Velma – 1×01 Velma


Velma – 1×01 VelmaLe prime settimane del 2023 sono già state caratterizzate da diverse nuove serie che hanno debuttato sui network tradizionali e sui servizi di streaming che conosciamo tutti, ed è proprio di una nuova serie che vogliamo parlarvi in questa recensione: lo show protagonista delle prossime righe è uno dei più particolari e interessanti di questo gennaio, si intitola Velma ed è una serie comedy-horror animata per adulti basata proprio sull’omonimo personaggio creato da Hanna-Barbera.

Nell’universo di Scooby-Doo , Velma è stata tipicamente ritratta come un personaggio di supporto che, nonostante abbia risolto la maggior parte dei misteri in cui si è imbattuta la sua banda di giovani detective, non ha mai ricoperto il ruolo della protagonista. Velma, disponibile dal 12 gennaio su HBO Max , è un prodotto per adulti che invece mette proprio Velma Dinkley al centro della narrazione e la circonda di tutti gli altri membri della gang storica, con delle modifiche al materiale originale non da poco: troviamo un Fred svampito e lascivo; una Daphne che è stata amica di Velma fino a quando non ha raggiunto l’adolescenza ed è diventata troppo per lei; un Norville che non è ancora diventato Shaggy, ma che è uno zerbino emotivo ambulante con una cotta non ricambiata per la protagonista. Grande assente è Scooby-Doo, lo storico cane parlante, che manca perché questo show prende vita prima della formazione della banda risolvi misteri, quando i personaggi erano solamente adolescenti.

Velma – 1×01 VelmaIn questa sorta di prequel, quindi, Velma vive a Crystal Cove con il padre avvocato Aman e la sua perspicace ragazza Sophie e già frequenta i suoi futuri colleghi – per ora sui banchi di scuola – con cui ha già instaurato un rapporto complicato; la relazione più difficile, tuttavia, Velma ce l’ha con sua madre Diya, scomparsa in modo sospetto e che ora vede solo tramite delle fortissime allucinazioni, che la immobilizzano e le mostrano – tra le altre cose – un fantasma vendicativo che la incolpa per la sua scomparsa, evento che può aver originato la sua passione per la risoluzione di misteri. Il fato vuole che un risolutore di misteri sia esattamente ciò di cui Crystal Cove abbia bisogno, perché un serial killer ha deciso di colpire la cittadina e iniziare a rubare il cervello delle ragazze più popolari del liceo. Quando le compagne di scuola iniziano a morire misteriosamente, quindi, Velma entra in modalità investigatrice e inizia a destreggiarsi tra il combattere il misterioso omicida che infesta la città e il fronteggiare gli ormoni impazziti dei suoi coetanei; anche la ragazza stessa sta passando un momento di grandi cambiamenti ed evoluzioni personali: scopre di essere pansessuale e deve imparare a conoscersi, il tutto in un ambiente domestico difficile, tra la madre scomparsa e un padre sprezzante che la tratta in modo crudele.

È facile capire che non siamo più davanti alla classica rappresentazione di Velma e compagni a cui siamo stati abituati dai cartoni e dai film su Scooby-Doo: in questo nuovo show animato ci confrontiamo con delle versioni teenager dei classici protagonisti, che paradossalmente appaiono più adulti e complessi rispetto al passato, e introducono temi nuovi che un certo tipo di pubblico non è abituato a vedere. Il fine del creatore dello show Charlie Grandy (anche autore per The Office e The Mindy Project) e della produttrice esecutiva Mindy Kaling (protagonista sia di The Office che di The Mindy Project) – che inoltre offre la sua voce alla protagonista – era proprio questo, sperimentare con dei personaggi molto conosciuti, raccontandoci in modo diverso le loro vite, intervenendo anche sulla loro etnia e il loro orientamento sessuale, arrivando a modificarli in parte o del tutto. In questo nuovo show Velma è indiana-americana, Norville è nero e Daphne sembra essere di origini asiatiche ed è figlia adottiva di due detective lesbiche; solo Fred conserva la sua identità di ragazzo bianco della porta accanto e non mancano i momenti in cui si mette in evidenza il suo privilegio. Sebbene ci siano diversi momenti in cui questi cambiamenti demografici risultano efficaci, l’impressione generale è che i protagonisti, più che trasformati, siano una rappresentazione parodistica della diversificazione, e che gli autori siano così compiaciuti del loro lavoro quasi da non accorgersene.

Velma – 1×01 VelmaNonostante il lavoro sull’evoluzione dei personaggi risulti alla fine efficace solo in parte, la messa in scena del genere comedy-horror sembra più riuscita: con in mente un pubblico più adulto, gli autori di Velma hanno la possibilità di sperimentare con l’orrore, per esempio mostrando immagini di cadaveri senza cervello e si presume anche altre soluzioni estetiche di questo tipo. Tutto questo indica agli spettatori in modo palese che questo non è lo Scooby-Doo della nostra infanzia e che il target di riferimento è ben diverso. Stesso discorso vale per le già citate allucinazioni di Velma, che sono molto inquietanti – vede mani scheletriche e altre visioni macabre – e fungono da espediente narrativo avvincente per esplorare i suoi demoni interiori, oltre che essere una difficoltà ulteriore nella detection. Ogni volta che la protagonista sta per fare progressi sul caso, infatti, cade vittima di queste visioni, che spesso la ostacolano o la rallentano nel fare passi avanti con le indagini.
Anche l‘umorismo a livello generale funziona, i momenti comici non mancano e spesso danno ritmo alla narrazione; merita una menzione il tentativo dello show di essere anche meta-narrativo, prendendo in giro la stessa intellectual property Scooby-Doo, soprattutto quella legata ai prodotti del passato, la versione degli anni ’60, ma anche tutte le rivisitazioni che non sono mancate anche negli anni duemila.

È chiaro quindi che Velma sia un prodotto molto interessante, anche se acerbo sotto diversi punti di vista: non ci saremmo aspettati che lo show fosse altrettanto maturo come i personaggi che ci vuole mostrare, ma a questo stadio del progetto non è un grosso problema per coloro che si vogliono approcciare a questa serie animata come puro momento di intrattenimento.

Voto: 6/7

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Informazioni su Davide Canti

Noioso provinciale, mi interesso di storytelling sia per la TV che per la pubblicità (in fondo che differenza c'è?!). Criticante per vocazione e criticato per aspirazione, mi avvicino alla serialità a fine anni '90 con i vampiri e qualche anno dopo con delle signore disperate. Cosa voglio fare da grande? L'obiettivo è quello di raccontare storie nuove in modo nuovo. "I critici e i recensori contano davvero un casino sul fatto che alla fine l'inferno non esista." (Chuck Palahniuk)

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