The Continental: From the World of John Wick è una miniserie in tre parti ambientata, come si evince dal titolo, nell’universo narrativo di John Wick, la saga cinematografica con protagonista Keanu Reeves che quest’anno è giunta al suo quarto capitolo.
Nello specifico, lo show funge da spin-off/prequel dei film, essendo ambientato negli anni Settanta del secolo scorso e avendo come personaggio centrale Winston Scott (interpretato sul grande schermo da Ian McShane) e la sua ascesa a capo della sede newyorkese del Continental, l’albergo rifugio per gli assassini di professione di tutto il mondo.
La serie, distribuita negli Stati Uniti da Peacock e nel resto del mondo da Amazon Prime Video, nasce addirittura nel 2017 dall’idea di Derek Kolstad e Chad Stahelski, rispettivamente il creatore e il regista dei quattro capitoli di John Wick, di creare un prequel della saga. Il progetto è poi però passato in mano a Greg Coolidge e Kirk Ward, qui nelle vesti di showrunner, mentre Albert Hughes e Charlotte Brändström hanno diretto i tre episodi. Il cast, infine, può vantare un nome di spicco come quello di Mel Gibson (nei panni di Cormac, il direttore del Continental negli anni Settanta), mentre il giovane Winston Scott è interpretato da Colin Woodell, noto per la partecipazione a diverse serie tv, tra cui The Flight Attendant e Masters of Sex.
Visto il successo crescente delle pellicole con Keanu Reeves – l’ultima ha incassato più di 400 milioni di dollari, divenendo la più redditizia della saga – è chiaro che si tratti di un’operazione che mira innanzitutto a sfruttare l’enorme popolarità del franchise; basti pensare che per l’anno prossimo, il 2024, è prevista l’uscita di Ballerina, uno spin-off cinematografico ambientato tra il terzo e il quarto capitolo di John Wick con protagonista l’amatissima Ana de Armas, mentre è stata già confermata la produzione del quinto film della saga principale.
Il primo episodio di The Continental, “Brothers in Arms”, della durata di ben 90 minuti, si prodiga nel presentarci i protagonisti del racconto, in cui troviamo sia le versioni più giovani di personaggi già noti ai fan di John Wick (oltre a Scott, Charon e Charlie), sia numerose new entry. Queste spaziano da membri delle forze dell’ordine di New York a trafficanti di armi e assassini mercenari dall’aspetto e dal nome peculiari (Hansel e Gretel), andando a comporre un intreccio abbastanza complesso (forse fin troppo per una miniserie) che impiega buona parte della premiere per dipanarsi. A questi va aggiunta poi la presenza di Frankie, il fratello di Winston, le cui azioni fungono da motore per l’avvio del racconto e a cui spetta l’onere di fare le veci di Reeves nelle sequenze d’azione che, inevitabilmente, punteggiano l’episodio.
Se la decisione di approfondire la backstory di Winston risulta sulla carta interessante, è innegabile che, almeno per il momento, il personaggio qui interpretato da Woodwell fatica a reggere il confronto con un attore del calibro di McShane, fallendo inoltre nel colmare l’assenza del carismatico personaggio eponimo della saga, su cui si è finora basata buona parte del suo successo. Anche i comprimari al momento non sembrano raggiungere i picchi di camp e iconicità di John Wick: se Mel Gibson, forse non a caso, sembra perfettamente a suo agio nei panni del villain spietato, gli altri personaggi restano al momento abbastanza sfocati, risultando in alcuni casi troppo anonimi (i due detective) e in altri copie sbiadite di figure già viste (i due assassini).
Dal punto di vista narrativo e stilistico la serie cerca di equilibrare i rimandi al franchise con il tentativo di far emergere una propria personalità, con risultati insoddisfacenti su entrambi i fronti. I riferimenti alla mitologia di John Wick naturalmente non mancano, a partire dall’ambientazione, il Continental, fino al McGuffin che dà avvio alla storia (il furto di una pressa per coniare le monete utilizzate come merce di scambio nel mondo criminale governato dall’High Table). Nonostante ciò, questi non occupano un ruolo davvero centrale, rimanendo quindi quasi sullo sfondo rispetto alle vicende personali di Winston e alle esigenze di sceneggiatura, relative – finora – principalmente all’introduzione di un parco personaggi molto nutrito.
Al di là della mitologia sempre più arzigogolata che caratterizza la saga, il vero marchio di fabbrica di John Wick risiede nelle sue spettacolari scene d’azione; era quindi inevitabile che lo spin-off dovesse misurarsi con questo aspetto. Da questo punto di vista la serie non si tira indietro, piazzando due lunghe scene di combattimento in apertura e in chiusura dell’episodio, le quali però, pur essendo girate con una buona dose di professionalità, non reggono purtroppo il confronto con i fasti a cui i film di Stahelski ci hanno abituato.
Lo stesso può dirsi in generale per tutti gli aspetti visivi ed estetici che (non) contraddistinguono lo show: al di là di qualche timido rimando ai set illuminati al neon tipici di John Wick, la serie si assesta infatti su una fotografia e una regia sicuramente di buon livello, ma nel complesso prive di particolari guizzi creativi, troppo simili ad altri action in costume che abbiamo visto sul piccolo e sul grande schermo negli ultimi anni.
In definitiva quindi, a giudicare da questa premiere, The Continental sceglie di non aderire troppo pedissequamente agli stilemi narrativi ed estetici della serie madre, non riuscendo però compensare questa coraggiosa decisione con un’identità sufficientemente definita e accattivante, rischiando così di deludere sia i fan della saga che potenziali nuovi spettatori incuriositi.
Voto: 6 ½
