The Handmaid’s Tale – 5×01/02 Morning & Ballet


The Handmaid’s Tale – 5x01/02 Morning & BalletNel panorama televisivo odierno, tra le centinaia di serie che vengono prodotte ogni mese, è ormai molto raro che uno show riesca a inserirsi a tal punto nel pensiero collettivo da diventare un fenomeno di massa in grado di rendersi riconoscibile anche a chi non lo guarda; è quello a cui aspirano praticamente tutti i network ed è il motivo per cui investono così tanto nelle serie televisive, anche se il denaro non è mai sufficiente da solo a ottenere il risultato.

The Handmaid’s Tale è uno di questi prodotti: lo show di Bruce Miller tratto dal romanzo di Margaret Atwood, infatti, si è da subito fatto notare per il tema trattato e per l’ottima qualità della messa in scena; la serie è immediatamente diventata un fenomeno di culto, tale da essere presa a modello per delle vere e proprie proteste politiche contro leggi considerate lesive dei diritti delle donne – questo è successo più volte durante la presidenza Trump, per esempio. La maggior parte delle persone riconosce l’abito rosso delle ancelle e sa bene quale sia il suo significato, anche chi non ha mai visto – o letto – un minuto delle disavventure di June Osborn a Gilead; questo perché la serie ha saputo interpretare al meglio il momento storico in cui si trovava e gli autori sono stati bravi ad adattare il romanzo – uscito nel 1985 – ai giorni nostri. Dopo una prima stagione sorprendente e una seconda che ha confermato la solidità del prodotto, la terza annata ha mostrato il primo calo vistoso di qualità, lasciando intendere una ripetitività di fondo e portando alla luce la problematicità della spettacolarizzazione del dolore fine a se stessa. Per fortuna la quarta stagione ha raddrizzato il tiro, riuscendo perlomeno a portare avanti la trama prendendosi il rischio di spostare la protagonista June fuori dai confini di Gilead, e quindi andando a sovvertire uno dei presupposti della storia: il risultato ha dato ragione agli autori, concedendo a The Handmaid’s Tale un po’ di respiro e portando nuove idee, nuove situazioni e un’evoluzione coerente del personaggio principale.

The Handmaid’s Tale – 5x01/02 Morning & BalletLa quinta stagione riprende le vicende esattamente da dove le avevamo lasciate, mettendo i personaggi di fronte alle conseguenze dell’omicidio brutale di Fred Waterford nell’ultima scena della quarta annata. In particolare è proprio June, artefice prima della brutalizzazione del corpo del suo ex comandante e guida per le altre ancelle, a dover fare i conti con quello che è diventata, o meglio con quello che è stata costretta a diventare per colpa di Gilead – e dello stesso Fred. Già la seconda parte della quarta stagione aveva visto la protagonista in difficoltà nella sua nuova vita al sicuro in Canada, con la scrittura che affrontava tutta la vasta gamma di emozioni del suo PTSD e metteva in luce i suoi problemi relazionali: qui siamo di fronte a un nuovo step del suo percorso, poiché dal dolore è passata alla rabbia che, in questo caso, si traduce in una vendetta vera e propria verso l’uomo che le ha perpetrato sofferenza e che – in quanto teorico di Gilead – ha distrutto la sua vita e la sua famiglia. La stagione, infatti, si apre con una June sorridente, quasi soddisfatta del gesto che ha compiuto: più volte nel corso dell’episodio le viene ripetuto che era qualcosa che doveva essere fatto, che non c’erano alternative e che il personaggio interpretato da Joseph Fiennes se l’era meritato. Eppure se tutti, persino la legge, avallano il gesto che ha compiuto, lo comprendono e lo “normalizzano”, per June avviene l’esatto opposto: dall’iniziale insana felicità per aver inflitto lo stesso dolore ricevuto al suo carnefice, a poco a poco il senso di colpa la assale, la porta a costituirsi e a cercare una punizione per il suo crimine. Come può, infatti, ergersi a paladina della lotta al regime totalitario e violento di Gilead se è lei stessa a vendicarsi utilizzando la violenza come arma?

The Handmaid’s Tale – 5x01/02 Morning & BalletIl tema è delicato e la scrittura lo affronta in modo ambiguo: se è vero che l’episodio cerca di approfondire e problematizzare la questione, il risultato è un po’ troppo assolutorio nei confronti di June, che alla fine può continuare la sua vita come se nulla fosse successo. Persino Luke comprende le motivazioni che hanno portato la moglie a compiere quel gesto e cerca di rassicurarla perché vuole che non si lasci trasformare completamente dalla violenza che ha subito nella sua permanenza a Gilead, rimanendo con la sua famiglia e con sua figlia. Un discorso simile lo affronta di nuovo nel secondo episodio, sebbene con più rabbia, quando le rimprovera di aver messo lui e Nichole in pericolo provocando Serena Waterford: anche in questo caso il risultato è completamente a favore di June, che viene in qualche modo perdonata con la promessa di provare ad andare avanti e a concentrarsi sulla loro nuova vita. Il punto fermo rappresentato da Luke potrebbe non bastare: sembra infatti chiaro che gli autori propendano per portare il personaggio interpretato da Elisabeth Moss ad un nuovo punto di rottura che a questo punto, è chiaro, passerà per lo scontro a distanza con Serena.

