Le 30 Migliori Serie del 2022: posizioni 30-21 3


Le 30 Migliori Serie del 2022: posizioni 30-21Un altro anno è passato e anche stavolta siamo qui a tirare le somme di questi dodici mesi di visioni seriali: come da tradizione cominciamo la serie di tre articoli che fanno parte delle Classifiche e che vi elencano le migliori 30 serie del 2022 per la Redazione di Seriangolo! Quest’anno è stato il primo dopo la fase più critica della pandemia (il Covid è tutt’altro che sconfitto, ma possiamo dire che dopo i primi mesi dell’anno la parte più difficile ce la siamo lasciata alle spalle) e l’industria della tv è ripartita come e più di prima, con le piattaforme streaming che continuano la loro ascesa e i network tradizionali che inseguono con difficoltà. C’è anche da dire che è stato l’anno in cui, per la prima volta dal suo boom, Netflix ha rallentato la sua corsa e il suo primato nel mondo dello streaming viene inficiato dagli agguerriti concorrenti, che continuano ad essere sempre di più – in tal senso vale la pena citare il lancio mondiale della neonata Paramount+.

Proprio a causa dell’enorme numero di serie prodotte, è impensabile ormai per una persona sola stare dietro a tutto; negli ultimi anni siamo ormai diventati bravi a selezionare e a farci consigliare: per estrapolare questa classifica, infatti, siamo partiti da una base di circa 150 serie TV per poi selezionare attraverso un processo quelle che secondo la nostra Redazione sono le più valide per una Top30.

Come sempre, ogni redattore ha composto la sua Top50 e da questa siamo arrivati alla classifica che inizia con questo articolo.

Quali sono stati i criteri di questa selezione?
– Le serie prese in considerazione sono state quelle andate in onda tra il 17 dicembre 2021 e l’11 dicembre 2022.
– Come ormai da anni qui su Seriangolo, non ci sono più distinzioni di genere e di categoria. La nostra Top30 include gli show che ci sono più piaciuti indipendentemente dal fatto che siano drama, dramedy, comedy, miniserie o serie alla decima stagione: quello che conta è quanto ci sono piaciute!
– Come spesso capita, tra una serie e l’altra a volte ci sono davvero dei decimi di punti di distacco, quindi tenetelo a mente quando considerate le differenze di poche posizioni! A tal proposito, proprio per pochi decimi di percentuale, non sono entrate in classifica For All Mankind, After Life, The Midnight Club, Bad Sisters, Euphoria, PrismaKevin Can F**k Himself, Barry, Slow Horses, Light and Magic.

E ora partiamo subito con le ultime dieci posizioni della nostra Top30!

30. Irma Vep (HBO)

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Les Vampires è un serial francese muto del 1915 diretto da Louis Feuillade in dieci episodi: Irma Vep è il nome del personaggio protagonista del film, una donna che fa parte di una banda di ladri noti appunto con il nome “I Vampiri”. Irma Vep è, però, anche il nome che Olivier Assayas (Personal Shopper, Wasp Network) ha dato al suo film del 1996 ambientato su un set cinematografico in cui un regista francese sceglieva di fare un remake del film di Feuillade. Nel 2022 Assayas ritorna sul tema e trasforma l’idea alla base del film in una miniserie per HBO nella quale l’attrice svedese Mira Harberg (una splendida Alicia Vikander) viene chiamata dall’eccentrico regista Renè Vidal (Vincent Macaigne) a Parigi per girare la serie tv tratta da Les Vampires e nella quale la donna interpreterà proprio il ruolo di Irma Vep. In questo gioco di rimandi e citazioni cinefile il risultato dello show di Assayas è un bellissimo affresco semi-satirico nel quale le logiche del mondo dello spettacolo vengono messe in luce: dai capricci degli attori alle difficoltà della produzione, dall’influenza delle relazioni romantiche sul set all’egoismo dei vari personaggi, sempre pronti a tirare l’acqua al proprio mulino. Il personaggio di Irma Vep rimane il catalizzatore degli eventi della serie, una figura sfuggente e misteriosa come era l’originale dell’attrice Musidora, alla quale Vikander non poteva offrire omaggio migliore.

