The Peripheral – 1×01/02 Pilot & Empathy Bonus


The Peripheral - 1x01/02 Pilot & Empathy BonusLa parola “realtà” ha più accezioni di quante si è soliti pensare, e ognuna di questa indica una sfaccettatura specifica della realtà stessa fino a quella che va oltre l’esperienza meramente sensoriale; o perlomeno questo è quello che sostengono i vari Kant, Hume, Platone e Mark Zuckerberg. E tra videogiochi, film e serie TV – prodotti di finzione spesso in equilibrio tra ciò che è virtuale e ciò che è reale – non è un caso che la tematica sia ricorrente: dal franchise di Matrix alle più recenti Black Mirror e Ready Player One, l’esistenza di “altre realtà” trova terreno fertile soprattutto nelle opere di fantascienza, e la nuova serie Amazon Prime The Peripheral, creata da Scott B. Smith (The Burnt Orange Heresy) e basata sul romanzo di William Gibson, si accoda a questo filone.

Il concetto su cui si fonda The Peripheral (tradotto in italiano magistralmente – una volta tanto – con “Inverso”) non è quindi dei più inediti, ma questo fa solo da contorno a una trama che si mostra avvincente e pianificata nei minimi dettagli. I primi due degli otto episodi previsti – usciti il 21 ottobre e intitolati “Pilot” e “Empathy Bonus” – partono da un incipit che pone interrogativi piuttosto comuni nel proprio genere: quando una semplice fuga dalla realtà può diventare pericolosa? Quand’è che questa supera il confine tra una divertente simulazione e una spaventosa normalità delle cose, fino a farci rendere conto che sotto la pelle non ci sia altro che “una macchina”? In tutto ciò, The Peripheral fa un passo oltre per regalare una trama degna del genere thriller di cui fa parte: una misteriosa organizzazione straniera chiede a Burton Fisher (Jack Reynor, Strange Angel) di testare un nuovo elmetto per la realtà aumentata col suo avatar Easy Ice in virtù della sua qualità di giocatore; qualità che (non troppo segretamente) appartiene alla sorella Flynne (Chloë Grace Moretz, Hugo Cabret, 30 Rock). Lei accetta l’incarico visto il denaro offerto, che le permetterebbe di curare la madre malata terminale; tuttavia, indossato il casco, la protagonista si trova immischiata in una missione in cui la sua “guida” verrà rapita, e starà a lei ritrovarla mentre una grossa taglia sulla sua testa e su quella del fratello spinge dei mercenari in carne e ossa a cercarli e ucciderli. A fare da cornice a tutto questo c’è una Londra del 2100 e le Blue Ridge Mountains americane (le stesse decantate da John Denver) ambientate nel 2033.

“Our world is long past saving, I thought that was always your point.”
“I didn’t say our world.”

The Peripheral - 1x01/02 Pilot & Empathy BonusL’inizio dell’episodio pilota è emblematico ed ermetico allo stesso tempo, ed è questa la linea che questa nuova serie sembra voler seguire per tutta la prima puntata. Vista l’ampia durata degli episodi (più di un’ora ognuno) la trama ha il tempo di svilupparsi in maniera sempre più dettagliata, seminando indizi nelle diverse scene che hanno il potere di arricchire la storia lasciando però al contempo anche diversi interrogativi. Questo aspetto rende The Peripheral una serie non per tutti i gusti, ma solo per chi ha piacere nel guardare una serie prestando attenzione a ogni dettaglio, così da non correre il rischio di perdersi inesorabilmente nell’intrecciarsi della vicenda.
C’è da dire che sono ben poche le scene di cui si potrebbe fare a meno: quasi tutte svolgono un ruolo ben preciso mentre riempiono il minutaggio degli episodi e quindi la trama. Certo è che, forse, la lunga durata comporta il dover inserire tanti elementi in ogni puntata, mostrando troppo e troppo poco allo stesso tempo: sono infatti diverse le scene che danno l’impressione di voler preannunciare qualcosa, ma che rischiano di passare inosservate e a una prima visione non si intende bene dove vogliano andare a parare; il tutto mentre si cerca di tenere il filo tra nomi e personaggi, sottotrame e realtà/ambientazioni temporali parallele. Nei minuti finali, però, l’episodio pilota cambia repentinamente passo e ci regala sequenze più rapide e avvincenti in grado di tenere incollati allo schermo mentre la vicenda inizia a palesare la sua vera forma, prima di chiudersi con London calling” dei Clash che risuona nei titoli di coda. Ed è, infatti, altrettanto emblematica la scelta del brano che, oltre a riferirsi alla città in cui è ambientata parte della serie, vuole sottolineare il significato dietro la canzone/pietra miliare del punk rock, coi suoi sottili richiami alla guerra e alla fine del mondo così come lo conosciamo.

The Peripheral - 1x01/02 Pilot & Empathy BonusDopo un primo episodio tutt’altro che avaro di informazioni, all’inizio di “Empathy Bonus” viene mostrato un riassunto dell’episodio precedente che sa tanto di serie di altri tempi. Qui, dopo alcune sequenze d’azione brillantemente messe in scena dalla regia di Vincenzo Natali, il ritmo si fa un po’ meno incalzante: vediamo per esempio Flynne confusa mentre cerca di capire di più su questo nuovo mondo in cui è incappata e sul compito che le viene richiesto; e la sua confusione è facile da fare propria, visto che anche per lo spettatore è facile perdere il filo tra le spiegazioni sulle realtà e le epoche diverse ma in un certo senso parallele durante il corso dell’episodio. La sensazione è che, anche dopo due ore complessive di visione, le basi della trama siano ancora in fase di essere gettate – ma questo, a seconda dei punti di vista, può essere percepito come uno spreco di minutaggio o come l’anticipazione di episodi finali vorticosi ed emozionanti, con un crescendo di tensione che unirà tutti i punti disegnati dal minuzioso lavoro di regia e sceneggiatura.

C’è però da dire che ogni scena, dalla più intensa alla più lenta, è retta egregiamente dai membri principali del cast, a partire da Chloë Grace Moretz, che con la sua espressività riesce a enfatizzare e allo stesso tempo alleggerire la drammaticità della narrazione. Lo stesso discorso vale per Jack Renynor, che nel primo episodio ha una massiccia parte di screen time, Melinda Page Hamilton (Mrs. America, How to Get Away with Murder) nei panni della madre Ella, e l’interprete dell’amica della protagonista Adelind Horan (The Deuce). Un’altra menzione doverosa è quelli agli interpreti di Wilf (Gary Carr, The Deuce, Downtown Abbey)  e Aenita (Charlotte Riley, Peaky Blinders, Trust) che svolgono altrettanto bene il delicato ruolo di fare combaciare le due realtà raccontate da The Peripheral, bilanciando con le giuste dosi serietà e ironia.

In conclusione, si può dire che The Peripheral ha il potenziale per essere considerato, all’interno della fantascienza che tratta la concomitanza di “più realtà”, una serie meritevole di uno sguardo; questo senza che si possa definire, almeno per ora, un capolavoro di narrazione e originalità, vista la macchinosità con cui alcune scene vanno a comporre il quadro completo e i riferimenti, voluti e non voluti, ad altre serie TV che hanno già battuto lo stesso terreno.

Voto 1×01: 6 ½
Voto 1×02: 6 ½

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