Le intenzioni di questi primi due episodi da questo punto di vista sono abbastanza chiare: l’asse portante della stagione sarà il confronto/scontro tra le due donne – come rappresentato visivamente anche dal montaggio che chiude “Ballet”. Dalla parte di Serena la morte del marito ha rappresentato oltre ad un grande dolore – i due personaggi dopo alcuni momenti di allontanamento si erano riavvicinati alla fine della quarta stagione – anche una grande opportunità: se, infatti, la donna riesce, con grande abilità, a ottenere dalle autorità canadesi il permesso per poter seppellire suo marito a Gilead, è ancora più sorprendente come dalla sua posizione riesca a ottenere dai comandanti la concessione di trasformare il funerale in un evento internazionale.
The Handmaid’s Tale – 5x01/02 Morning & BalletIn questo modo Serena lancia un segnale che non può non essere colto da June – a maggior ragione perché coinvolge la figlia Hannah – e che le dimostra il suo grande potere e la sua pericolosità. Non si tratta, infatti, di uno scontro alla pari: Serena può contare sull’influenza che esercita data dal suo status di moglie di un comandante di Gilead, nonostante in questo momento sia una prigioniera politica in un altro stato; June, d’altro canto, ha la fama di essere una leader rivoluzionaria e può contare sull’appoggio delle altre donne che ha liberato, nonché della società civile che si oppone alle idee fasciste di Gilead, ma le manca la forza politica di Serena, la capacità di essere influente e, per questo, di essere imprevedibile.

Se “Morning” era più incentrato su June e su quello che accadeva al di sopra del confine canadese, “Ballet” riporta l’attenzione anche sui personaggi che si trovano a Gilead, in primis mostrando quello che sta accadendo a Janine ed Ester, la prima tornata ad essere ancella e la seconda che si appresta a diventarlo. Il momento più di impatto che le riguarda è sicuramente il suicidio/omicidio perpetrato da Ester attraverso i cioccolatini del comandante Putnam, una scena che ricorda le vette di gore al quale The Handmaid’s Tale ci ha da sempre abituato.
NThe Handmaid’s Tale – 5x01/02 Morning & Balleton ci è ancora dato sapere se entrambe sono morte o se solo Ester – a quanto sembra dalle immagini dell’episodio – ci ha rimesso la pelle, sta di fatto che il gesto estremo arriva all’improvviso e in modo inaspettato, caratterizzando la giovane donna come un personaggio completamente opposto a Janine, forse più simile ad Emily, che non accetta di farsi schiacciare e non asseconda il regime solo per aver salva la vita – come le dice il personaggio di Madeline Brewer, rimanere incinte è il modo per essere trattate meglio a Gilead. Se questa poi fosse davvero la fine di Janine non ci si sorprenderebbe troppo: il personaggio si era abbastanza esaurito dopo il suo ritorno sotto le grinfie di Aunt Lydia che l’aveva nuovamente resa succube attraverso la manipolazione del suo rapporto – quasi inesistente in realtà – con la figlia.

“Ballet” ha anche il pregio di mostrarci uno scorcio, molto esiguo in realtà, del funzionamento della politica di Gilead, un elemento su cui la serie si è sempre soffermata poco ma di grande potenziale. La già citata riunione di Serena con i comandanti porta il discorso sull’idea di manipolare l’immagine che il mondo ha della nazione attraverso un grande evento internazionale, un modo per ripulire dall’esterno la credibilità del paese e migliorare la propria condizione sullo scacchiere internazionale. The Handmaid’s Tale ha sempre soprasseduto sul raccontare in modo dettagliato come Gilead si colloca all’interno del mondo globalizzato dal punto di vista economico, politico e sociale, un po’ perché non era suo interesse farlo – la distopia vuole essere uno strumento per mettere in luce come sia facile cadere in un mondo dove vengono eliminati tutti i diritti delle donne piuttosto che una fedele rappresentazione di una teocrazia illiberale – e un po’ perché non è assolutamente semplice raccontarlo e idearlo. Lo show da questo punto di vista ha sempre chiesto una sospensione dell’incredulità, lasciando agli spettatori immaginare come possa sostenersi l’economia di Gilead o come i suoi diplomatici possono pensare di intrattenere relazioni con paesi democratici. Questa stagione potenzialmente potrebbe offrirci una lente d’ingrandimento sulla questione, il che sarebbe graditissimo e potrebbe andare a colmare una storica lacuna della serie.

The Handmaid’s Tale – 5x01/02 Morning & BalletThe Handmaid’s Tale conferma la sua solidità con due episodi – tra l’altro entrambi diretti dalla stessa Elisabeth Moss – che proseguono la linea tracciata dal finale della quarta stagione e aprono a un ciclo di puntate che saranno caratterizzate dallo scontro tra June e Serena. Se dal punto di vista estetico e stilistico lo show continua a essere un prodotto molto ben confezionato, alle volte gli autori si lasciano trascinare dai “vizi” dei prestige drama e si affidano un po’ troppo alle performance in overacting delle due attrici indugiando su lunghissime sequenze di primi piani che rallentano il ritmo del racconto e che, pur comprendendo la volontà di sottolineare gli stati d’animo dei personaggi, risultano spesso didascaliche. La lunghezza degli episodi, infatti, si fa sentire e l’impressione è che il racconto gioverebbe di una maggiore capacità di selezione e sintesi o, in alternativa, di storyline secondarie più interessanti e variegate; questo sarebbe un toccasana per la serie, anche per il recente rinnovo ottenuto per una sesta e ultima stagione da parte di Hulu.

Voto 5×01: 7
Voto 5×02: 7½

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Informazioni su Davide Tuccella

Tutto quello che c'è da sapere su di lui sta nella frase: "Man of science, Man of Faith". Ed è per risolvere questo dubbio d'identità che divora storie su storie: da libri e fumetti a serie tv e film.

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