Davide Tuccella

29. The Sandman (Netflix)

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Le opere di Neil Gaiman non sono estranee agli adattamenti seriali, ma le vicissitudini legate alla trasposizione di The Sandman – la sua opera a fumetti più importante – sono durate quasi trent’anni, fino al felice approdo su Netflix. La prima stagione è stata una bella sorpresa, al punto da meritarsi il ventinovesimo posto nella nostra classifica delle migliori serie del 2022. La trama è tratta fedelmente dalle pagine dei volumi Preludes and Nocturnes e The Doll’s House e ha come protagonista Dream, uno dei sette Eterni, personificazioni di vari aspetti della vita umana; tra gli altri ci sono per esempio Morte e Disperazione. The Sandman è la storia di un eroe tragico, vittima della sua stessa condizione senza limiti, in un viaggio che lo porterà a scoprirsi vulnerabile facendo così scaturire una profonda riflessione sul suo ruolo di Eterno e sul rapporto con gli esseri umani. Lo show è una favola moderna raccontata con sorprendente delicatezza, che si dipana attraverso scenari fantastici che rendono giustizia all’atmosfera onirica dell’opera originale; i personaggi sono spesso archetipici, ma questo è parte del fascino di una narrazione che ha trovato un posto nel cuore degli appassionati ed è altrettanto godibile anche per chi non conosce i fumetti di Gaiman. Dall’Inghilterra di inizio ’900 al palazzo di Lucifero all’Inferno, The Sandman è un’avventura fantasy che abbraccia i cieli così come la terra.

Massimiliano Barberio

28. What We Do In The Shadows (FX)

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Dopo aver rimescolato le carte in tavola con il finale della passata stagione, What We Do in the Shadows torna su FX (in Italia si può vedere su Disney+) dimostrando ancora una volta di essere tra le migliori serie comedy in circolazione. Dal desiderio di Nandor di trovare una moglie – con l’aiuto del genio della lampada –, passando per il rapporto padre-figlio tra Laszlo e il rinato Colin Robinson, la serie regala agli spettatori un susseguirsi di situazioni esilaranti che ci ricordano non solo il talento dell’incredibile cast, ma anche quello degli autori che, nonostante siano alle prese con un genere, quello del mockumentary, decisamente abusato negli ultimi decenni, non sembrano minimamente a corto d’idee. L’esempio più lampante è l’episodio “Go Flip Yourself”, in cui Nandor e gli altri sono protagonisti del classico show televisivo di make-over casalingo in cui le cose, inevitabilmente, assumono col passare del tempo dei contorni sempre più horror; il tutto accade senza sacrificare la vena comica della serie, anzi esaltandola. Già rinnovata per una quinta e una sesta stagione, What We Do in the Shadows resta un piccolo gioiello che riesce a lasciare il segno in un panorama televisivo sempre più ricco e competitivo.

Ivan Pavlović

27.  Our Flag Means Death (HBO Max)

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Our Flag Means Death, serie tv creata da David Jenkins e co-prodotta da Taika Waititi, ha preso d’assalto il palinsesto di inizio anno di HBO Max, portando a dei risultati inaspettati sia in termini di popolarità che di rappresentazione. Lo show segue gli stilemi tipici del racconto d’avventura mescolato alla commedia romantica: ambientata nel diciottesimo secolo, ha come protagonisti un gruppo di pirati dai caratteri peculiari, tra cui primeggia il capitano Stede – interpretato da un ottimo Rhys Darby, un nobile annoiato che decide tutto a un tratto di dare una svolta alla sua vita e diventare un bucaniere. I punti forti di questa prima stagione stanno nella capacità di scrivere degli ottimi personaggi e nel modo in cui questi ultimi si evolvono nel corso degli episodi: tanto la crew protagonista che quella dei “nemici” – capeggiati da un fantastico Taika Waititi, perfetto nei panni del pirata BlackBeard – risultano infatti molto convincenti e contano ottime performance. La trama verticale e quella orizzontale sono ben integrate, creando un prodotto fruibile e divertente: il più grande pregio della serie, però, consiste nel rappresentare alcuni tabù – le relazioni omosessuali, ad esempio – e trattarli come dati di fatto. I rapporti che si instaurano vengono affrontati con grande naturalezza, facendo della serie una delle punte di diamante della rappresentazione LGBTQIA+ dell’anno corrente: un risultato per nulla scontato e acclamato da pubblico e critica.

