Inside Man – Miniserie


Inside Man - MiniserieDisponibile su Netflix dal 31 ottobre 2022, la miniserie Inside Man propone in soli quattro episodi da circa un’ora un racconto che attraversa gli strati più profondi e nascosti dell’animo umano. Creata da Steven Moffat (produttore di numerose serie, tra cui Doctor Who e Sherlock), Inside Man esplora le contraddizioni umane tra le due macro dimensioni di “bene” e “male”, portando il pubblico a chiedersi, minuto dopo minuto: fino a dove è giustificabile l’impiego del male, in nome del bene proprio e degli altri?

Nel corso delle quattro puntate la serie rende chiaro come il ruolo centrale sia rivestito dai personaggi: infatti la storia è quasi irrilevante se presa in sé e per sé, e diventa funzionale nella misura in cui permette di approfondire i suoi protagonisti. La trama verte principalmente sulla prigionia di Janice (Dolly Wells) ma il suo scopo primario è fungere da escamotage per concentrarsi sulla caratterizzazione dei personaggi, mostrando come questi si destreggiano tra moralità, verità e discernimento tra bene e male. Il tema che poteva essere centrale per Inside Man – se fosse stato un prodotto più “classico” – è quello della pedopornografia, ma in questo caso la tematica fa solo da sfondo e quasi non viene trattata, se non in modo molto marginale.

In breve la vicenda diventa espediente per introdurre e sviluppare la vera narrazione, quella dell’interiorità di ogni uomo. Se le puntate seguono un percorso tradizionale, ciò non avviene nella caratterizzazione dei personaggi, che è così poco lineare da rendere impossibile inquadrarli davvero, e rendendone differente la percezione, che cambia di continuo nel corso delle puntate. Così si passa dal provare pena, disgusto o compassione per ognuno: tutti sono così estremamente contraddittori da rendere difficile empatizzare con loro. La serie mette in scena tutta la debolezza umana e in contemporanea la forza che è possibile esercitare nel compiere gesti oltre l’ordinario, se messi in condizione di farlo per il raggiungimento di una forma di “bene”.

Inside Man - Miniserie

Tra i personaggi Janice è la più intricata e interessante: è forte e astuta, ma si cela dietro un’apparente facciata innocente. La donna nasconde un animo complesso, che riesce ad applicare nell’intento di salvarsi dopo essersi ritrovata prigioniera del pastore Harry e di sua moglie: Janice riesce a mettere i due uno contro l’altro convincendoli di non potersi fidare reciprocamente. Solo con Ben – il figlio della coppia, a cui dà ripetizioni – è sincera: infatti si nota come il legame con il ragazzo sia reale, e come cerchi di convincerlo a fare la cosa giusta non solo per sé, ma anche per lui. Per il resto, in generale, conserva un sorprendente atteggiamento reattivo e provocatore verso i carcerieri, arrivando a ferirsi da sola e attuare un potente gioco di manipolazione in nome della propria salvezza. Janice è la figura che unisce in un solo intreccio i due comprimari – Harry e Jefferson – i quali hanno due caratterizzazioni opposte.

Harry (David Tennant), pastore, padre e marito amabile, fa letteralmente di tutto per proteggere chi gli sta intorno, su tutti il sacrestano Edgar e il figlio Ben. Harry si trova a doversi destreggiare tra il bene – che vuole far prevalere anche in virtù del ruolo che riveste nella collettività – e il male, che si trova ad adoperare soprattutto contro se stesso vedendolo come unico mezzo e soluzione possibile, male che cerca di giustificare in virtù del bene della sua famiglia e degli altri. Jefferson (Stanley Tucci) è invece condannato a morte a causa dell’omicidio della moglie; è opportunista, maniacale, ed egoista. Ha una caratterizzazione più votata al male, ma era un criminologo, per eccellenza un antagonista del male, che ha imparato ad utilizzare per suo mero interesse, e quindi per il bene personale. I due rappresentano così le due facce opposte della stessa medaglia, come sottolineato anche dai dialoghi: “Siamo l’uomo comune in una brutta giornata […], nessuno è al sicuro dalle sue azioni peggiori”.

Inside Man - Miniserie

In tutti i protagonisti si ravvede un elemento comune, che diventa inevitabilmente centro della narrazione: il germe del male, che tutti noi conserviamo. Questo spesso è dormiente, ma è lì, presente e pronto ad emergere per le più diverse ragioni: dalla volontà di protezione e conservazione (per la persona amata, la famiglia, se stessi o persino per un semi sconosciuto), alla speranza di risolvere situazioni negative o semplicemente liberarsi da un dramma, da una persona, o dalla vita stessa. La caratterizzazione non lineare dei personaggi risulta così molto calzante con la natura della serie, che mira a frammentare e scomporre ogni essere umano, mostrando come di fatto nessuno sia davvero innocente.

Il valore morale è il vero filo conduttore di Inside Man: questo guida Jefferson (con l’aiutante Dillon) nei suoi casi, conduce Harry nel voler proteggere Edgar e il figlio, e porta Edgar stesso al suicidio perché schiacciato dal senso di colpevolezza. Al concetto di valore morale si accosta il tema della verità, per cui si evidenzia il ruolo che quest’ultima ricopre in relazione al “bene” nella sua definizione più pura, sottolineando come i due concetti non sempre coincidano. Su tutte, due applicazioni dell’intreccio verità-bene offerti da Inside Man: Harry – intenzionato a confessare un crimine non suo – nasconde la verità privilegiando il bene degli altri, mentre Janice decide di farla emergere per il proprio bene, svelando a Ben la natura dei genitori pur sapendo che avrebbe generato una profonda ferita nel ragazzo.

Una grande pecca di Inside Man è invece il mancato approfondimento di alcuni personaggi, il cui ruolo è stato troppo limitato, e su tutti Beth, Dillon e Ben. Su Beth vale la pena chiedersi se questo sia stato intenzionale o meno: se si è trattato di una scelta voluta avrebbe un suo senso, perché di fatto la ragazza va a incarnare il ruolo dello spettatore. Per questo è semplice – a differenza di tutti gli altri – empatizzare con lei, perchè assiste alle vicende, conosce tutti i protagonisti seppur non approfonditamente, apprende di loro poco a poco e ne impara a capire l’animo e le relative debolezze.

Inside Man - Miniserie

Anche per alcune vicende – in particolare l’omicidio della moglie di Jefferson, per cui non vengono specificate motivazione, dinamica e modalità – si soffre di mancanza di dettaglio, ma anche questa di fatto è probabilmente una scelta ponderata e funzionale al non concentrarsi sulla storia evidente ma su “ciò che non si vede”, e trovare la vera storia “dentro” ogni protagonista. I dialoghi sono così densi di significato, intrisi di emotività e valore, e tutti o quasi sono votati alla narrazione profonda dei personaggi, come lo sono espressioni e linguaggio non verbale. La comunicazione è curata nel dettaglio, e grazie a questa possiamo infatti entrare ancora di più nella sfera interiore di ogni personaggio.

In questo senso l’eccezionale cast svolge un ruolo ineccepibile, ogni attore è perfetto interprete del suo personaggio, con la propria caratterizzazione, in molti casi subdola, duplice, contorta. Tutti presentano una rottura interna, un lato oscuro e nascosto: da qui troviamo in Inside Man un titolo decisamente azzeccato per questa miniserie, che va a scavare negli angoli più devianti e reconditi in cui una mente umana può arrivare, mostrando che nessuno è mai quello che appare di primo acchito, e come ognuno cela sempre molto più del visibile. In questo senso lo show è decisamente promosso.

Voto: 7 ½

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