coerente, e in un certo senso soddisfacente, per il suo personaggio, ormai al di là di qualsiasi salvezza o possibilità di redenzione. Pur scagionando Fring dall’attentato a Lalo, Nacho non rinuncia infatti a sfogare sui Salamanca tutto l’odio accumulato nel corso degli anni nei loro confronti, per poi togliersi la vita, in una sequenza tesissima che rientra di diritto tra i momenti migliori dell’intero show.

Nonostante resti in secondo piano, anche la storyline di Saul e Kim procede a passo spedito: da un lato il ritorno di Huell fa riflettere nuovamente Saul sul senso ultimo del machiavellico piano che sta mettendo in atto con la moglie, mostrandoci ancora una volta un uomo in preda ai dubbi; dall’altro le sue implicazioni con il cartello stanno lentamente venendo alla luce. Anche in questo caso Kim gioca un ruolo fondamentale, non solo in quanto tramite dell’offerta a collaborare con le autorità (che, ricordiamolo, credono che Lalo sia morto), ma soprattutto per il modo, cinico e spietato, in cui mette il compagno di fronte alla realtà di una scelta impossibile, ovvero continuare a collaborare con i narcotrafficanti (“friend of the cartel”) oppure diventare una spia (“rat”).

6×04 “Hit and Run”

Better Call Saul – 6x03/04 Rock and Hard Place & Hit and RunIn maniera speculare rispetto al precedente episodio, “Hit and Run” sposta il suo focus principale su Kim e Saul, lasciando il cartello sullo sfondo e proponendo un ritmo più lento ma altrettanto tesoDiretta da Rhea Seehorn, alla sua prima prova dietro la cinepresa, la puntata mostra chiaramente come i fili tra Better Call Saul e Breaking Bad siano sempre più intrecciati, così come quelli tra avvocati e cartello. L’esempio più evidente è senza dubbio quello di Saul, alle prese con le conseguenze del rilascio di Lalo Salamanca: da un lato viene rifiutato dai colleghi del tribunale, che lo trattano come un complice dei narcotrafficanti, dall’altro inizia a essere ricercato da criminali di vario rango che lo vogliono come avvocato. Si tratta naturalmente di due risvolti della stessa medaglia, ma ciò che è significativo è la reazione di Saul, ben poco dispiaciuto per il trattamento subito in tribunale ed entusiasta per l’improvviso arrivo di nuovi clienti, pronto a lasciare il salone di Mrs. Nguyen per acquistare gli uffici dove lo abbiamo conosciuto in Breaking Bad. Anche le remore riguardanti l’intricato imbroglio ai danni di Howard sembrano essere scomparse, o forse solo sopite dall’adrenalina del momento derivante dal successo; quello che è certo è che la distanza tra il Jimmy McGill che abbiamo conosciuto all’inizio di questo show e il Saul Goodman di Breaking Bad è ormai quasi del tutto colmata.

“Hit and Run” vede anche il primo incontro tra Kim e Mike, un altro momento emblematico dell’ineluttabile fusione dei due mondi e dei due show, in cui le domande sul destino della donna si fanno sempre più pressanti. La scena ha il merito di sottolineare come entrambi siano ormai molto diversi da come li abbiamo conosciuti: lei un’avvocatessa irreprensibile, lui un semplice guardiano del parcheggio del tribunale (anche se con un passato di corruzione), ora entrambi costretti a fare i conti con la lotta intestina al cartello che li vede più o meno direttamente coinvolti.

Le sequenze di apertura e chiusura hanno infine il compito di ricordarci della spada di Damocle che incombe sulle teste di tutti i protagonisti: grazie a una scrittura magistrale, scopriamo che non solo il pedinamento di Kim, ma anche le telecamere puntate sulla casa di Fring sono entrambi opera proprio di Gus, sempre più roso dall’attesa del ritorno di Lalo, proprio come noi spettatori in attesa della prossima puntata.

Voto 6×03: 8
Voto 6×04: 7 ½ 

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Un commento su “Better Call Saul – 6×03/04 Rock and Hard Place & Hit and Run

  • Michele

    Credo che la domanda di Huell debba essere analizzata piu’ in profondita’ arrivati a questo punto della serie (non ho ancora finito la stagione, quindi parlo su quello che si sa finora).
    La parabola di Saul e’ una di riscatto: lui che era la pecora nera della famiglia, quello capace solo di imbrogliare, vuole accreditarsi nella societa’ legale che conta, vuole essere qualcuno. Per questo fa quello che puo’ per arrivare al successo. Conoscendo il suo carattere, ci sta che scelga di diventare un avvocato amico del cartello. Kim fa un po’ il contrario. Lei e’ gia’ nella societa’ che conta, ma anche lei fa un percorso per cui progressivamente conosce se stessa e si avvia a diventare piu’ “libera”, nel senso di fare cio’ che vuole. E’ piu’ perverso vedere che lei arrivi allo stesso livello morale di Saul e anzi lo spinga a fare peggio. Forse, pero’, questa e’ la sua vera indole.

    Quello che stona e che non capisco e’ perche’ Howard? Arrivati al punto in cui sono tutti e due, sono cresciuti, hanno trovato l’un l’altro, hanno avuto successo e hanno soprattutto affari piu’ grandi a cui stare dietro, tipo il giro di mafiosi in cui si sono messi. E’ possibile che scelgano di fare questo piano cosi’ elaborato, costoso e che li mette ripetutamente a rischio solo per vendetta? Arrivati a questo punto, se si fermassero, sarebbero ancora in tempo per godersi le altre scelte razionali (anche se moralmente discutibili) che hanno fatto.
    E’ un odio enorme verso Howard che li muove? Forse Saul, all’inizio. Poi certo, lui continua nel piano perche’ e’ Kim a spingerlo. E qui mi chiedo: perche’? Perche’ pure lei odia Howard? Anche se lui ha provato ad assumerlo (e con cio’ ad accreditarlo nel giro che conta)? Oppure lo fa perche’ ha capito che potrebbe farlo e riuscire a non essere presa? In altre parole, lo fa per imparare la vastita’ del suo potere malvagio?
    Mi ricorda un po’ il conte Attilio dei Promessi Sposi, che spinge Don Rodrigo a continuare a vessare Renzo e Lucia per pura malvagita’. Se fosse cosi’, vorrebbe dire che BCS e’ una serie coming of age su come si cresce per diventare malvagi. Avete detto in una recensione precedente che c’e’ un’affinita’ tra questa serie e Non e’ un paese per vecchi di Cormack McCarthy. Ecco, che sia una serie che spiega come una persona come Kim puo’ arrivare a diventare quel tipo di cattivo?