Annalisa Mellino

26. Boris (Disney+)

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I tempi erano maturi e la gente aspettava trepidante la nuova stagione, che non ha deluso. Non ci si sbilancia troppo dicendo che Boris è stata la miglior serie TV italiana e questa quarta stagione (dopo il film passato un po’ in sordina) non ha fatto che confermarlo. Certo, non mancavano i dubbi: era davvero necessaria dopo 12 anni?  Riuscirà a essere ancora geniale come la ricordiamo, anche dopo la scomparsa di Mattia Torre?  Sarà influenzata dalla politica della nuova piattaforma Disney+? Ogni dubbio è stato dissipato con l’uscita, che ha riportato in scena Boris con tutta la sua irriverenza, la sua comicità e il suo esasperato realismo. Lo show si è anche saputo adeguare ai tempi, ha fatto evolvere i personaggi storici e ne ha inseriti di nuovi; René Ferretti e compagnia spiattellano ancora al pubblico i tragicomici retroscena del mondo della televisione, dove a cambiare sono le tecnologie e gli interpreti (a volte) ma non le dinamiche.
Oltre ai protagonisti, tra i ritorni graditi figurano Mariano e Glauco ad aggiungere un po’ di pepe, e viene dato ulteriore spazio e forma agli sceneggiatori. Con ogni probabilità, si diceva, si tratta della serie italiana più amata dagli italiani proprio per il suo saper essere “non troppo italiana”: resta purtroppo ancora una mosca bianca nel nostro panorama seriale, per quanto negli ultimi anni le serie italiane stiano provando sempre più spesso ad uscire dalla loro comfort zone, forse anche grazie al fenomeno Boris.

Domenico Raimondo

25.  L’Amica Geniale (Rai/HBO)

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L’Amica Geniale torna nella Top30 anche quest’anno con il terzo capitolo della saga di Elena Ferrante intitolato come il libro “Storia di chi fugge e di chi resta. Questa volta, dietro la macchina da presa, non troviamo più Saverio Costanzo ma Daniele Luchetti che dirige egregiamente gli otto episodi che compongono la stagione: la cornice è quella degli anni ’70 delle lotte di classe ma soprattutto della lotta per l’emancipazione femminile. In particolar modo in questo terzo capitolo assistiamo all’evoluzione del personaggio di Elena che realizza di essere molto più che una semplice donna da sposare; nonostante il fidanzato appartenga a una famiglia moderna, colta e apparentemente portabandiera di un’emancipazione tutta al femminile, infatti, dimostra ben presto che alla donna è consentito avere un ruolo nella società ma sempre e solo dopo avere adempito ai doveri di moglie e madre. Il percorso di riscatto e presa di coscienza della protagonista è al centro dell’intreccio di una stagione come sempre imperdibile ma allo stesso tempo più altalenante delle prime due. Storia di chi fugge e di chi resta, inoltre, saluta definitivamente i volti di Gaia Girace e Margherita Mazzucco, lasciando il posto per la quarta e ultima annata ad Alba Rohrwacher e Irene Maiorino, una scelta che non sarebbe stato sbagliato prendere anche prima, vista la grande differenza di età tra le protagoniste e i personaggi in questa stagione.

Dalila Speciale

24. The Boys (Amazon Prime Video)

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The Boys è tornata con la sua terza stagione su Prime Video riproponendo una trattazione di tematiche controverse esposte con lo stile esagerato e dissacrante che ha caratterizzato la serie in tutti i suoi capitoli precedenti. A fare da padrone è nuovamente la figura di Homelander (interpretato dal  magistrale Antony Starr), attraverso cui si ha modo di evidenziare in particolare il tema dell’uso e abuso di potere, e come questo non solo non venga condannato ma addirittura sia giustificato e ammirato dalla società, conferendo ai supereroi quell’onnipotenza da essi ricercata.
Lo show di Eric Kripke porta nuovamente a far riflettere sulla collettività, facendo emergere – attraverso la rappresentazione estremizzata – la perdita di valori profonda della società, guidata dalla legittimazione sproporzionata del potere. Viene messa in scena anche la costruzione del consenso da parte del “popolo”, che anziché elevarsi a soggetto pensante viene sempre più raffigurato come spettatore che assiste allo spettacolo violento perpetrato da politici e supereroi. Si accostano a questi altri temi quali razzismo, sessismo e corruzione, portati avanti attraverso le numerose storyline parallele, sempre caratterizzate da una narrazione fuori dagli schemi, un tono “senza freni”, che resta il tratto più evidente, riconoscibile e apprezzato di The Boys.

