Manhunt – 1×01/02 Pilot & Postmortem


Manhunt – 1x01/02 Pilot & PostmortemIl 14 aprile 1865, poco dopo aver vinto la guerra civile che imperversava negli Stati Uniti, il presidente americano Abraham Lincoln viene ucciso dall’attore John Wilkes Booth mentre si trova al Ford Theatre di Washington. È il primo (ma non ultimo) assassinio di un presidente americano, e un evento che ha sconvolto e stravolto il percorso su cui la politica statunitense si stava avviando, soprattutto dopo una guerra combattuta intorno alla questione della schiavitù. Non è dunque un caso che la vita di Lincoln e gli eventi legati alla sua morte abbiano fornito numerosi spunti a scrittori e sceneggiatori di ogni tipo. 

La nuova serie Manhunt di Apple TV+, guidata da Monica Beletsky (The Leftovers, Fargo), muove i passi dal romanzo Manhunt: The 12-Day Chase for Lincoln’s Killer, che appunto racconta (come farà la serie) le quasi due settimane di fuga dell’assassino di Lincoln, alle prese con complici, ideali e deliri. La serie, che stando ai primi trailer si orientava su un ritmo concitato e intenso, in realtà non rispetta esattamente questo modello, preferendo muoversi in direzioni diverse per coprire più spunti. C’è sicuramente l’azione in sé, a partire da ciò che accade nelle ore e nei giorni precedenti all’omicidio di Lincoln, che mettono in luce da un lato l’euforia e la soddisfazione di avere infine concluso una guerra civile andata avanti per più di quattro anni e che ha avuto conseguenze enormi all’interno del tessuto sociale americano con riverberi che si sentono ancora oggi; dall’altro l’astio e il risentimento di chi vedeva invece nell’apertura ai diritti civili una perdita di spazio per i propri privilegi.
Manhunt – 1x01/02 Pilot & PostmortemGli autori di questa serie sembrano essere consapevoli degli echi che rimandano alla società contemporanea al punto da voler creare, in modo più o meno esplicito, dei rimandi alla situazione politica attuale, con l’esaltazione delle libere elezioni e l’avversità nei confronti dei tiranni e dei ribelli al sistema costituito. Ecco, quindi, che la scrittura autoriale permette di guardare a questa serie non solo come a un faro su un certo periodo storico che per molti è, almeno sulla carta, ben noto, ma anche come a un simbolo di una storia che sembra ripetersi, sebbene sotto auspici e situazioni differenti. È chiaro che tutto questo non si vede ancora in ogni sua sfumatura nei primi due episodi (di sette) rilasciati da Apple TV+. Soprattutto l’episodio pilota, infatti, si concentra sull’evento scatenante – ovvero l’assassinio di Lincoln – e su come questo fosse solo un tassello che prevedeva conseguenze molto più vaste e profonde, visto che si è tentato anche di assassinare Andrew Johnson, il vicepresidente che avrebbe preso il posto di Lincoln alla guida del Paese (e che risulterà tra i presidenti meno amati di tutti i tempi). Questa vera e propria cospirazione che ruota intorno a John Wilkes Booth (Anthony Boyle, Masters of the Air), vede come contraltare Edwin Stanton (Tobias Menzies, The Crown), amico personale del Presidente e Segretario di Guerra in quegli anni. Nonostante uno stato di salute tutt’altro che ottimale, sarà Stanton il punto di vista canonico della serie, alla guida di una caccia all’uomo senza precedenti.

Ovviamente, ogni serie storica deve fare i conti con la familiarità con cui gli spettatori si presentano nei confronti degli avvenimenti; questo è tanto più vero quando si tratta di un personaggio e un evento fortemente iscritti nella coscienza sociale americana. La serie sceglie quindi di raccontare questo periodo utilizzando una enorme frammentazione temporale, con costanti salti temporali che mirano ad arricchire la narrazione e l’interesse dello spettatore. Ebbene, nonostante sia questa una scelta coraggiosa e interessante, non sempre risulta efficace e il più delle volte non fa altro che confondere lo spettatore che deve fare uno sforzo non da poco per collegare tra loro eventi e personaggi non tutti necessariamente chiari e in un ordine comprensibile. D’altronde, nella volontà autoriale di trattare questa caccia all’uomo come un thriller complesso e pieno di ombre si vede il desiderio di raccontare la storia in modo differente; il problema, almeno stando a questi due primi episodi, è che il ritmo degli eventi reali non rispetta la concitazione che gli autori vorrebbero generare, e dunque si deve optare per un ritmato metodo narrativo di salti temporali perlopiù ben collegati ma non per questo sempre piacevoli.

Manhunt – 1x01/02 Pilot & PostmortemQuesta scelta ardita viaggia su binari più sicuri grazie al proprio cast, guidato chiaramente dalle due figure opposte di Menzies e Boyle. Questi rappresentano due modi molto diversi di reagire agli eventi che riguardano i loro personaggi; e se Boyle ha il difficile compito di rendere credibile, forse persino umano, uno dei personaggi storici più odiati della storia americana, Menzies infonde umanità a un nome poco noto ma che in effetti ha molto da raccontare su che cosa sarebbe potuta diventare l’America se Lincoln avesse portato a termine il suo secondo mandato affrontando la dissoluzione della Confederazione con polso decisamente diverso da quello di Johnson. Questo significa confrontarsi con un argomento parallelo ma inevitable, di cui gli autori sembrano volersi occupare con cura, ovvero la natura e la forma della liberazione degli schiavi, con le sofferenze e speranze della popolazione nera che in Lincoln aveva visto le proprie rimostranze prese sul serio.

Questa Manhunt (nonostante un titolo decisamente terribile) è una serie che piacerà sicuramente a chi è interessato al racconto storico e a questo periodo in particolare; racconta con attenzione le vicende che hanno cambiato la storia americana ma non riesce fino in fondo a convincere nel suo tentativo di trasformare queste due settimane in un thriller coeso (considerando poi che ci sono sette episodi in tutto da riempire). Ne guadagna grazie a un ottimo cast che permette di sorvolare su alcune scelte non sempre felici e soprattutto su una frammentazione della narrativa a tratti disorientante e confusa.

Voto 1×01: 6½
Voto 1×02: 6

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Informazioni su Mario Sassi

Ormai da anni ho capito che il modo migliore per trascorrere le ore in aereo è il binge watching di serie TV. Poche cose battono guardare LOST mentre si è sull'oceano.

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