Secret Invasion – Stagione 1 1


Secret Invasion - Stagione 1C’era un tempo in cui l’arrivo di ogni prodotto legato all’MCU veniva accolto con grande fervore da parte del pubblico. Quel tempo, però, sembra ormai legato a un passato che, considerando la situazione attuale, è difficilmente replicabile. Secret Invasion, la nona serie del Marvel Cinematic Universe appena conclusasi su Disney+, creata da Kyle Bradstreet e diretta da Ali Salem, è l’ennesimo passo falso dell’era post-Endgame in cui i anche i fan più accaniti faticano a trovare parole positive, e i progetti di qualità si contano ormai sulle dita di una mano.

Ispirata all’omonima storyline crossover dei fumetti Marvel uscita nel 2008, Secret Invasion ruota attorno al tentativo di Nick Fury e Talos di fermare un gruppo di Skrull che si sono infiltrati tra le cariche di governo più alte del mondo. Una premessa decisamente accattivante, in cui l’elemento di imprevedibilità dettato dal fatto che chiunque potrebbe essere uno Skrull sembrerebbe, almeno sulla carta, il giusto ingrediente per offrire a questo grande racconto la versione per il piccolo schermo di uno spy-thriller simile a Captain America: The Winter Soldier in grado di iniettare un po’ di energia nell’MCU. Non è un caso dunque che tra le fonti di ispirazione citate ci siano i romanzi di spionaggio ambientati durante la Guerra Fredda di John le Carrè, le serie The Americans e Homeland, e il film Il Terzo Uomo, elementi che in parte si respirano nel corso delle sei puntate e che, in teoria, dovrebbero aiutare alcuni ottimi spunti a emergere in tutto il loro potenziale. Tra questi non si possono non citare idee che, sulla carta, dovrebbero essere assolutamente vincenti; in primis, la rappresentazione di un Nick Fury non più al meglio della forma che si confronta con gli errori del passato – un espediente tipicamente associata a Tony Stark – e il senso di impotenza di fronte a un universo che sta cambiando troppo in fretta; insomma, a livello drammaturgico, un terreno molto fertile.

Secret Invasion - Stagione 1Se poi a questo aggiungiamo l’ingresso in scena della moglie segreta Varra, che apre le porte a un lato di Fury totalmente sconosciuto, l’antagonista Gravik interpretato da Kingsley Ben-Adir (è Malcolm X in One Night in Miami), la figlia di Talos G’iah (Emilia Clarke), e uno showrunner come Kyle Bradstreet che ha lavorato anche a Mr. Robot, è chiaro che le aspettative fossero leggermente più alte rispetto al prodotto che è arrivato su Disney+. Purtroppo, come anticipato prima, il risultato è tutt’altro che soddisfacente, e come già si era percepito con The Falcon and the Winter Soldier o Moon Knight, la sensazione è quella di un’altra grande occasione sprecata, nonostante una serie di ottimi spunti.

Nessuna delle linee narrative, per quanto il punto di arrivo possa essere giusto nel contesto narrativo, ha l’impatto sperato, vittima di una certa frettolosità nel risolvere le cose. Nulla sembra avere il tempo giusto per respirare, per evolversi, e anche quando qualcosa sembra finalmente iniziare a ingranare, l’ennesimo cliffhanger più o meno telefonato ne blocca l’evoluzione. Pensiamo per esempio al rapporto tra Talos e G’iah, dove tutto si risolve fin troppo in fretta e le poche scene che li vedono insieme non bastano a trasmettere fino in fondo la forza del loro legame. A questo si può anche aggiungere l’uscita di scena del personaggio interpretato da Ben Mendelsohn, sicuramente d’impatto e inaspettata nel momento in cui avviene, ma che non sembra avere grandissime ripercussioni sui due personaggi a lui più vicini, Fury e G’iah. Anche il grande antagonista della serie, Gravik, non convince a pieno, complice una recitazioni spesso sopra le righe – a questo, anche il grande Samuel L. Jackson non è immune – e una caratterizzazione non all’altezza del ruolo che ricopre. Il suo piano è interessante, le motivazioni (nel suo contesto) valide, ma sei puntate sono davvero troppo poche per mettere in scena tutto quello che la serie porta avanti, e il risultato finale è inevitabilmente destinato a essere deludente.

È facile in questi casi puntare il dito contro gli autori o il regista, ma questo virus di mediocrità non sta colpendo solo l’MCU ma tutta la macchina hollywoodiana, in un sistema in cui le produzioni sono sempre di più ma le condizioni di lavoro peggiorano di giorno in giorno – non è un caso che attori e sceneggiatori siano in sciopero. I tempi di lavorazione sono ridotti all’osso, la possibilità di riscrivere le puntate o prendersi il tempo per fare le cose con la giusta cura – per non parlare di mettere in piedi una vera e propria writers’ room – quasi inesistenti, e di fronte a un ambiente lavorativo come questo anche lo sceneggiatore più abile fatica a dare il meglio di sé.

Secret Invasion - Stagione 1L’MCU ci ha regalato grandissime emozioni nei suoi quindici anni di esistenza, ma la magia dell’Infinity Saga sembra ormai essere sparita. La gioia che trasudava dalle prime avventure di Iron Man, Captain America, e tutti gli altri, si respira in rarissimi casi – e di certo non in Secret Invasion -, e guardando alle uscite dei prossimi mesi/anni sul fronte televisivo, con l’esclusione di Loki e Daredevil: Born Again, il futuro di questo grande universo narrativo appare molto grigio. Sembra ormai lontanissimo il fine 2021, quando uscivano praticamente in contemporanea Spider-Man: No Way Home e Hawkeye, e i fan dell’MCU gioivano in tutto il mondo. Secret Invasion è purtroppo un prodotto che non lascia il segno, senza guizzi particolarmente interessanti, una serie dall’innegabile potenziale che non viene minimamente sfruttato, finendo con l’essere semplicemente un altro tassello in più della quinta fase del Marvel Cinematic Universe.

Voto: 5

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Un commento su “Secret Invasion – Stagione 1

  • Boba Fett

    Davvero sconfortante, con quel popò di attori a disposizione! Lodevole anche qui la sottotraccia sociale, ma per il resto, beh non è solo l’ennesima occasione mancata e purtroppo, in questo momento storico, alla guida della Marvel (e della Disney) sembrerebbe esserci un ubriaco…