Alice Tagini

 

23. Undone (Amazon Prime Video)

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Dopo la brillante prova della prima stagione, la seconda annata di Undone (show creato da Raphael Bob-Waksberg e Kate Purdy) si è posta la sfida di continuare a stupire e incantare. Il suo particolare stile unisce, infatti, tramite la tecnica del rotoscope, un tipo di animazione peculiare e visionario ad un tipo di narrazione che pone grande attenzione all’introspezione psicologica dei suoi personaggi. Se la prima stagione si è incentrata particolarmente sulla protagonista Alma (Rosa Salazar) e sul suo rapporto con il padre Jacob (Bob Odenkirk), questa seconda annata ha ampliato il suo sguardo e le sue ambizioni, proponendo un racconto che si è allargato verso una narrazione corale che tocca tutti i membri della famiglia di Alma.
Il risultato di questa scelta ha creato un meraviglioso percorso che, nell’analizzare diversi personaggi, ha indagato la portata e le conseguenze dei traumi intergenerazionali in un viaggio emozionante e significativo che ha saputo mantenere gli elementi più iconici e visionari dello show. Toccando argomenti molto complessi con sottile delicatezza, Undone ha messo nuovamente in scena un racconto intenso ed emozionante, capace di offrire un prodotto di alto livello sia dal punto di vista narrativo che da quello estetico, offrendo un’esperienza unica nel suo genere che ha meritato, senza alcun dubbio, un posto in questa classifica.

Denise Ursita

22. Stranger Things (Netflix)

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Una serie del 2022 in grado di riportare in cima alle classifiche una canzone del 1985 (parlo ovviamente di “Running Up That Hill” di Kate Bush) dev’essere necessariamente una serie importante. E Stranger Things – quest’anno per la sua quarta annata divisa in due parti – è proprio questo: uno show capace di far parlare di sé, di coccolare i nostalgici degli anni ’80 rievocando sensazioni e icone familiari e allo stesso tempo raccontare una storia e dei personaggi con cui è difficile non entrare in qualche forma di (complessa) sintonia. Anche se, forse, una parte della propria energia propulsiva si è esaurita, ci sono momenti di questa stagione che sono già diventati epici, come la fuga di Max dalle grinfie di Vecna o la scena di Eddie (tra le migliori new entry di questa quarta stagione) alle prese con i Metallica. Manca ancora un’ultima stagione prima della fine delle avventure di Eleven e i suoi amici e vedremo se Stranger Things riuscirà a confermare la sua forza mediatica anche con la prossima annata: nel frattempo quest’anno è rientrata di diritto nella nostra Top30.

Mario Sassi

21.  Peacemaker (HBO Max)

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A un passo dalla Top20 troviamo Peacemaker, la serie scritta e diretta da James Gunn per HBO Max, incentrata sull’omonimo villain di The Suicide Squad – per intenderci, il soft reboot del 2021, diretto dallo stesso Gunn. L’autore riesce nuovamente nell’impresa di trasformare un personaggio pressoché sconosciuto al pubblico nel cuore pulsante della storia: Peacemaker, interpretato da un ottimo John Cena, è un antieroe tragicomico e dilaniato dai daddy issues, al quale si affianca un parco personaggi assolutamente degno di nota, composto da agenti della A.R.G.U.S., improbabili supereroi, e un’aquila domestica, Eagly. Chi ha amato il lavoro fatto da Gunn sia per la Marvel che per la DC non potrà non apprezzare questo show: ritroviamo infatti un racconto corale corredato da un’ottima colonna sonora, questa volta a base di hair metal, il suo inconfondibile humor e tanta azione – con un tocco di violenza in più rispetto a quanto visto con i Guardiani della Galassia. Impossibile poi non menzionare i titoli di apertura, composti da un’irresistibile coreografia eseguita dell’intero cast, senza dubbio una delle cose più divertenti viste in tv quest’anno.

Simona Maniello

Vi aspettiamo domani con la seconda parte della classifica: dalla posizione 20 alla 11!

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3 commenti su “Le 30 Migliori Serie del 2022: posizioni 30-21

    • Davide Tuccella

      Hai ragione, infatti nella mia personale classifica sarebbe ampiamente rientrata nelle prime 30, ma come ben sai le nostre classifiche sono una combinazione delle preferenze di molte persone e quest’anno di cose belle ce ne sono state davvero tante. Tra l’altro ho scoperto che non è così unanime come si potrebbe pensare il giudizio su Euphoria: in ogni caso è rimasta fuori davvero di poco.