Dopo l’esaustiva introduzione di Kamala Khan, della sua famiglia e del suo mondo nel primo episodio, il secondo e il terzo capitolo di Ms. Marvel affrontano i cambiamenti di una vita ordinaria dopo i fatti dell’AvengersCon e si avviano a piccoli passi verso una trama più grande. L’inarrestabile fregata Marvel con Disney al timone avanza anche in un genere seriale che raramente ha affrontato, se non con veloci toccate e fuga nell’animazione.
In Ms. Marvel, infatti, supereroi e slice-of-life si incontrano e già il primo episodio ha avuto successo nel connettere chi guarda con i personaggi di uno show per certi versi scanzonato, ma molto più profondo delle sue apparenze. “Generation Why” ha saputo presentare quasi tutto il cast centrale di personaggi, dando una caratterizzazione a ciascuno di loro anche se la trama generale della miniserie è rimasta sullo sfondo, ma proprio grazie a questo ‘difetto’ l’episodio riusciva a reggersi sulle proprie gambe dall’inizio alla fine. “Crushed” e “Destiny” avevano dunque il compito di andare dove il pilot non ha potuto, perché Ms. Marvel (come molte serie MCU della nuova gestione Disney) è una origin story che fa da collante ad una trama globale più grande – quella dell’universo narrativo multi-piattaforma – e segue un percorso che in futuro porterà la protagonista allo status di supereroina, trovando il suo posto sul grande schermo in vista dell’uscita di The Marvels prevista per il 2023.
Il secondo episodio affronta le conseguenze del finale di “Generation Why”, con Kamala alla scoperta dei poteri ereditati dalla bisnonna Aisha e il suo primo vero atto di ribellione scoperto dalla madre, a cui tiene nascosta la verità riguardo le abilità sovraumane di cui ancora non conosce la natura. Kamala e Bruno sono coinvolti nell’indagine su questi poteri, in maniera molto coinvolgente e verosimile, per sperimentare i limiti loro e della protagonista stessa, mentre si addestra nell’usarli. La giovane Khan comincia a creare una seconda realtà per sé stessa con l’identità di “Night Light”, in un fragile equilibrio fra le responsabilità che arrivano con i nuovi poteri e l’amore per una famiglia verso cui si sente in difetto, perché quegli stessi poteri la connettono alla pecora nera del suo parentado che la madre disprezza. La blasonata identità segreta diventa dunque un momento importante per la protagonista, perché motivo di confronto con la sua realtà e di crescita per sé stessa.
Il legame con il materiale d’origine della serie – ovvero le avventure del personaggio raccontate sulle pagine di Captain Marvel a partire dal 2013 – riemerge nella quotidianità della protagonista: per esempio la scena nella moschea fra Nakia, Kamala e Sheik Abdullah in “Crushed” è tratta esattamente dalle pagine del fumetto. La grande differenza rimane nel risveglio dei poteri di Kamala, un cambiamento che si accorda molto meglio alla storia, dato che la vicenda familiare è stata finora il cuore dello show – nei fumetti infatti i poteri di Kamala derivavano dal fatto che fosse un’Inumana, personaggi non ancora introdotti ufficialmente nel MCU se non con una dimenticabile serie televisiva molti anni fa, in modo più convincente invece in Agents Of S.H.I.E.L.D.
In “Destiny” assistiamo ad un’altra sensibile variazione dal materiale d’origine nell’incontro con i Clandestines, in loco dei già citati Inhumans del fumetto che accoglievano Kamala nella loro cerchia. La rapidità con cui vengono introdotti e per certi versi spicciati gli esuli di Noor non rende giustizia a quello che è stata la serie finora, che aveva anche suggerito un interessante ponte fra loro, la figura del djinn nel folklore preislamico e al concetto di Nūr; temi che necessitano senza dubbio di un approfondimento nei prossimi episodi.
La storia di Ms. Marvel ha una solida base cementata da personaggi che sanno rimanere impressi, ma i villain del terzo episodio, oltre ad esser poco approfonditi sanno di già visto in molte altre produzioni Marvel e questa è una crepa ancora più evidente visti gli elogi sull’originalità fatti allo show finora. È ancora però troppo presto per dare un parere definitivo su questo lato di Ms.Marvel: sperando che i Clandestines non siano una meteora buona solo per le pur coinvolgenti scene d’azione e per mostrare l’efficienza militare dei cosidetti “buoni” (un elemento costante in tutte le produzioni Marvel), capitanati dall’agente Sadie Deever, interpretata da Alysia Reiner – la Figueroa di Orange is the New Black.
I personaggi principali però non deludono: Kamala, per esempio, rimane il cuore pulsante del suo show e il meglio che Ms. Marvel ha da offrire. È un personaggio a tutto tondo, anche grazie all’energica l’interpretazione di Iman Vellani; la sua origin story è anche la storia di una ragazza che attraversa l’adolescenza con il grande bagaglio di sentimenti che ingarbugliano gli anni di formazione, dalla frustrazione alla meraviglia, dal senso di colpa al trasporto per le prime cotte. Chi guarda è partecipe alla crescita di una protagonista con cui identificarsi attraverso i suoi errori, ma anche nelle lezioni che apprende. Quando viene offerto a Kamala un mondo diverso dalla quotidianità a cui non si sente di appartenere fino in fondo, gli insegnamenti della madre vengono in suo soccorso consigliandole la pazienza, anziché la fretta nell’abbracciare una causa che non conosce davvero.
Pur essendo il centro gravitazionale dello show, la protagonista riesce a non adombrare il cast di comprimari: in particolare risaltano la madre Muneeba, nel suo desiderio di proteggere a tutti i costi la sua famiglia, e Bruno, che spalleggia l’amica Kamala durante l’addestramento e non si tira indietro anche quando c’è da combattere; possiamo citare anche il fratello Aamir, il tenero padre Yusuf, la risoluta Nakia e così via. La cosa interessante della scrittura di questi personaggi è che nessuno di loro assume le funzioni di riempitivo. Le dinamiche fra di loro, inoltre, rimangono molto umane, sposandosi bene con il contesto supereroistico e catturando l’idea di un’ambientazione dove individui fenomenali sono anche persone, con la loro cultura, i loro affetti e i loro piccoli problemi, anche più grandi del mondo che sono chiamati e chiamate a proteggere.
L’ambientazione è un altro punto a favore di Ms. Marvel, sempre immersa nella cultura pakistana della protagonista, che ci propone una lente diversa attraverso cui guardare il mondo dei supereroi dell’MCU e per certi versi il nostro. L’estetica della serie continua ad essere un collante fra la vita reale di Kamala e i suoi sogni a occhi aperti in un mondo dove l’immaginazione della protagonista colora, interpreta e interroga costantemente la realtà. Spesso il mondo Marvel, sia nella serialità che nel grande schermo, è stato dominato da atmosfere cupe e notturni; i colori e le musiche che accendono le scene di Ms. Marvel sono una boccata d’aria fresca e si spera che continuino a caratterizzare la storia di Kamala Khan.
Ms. Marvel è una origin story diversa dalle altre, che ci mostra sullo schermo una realtà e un personaggio che poche volte abbiamo avuto il piacere di vedere; è una scoperta anche e soprattutto per noi spettatori, ma ora che la realtà di Kamala si intreccia con quel leviatano che è l’universo Marvel si spera non perda tutto ciò che l’ha resa speciale nei primi due episodi.
Voto 1×02: 7
Voto: 1×03: 6½